Un giro di valzer di Virginio Gayda

Un giro di valzer Ile notti di Vienna Un giro di valzer Vienna, febbraio. I Metà delle signorine viennesi di buona o discreta famiglia hanno passato la prima not. te dell'anno sulla punta dei piedi, in vesta-ltutti i giornali politici, con una loro rubrica quotidiana speciale, dove sono elencate le conto feste di Vienna: Wo tanzt man haute? 17 o tanzt man morgen? (dove si balla oggi? dove si balla domani?). Afiìdate a questa guida sicura, le viennesi, con la cuffietta biainca e i grandi mantelli chiari, vegliate da qualche cilindro grave del- lo grandi occasioni, innondano i trami, mo-bilizzano per i quattro canti della città le automobili, rimettono perfino in onore i po-veri vecchi flakcr a due cavalli. E allora per le strade di Vieniui c'è puniche cosa di strano, di esotico e di misterioso, che fa pen- sare ad una improvvisa resurrezione della glie trasparenti, nelle braccia di un giova notto allegro. Ci hanno trovato piacere e da allora, ogni sera, esse cercano ridendo, ansiose, altre braccia di giovanotti senza malinconia. A Vienna queste coso gaie sono solite. Conviene però subito dire che l'abbraccio è pubblico, discreto, sorvegliato dalle mamme alla luce di cento lampade elettriche, in una salta da ballo. E eopratutto è uno di quegli avvenimenti che i cittadini, per la consuetudine secolare e per un loro inestinguibile desiderio, definiscono necessario. A Vienna si balla con la stessa universalità regolare con a quale si adempie ai bisogni elementari. La stagiono del ballo è una fase indispensabile al ciclo annuo della perfetta vita viennese. Subito dopo Natale, quando sotto il cielo fosco la neve tivrbina nel vento, lo vetrine dei grandi magazzini di moda della Karlner e della Mariahilferslrasse si trasformano in un balono: si riempiono di veli, di mussoline o di sete chiare, in una chiassosa fantasmagoria di colori che fa pensare ad una folle primavera orientale fiorita in una serra. Affissi cubitali invitano la gente, dalle cantonate, a feste notturne. I giornali più seri illuminano i loro gravi commenti politici sull'equilibrio europeo di un folletto riso profano, cho corre per le lunghe causerie stille nuove pettinature femminili e sull'ultima combinazione scoperta dal Tanzmeisler Julius Singer, naturalmente un viennese, nel portamento delle braccia e dei piedi delle coppie danzanti. Una società pangermanista coglie l'occasione per la sua propaganda. « Cittadini, — essa ammonisce testualmente sulla Ostdeutsche Rundschau, — non dimenticate di essere buoni tedeschi, anche quando ballate. Non si deve solo sentire e pensare, parlare o scrivere per il proprio popolo, ma anche ballare. Perciò bandite dalle vostro serate la polka, che non è tedesca, e stampate i vostri inviti a caratteri gotici, senza parole straniere ». Sentite subito che il ballo è veramente per i viennesi qualche cosa di più che un gaio passatempo di poche oro, che viene e va: ma un bisogno pubblico e una consuetudine generale che è penetrata in fondo all'anima cittadina ed è un suo elemento essenziale, come una caratteristica della razza. Lo sanno i Comitati esecutivi dei mille Balle, Krtìnzchen, Redoutenv.Picknies viennesi che si disputano disperatamente, per le loro serate, i giorni della settimana e le sale e i teatri di Vienna. Non c'è tempo e spazio per tutti. Ogni corporazione deve almeno presiederò una serata danzante. C'è il ballo della Croce Rossa e della Croco Verde, dei giornalisti e degli invalidi, dell'industria domestica c delle ferrovie, dei turisti e dogli avvocati. Ballano perfino i pazzi una volta la settimana, su a Steinhof, nel loro bel teatro a specchi e velluti rossi. Poi le principesse e lo duchesse che, praticando con la chiesa, non' hanno rinunciato all'orgoglio di essere ricordato e venerate fra la gente allegra di Vienna, promuovono ancora, in una sala pubblica, un grande ballo che s'intitola al loro nome, con biglietti d'entrata a venti corone, destinato alla beneficenza, se no rimangano — ciò che sarebbe un caso singolare — dopo pagate le spese e il pranzo al Comitato d'onore. E' una serie di feste senza fine. Non ci si sa più ritrovare. Ma provvedono a orientarvi vecchia Vienna delle crinoline e delle par rucche. Nevica: lo fiamme dei lampioni sventolano: lo porte sono chiuse, le finestre tutte buie: nessuno passa: qualche sentinella sonnolenta va su e giù, sotto il portico di vecchi palazzi, scomparendo nella nebbia bassa: i vicoli scuri della Stadt dormono nel loro sonno precoce e improvvisamente, all'angolo di una strada, incapucciati fantasmi femminili, bianchi e rossi, appaiono un attimo e fuggono misteriosamente, senza rumore, dentro una porta. Vienna di notto non è tutta buia, muta, vuota, come sombra. Nelle sue sale da ballo, folgorante da lampade elettriche la gente vi si stipa senza ordine, come iu una fiera, e rider umor esosamente, senza riguardo alla dignità dello sparato bianco o degli inverosimili décoUelis. Anche nelle sue feste più eleganti, il viennese conserva quella sua anima di ragazzo in vacanza che porta dappertutto. Se lu signora perde in mezzo alla sala lu scarpetta di raso, ride forte e se la ricalza, senza turbamento, cogliendo l'occasione por ricom-, ... . ... pprre aucho un attimo una giarrettiera, men- tre il cavaliere ne approfitta a sua volta con qualche indiscrezione dove il décolleté lo per-_, ... ... mette. L tutto questo, insieme alle sigcorein guanti bianchi, che durante i riposi, man-giano ai tavoli con ottimo appetito prosciutto cotto c salsiccie e bevono birra, e alla sio-polare diversità di opinione sull'eleganza cho ? . . „ i ii i ■ taluno manifesta, comparendo nella sala in redimiate o in scarpe gialle, cravatta bianca ;. „ , , . , ,,. ,. e smoking, da anche ai più solenni balli di Vienna quell'aria di famiglia — veramente una piccola famiglia borghese — che ò così caratteristica di tutta, la vita pubblica viennese Ma quando il kapellmeister leva solenne l'arco del suo violino e attacca le prime battuto del valzer, la famiglia si trasforma in un baleno. Gli occhi si accendono, le boccho sorridono, le teste dondolano estaticamente di qua e di là: le coppie scivolano in tondo per la sala, con il loro ritmico passo ondante, che esprimo nel suo languore la molle felicità che le riempie. I viennesi sentono il ballo come altra gente sente le sue canzoni. Ber walzer musst in die Beine gehen (il valzer deve andare nelle gambe) — essi dicono. Però ora il valzer va anche in testaEsso non è più quello di Lannero di Straussche è corso un tempo da Vienna per tutto il mondo. Anche nelle sale viennesi lo si è giàmesso in riposo. Se ritorna un attimo, timTda.monte, la gente ascolta stupita, ma non fonila. Esso è d'altri tempi. Ricorda solo più la vecchia Vienna dei bastioni, con le sue tazze di porcellana, dov'è dipinto l'alveare, i ritratti di Waldmuller e gli acquerelli di Kriehuber, i mobili chiari di ciliegio e i paralumi scintillanti di perline. I valzer, che trionfano oggi, vengono dall'operetta e dai cabarets. Si ballano e si cantano sospirandoIl viennese ha perduto un poco del suo buon umore e si è fatto più sentimentale. La sua allegria è un po' velata. Ma la saia immensa passione per il valzer è rimasta. Il tempo non l'ha mutata, c'è qui qualche cosa della razza che non muore. Il valzer, che ha i suoi antenati sulle montagne, è nato veramente sull'onda del Danubio e vi è rimasto. Non c'è un altro paese dovo esso sia così naturale, universale, cosprofondamente caratteristico del popolo, come a Vienna. Qui esso non è solo più un attimo frivolo di passatempo, ma è la vera espressione musicalo dell'anima popolare. Esso è nell'aria. Non c'è musicista, vissuto a Vienna, che non l'abbia sentito: anche l'austero Brahms ha scritto dei valzer. Non c'è una canzone popolare o una sala da ballo che tolleri un altro ritmo. A Vienna non si conosco che il valzer. Per apprenderlo con tutta l'arte si giungo perfino a pagare un'ora di lezione sedici corone — un prezzo che a Vienna è corrente. H più appassionato sogno di una signorina, e di un giovanottoviennese è di saper ballare il valzer, di valz&n— come essi dicono in una sola parola perfettamente. Lo ballava già il giovane Werther con la sua Lotte. Ed oggi continuano a ballarlo tutti i viennesi. Non c'è nomo grave che lo rinneghi. A Londra è più facile vedere un ministro oocupato nel tennis che in una sala da ballo: a Vienna pingugravi uomini politici interrompono regolarmente le loro cure diplomatiche, girando in tondo, per !o sale dei principi, sulla punta dei piedi, insieme a una dama dell'alta società. Il valzer e il vero sport di Vienna e vi ha lo migliori tradizioni. Al tempo del Congresso lo più grandi feste erano celebrate con i balli di Corte della principessa Schwarzenberg, della contessa Zichy e della signora Arnsteiu. Oggi, nello feste della Hofburg l'Imperatore, dopo che ha tenuto circolo, si siede nel palchetto, pone sulle ginocchia l'elmo con le piume verdi e guarda curioso, sorridendo, .senza parlare, le coppie che girano e le quadriglie che si incrociano. E le quattro colonne quotidiano di resoconto dei giornali, con gli interminabDi elenchi di nomi che i viennesi, nel loro eccezionale culto delle persone, leggono pazientemente ad uno ad uno, riportano gli stessi cognomi e gli stess titoli che onoravano le sale da ballo di Vienna, quarant'anni fa. Il culto di un giro d valzer è rimasto nelle tradizioni delle più alte famiglie viennesi e passa di generazione in generazione. Certo perchè è un culto allegro. Con la sua nebbia e il suo fumo, con la sua storia ma Knconica e i suoi enigmi pensosi, Vienna non sa essere triste. Che importa so i giornal parlano ogni giorno di tanti misteri gravi e 0SCUTi e turbano qualche solitario, che so gna> per mutair quaiche cosa> di a'vere consè tutta una folla? Le signorino che ridono e i giovanotti che non si preoccupano ballano tutte le notti < in giro di valzer fa ben dimenticare i rad. Si oscuri dei giornali politici. Virginio Gayda

Persone citate: Brahms, Julius Singer, Schwarzenberg