Comica sciagura d'un farmacista savio che doveva entrare in monicomio

Comica sciagura d'un farmacista savio che doveva entrare in monicomio Comica sciagura d'un farmacista savio che doveva entrare in monicomio per far piacere alla moglie Un processo tutto da ridere (Servizio speciale della Stampa). Parigi, 13, notte. Il fatto, che ora è giunto al suo epilogo giudiziario, destò un tempo un grande scalpore, e il pubblico non può essersene dimenticato. Il signor Brunet, farmacista di via San Paolo, aveva inventato un prodotto, che gli rendeva un centinaio di migliaia di franchi all'anno. Ma egli viveva in discordia con la propria moglie, nata Maria Guignard, che vedeva di malocchio le grandi spese, di cui si compiaceva il farmacista. "Via in manicomio!,, La signora Brunet pensò di sbarazzarsi di suo marito, facendolo internare in un Manicomio, e salvare così il lucroso reddito della medicina. Egli aveva, del resto, già fatto un soggiorno"in una casa di sa Iute, ad Epinay. La signora La signora Brunet si abboccò con un ex-infermiere, il farmacista Emilio Raymond, e col procuratore di suo marito, in cal.icato delja vendita deirinvenzione, il signor Giorgio Guillevic. o la travadoopQuest'ultimo era stato alunno interno in un Manicomio, e perciò era al corrente della legge 1838 sugli alienati. Fra i conoscenti di Guillevic si trovava il dottor Besson, al quale egli parlò del farmacista. La signora Brunet appoggiò le dichiarazioni di lui, e sotto un pretesto qualsiasi, il medico, si. recò^ a ^visitare ìt Br'uftéf; dòpo'"di che.'iT'13'inaggio 1910, il medico stesso compilò:uri' certificato, nel quale si constatava che il farmacista soffriva di turbamenti di 'memoria, e si giudicava necessario il suo internamento in un Manicomio. Ma il farmacista fu prevenuto da un suo amico, il quale non ignorava che la legge del 18H8 esige, per l'internamento, un certi- diccofarLtesl'atuSBetat—sodequavmstrlesi sasuinfe(RprcoVriqusificaio medico, fatto da meno di 15 giorni, j EPerciò, il Brunet lasciò Parigi, si recò a. foLione, e non tornò in via San Paolo se dnon dopo spirato il termine legale. Attaccato al lampione I p11n1 nQuesta volta, la signora Brunet non es - t to più; essa si mise' in relazione con degli j l - ' .; n a i I infermieri, e, sorpreso il marito, a viva ! forza, il 30 maggio, lo fece condurre a VilI hi Evrard, dal medico-capo, dottor Tapigros, il quale dichiarò che l'internamento |non era affatto urgente. Egli pregò la si; sn >ru Brunet di ritornarsene a casa con rteVmò e e à e ini costo, alla casa cu salute. | «i« vi,. e;..,,r.\ntr,nm il Mwrnvìnìn fni'inn- pCi tVvide"n-agente SS i Utò dalla vettura, e, malgrado le percosse,:»che gli erano date dagli infermieri, si afe-1 eranno ad un fanale, attirando l'attenzio- ! «ile della folla e impedendo cosi il suo in-Iteternamente. ! gDopo una lunga istruttoria — durante la quale alcuni dottori, chiamati come peri- o i u ; I ^rattdrcTr'dlfeMffo'ii foroScollega "Besson, j o ritenendo che egli avesse agito in buona | pfede, in scarnito alle dichiarazioni della si- agnora Brunet e del signor Guillevic e allo'sstato di sanità mentale, veramente un po', cprecario, del farmacista — il giudice rin- eviò al Tribunale di Polizia Correzionale, | l iper violenze e vie di fatto, commesse il 30 l iOImàggio, t tre Infeonierl,'cóme autóri prln- lcipàii, e come complici, la signora Bru- nnpt, il signor Raymond e il signor Guille- svie d«Mio marito ha magnetizzato tutti!,, Tulli gli imputati comparvero oggi da-1 Cvanti al Tribunale, a piede libero. La si-1 gnora Brunet e una donna alta e secca, e appare molto commossa. Ella dichiara di non aver ordinato agli infermièri di batte ec oo e a- re suo marito; ma il presidente non si con tenta di questa sua dichiarazione, e, rieor- ne dando che il Brunet è inventore del provi dotto la « Curatina », che rende 1UU mila s, franchi all'anno, domanda dei dettagli sula- le scene di violenza, che la donna faceva spesso a suo marito, secondo il racconto di un commesso di farmacia. — Mio marito aveva una malattia nervosa, — dice la donna. Presidente: — Questa nervosità i testimoni la spiegano colle scenate continue che voi gli facevate... — Egli non ini amava, mi aveva presa ! soltanto perche avevo del denaro! | — Oh! del denaro! — esclama il presi; dente. c; — Cinquemila lire: era molto per lui, ù- '. che non aveva nulla! he' — E' possibile: ma, poi, il vostro inatri ,, a, ue euo tse. uel nionio è riuscii ■ molto affettuoso, per qualche tempo. Quindi, il presidente si sterza di far precisare la malattia che la donna attribuisce al disgraziato consorte. — Egli, una volta, tentò di strangolarmi — dice la dolina. — Ha commesso anche e, Idegli attentali su mia lìglia, verso la quale, è .del resto, teneva sempre un contegno scone- ; veniente. aEd ecco che sorge una nuova discussione. Jl presidente tenta invano di ottenere dei particolari. Si parla di sconvenienze verso la figliuola, ma nessuno le conferma. Si tratta anche di due piccole operaie davanti alle quali il Brunet si sarebbe abbandonato ad atti poco lodevoli; ma le due ■Gm"aoperaie, non soltanto negano il fatto, ina! mo e dichiarano che un infermiere aveva loro consigliato di accusare in questo senso il farmacista. La signora Brunet, di fronte a tali contestazioni fattele dal presidente, finisce coll'accusare suo marito di avere magnetizzati tutti quanti... Si dà lettura di un certificato del dottor Besson, molto preciso e molto documentato. — Questo certificato, redatto dopo una sola mezz'ora di visita, — osserva il presidente, — riproduce esattamente la n' a di quattro pagine che voi, signora Brunet, avete consegnalo al medico. Salvato dal lampione Si arriva cosi alla scena dell'internamento. — Voi sapete ciò che ò avvenuto nella strada? — domanda il presidente. — Ah! — risponde la donna. — Cosa volete che mi dica? I fatti si prendono come si può e non come, «si vuole (Impressione). — Ebbene, signora, vostro marito fu assalito cosi brutalmente che egli ruzzolò sulle ruote della vettura e poi fu cacciato in essa addirittura come un sacco. Egli \ ferito alle mani e in varie parti del corpo (Rumori; proteste), >< A Ville Evrard, i medici rifiutano di prenderlo in custodia e vi dicono di riaccompagnarlo a casa. Erano le 11 di sera. Voi dite che avevate paura di vostro marito; ma egli aveva più paura di voi, e quest'uomo, che voi fate passare per matto, si dimostrò al contrario intelligentissimo. avsu19dulecae. raclnmpnnnrataespptemSliqcmmfas j Egli vi domandò 15 lire; voi credevate che ha. fossero per un regalo, ed invece egli ve le.re domandava per fuggire. Voi eravate sulla| I porta; voi avete visto tutto, e siete rimasta1 a11n una impassibilità assoluta, non dicendo 1 nemmeno una parola per impedire le bru- t mà commess| contro-vostro marito! i j _ oh) no)) ej sono state brutaiitàl a o n — Ma come potete negarlo? Egli si è arrampicato al palo di un lampione; lo si è tempestato di colpi con le mani e coi piedi. Voi non avete fatto un gesto. Fortunatamente, Un brigadiere di polizia è accorso 1 rumore ed ha accompagnato tutti quan¬ tpls | «"*<>.» uv> *C:V"'_^jtX.t» M^VtmimitSf'ì in - parlato più il presidente che 1 imputata, ia S i U*™ ^f^ffi^ SU° e,:»1" 'lo chc falche vaga fraema. fe-1 " signor Raymond accusato di compilo- ! «tà nella violenza afferma che la sua parn-Ite si limito assolutamente a procurare de ! gli infermieri. a i- Faceva la barba... allo specchio n, j A sua volta, Guillevic afferma che la sua a | parte fu quella di indicare il dott. Besson i- alla signora Brunet: costei gli aveva moo'strato i certificati di tutti i dottori, che o', concludevano nel senso che il farmacista n- era affetto da paralisi generale. Il Guillevic e, | l'acconta lungamente tutti ì fatti che egli 0 l intese narrare da madama Brunet, secondo n- la quale il farmacista avrebbe commesso u- numerose eccentricità, tra cui quella di me- saponare il cristallo di un armadio e poi di raderlo col rasoio. ,, ^S^JS^'fSSSL tìS a-1 CUFflto su un progetto di contratto col qua i-1 ]c jj Brunet gli accordava la gerenza della e di e nr- ola ulva to otiue sa siui, ri alar rimi he le, nne. ei so sua farmacia, Guillevic dichiara che questo contratto è stalo redatto da lui e che il signor Brunet ne ha avuto ' conoscenza. Guillevic dichiara di essere rimasto assolutamente estraneo alla cattura del Brunet — durante la quale egli si trovava a colazione — ed alle scene di brutalità, avvenute al ritorno, durante le quali si trovava a dormire. Quando si interrogano gli infermieri, questi protestano pure 1b loro innocenza e dichiarano di avere agite in buona fede, credendo di dover mettere al sicuro un pazzo autentico. Negano di avere esercitato qualsiasi brutalità. I proci... Infine, fra la generale curiosità, viene chiomato a deporre il farmacista Brunet, il quale spiega le sue ragioni con molto buon senso e non dà minimamente l'impressione di un malato di mente. Egli riconO' sce uno dei due fatti eccentrici citati dal Guillevic, ma essi risalgono ad un tempo anteriore alla sua cura nella Casa di salute di Epinay. — Allorché io sono uscito da questa ca sa — egli dichiara — ero perfettamente guarito, ed ho trovata svaligiata la casa mia, dove tutti avevano agito come se io fossi già morto! Brunet termina col ricordare l'impressionante suo internamento e le brutalità che egli ha subite1. A questo punto il processo è stato rinviato a domani. Uadvisge

Luoghi citati: Epinay, Parigi