I pangermanisti lcontro a Facoltà italiana

I pangermanisti lcontro a Facoltà italiana I pangermanisti lcontro a Facoltà italiana La Commissione del Bilancio saurlsoe l«t discussione (Servizio speciale della Stampa). Vienna, 8, notte Oggi è continuala, nella Commissione del bilancio, la discussione speciale del progetto della Facoltà italiana. Presiedeva la seduta il deputato barone Chiari, e vi assisteva, come ieri, il ministro della pubblica istruzione. Ha avuto per primo la parola il deputato pangermanista Halik. Il "no,, dei pangermanisti Egli comincia col richiamarsi al discorso tenuto ieri dal deputato sloveno Korosek, il aua,e aveva domandato, fra l altro, come si ricorderà, a nome degli sloveni e dei croati, il riconoscimento in Austria degli sludi falli alla Università ungherese di Zagabria. Malik dice : « E' stala poco tempo fa pubblicata una brochure, dove si parla della creazione di un trialismo nell'impero. Se noi votassimo la risoluzione proposta da Korosek, compiremmo il primo passo verso la istituzione di questo trialismo. A nome dei pangermanisti austriaci, io devo di¬ chtararmi contrario alla istituzione della Facoltà giuridica italiana ». L'oratore giustifica questa sua opposizione con le quattro ragioni seguenti: l.o II fatto che già esistette una Facoltà italiana a lnnsbruck non può essere un argomento plausibile, atteso che quella Facoltà venne istituita in modo illegale me' dianle un'ordinanza ministeriale; 2.o Come il 68 per cento di tutte le tas se c imposte dell'Austria è pagato dai tedeschi, le spese della Facoltà italiana sarebbero sostenute nella stessa proporzione dalla popolazione tedesca ; 3.o Siccome da ogni Università non tedesca escono impiegali non tedeschi, e per il loro numero non riescono a trovare occupazione nei rispettivi territori nazionali, cosi i tedeschi pangermanisti, per impedire un aumento dell'invasione di altre nazionalità nel territorio linguistico tedesco, c per impedire clic la Facoltà italiana rechi in questo senso nuovi danni alla popolazione tedesca, si oppongono alla istituzione di essa; 4.o Ad ogni modo, non è possibile permettere che la Facoltà italiana sorga a Vienna, visto che gli italiani sono un clemente irrequieto e fanatico e che la Facoltà italiana offrirebbe pretesto a continui conflitti. I ruteni non si oppongono ma vogliono anch'essi l'Università Succede a parlare il deputato ruteno Lewyzki. Egli dice: «1 ruteni sostengono il punto di vista che, per ogni nazionalità dell'impero, devono essere istituite delle Università, e specialmente per quelle nazionalità che sinora non ne hanno ancora una. Sarebbe certamente una ingiustizia non restituire agli italiani, la Facoltà giuridica, che essi già possedevano; ma anche alla nazione rutena, che conta in Austria una. popolazione di quattro milioni, si usa una grande ingiustizia, poiché sinora essa non ha ottenuto in Austria una sua Università indipendente. Il numero degli studenti è già sufficiente per una Università, poiché attualmente nelle Università di Leopoli e di Czernowitz sono iscritti più di duemila studenti ruteni L'oratore perora, quindi, a lungo, la causa della Università rutena: «In Galizia ci sono già ginnasi con lingua di insegna mento ruteno. La lingua rutena è perfettamente sviluppala per un insegnamento u trinersilario, al quale possono aspirare ottimi professori ruteni. L'istituzione di una Università rutena porterebbe inoltre un poco più di pace nell'impero, perchè una delle attuali ragioni del conflitto fra ruteni e polacchi, in Galizia, è appunto il problema universitario. 1 ruteni — dice l'oratore — non vogliono opporre alcun impedimento al progetto del Governo relativamente alla istituzione in Vienna di una Facoltà giuridica con lingua di insegnamento italiano, ma domandano al Governo la restituzione di una Università rutena, indipendente, a Leopoli, che costituisce come un urgente postulato nel popolo ruteno. « I ruteni decideranno l'attitudine da te- nere di fronte al Governo, secondo il conlegno che esso mostrerà riguardo al prote ?„n della università rutena». L'oratore <-oncludendo presenta questa . ' " . ,-„,.„_' a ,■„,„•<„»„ „rf n- risoluzione : «Il Governo e invitato ad a dot tare senza induaio tutti i provieaimenn preparatori necessari per la pronta istilu -ione di una 'università rutena indipeiu a\entc » | ¥ 4J j Parla poi il deputalo tedesco Keld. j jrgii sj richiama alle dichiarazioni fatte d,-stu4;sonc generale, nelle quali egli ! cspose ie ranioni per cui la Lega naziona- I tedeschi non vogliono la Facoltà a Vienna culla italiana. «Quanto alla proposta del deputato tedesco Korosecli, ì tedeschi appoggiarono seni pre le aspirazioni di cultura veramente le gittime di tutte le Mozioni; ma al moinento aìì0rova la istituzione della Fa ,''' tedesca approva ia ismu.wnc aena ta \aUuaìe dobbklvl0 ritenere non accettabile : , ... rÌ!iùhl-jone (:he non si ricolleghi 1 ' „ ... .. ,. „ . . . ,,„,,„ aìl" Facoltà italiana, poi die la trattatone del problema di un uni ver sita slovena a- vrebbe per conseguenza di sollevare l'intero immenso problema universitario. Tanto i ruteni quanto gli czechi, potrebbero avanzare lande universitarie e, certamen- tedeschi pretenderebbero delle trasformazioni nei loro attuali atenei tede- sdii; tutte cose che chiederebbero un bi- lancio di molti milioni. Perciò, io devo re- spingere tutte queste risoluzioni, dir. non hanno a che fare colla Università italiana. \! «' Quanto al primo paragrafo del progetto presentato dal Governo, esso non mi senv-ì -•<•<"<><•',. — o-. Vienna la sede definitiva della Facoltà ita-'liana. Secondo iu mia opinione, l'unico luo- go opportuna sarebbe una eiti& dei ksirHé> T1ltrUi auanto a TZo Z°J^ ' , . . '<■'■ «"^e \ le? rio italiano; ma poiché il Governo dichiara che attualmente ciò è impossibile, presento al primo articolo questo emendaménto : « Paragrafo l.o — Per soddisfare ai bi« sogni di cultura della nazionalità Ualia« na, sarà istituita, entro quattro anni, al u massimo, dall'andata in vigore della pre- « sente legge, ed al jiiù tardi entro il prin- r«àpio del semestre invernale 1914-15, una «Facoltà giuridica indipendente italiana in s«un centro di territorio popolato dalla va- «zione italiana in Austria. Alla determi- p«nazione definita della sede della Facoltà «provvederà speciale regolamento: perciò «il progetto dovrà più tardi essere sottopo- c«sto alla discussione del Parlamento nel-n■i«corso dell'anno 1912» «Paragrafo 2.o: Il Governo è autorizza« io ad attivare provvisoriamente in Vien«na, e solamente per la durala stabilita f«dal paragrafo l.o, la Facoltà giuridica, pms« italiana indipendente, nell'inizio del se umestre invernala successivo alla sanzione « di questa legge ». In ciò si deve leggere che Vienna non può divenire sede per una Università non tedesca. Gli czechi Ha poi la parola il deputato czeco Kramar. Egli dice : « l parliti boemi non hanno bisogno di dichiarare che essi si augurano di tutto cuore che sia soddisfallo il desiderio degli italiani, perchè se essi avessero un'attitudine diversa, contraddirebbero nelle opinioni che essi hanno sui doveri del Governo dello Staio verso i bisogni di cultura delle singole nazioni. Del resto, non Si deve dimenticare che la mancanza di autorità da parte del Governo è stata la causa principale dell'attuale difficoltà del problema universitario italiano. In nessuna città del mondo sarebbe stato possibile che una Università dovesse abbandonare una sede ove si trovava da lungo tempo, solo perchè un paio di studenti vi hanno fracassato i vetri delle finestre! Prima il Governo ha capitolato innanzi agli studenti, ad lnnsbruck ; e in seguilo a questa debolezza del Governo, anche i partiti ed il Parlamento furono costretti a sottoscrivere questa capitolazione ». L'oratore dice che i parliti boemi sono favorevoli all'adempimento dei desidera universitari degli sloveni meridionali, perchè questi ne hanno tutti i diritti e tutti i requisiti; ma, a parte ciò, noi dobbiamo protestare per il fatto che, in occasione dell'Università italiana, non si voglia parlare delle aspirazioni universitarie delle altre nazionalità, dicendo che esse richiederebbero per l'adempimento molti milioni. Quando si tratta di una Dreadnought o di un incrociatore, o di un gruppo di artiglieria, si trova sempre il denaro ; ma per gli scopi della cultura non si ha mai un soldo disponibile! Poiché si aveva bisogno del denaro a scopi militari, sono stale ridotte alla metà le sovvenzioni a tutti i musei, senza dxìlinzione di nazionalità. Ma non si puòt più oltre tollerare un simile scandalo dilla cultura ! ». L'oratore sostiene infine la necessità dell'istituzione di una seconda Università czeca in Moravia e conclude dichiarando di sperare che, questa seconda Università czeca, sarà discussa pacificamente, perchè non vuole immaginare che in Austria sia dato ad una popolazione la possibilità di un intero sviluppo di cultura, solo se il Governo* ha bisogno del vaio dei suoi rappresentanti al Parlamento. Un clericale sloveno Il deputato clericale sloveno Plot, dice che gli sloveni hanno mutalo tattica rispetto al problema della Facoltà italiana, perchè sono persuasi che il Governo e la maggioranza si decideranno risolvere il problema dell'Università degli slavi del sud. « lo debbo poi anche protestare — egli dice — che a Trieste migliaia e migliaia di fanciulli slavi,, che frequentano le scuole, debbano rimanere senza istruzione nella loro lingua nazionale, e che si vietino anche agli sloveni delle scuole medie slovene ». L'oratore conclude presentando una risoluzione, nella quaì» il Governo è invitato a provvedere alla istituzione di una Facoltà slovena a Leibadh, entro dieci anni, ed intanto facilitare l'abilitasionc all'insegnamento ai docenti sloveni. Il socialista italiano Pittoni Parla poi il deputato socialista italiano Pittoni. Egli osserva che, oltre al progetto governativo, vi è una proposta di compromesso. « 1 socialisti non hanno partecipato a questo compromesso e nei dibattiti generali del Parlamento si atterranno all'annunziata proposta di emendamento relativo alla sede dell'Università. Io sono contrario — egli dice ■— ad ogni polemica e non ripeterò tutte le ragioni che parlano in favore dell'unica soluzione ragionevole: il trasferimento della Facoltà a Trieste, ragioni che qui furono ripetutamente espresse, lo desidero solo constatare che per questa soluzione era aia stata ottenuta.la mag ivrr^ presentanti dei partiti ministeriali si era¬ „„ .tirhinrnli favorevoli n Trieti,- ■ ,I,p ì'at »° dichiarali favorevoli ajriestt, die lai teggiamento di altre influenti personalità ,iella Camera dei Signori, faceva sperare jn una soddisfacente soluzione in questo senso, e che solo l'influenza di un fattore C/IC 7j0/l « contemplalo nella Costituzione, e precisamente lo stato maggiore, ha con dotto ad un rivolgimento per il quale il Go verno fu obbligato ad indurre i partiti te deschi al provvisorio di Vienna. Il Parla mento non può lasciare imporre una tale influenza: deve esprimere la sua opinione senza riguardi olle fede politica degli alii circoli militari ! lo prego di accettare la prò- posta di emendamento al paragrafo primo acl progetto governativo, e divolare Trieste come sede della Incolta italiana. Se poi questa proposta non venisse accettata, io jfHgttt*-*tceltare una mia risoluzione, con, la quale si invita il Governo a considerare Trieste come la sede più opportuna per l'Università, quando dovrà essere presentato il progetto di legge previsto nel paragrafo primo relativo alla determinazione definitiva della sede della Facoltà ». Parla poi il deputalo polacco Gorski, che si dichiara egli pure, col gruppo polacco, favorevole àRa Facoltà italiana. Il deputato Schmid à sua volta dice : « Riconoscono il pieno diritto degli italiani per una pronta istituzione della Facoltà italiana, lo non voglio cercare nella situazione politica e- mnginnastgIdcsfero le ragioni per l'istituzione della Fa- ; Mcolla, ma, certamente, sarebbe da salutare S■ . . . ■ i «con gioia se con essa si potesse giungere al smiglioramento delle nostre relazioni con < bl'Italia». . |bidi giusto modo per rispondere alle otfpi-'crazioni italiane sarebbe quello certamente, edi erigere l'università a Trieste, ma que- *sia risoluzione è avvolta da difficoltà che ^non si possono per ora superare. Bisogna tperò procedere a tappe. La scelta di Vien- lna, come sede della Facoltà italiana, rap-'■ dpresenta senza dubbio un pericolo per il mcarattere ledsco di Vienna, poiché saran-\tTno ridestati gli. sforzi delle altre naziona-ì lità per avere Vuniversità a Vienna., mentre^intanto potranno essere frequenti gli atriti sfra studenti italiani e tedeschi ». L'oratore si dichiara favorevole alla prò posta di emendamento presentata da Shedl; ma demanda che il termine di quattro anni per U provvisorio di Vienna non sia assolutamente superato. Domanda anche, che, in com.penso dei sacrifici che i tedeschi devono sopportare istituendo a Vienna l'università italiana, siano introdotte, nella Accademia navale di Trieste, classi tedesche parallele a quelle italiane. Il deputato Conci. Parla poi il capo del gruppo italiano deputato Conci. « Il partito popolare italiano — egli dice — ha fatto di lutto per ottenere la risoluzione del problema delta Facoltà italiana, in modo che questa fosse istituita a Trieste,- ma poiché si è dimostrato impossibile avere attualmente simile soluzione, il mio partito, per ottenere la pronta restituzione della Facoltà, voterà il compromesso formulato nella proposta Skedl, relativamente alla sede provvisoria di Vienna. « Per evitare ogni malinteso, io devo dichiarare che, naturalmente, nel provvisorio è da ritenersi contemplata solo la sede, ma non la Facoltà stessa: la Facoltà deve ritenersi come stabile, e deve essere assolutamente escluso che si taccia sulla nazione italiana, per la seconda volta, l'esperimento di approvare una Università per strappargliela poi imrovvisamente ». Le dichiarazioni del ministro lnflnc,pa ria il Ministro della P. Istruzione. Rispondendo al deputato socialista italiano Pittoni^ egli si dichiara contrario alla proposta di destinare Trieste come sede definitiva della Facoltà italiana.. Il Minislro soggiunse : « La sede provvisoria della Facoltà a Viena, come è previsto dal progetto, rende possibile la creazione della Facoltà giuridica italiana. Discutendo in seguito, alla Camera, sulla sede definitiva della Facoltà, i deputati avranno occasione di patrocinare i loro interessi ». Il Ministro, infine, raccomandò di accogliere la proposta presentata dal deputato Skedc. Dopo il Ministro prendono la parola vari oratori^ che svolgono considerazioni di ordirai secondario. Dopo di che la seduta è chiusa. Domani, la LUtihmissione ■ - poiché restano pochi oratori inscritti — potrà venire al voto definitivo sul problema della Facoltà. ■pgdlegucdLfsppbsldagliatedcdlsmslrebcaseetplhsh111

Persone citate: Gorski, Kramar, Moravia, Pittoni, Schmid