Come il P. M. contesta l'esattezza del bilancio 31 dicembre 1906 nel processo della Fiat

Come il P. M. contesta l'esattezza del bilancio 31 dicembre 1906 nel processo della Fiat Come il P. M. contesta l'esattezza del bilancio 31 dicembre 1906 nel processo della Fiat tuazloue patrimoniale, nò .quella : economica !,clla *uc'e'à. " bilancio patrimoniale con ar Mielosi mezzi-contabili, quale là Incompleta formazione dell'inventarlo iniziale.' la ingiu- si ideata doterniiiiazlonc ai attività con mag elori valuw.zionl attribuito a merci eri a ti- Ioli (il ci'eriim In ninnolili toimcoilto coluto. ii. sempre seguendo il suo ordine di discussione, rilevando punto per punto lo questioni prospettato dai periti e dal giudice istruttore, il procuratore generalo tosi s'intrattiene sul bilancio ai dicembre 190o della Società Fiat.' .Sul quesito proposto in coerenza all'art. 176, capoverso l.o cod. di commercio, nella torma seguente : « So II bilancio 31 dicembre 1906 della Società Fiat dimostro con venta, ed evidenza l'utile realmente conseguito, tale da consentire l'as'vonuto pagamento del dividendo, le conclusioni della perizia Astuti furono: «l.o llbilancio 31 dicembre 1900 presentato dal Consiglio d'amministrazione ed appro- credito, la mancala suhìcciite svaluta«ione dei credili e la (immissione di ingente somma di passività, presentò un utile • netto dell'esercizio a marzo-ai dicembre 1900 di lire •»,'0ò71OO*.t. mentre l'utile effettivo eia di sole L. 2,970.000. 11 bilancio economico, incompleto e non rispoiidenlu a quello patrimoniale, si chiuso con un utile" nono dell'esercizio industriale di Uro 3,937.000, mentre in realtà l'utile industriale Conseguita dalla fólti, nel 1900 fu di isole L. 1,620,000. corrispondente ad un diviLiendo massimo di L. I7.no per azione. A rea- H deii'. .maggiormente gravi gii effetti, derivanti dalla erronea formazione del bilancio 31 dicembre 1900 concorsero le dichiarazioni contenute nelle relazioni del Consiglio d'amministrazione e del Collegio sindacale all'assemblea lì marzo 19n7, affermanti che tutto l'utile nella somma ili 1,. 0,357.083 09 ora « la esclusiva risultante dell'esercizio industrialo, senza, cioè, che si fosso tenuto conto dei plusvalori che per avventura avessero, potuto a cialper raggsentprovdue in czionMdellto, narzionbre turocludnuomonlo slionsionBrolo dgià lutttimEdett270,accdi 320,sarcircl'esl'asdaldal concizdelQdalsi cquislare le singole attività patrimoniali o ni queinomento del trapasso dei boni delle cessate I infSocietà alla nostra successivamente ». Meutro Iè invece l'utile stesso comprendeva L. 1,344,51037 'modi sopravvenienza attiva, esclusivamente con- j2.0seguita con la straordinaria operazione di assorbimento della Società Ansaldi e C, oltre a circa !.. 1.600.000. unicamente dipendenti da differenza fra i criteri di valutazione seguili nella formazione dell'inventario iniziale e di quello di chiusura dell'esercizio 1006: oltre ancora agli altri effetti conseguenti agli errori! rilevati nella formazione del bilancio, conio vor4.0terdelcifidi osal 31 dicembro 1006, 116 quella prevedibil data del pagamento dei dividendi erano tali da consentirò l'avvi aiuta, ripartizione, degli 11 l1'» liquidali in bilancio senza aggravare la sovra specificalo' nor .1 8S0 °(kì (dic2o Né a situazione flnSia della Fiat* lUalciOIndultseg1situazione patrimoniale della società, in ino-ilo dicembre 1906, con l'accertamento di tutto lei,,,,ipilRslviti;i' Sta»!»* d-8n, impegni c dei rischi con assunti dalla l-tat. a tale epoca, era lale, in- sasi",-"'"",' ,"""t V. f*Wf »•»,«M"v«w-1MS dipendentemente dal a desi inazione dell utile, i «ll\che » "■•■••-■i<> »i»»ai»«'i« étàiv-^SàóAn nta/óvA i?O |graie attuazione del programma preventivato a ber l'esercizio 1007. Indipendentemente da quulcasi orisi industrialo o Uuanziaria estranea «'l'organismo sociale, per reintegrare il ctt l>«tJ>lo..*li'cq!ante.,jcbe mancava nella «tot. fin \ dalla cluusm'a de! esercizio 1906, poiché il ' massimo conseguibile utile noli esercizio 190i e stato appena A^i^m^^^^ ""^T infatti, in seguito all'assemblea del 12 mar o o! ^o i'juì, che approvò il bilancio e la rinartit.j/.oha deglf: utili proposi! dal còns'iglio, la si-1 inazione llnaifeiiiuia della Società si compeni jdiava in una somma di L. 10.500,000 di atti- vita non immobilizzate, di fronte a lire . 114,SOO.tmO di passività, ha quale situazione roò 1 so inevitabile il ricoiso al credito, prima che -I'a Fiat risentisse gli effetti della crisi genera- - aouulc. il rovescio dell» medaglia ■Le conclusioni della perizia collegiale ful:tono: , ai 11 bilancio 31 dicembre 1906 della nuo- va 7i'«(, considerato nello stato attivo e pas- sivo, come nel rispettivo conto economico i (perdite e profitti), dimostra con yeritù.ed avia ponza l'utile realmente conseguito noli esercìil710- 10 eventuali dcllccnze di spese conteggia . a a , o l , . e o ra inee u. o o n. o- nel oa- levi, essondo largamente compensato, nel complesso, dall'esito economico, dalle maggiori spese, non strettamente di competenza del 119ÙU. e non pertanto poste a carico di tale escrcizio e degli utili per i dividendi su titoli di proprietà, ammessi mediante storno dal conio u perdite o profitti ». Cosicché, rifallo e rettificato in varii modi il conto economico, sempre si afi'orinerebbo reale l'utile accertalo, e come utile realmente conseguito poteva consentire l'avvenuto pagamento del di\ idendo. h) La relaziono del Comitato di amministrazione chi accompagna il bilancio 190G è invece contraria a verità nella parte in cui afferina che l'utile accertato per l'esercizio, di il,. 5,a3?,0SJ li9, era dipendente dalla gestione industriale, mentre l'utile industriale può al più calcolarsi in L. -'..ao.'i.lSu OS. Per rispondere al quesito la perizia Astuti I lese m osarne le diverse voci dello stato attivo o passivo alla data del 31 dicembre 130(5, pose innanzi mano a mano le rettifiche cho avnl.lieio dovuto introdursi nel conto » perdile e profitti » dell'esercizio 8 marzo-Di clicembre WÒ6. a riduzione dall'utile netto di L 3,907.033 W>. risultante dal saldo del delio conto, e rilevò che una parte di tale utile, sebbene realmente conseguito, non dipendeva dall'esercizio industriale, e per altra parte l'utile ò inesistente. Intani dall'assorbimento della Società Ansaldi la Fiat ebbe un utile fii L. 2,i51,tì3fi OS. liidipentìcntcménte dal suo normale esercizio industriale, e dedotta l'erogazione fallane nei bilancio per L. a.lOT.iìó 7i. ne residuarono lire i'».."ilii 37. attribuite in aumento dell'utile iiet i ù il iael ate o, ele ri nine. nIor rnvS. v. t- lao e, fo in le te contrario a quello cui si erano ispirati gli stessi amministratori nell'esercizio dei 1905. perchè nella relazione che ne accompagnò il bilancio presentato all'assemblea s marzo 190G si leifge: «Abbiamo costituito due fondi speciali : riserva straordinaria e fondo per imposte e lusso, ai quali abbiamo passata là somma complessiva di L. 1,107,300. clic rappresenta un provento derivalo alla Società dalla alienazione di uno. parte delle sue attivita patrimoniali, e cioè di un corto numero di azioni Fiat-Ansatiti. Non è questo un utile dell'esercizio industriale, ma un utile straordinario: opperò noi abbiamo creduto di interpretare i vostri intendimenti coll'accantonarlo e confidiamo nella vostra approvazione u, mentre nella relazione clic accompagnò il bilancio 31 dicembre lUOii fu scritto testualmente: « Villi « riserve. — La determinazione dell'utile dell'azienda fu l'esclusiva risultante dell'esercizio industriale, senza cioè che siasi :enulo conto di quei plus valori che per avventura avessero potino acquistare le singole attività patrimoniali e al momento del trapasso dei beni delle cessate Società alla nostra, o successivamente. Tuie utile industriale ammonio a L. 5,207,033 G'i » tondo per liquidazione credili .imposte e varie L. rutiliti) complessivamente), si residuano in L. i.'j.sti.ixio pure attribuite in aumento dell'utile netto ripartibiic. Dimodoché, secondo la perizia Astuti, l'utile netto industriale apparenti' dal bilancio di L. 3.957,083 GO si dovrebbe diminuire di L. 344.510 37 piti L. l,9S6,30'j, cioè ii L. 3,330,810 37 in complesso e si concreterebbe in L. 1,6'3<5.273 32. Oppone la perizia collegiale circa l'utile proveniente dull'assorbiiicnto della Società Ansaldi. che fu un errore del primo perito, il considerare il patrinoiiio Ansaldi nei valori acquisiti al 31 dicembre 1806 anziché in quelli risultanti alla laia dell'effettivo assorbimento; che l'utile netto contabilizzato derivante da tale assorbimento fu invece di L. 1.353.Me HI, tate risultando dalle scritture contabili della Fìat e spe- nt into, „„„la poFigadpolunancom[pej bide'fintararsteesala cavoge169au! dechacpofaguritrenepachquchziquvaunn31l'obisecrOtannzilachpntucd■ dadInpblo ripartibiic, con un criterio assolutamente la■• 'dagtacstedecutaeoprimddfdscrla]•; gli utili inesistenti calcolati in I,. 2,508,8001.nnata l'opportuna compensazione, con altri u-inili non conteggiati, spese da compensare e dttnqgsvsbnnrsel cialmcnto dal conto « partite liquper cui c'è differenza in L. 1,138.1-20 27 per raggiungere la cifra di L. 2.451.636 08 rappresentante il plus valore acquisito dalle attività provenienti dal patrimonio Ansaldi dopo circa due mesi di gestione della nuova Fiat, e che. in conseguenza e errato il calcolo dell erogazione fatto dal perito Astuti. Ma a convincere che queste osservazioni della perizia collegiale non hanno fondamento, basta il riflesso che qui si tratta di esami nare quale utile venne accertato sull opera ziono Ansaldi in sede di bilancio al 31 dicembre 1900 e che quindi il richiamo alle scritturo contabili della Società 6 affatto inconcludente. Che poi in due mesi di gestione della nuova Fiat le attività provenienti dal patrimonio Ansaldi non possano avere acquisito lo stupefacente plus valore di oltre un milione, lo riconoboe, avvicinandosi alle conclusioni della perizia Astuti, lo stesso imputato Broglia, nella sua memoria defensionale, elio lo determinò in sole !.. 350,000 riferondolo non già ai due mesi di esercizio della Fiat, ma a lutto il periodo trascorso dalla data, deirli • timo bilancio della Ansaldi (30 settembre 1905). E nemmeno questo è vero, perche se «ai detto bilancio risulta un utile netto di lire 270,050 92, risulta pure che codesto utile venne accertato mediante l'impostazione in attivo di nn pronao estraneo all'esercizio di lire 320,848 33, di guisa che invece di un utile si sarebbe in realtà verificata una perdita di circa L. 50 mila. Comunque rimane stabilito l'esattezza del calcolo dell'utile derivato dall'assorbimento della Società Ansaldi, fatto dalla prima perizia e tale riconosciuto anche dal rapporto dei rag. Gobbi, Gitti e Bottino con conseguente utile, indipendente dall'esercizio industriale 3 marzo-31 dicembre 1906 della nuova Fiat. L'utile inesistente Quanto all'utile inesistente, prescindendo dalle altre voci del bilancio, sulle Quali non si ò discusso dalle parti e soffermandoci asecfu si siosivaieil „Jcni quella su cui il dissenso è maggioro ed ha e I influenza decisiva sullo rispettive conclusioni. o Iè da rilevare che esso riguarda principnl7 'monte le voci: l.o macchinario ed attrezzi; - j2.0 merci, materiali in officina e materia la e a i i i! o vornta; 3.o titoli di credito e. partecipazioni; 4.0 crediti: 5.o anticipazioni: 6.0 debiti. Sulla terza e sulla quinta voce gli apprezzamenti del perito Astuti non si possono tradurre in cifre preciso. Sembra però che non sia fuori idi luogo l'osservazione che fu per lo meno osa imprendente, man tenore nel bilancio 31 i a (dicembre 1906 valutazioni superiori al prezzo t* ««lo per alcuni titoli posseduti dalla, So- alciOtà. come le azioni Brevetti-Fiat e le azioni Industrie Metallurgiche, sebbene per queste ultimo abbia, nell'ultima sua relazione ed in seguito ti nuovi documenti che modificarono -ilo risultanze delle scritture, esclusa una ei,,,, pericolo, tenuto speci i condizioni finanziarie din - sastrosc nelle ouali in ut ialmenie conto delle fficilissime se non (li-1MStrOSO nelle quali in quell'epoca versava la , i «llr,ic,i', onesto mundio trovi nntorevnie cotiA i?Ocieiu. ijuestqgiuaizio iro\a autorevole'cou- o a n l i T r iinie oe - uoso iìa mri el eli al di bo te ainfdi ne al uti at0(5, ho erlidi io balle nOS. io ei re et gli 05. il zo di er là ptà ti di ile dierrlo encio elel:eenatso o mrie in 'u la pabe oè teolbierridilla ile biulpe- nt ini irviinun ------- - - , , ■ - to, basta il rifiosso che qui si tratta di esami- da„„„„ „.,„i„ „iiiQ vanno necnrtntn soli onora-1 colarcn.?a.3atniinoca{eqf^lirin lioescnaciecodi Sicundicundi I indepavapaulindeaztevII ■chniIhgunuil sigaL.sii aznipodipa.didadiprrisiSomnodalal'esiimpdechpPimcitl'.TrapilvmtiqpdpmulipodatocccigCipcltdvqptlcsssttsgddodddcsp, ! Michele os- ,oc e tata la somma di L. 2,025.000 rappresentante l'importo dei corrispettivi versali dal cav. G. B. Figari per le partecipazioni della Società Itala ad una futura emissione di azioni Fiat e che potè essere interpretata dagli azionisti, taluno dei quali la chiamò lui enigma, come anticipazione di sommo pagato dai ■clienti in conto di macchino ordinate. Per lo che non merita' censura il giudizio riassuntivo dot [perito Astuti, die cioè. « nella, compilazione del j bilancio 31 .dicembre 1900. gli amministratori della nuova Fiat non abbiano'mirato al solo 'fine di 'giovare alla. Società, ma ad aumentare a qualunque costo e con dgni possibile artificio nn'risnltato ccónóiifico--gia:'«i per so stesso .ottimo, ma non ancora, rispondente allo esagerate ed artificiose valutazioni, allò quali la azioni delia Fiot erano'iJervenPto sul mercato finanziario ». sulla prima e sulla seconda voce vorrebbe la perizia collegiale aggiungere ni costo di fattura' la somma di lire 169,710 70 per spese di trasporto, doganali, ecc., aumentando cosi di altrettanta somma l'utile ! dell'esercizio industriale. Ma essa dimenticò che delta somma si riferisce a spedizioni ed acquisti di macchinario, nonché a tutto l'importo enormemente superiore degli acquisti falli nel 1906, il quale soliva a 14 milioni, di guisa che non a torto il primo perito aveva ritenuto tali spese pressoché insignificanti in relazione al macchinario ed altresì alle rimanenze di officina. Stilla seconda voce poi in particolare si osserva che pure ammettendo che non sia sufficientemente dimostrata ima qualsiasi plus valutazione finale, e Indubitato che non venne conservata la svalutazione iniziale, fatta nell'inventario 8 marzo 1900, della quale si è. già parlato, e questa differenza di valutazione non potè a meno di risolversi in una indebita liquidazione di utili che non nano di competenza dell'esercizio 8 marzo31 dicembre 1900. Sulla quarta, voce la perizia Astufi rilevò l'onmiissione di un ammortamento presumibile In misura non inferiore al 5 %, essendo insufficiente il fondo di liquidazione crediti, imposto, ecc. fissati In L. 300 mila. Oppone la perizia collegiale che tale ammortamento poteva essere virtualmente comproso nel fondo straordinario di riserva stanziato nella somma di un milione, mediante l'erogazione dell'utile derivato dall'assorbimento della Società Ansaldi, ina è ovvia la risposta che dall'esame del bilancio gli azionisti non potevano formarsi tali concetto, tanto più elio nella relaziono che l'accompagna fu detto che tutto l'utile in esso apparente, compre-io anche il milione non distribuito, era utile industriale. Le passività ■ Riguardo alla sesta voce, le indagini fatte dui primo ponto, sull'esercizio 1907, portarono ali accertamento di passività nel bilancio 31 dicembre 1900. per la somma complessiva di Ino l.UjB.oOl 46, o cioè, lira 560.000 per imposte pagate, comprendenti lo tasse di ricchezza mobile, corrispondenti alle risultanze del dotto bi te lancio c la tassa di circolazione dolio azioni ■• 'del secondo semestre 1900 e lire 395.915 li per altro passività. La perizia collegiale, accogliendo ancora una volta le difese degli imputati, oppose cho è consuetudine di alcune Società accollare, al successivo esercizio Io imposto dell'esercizio procedente, ed in quanto alla emissione delle olire passività, pur non negandole, disse che in parte erano compensate da emissioni di attività, dal fondo liquidazione e crediti, imposte e vario, nonché dui milione di utile nello, accantonato con prelievo sul risultalo dell'operazione Ansaldi, ed in parte non erano di competenza dell'esercizio. Ma contro queste contestazioni è doveroso osservare u) Che la nuova Fiat si trovava nel suo primo esercizio, il quale, col sistema seguito restò quasi del tutto esente dal carico delle imposte: cho è unico piuttosto che raro il caso di una Società, nel cui primo esercizio venga denunziato un utile di oltre cinque milioni vii fronte a nove milioni di capitale ed a soli dieci mesi di esercizio, nel quale era ben noto sin dal momento della lirmazione del bilancio, che si sarebbe dovuta pagare la tassa di ricchezza mobile, in ragione del lu 0/0, mentre la lussa di circolazione-azione' pel secondo se- 8001.nesire del 1906 fu pagata nei primi 20 gior u-ini del 1907. cioè, prima dell'assemblea generale e degli azionisti. Ili maggio 1907, cui fu presen¬ tato il bilancio, il quale avrebbe potuto a dova to essere in questa parte rettificato: che illune l'omissione riesce tanto più ingiustificata in quanto gli stessi amministratori avevano seguito nel bilancio, dell'esercizio precedente, e seguirono poi in quello dell'esercizio successivo, un sistema assolutamente opposto; 6) Che il fondo liquidazione, credili, imposte, e vario, di sole lire 300.000. era già assorbito da altre perdite: c) Che il fondo straordinario di riserva di nn milione, non si poteva dagli azionisti ritenere devoluto a tale scopo, sia perchè ve ne ora un altro, a ciò apparentemente destinato, sia perchè in-questo caso non avrebbe dovuto esserci compenso nell'utile netto di 4.357.083 05 lite: i d) Che por le spese, che secondo la perizia ollegiale non sarebbero stato di competenzaell'esercizio 1900, conteggiato ni lire 197.333,'ultima relaziono del perito Astuti risposo gitamente che tali spese incontrate {ter corse,sposizioni e pubblicità, dovevano essere quao meno contabilizzate; ci che l'emissione di attività sarebbe co-'tituita da'due partite ammontanti in colesso a !.. .573,604 39. e cioò dividenti su titolii proprietà (Garages riuniti di* Milano), oateo parziale degli utili dell'esercizio Ansai;i dall'8 marzo al G novembre 1906. Ma della prima partita già aveva tenuto conto il perito Astuti in aumento dell'utile e quanto alla seconda il preteso utile dell'esercizio Ansaldi fu gin dimostrato inesistente. .\è d'altronde si potrebbe convenire nella tesi che l'emissione di attività compensi l'emissione di passività quando si tratta di esaminare le verU aieita o meno dello stato attivo e passivo, non' il risultato tinaie del bilancio. „J;OUO,Queste considerazioni è lecito affermare cne salvo le rettifiche di cifre rese necessarie - — - ~ -•btttiiuuv ui uìl»v> a v>>j v/ ucocieui n. dalle nuove documentazioni — restano salde lo conclusioni della prima perizia sulla irregolarità del bilancio 31 dicembro 1006 nel senso cne lutile netto delicserclzlo Industriale in.?JV°Lnella relazione dell'assemblea in lire a.3B7.063 69 e nel bilancio in L. 3,957,033 69, atte alle difese degli imputati tutte le possiniii concessioni non poteva superare i 2 mi-' noni e che di conseguenza l'utile lordo indicato quale utile industriale in lire 5,257,083 69 {equivalente amaffermato utile netto indù-' f^a^inJmlme,n!aJ0 ilcl,a riserva passiva in lire 300,000 e del tondo straordinario di riserva in lire 1,000.000). comprendesse circa un milione e .l»0 mila lire di sopravvenienza attiva, esclusivamente conseguita con la. straordli nana operazione di assorbimento della Società Ansaldi ed altre lire 132.000 di beneficio conseguito dall'operazione di compravendita di azioni della Società Industrio metàllurglclu». Siccome poi dove essere diminuito di ciré* un milione per passività non accertate ni 3t dicembre 1906 e di non mono di lire 460,000 unicamente dipendenti ila differenze di criteri' di valutazioni seguiti nella formazione dei- I inventano iniziale e di quello di chiusura dell esercizio 1906. l'utile lordo del bilancio patrimoniale indicato in lire 4,257.083 65 (equivalente all'utile lordo diminuito della riserva passiva di lire 300,000, ovvero all'affermato uliio nell'industriale aumentato della riserva industriale di un milione), anche tenuto conto dello attiviti omesse ossia del dividenti delle azioni dellu Società Garages Riuniti, non poteva superare la sómma di L. 3,57()',000. II dividendo e In relazione del Consiglio ■Da quanto si e sino ad ora esposto risulta che il dividendo di lire 35 distribuito agli azionisti sul bilancio dell'esercizio 1906 non venne Ih parto prelevato su utili realmente conseguili. Infatti sull'utile netto industrialo denunzialo nel bilancio in L. 3,957,083 £9, dedotto' il 20 0/0 per In riserva legale, e diritti dei Consiglio d'amministrazione, direttori ed impie-' gati, fu distribuito agli azionisti l'SO 0/0 in' L. 3,150,00(1: ora. ridotto tale utile ad un massimo di L. 8.000,000 ed aggiorni a questa cifra1 i maggiori utili sull'operazione Ansaldi e sullo' azioni industrie, metallurgiche, e. Garages riuniti, ne consegne che agli azionisti avrebbe potuto ossero distribuita una somma inferiore di circa 3tX),000 al dividendo effettivamente pagato. Per quanto poi concerne la parte del .dividendo prelavata dall'utile reale, dipendente1 dal risultato economico l'ordinanza del giti-1 dice istruttore, seguendo lo conclusioni della prima perizia, avvisò che neppure essa fosse ripartibiic tra gli azionisti, attesa la speciale situazione finanziaria nella quale versava la Società e quella prevedibile alla data del pagamento. Ed in verità le considerazioni dell'Astuti non sembrano convenientemente contradetto dalla perizia collegiale, essendo un dato di latto Incontrovertibile che della chiusura dell'esercizio 190ii il capitale circolante della Flati si riduceva a circa lira 1,900,000 di fronte ad impegni per nuovi impianti già assunti per più di un milione e non potendosi tener conio' della parte del patrimonio non disponibile perchè investila in titoli non alienabili od in parte vincolata in depositi per garanzie, ecc. Per lo che appare manifesto quanto sia stata improvvida tale deliberazione, mentre la Società dovetto ricorrere ad un prestito di lire] tl'.OOO.OOOi ottenuto dulia .Cassa di Risparmio di; Torino, sin dall'* marzo 1907 e nd altre optv razioni finanziarie le quali procurarono fondi: per altri i milioui. prima elio fosso iniziato il pagamento del dividendo: quanto ragionevole sia stala d'altra parte l'opposizione della minoranza, capitanata dal rag. Pietro Bottino nell'assemblea degli azionisti, 12 marzo, e. quanto inopportune le parole con le quali il, presidente ScarfioiU nella seduta del Consiglio' di amministrazione, del 18 febbraio aveva ris-i posto al sindaco Maicntino. che pure si dimostrava preoccupato del fatto di contrarre' un debito per pagare il dividendo.. ! Ala se di tutto ciò si dovrà tener conto oi; lini dell'imputazione di aggiotaggio non si: può fare altrettanto nei riguardi di quella: ora in esame, ostando alla tosi accolta dall'or-; dfnanza del giudice istruttore una eeceziono avente carattere pregiudiziale nella qualo, a torto, si volle riscontrare'una questione tecni-; cu, mentre essa è essenzialmente giuridica,: come giustamente riconosce anche la perizia collegiale. | Ed il procuratore generale trattata breve-, inente la questione dal lato schiettamente-: giuridico, passa a trattare della relazione deli Consiglio d'amministrazione che accompagno; il bilancio del 31 dicembre 1906. « Tanto la; prima — egli dice — quanto la seconda perizia; concordano nel giudicare contrario a verità: l'afférmazione, che vi si contiene, essere cioè,: tutto l'utile accertato in lire D milioni 3Ì7.083 69; dipendente dalla gestione industriale e la divergenza, si lui soltanto sull'ammontare di questo utile, che la perizia, collegiale ammette potersi faro asconderà a lire 4,305.180 OS. mentre il perito Asinii lo crede determinato in. lire 1.0?6,373 32 e tutt'al più si può concedere che salga a duo milioni. Le ragioni del dissenso vennero già spiegale in rapporto allo-j sanie del bilàncio e non sarebbe il caso d'in-; sistervi ulteriormente. Solo si ravvisa oppor-i timo osservare che la stessa perizia collegiale,; tutta quanta inspirata alla maggiore aCconfli-j scendenza verso gli imputati, non potè negare che per quasi un milione l'utile lordo: denunziato era indipendente dall'esercizio in-j d usi fiale, ciò costituisco ima maggior prova, oltre i inolivi addotti nell'ordinanza del giudico istruttore dell'inattendibilità del rapporto dei ragionieri Gitti. Gobbi e Bottini provocata dal Collegio dei sindaci nel febbraio del J903,; cioè óochi giorni prima della riunione dell'assemblea nella quale il bilancio doveva essere, presentatoi o e o o i a e , e ò d i i a n n o a o a i n n ò se a. ro o ala n o e nn

Luoghi citati: Milano, Torino