Il senatore Arcoleo illustra l' opera della Commissione

Il senatore Arcoleo illustra l' opera della Commissione Il senatore Arcoleo illustra l' opera della Commissione per la riforma dell'Alta Camera (Per telefono alla Stampa). (Pr fo Roma, 10, natte. La seconda giornata c'clla discussione sulla riforma del'Senato e riuscita non meno interes sante di duella di ieri. L'aula presenta lo stesso aspetto imponente-della prima giornata: 1 se notori presenti sono anche oggi circa 250. Le tribune sono affollate specialmente di signore: affollata pure la tribuna dei deputai, dove «I notano gli onorevoli ^Lacava. Podestà. Suardi glanforte, Chimirrl. Arturo iLuzzatto. Gallini, -;av.a- Jurrisi, Maury. ed altri. Mentre si at 'enne. 1 apertura della seduta circola l'ordine ^4^%«^»^Wà^» ^^nal0' L,°rdine deì è cosi CWIce- Senato, riaffermando la sua tede immuta oile nello Statuto, che ben può. nella sua ap- vacazione, conformarsi alle condizioni dei tern pi, mediante prudenti disvosizioni legislative in coerenza al voto del 6 maaaio scorso, passa a discutere le provaste della Commissione. Firmali: Bonasi. Camporeale. Baccelli, Torrieiani. Cavasola, Oadenazzi, Guala, Pullè. Bodio, Mazziotti. Pagano. Martuscelli Gerolamo, Di Martino, Bracci, Testasece.i, Primerano. Pedotti, Barzellotti. Garofalo. Gasaua. Fabrizio Colonna, Parpaglia, Blocca, Prospero Colonna. BiscareiU, Saladini. De Risels, Veronese, Mortara, Del Giudloe. Luciani, Di Bagnaci. Caravaggio. La seduta è aperta alle ore 15,10. Presidenza del presidente Manfredi. Dopo aver commemorato il sen. DiiM-oizo, si ri¬ 1 Dr£X fa" dVcu^in^siX "renue ™ discussone sulla IllIOriIlcl QCl OCIlaltO ,, mav-zinnwrv j v. ì.-,ì 11 PRENDENTE ricorda che ieri e stata ini- ^^S™ ^ nr°B06te per 'a * forma del Senato. Il t R Il senatore Roux sen. Di Marzo, il cui intervento sarebbe stato ROUX non può cominciare a parlare senza mandare un salato reverente alla memoria del |M^Sfi Ma«S p« a nomina dSlla Commissione che ha presentato le Proposte di riforma. Vero è che il 6 maggio , si accctt0 senz.aHro la opportunità della di latore della Commissione, il quale lo ritiene un ,imite n tornare indietro Afferma che uami'Dr^ an! !j£J jgggSS ^JZ^r^^^i scussltoè ritenendo cht la SS fosse àb ; bastane' Sa Questa^ onoXnità se^ti il iGoveSS óuando il% Ionie^^tece le sue mohla' raffi VÙTtefo opportunità'la Corona égua prendeva l'iniziativa rinunziando alla preroga- Uva per la nomina della Dresidenza. Lo Statuto e i nuovi tempi. E' d'accordo col sen. Bonasi che lo Statuto non debba essere considerato come le colonne ^^S'J^SS^J!^^ ^.^?MlloStlei .,.venta, senatori, perche ministri e non ministri perche senatori (Commenu). .Nella relazione Arcoleo sono espuste le varie cause della decadenza del Senato e si sono mostrate le necessita di questa riforma. Vani. rimedi furono proposti dalla maggioranza della Commissione e dal membro dissidente senatore Rossi. SI è detto anche che alcuni rimedi sta- vano in mano del Senato, il quale aveva pure Governo" ? ^"J^^i^1^1^^^^ a^ Iterno namento interno non può bastare a mantenere che prudente metterlo in relazione coi tempi progrediti. Accenna alle modificazioni che in via di fatto lo Statuto ha subito in questi ultimi anni. Con una frase dello stesso sen. Scialoia potrebbe rispondere che l'indifferenza dell'opinione pubblica 6 prova di fiducia verso il Senato, che. cioè, l'opinione pubblica è convinta che il Senato saprà provvedere aille riforme necessarie. Ma preferisce affermare col sen. Bonasi ohe le riforme politiche debbono esaere meditate e fatte In mezzo alla calma, senza pressioni. Non crede esatta l'asserzione che non vi sia stata alcuna manifestazione dell'opinione pubblica. Ricorda le discussioni principali sulle funzioni del Senato. Rileva! che il Senato e la Camera, nur rappresentando questa l'impulsività e l'altro la moderazione, debbono procedere Insieme, cooperare. Il Senato deve conservare il suo carattere po'itico. -Non può isolarsi dal Paese, non può non tener conto dell'opinione pubblica. Accenna alla scarsa partecipazione del Senato al Governo, osservando che spesso si dì ^^.^i^^Ji^i: il Senato a contatto con la corrente attiva della nazione. ■L'oratore ricorda qui le varie proposte della maggioranza della Commissione e del senatore Bossi, e rileva che quando la stessa minoranza della Commissione si adopera per fare Introdurre qualche modificazione nella costituzione del Senato, è evidente che qualche cosa occorra fare. Guanto alla interpretazione che si vuol dare aM'art. 10. osserva che molte volte le ragioni politiche si impongono alle ragioni di competenza e, una volta stabilita la preminenza del Senato nella discussione di certe leggi, si corre il rischio di toccare alla iniziativa delle proposte parlamentai-;, perchè se si devono certe lecKl discutere prima in Senato, si menoma il diritto d'iniziativa della Camera dei deputati negli argomenti di queste leggi. Guanto alla limitazione del numero dei senatori, che dovrebbe impedire l'alterazione possibile della maggioranza, quindi dell'opinione del enato, è stato detto. — osserva l'oratore — dal sen. Scialoia che esso significherebbe togliere al Governo la possibilità di dirimere dei confitti fra la Camera dei deputati e il Senato. Camera e Senato. Ricorda al sen. Scialoia che ci sono e ci furono questioni in cui il Senato può trovarsi in disaccordo con la Camera elettiva, può respingere una legce che venga da essa. Ma allora non è necessario aumentale il numero dei senatori, perchè un Governo illuminato può fare appello al Paese, e quando questo con la su-i risposta dia ragione alla Camera, 11 Senato certo approverà quella legge, aderendo al voto del Paese. Quanto alla limitazione del numero che si vorrebbe fare anno per anno, dichiara di preferire la limitazione pura e semplice del numero, perchè il limite annuale del senatori da eleggersi significa fare entrare quel principio del numero chiuso, che non si vorrebbe fare entrale in omaggio alla lettera dello Statuto. Rileva coni£, secondo la Commissione, dovrebbero esservi tre metodi per la nomina dei sonatori: nomina regia, elezione dei rappresentanti della coltura fatta dalle Accademie, elezione di ex-deputati e di censiti, fatta da un Collegio elettorale. L'oratore trova questo sistema non accettabile e domanda che cosa elcnificherebbero questi tre eruppi. Si avrebbero senatori di nomina regia, si avrebbero rappresentanti della coltura e rappresentanti del voto popolare. Quale di questi tre eruppi dovrebbe prevaiare? Tutto ciò potrebbe essere origine di discordie, di coalizioni per cui molte deliberazioni avrebbero più carattere di classe che non carati/re politico. Ouanto alla nomina dei senatori secondo le categorie, osserva che le categorie fissate dallo Statuto rappresentano .una - condizione necessaria perchè nel Senato entrino personaggi di srande coltura e di grandi benemerenze nell* vita pubblica, ma non sono costituite perchè nel Senato enirino i rappresentanti di quelle varie categorie. Non può accettare noi la proporzionalità tra 'le varie categorie, perchè finiremmo coll'avere in Senato dei buoni tecnici e competenti legislatori, ma non un Corno veramente politico. Sulla proposta del sen. Rossi, per cui si ridurrebbero da ISO — aii'inti som oggi — à 40 1 funzionari del Senato, osserva che se finora tale categoria di persone non ha dato luogo ad inconvenienti, anzi ha prestato ottimi servizi, non comprende perchè se ne voglia ridurre di tanto il numero. E sull'altra proposta circa He incompatibilità, dichiara di non poterla accettare per dianità. Si comprende la incompatibilità che è stabilita per le elezioni dei deputati, perchè il Corpo elettorale popolare non potrebbe distinguere i compatrioti e i non compatrioti. Ma tale criterio non si può estendere al Senato, perchè si avrebbe cosi a privare il Parlamento di uomini competentissimi. Dichiara di avere sempre pensato die una riforma vera, se non oggi, un giorno- sarà necessario introdurre nel Senato. Si è lamentato qualche volta che un bisogno urgente e un'ondata passeggera di passione pubblica po§sa mandare al Parlamento una —'nranza effìmera, la quale può creare del senatori: ma. meglio che per metà siano nominati da un Collegio ristretto, è che siano nominati da elettori che formano un Corno scelto con speciali garanzia, All'onorevole sen. ScialOla. il quale diceva che 210 dei -383 senatori sono nominati per elezione di secondo o terzo grado, osserva: Perchè soandolezzarsi se a- questi 810 se ne aggiungeranno altri 50 o altri 60 eletti da Corni competenti per rappresentare in questa Camera forse anche meglio gli eletti di secondo e terzo grado? Se l'elezione dei senatori fosse demandata a Collegi elettorali politici, d'accordo col senatore Scialoia direbbe: che se una Camera sola è cattiva, due usuali sarebbero pessime. Ma qui non si tratta di fare una Camera cattiva come la prima (Mormorii: interruzioni; si ride). A chi lo ha interrotto, dice ebe spera non si dovrà creder che egli parlasse della Camera dei deputati; parlava di quella -Camera unica accennata dal sen. Scialoia. che. quando fossa sola, sarebbe una cattiva Camera, mentre oggi è ottima, perchè ha la cooperazione dell'altra Camera (Mormorii!. il principio dell'eiotivita'. Gettato il concetto di un Senato elettivo, non presenterà proposte, ma si permetterà d'invitare il Governo ad introdurre il principio dell'elettività costituzionale del Senato. Ammette anche l'elettività a vita, sebbene convenga col sen. Scialoia che l'elettività importa decadenza e rinnovazione; ma l'accetta, perchè crede che con più ragione possa durare l'ufficio di senatore per tutta la vita per chi fu nominato da un Corno elettorale scelto, che non da un Ministero effìmero. Egli non è di quelli che temono fare 11 primo passo, perchè l'uomo saggio fa il primo ed anche il secondo passo e sa fermarsi quando creda pericoloso seguitare ad andare innanzi. Peggio è star fermi quando tutti progrediscono, peggio è fermarsi e credere che, stando fermi, si possa fermare il resto del mondo che cammina. La frequenza poi dei senatori a questa di-j ecussione. il calore che vi hanno portato i due primi oratori, l'interesse che la nazione mostra per le sedute del Senato, l'assistenza, che gli organi dell'opinione pubblica prestano a quest'assemblea, tutto ci dimostra che questo un momento solenne per il Senato, e che il Senato non vorrà ritornare dopo queste adunanze all'atonia è all'immobililtà. (Rumori ed interruzioni). Spera che il Senato saprà mostrare al Paese quanto asso sia con-' scio della propria autorità e del proprio prò-1 gresso e che non varrà man, dopo queste di-; escussioni, che si scriva sulle porte sue che l'accademia è finita, che l'accademia fui II senatore Mazziotti iMAZZIOTT] si associa al saluto che ieri il senatore Scialoia, iniziando questa importante discussione, rivolse al presidente del Senato ed alla Commissione, e crede di rendersi interpretedell'unanime sentimento dell'Assemblea esprimendo la comune riconoscenza ai singoli componenti di essa Commissione, la quale ha riferito colla più grande sollecitudine sopra il grave e difficile problema. Tre tendenze si sono delineate : la prima fa. vorevole alle proposte della Commissione, e spa cìalmente al metodo elettivo di una parte AW senatori, anzi ad un metodo cormuetemente e- ieUjVo e aue=la tendenza è r^nhw»htófa^,is? Storé?Rou*'la seconda ftnEffialtotoueì . 0 m , opportuna alcuna rhorni.7? ]a terza. finalmente, è una tendenzainedia? ed x rormTV,=pntfltq. dairnrdiiw ripi mnnm .i„n tore?BòS%ìm'^r.f,h S i? ì« fi'v Jg"5 ^ffiSut&ff1 tendenza escluda 1p fnnóvS I Sotti ^^W^^^^^^^f^y^m» delloSratuto. nel fine di rinvigorii» "l'autori® e l'efficacia politica del Senato. A proposito del sistema elettivo ter la no-i mina dei senatori si è eccitata l'autorità di Cavour, e l'on. Arooleo richiamò nella sua rela-! zione le eloquenti parole con cui il Cavour sosteneva la tesi del Senato elettivo; senoncliè bisogna consideratre che Cavour parlava nell 1858. all'alba del nostro' risorgimento, propugnava il metodo elettivo per la nomina dei senatori in un tempo in cui le lotte elettorale erano nobilissime e feconde: ora, noi non star] mo n-elle identiche condizioni; purtroppo man-; oano i partiti politici, manca ogni feconda lot-, ta politica: non vi seno ohe lotte sterili di per-! sone. più che di idee, ed a correggere 1 costumi1 elettorali odierni sono intervenuti disegni .11, legge, che attendono l'esame del Parlamento.! Questa condizione di cose non incoraggia certa ad allargare 11 criterio elettivo alla nomina dei senatori. Parlando dell'ultima tendenza rappresentata dall'ordine del giorno del senatore Bonasi, svolto ieri dal proponente, rileva che questa tendenza vuole alcune disposizioni che possono riuscirà utili all'autorità del Senato. Dei particolari sarà, il momento di occuparsi quando sarà chiusa la discussione generale: ora egli si limita ad esporre un suo concetto: lo Statuto non può avere condensate tutte le norme; ha stabilito solo; i principii della vita costituzionale; per Ió svolgimento e l'applicazione di essi occorrono nor« me, come appunto si propone dal senatore Bonasi e dai sottosrittori dell'ordine del giorno; che sieno date queste norme, che sieno disciplinati i concetti dello Statuto. Afferma che è dovere del Senato verso se stes« so e verso la Commissione di non fare una sem«< plica discussione accademica, ma di esaminare: e discutere una ad una le proposte della Commissione. Conchiude esprimendo la fiducia che, ispirandosi ai suoi alti sentimenti di patriottismo, il Senato, con un voto concorde, aumenterà il suo prestigio e si metterà in grado di rendere nuovi servizi al Paese (approvazioni generali: congratulazioni all'oratore). Il sen. Pieraatoni Il senatore PIERANTONI, dopo breve esordio, dice: « E' questa la prima volta in cut si fa una pubblica indagine sulla possibilità di una riforma di cui fu sentita la necessità fino dal primi albori dello Statuto». Cita a questo proposito quanto scriveva allora Cesare Balbo e con vera sorpresa dichiara di aver inteso discutere dal senatore Mazziotti circa il pensiero che animava 11 conte di Cavour quando parlava della costituzione delle Camere deliberative. Rileva poi che nessuno può negare che il Senato possa chiedere la correzione dell'art. 33 dello Statuto perchè in tutti i Paesi costituzionali, anche in Inghilterra, tutto può farsj quando vi sia l'unione fra le Camere ed 11 Re, e questa onnipotenza parlamentare fu riconosciuta dal Perazzi, da Emilio Broglio e da] Saredo Ricorda la prima modificazione allo Statuto, Il quale stabiliva che la bandiera nazionale dovesse èssere la bandiera azzurra' dèi Savoia, mentre invece divenne poi la bandiera' tricolore che i nostri martiri valorosi ' illustrarono sul campi di battaglia. Avverte peraltro che le riforme dello. Statuto non possono uscire dall'ordine costituzionale a ricorda che Cavour disse che le assembla©, ohe

Luoghi citati: Inghilterra, Roma, Savoia