Il padre della sartina uccisa in Borgo San Donato morto sul lavoro nella fabbrica Metzger

Il padre della sartina uccisa in Borgo San Donato morto sul lavoro nella fabbrica Metzger Il padre della sartina uccisa in Borgo San Donato morto sul lavoro nella fabbrica Metzger Una triste fatalità pare adunque pesare ;sulle sorti della sventurata famiglia Cerni jti, di cui ebbe tanto ad occuparsi la pronaca ai tempi dell'assassinio della sartina in horgo San Donato ! Il padre della ragazza era — come già notammo allora — un'ottimo operaio, stimato ed amato dai superiori e dai compagni per la sua laboriosità diligente, benvoluto da tutti nel borgo per labontà del cuore. Viveva dividendo le sue ore sparse improvvisa pel borgo, era stata unavoce sola di compianto all'indirizzo dello sciagurato genitore. Silvestro Cernili — tale è il .suo nome —aveva 52 anni. Lavorò, fin da giovane^ co- r a ! fu" l'ultima sua giornata. Un'ultima prova -\Kì^^T^iS 3iiiw«m« iu Hiorto ™. me operaio, in parecchi stabilimenti industriali di Torino e nel 1901 entrò nella fabbrica di birra Metzger, dove si distinse subito e fu considerato tra i migliori. Quando la sciagura lo colpi nel suo affetto di padre, seppe essere forto contro il dolore e disse al signor F. G. Metzger, che gli rivolgeva parole di conforto: — E' il destino che ha voluto provarmi... Bisogna rassegnarsi 1 Si chiuse nel suo dolore e continuò a lavorare indefessamente sino a ieri, oheà Io lo perdono ! Ieri il Cerniti è morto vittima del suo lavoro, col fianco schiacciato tra gli ingranaggi di una macchina. Una barella della Croce Verde ne traspor¬ i . ..„„__„ , Cor> r- „„_„; =■ l tò *1 cadavere al San Giovanni dove il i dottor Filippello constatò il decesso per gra- a e e vi lesioni interne. La moglie e la figlia superstite, accorse al nosocomio, parvero impazzirà dal dolore e -i ^,la eanaròiltà dell'animo suo la diede po-- ae"a generosità oeii animo™I»U1JUB,^ n co tempo la, .quando fu condannato lex- -lagente Pavani, uccisore di sua figlia. None .appena gli fu noto il verdetto dei giurati, 'ebbe una nube sul volto e mormorò: .dovettero essere allontanate a forza dal ca- ; davere del Dovero operaio. a: ci siam0 £ubito recati aaa fabbrica Metz- a ~* '" informazioni ejger peI asBUInerl- i"io«iii«iuin. La morte straziato Ecco in quali precise circostanze avvenne .la raccapricciante disgrazia. In uno dei lo- cali superiori della fabbrica è sito un grosso • TT ,r . ... ., i, i- .ii. ._i««„ e re ttoòirinot^ i!zione della birra. Il governo del grosso re- «cipiente eia affidato al novero Cerniti, il à|aùale compieva da molti anali tale lavoro, | *i el.a aaincH nnatàcdssimo del meccanismo, j^compi'ero ^ISmSSa^SSr^^ -'sciogliere accuratamente le eostan» solidee nel liiru'tdo, e perchè lo soiogJimento avvenga nci ni0cio necessario, "acqua viene agitata da mm specie di ringhiera mobile che gira, qutuido occorre, su nn solido perno sito nel verso le 2,10 il disgraziato uomo scese come ai solito, nel tino, insieme al compagno suo j ^[ lavoro Brasso Alberto, d'anni 26. Il di- rettore tecnico della fabbrica, signor WeU, :che continuamente sorveglia la lavorazione Slto™. rim'aS€ P** ««alche tempo nel lo-!cale mentre la lavatura veniva compiuta, Ipctócia, chiamato da un cliente, si alien- - t"»ù- p^chi lsttinti **° udi flfilte ^rida di-.aUarnie e ritornato sul posto, vide fuori del- tino il Brasso m preda ud indichile emo- I zione. 4 Che cosa era avvenuto? Questo : che mexir tre i due uomini compievano il loro lavoro,uno di essi, probabilmente il Cerniti stesso, fece inavvertentemente muovere ^ ruot, die motte in azione il meccanismo che ser- vo ad agitare il liquido. M Brasso, più gio- vaiie e più svelto, potè in un saito uscire dal tino; il povero Cerniti invece fu preso al lipetto fra la parete del tino e il meccanismo Imovihile e riportò delle legioni interne pur !dicibile spasimo che lo martoriava. Se il meccanismo, invece di fermarsi cfuasi immediatamente, avesse continuato a.girare, anche per pochi istanti, certo il cor- p0 del disgmziatissimo uomo sarebbe stato lacerato orribilirnente. ... ., .Mentre il signor Wetl e gli altri operai accorisi pensavano ai. modo di recare soc- corso ad misero, venne da altri telefonato alla Croce Verde, i cui militi ei recarono sul posto coti lodevole sollecitudine. Sui pò- sto orano puro ned frattempo accorsi il ói- rettore amministrativo, signor Doma, l'im-piegato signor Vittorio legnini ed altri. * La difficoltà che si presentò iprima allamente degli accorsi, era quella di riportare ii disgraziato fuori del tino, senza esporne ■ - povero Cerniti era già nelle braccia degli asturai. 'inio gli altri a peggiori guai. Perciò si peiir l sò utile chiedere l'aiuto dei nomDieri Ouam. so uuie coieaere l^^^^^k«^f}: ,do peroni Mgiii gmnseio nella fahbnca, ilTristi episodi Con le mawiori attenzioni possibili futrasportato al S. Giovamù, ove fu ricevuto dal dott. Filippello, come già dicemmo piasopra. Purtroppo però i sanitari non pote-rono fare alcun tentativo per salvarlo, poi-che il povero uomo era già spirato lungo iltragitto. Mentre il convoglio si avviava verso il ; Jj^i^COi^2j'm^V^ v^tTm^ itvti^r» Sn«n °w> d "t. jTÌ5. vittima, li gli eia stato av- variato del triste avvenimento, ma ignorava che 81 trattasse dl C0Ba tanto Brave. Il pò- m g.;ovillotto aprpena apprese la verità fu j preso da una crisi di pituite e si precipitò verso l'Ospedale i>er assistere il suo caro. .Nel frattempo una signorina della fabbri ;ca si reco nella vicina abitazione delia fa- 'mitrila P.nrraiti mar »wnrr.inn la mocrlìA P/>r Cùrruti per avvertire Ja moyiie. 1\-v quanto 1 ambasciatrice abbia cercato di na- scondere nii parte J,a verità, la povera donna .comprese dal suo atteggiamento tutta la gravità della nuova sventura che era disco- » sulta sua casa, e coll-ontoo .agitato da ,uno strazio indescrivibile, si reco aach'essa. subito al b. Giovanni, per aiiDracciare UDa ' ultima volta le spoglio mortali del compa l^no suo. l L'orribile disgrazia che ha gettato in uno;vedemmo, ad una crisi di profonda com mozione, tanto più sentita in quanto che la disgrazia era toccata ad un operaio an- ziano che godeva la generale benevolenza. II signor Metzger ha subito dato disposkio! ni perche alla disgraziata, famiglia mano ; dati tutti i conforti possibili che valgano a j lenire almeno in parte le orribili sofferenze della povera famiglia e dicano ai poveretti cUei|.Mproloro ^condiviso da quanti co noDperq il poveio operaio,

Luoghi citati: Torino