"Matricolarum depositio"

"Matricolarum depositio" "Matricolarum depositio" acermonarngiaiiial nostrei , mania 11 convegno era alle nove al giardino della Cittadc-ìiia; e per l'ora fissata moltisimi studeuti, col tradizionale berretto, si raccoglievano intorno allo insegne delle Facoltà. Con essi molta gente, richiamata dal caratteristico spettacolo, veniva fermandosi, malgrado il freddo mattutino e la .nebbia che stamani incombeva spessa sulla nostra città. Intanto cominciavano a giungere coloro degli studenti che vestivano i costumi della cerimonia, accolti dalle risa e dal commenti garruli dei. compagni. Anche ginn- [Bevano 1 dodici grandi carri che dovevano for-1 mare il corteo, trainati da candidi e miti buoi. ! Il oorteo Il corteo non si formò subito : molti erano i ' ritardatari: :eri sera e sunottc gli studenti 1 torinesi avevano condotti i compagni venuti Idallo altre città, da Pavia, da Genova, da. Mi-;luuo. -la Bologna, ecc., alla spensierata letizia ; del ritrovi notturni. Quandi non era- a stupire se, dopo essersi fatti attendere- qualche quarto dora, essi giungevano con l'accie un poco in- WlJ '&Tb2SES2?Ìi corso venne'ordinandosi e mettendosi in moto. Precedeva XAraldo (studente Giordano) gettando rauchi squilli da un'enorme tromba, a richiamo degli ultimi ritardatari e della cittadinanza; seguivano poi il vessUtìtcro, recante lo stendardo coi colori torinesi azzurro e giallo, e le rappreseti-tanze delle varie Facoltà, nei costumi trecenti'- schi: tutti questi erano a cavallo. Dietro a lorovenivano, a piedi, .il Boia (Guasco), coi suoi aiutanti (Raineri. Scolari. iFiuzi) : il Boia era accolto al suo passaggio da allegri saluti e da risa per il suo costume e per gli stromenti che egli ed i suoi aiutanti recavano : la scure, la corda, la forbice, il violino, il pettine, il capestro, ire enormi iiaschi, una pipa colossale... Quindi a ca\ullo di pigri soniarelli procedevano, con aria un 'poco smarrita e molto compunto, tre rappresentanti della matricole (Cremona. Nicoloilo. Ferrano); incedeva il Pontifex (Fenati), cui dava solennità in fluente candida barba 0 il gran paludamento di velluto nero, accompagnato dai suoi tumuli; e seguivamo il Leclor (durarlo), col suoi tumuli recanti lo pergamene vetuste accartocciate, e il Bargello (Negro), attorniato dalla sua Corte, tutta in costume. Poi, sui carri dai buoi, venivano numerosissimi gli studenti: i carri rappresentavano le varie Facoltà, contraddistinto dagli scudi allegorici. Con il clamore dei canti goliardici il corteo attraversò le vie principali della città, richiamando al suo paesaggio inulta gente, che si fermava ;i guardare con benevolenza e simpatia la variopinta h allegra brigato. Speciale oggetto di curiosità e di risa erano le incappucciate matricole, che avevano -non poco da lare per spingete avanti le loro pigre asinesche cavalcature e per ribattere gli scherzi e lo invettive dei compagni anziani. Avendo percorso corso Slccardi. corso Vittorio Emanuele, piazza Cario Felice, via Roma, piazza Castello e via Po il chiassoso corteo giunse davanti all'Ateneo. Qui erano ad accoglierlo numerosi studenti e numerosissimi invitati, tra cui si notava quasi al completo il Corpo Accademico. Sulla soglia dello storico portone gli studenti, scesi dai carri facevano ressa, vigilali dallo sguardo paterno e sorridente del buon custode Vozza, mentre coloro che formavano la mascherata 11 cavallo giravano attorno al palazzo per entrare dalla porla verso via della Zecca. -Subito il cortile si r:einnì della folla -clamorosa: gli studenti in costume salirono su di un palco ere-ilo al centro, o si iniziò la ceridelia Malricolurum dei>osiliu. Nel cortile dell'Università La balaustrata, tutto Intorno «il lo?<giato del primo piano, era gremita da una folla di signore e signorine eleganti, elio sporgevano innanzi curiosamente ! volti ridenti, un poco arrossati dall'aria ge.lida iXel cortile, tra là .severa architettura dei bruni secolari colonnati, la folla degli studenti, contemplata dall'alto, presentava un caratteristico vivacissimo aspetto, coi costumi variopinti, e coi rossi, verdi, azzurri, bianchi, neri e emeriti! berretti delle Facoltà. Squilla, ma raucamente. la gigantesca tuba dell'Araldo: ed il Porttifcx traccia nell'aria il cenno di benedizione. La l'osta delle Matricole, dell'antica Depostilo dei Goliardi non è che una rievocazione, in cui si vorrebbe celebrare lo .-«pìrito della cerimonia primitiva, avendone d'altro lato dovuto sopprimere molte formalità brutali e ripugnanti, per ragioni di convenienza. Ad ogni modo In ricostruzione della Heitoslll» viene ratta d ii nostri studenti nel modo più scrupoloso ch'essi possono. La cerimonia ha. come ognun sa. carattere simbolico: figura, cioè il passaggio della Matricola, dalla « pestifera razza dei Filistei ni Divino Sodalizio dei Goliardi ». L'iniziando è. ancora Filisteo, e perciò soggetto alle Autorità, rappresentante: da)l Bargello e dal Boia, le due figure prese di mira più volentieri e più atrocemente satireggiate dei vecchi Goliardi; imberrettato, egli dipenderà dalle Autorità scolaspclic, dagli Anziani e specialmente dai Veterani SI comprende fallimento che 11 passaggio, che è argomento della cerimonia, costituì ai tempi fati risale là tradizione un fatto di particolare importanza: entrando nel sodalizio l'individuo acquistava tutti i vantaggi della conni di n'tà tutte le prerogative della corporazione, tra 'cui. tutt'alt.o che trascur.ibile questa ' , sanzione di uueila liberta di vita e. in parte, iulull° (l1 i^1"1*^0- conquistata non vanamente c Ki0riosamente conservala dal Clerici vuganlcs. oggi le moderne costituzioni di libertà sanci ecóno ogni diritto ad ogni clttedino: quindi èpoteva avere di sentimentalmente serio, appunto come rievocazióne di ciò che aveva costituito primn. in ambienti combattuti, la possibilità dell'istituzione degli sludi superiori, e della a a , a l - [£"l'origino "delle conquiste prosenti -1 scomparsa la necessità della corporazione 0 delle prerogative di essa: quindi le nuove generazioni possono avere dimenticato; ma è mal* avere dimenticato; ed è lodevole per contro lo sforzo di coloro che tentano, sia puro con un desiderio dì feste, in tempi in cui gli spiriti sono cosi poco proclivi a riconoscere la forza e ad entusiasmarsi della, poesia della tradizione, che tentano la rievocazione di un pas! salo in cui solo si possono ritrovare la ragione La cerimonia allegorica Le Matricole vengono condotte dal Boia In conspetto del Pontifex e della sua Corte; il Boia. i ' con uno scopaccione, lo costringe a prosternarsi i 1 umilmente. Il Lector legge il discorso, in latino i Imaccaronico: «Comllcs atque foetentes matri-;culiae! » Egli ricorda alle Matricole i sacri a ; (ioveri imposti loro dal Sodalizio di cui entrano e . tal. pjrte e termina con la carnascialesca too vocazione tradizionale: «Per Baccum, Tabac- t yenerem, Amen! ». E a lui tutti gli sta-, e'^1 fanno coro. Quindi.il Boia fa l'atto di; a i i ii sbarbare le Matricole: originariamente si procedeva davvero all'operazione, e la matricolai veniva sbarbata «per distinguerla dai Filistei », e perchè, «come il rasoio le toglieva i peli, così le fossero tolti i caratteri di Filisteo ». Il Boia -1 continua la sua operazione tagliando alle ma- j tricole una ciocca di capelli (una volta esse veo|nlvano rasate) «come segno di tutti 1_ sacrifizi i a a e a . , o, . a , l o o eo lo ara o e r le o zse o a ali li ula ala odi riel sinrni nco e ti! ba il lo ui ia pti, In ii si re ani è. à, ue omaeo, ai rtinni di che esse dovranno sostenere per il Sodalizio, in cui uno deve essere per tutti, e tutti devono essere per uno. Quindi le Matricole vengono pettinate, perchè questa cerimonia « che ha ucciso loro gli insetti e ha tolto loro le brutture dal capo, ricordi loro che mai dovranno avere relazioni colla pestifera razza Filistea, e dovranno, colla loro eleganza, onorare il Sodalizio ». Ora le Matricole sono pronte poi battesimo: il Pontefice, levando alto 11 boccate colmo, asperge loro di vino rosso il capo, pronunziando la formula tradizionale: « Ego te baptizo in nomine Bacchi, Tabacchi atque Veneris », cui gli anziani rispondono col clamore di un lungo e stonato amen. Mentre gli alutanti del Boia tengono sospesi sul capo dello Matricole il berretto goliardico, il Pontefice ricorda loro' il dovere di difendere con tutte le loro forze l'onore del berretto, segno visibile del Sodalizio. Il Lector legge i dieci comandamenti, scapestratamente golianlici, tra cui sono accolti da speciali applausi il IV — « Onora gli Anziani se vuoi vivere tranquillamente sotto i] tuo berretto » —. il VI — « Non fornicare coi violini, coi filistei, coi creditori e coi pedanti » —. l'VIII — « Non dire falsamente di non essere più matricola » —. il IX — « Desidera la donna d'altri, purché non sia quella degli Anziani » —, e infine il X — « Non desiderare, il .voto degli altri, ma sii pago dal tuo diciotto immeritato»... Quindi viene letta la forinola del giuramento: — luro! — rispondono a voce alta le Matricole; e ad esse fanno coro gli Anziani col canto in vernacolo: «A rivo la matricole — Con Piuma e caramai... ». E il coro si perde in un ululato lungo-: gli studenti si sono ricordati che ci sono dell? sisnore... Il Pontefice abbraccia e bacia le Matricole, non molto visibilmente commosse; e con osse lieve nello stesso boccale. L'iniziazione è compilila. Il Rector conduce i nuovi compagni a porgere il loro omaggio agli Anziani: mentre l'araldo, con un ullimo squillo, proclama: flrrinsill sunt! •La folla degli invitati, dall'alto del loggiato, applaude calorosamente: e gli studenti intonano giocondamente l'inno goliardico nazionale: «Di canti di gioia — di canti d'amore — Risuonl la vita... «. e, I ur. tencnie — del quale fece il nome — poi' e, te s. ci è Affogato in un canale Un operaio di circa quarant'anni, mentre passava ieri, alle ore iOM. suMa sponda del canale della Ceronda,all'altezza della casa N',3i di via. Verolengo. scivolò e cadde nell'acqua profonda un metro p. mezzo. Alle grida di un passante accorse certo Gioachino Pagliano, il quale aiutato dagli onerai Ernesto .Borgna o Francesco Spissaii. riusci a trarre a riva il disgraziato, che la corrente aveva trasportalo -ria lontano ter circa duecento metri. Con l'ausilio di una guardia municipale l'annegato fu portato in una casa vicina per 1 primi soccorsi, ma tinto fu inutile. 11 dottor Segre del Municipio sopraggiunto non ebbe che a constatare la morte dell'infelice. Il cadavere fu trasportato alla camera mortuaria desi istituti universitari al Valentino. Grave imprudenza In una. camera al terzo piano di via Maria Vittoria. X. 26. occupata da /Margherita Davis nall'alloggio appartenente alla signora Maria Crespi vi fu ieri un principio d'incendio. La Davis aveva lasciata cadere sul pavimento, rompendolo, una bottiglia di petrolio, cosicché il liquido combustibile si suai-se tutto quanto. Anziché usare qualche precauzione, la Davis; acceso un cerino provocando una fiamnmia che s'appiccò ad una tenda c ad un mollilo. Alle grida della donna accorse certa Mari 1 Veronese, la quale si adoperò per spegnere il fuoco. Pochi istanti dopo 'soprasrdunsero 1 pompieri ed ogni pericolo fu scongiurato. La pelliccia dal maggioro Al Circolo Militare si presentò ieri sera un individuo decentemente vestito, il quale pregò il soldato di servizio in anticamera di chiamare ptibila una comunicazione urgente. I! soldato andò a cercare l'ufficiale, ma lo sconosciuto staccò dall'attaccapannl una pelliccia appartenente al maggiore Agostino Della Corte e si allontanò tranquillamente, bene lmbaccuccato. La pelliccia ha un valore di 500 Uro. Malora Il pensionato Alessandro Germanio, d'anni 32, abitante in via Nizza.. X. .11, mentre ieri rincasava fu colpito da malore e cadde al suolo. Soccorso da alcuni cittadini, il povero vecchio fu accompasnato d'urgenza al San Giovanni, dove ebbe ricovero. I medici non si sono pronunciati. gesuncocindarastddredCchzcbslaamideefnCrccatoslbpdzisdpdmdfcd(ep, qcsqcd1nsC

Luoghi citati: Cremona, Genova, Pavia, Verolengo