La relazione

La relazione La relazione Mezzadri e braccianti Accennalo agli avvenimenti in seguito ai tiuali in deliberata Vuichiesta, la relazione dice che proposito della Commissione è quello di mettere il pubblico in grado di giudicare quagli avvenimenti, e il .Governo di valutare ]a natura e 1 estensione del male e l'efficacia dei rimedi calla Commissione escogitati. •La Romagna offre al visitatore uno spettacolo di generale agiatezza, di agricoltura progredita, ai feconde terre bonificato, di alte mercedi o di un limitalo orario di lavoro. I contadini sono parsimoniosi; i braccianti economici e previdenti. Il pamperismo non esiste. Quali sono lo cause che hanno fatto sorgere il nuova conflitto fra lo sua categorie auricole dei contadini e dei braccianti? iNcl Ravennate si dice da lutti: la causa e la disoccupazione. Ma piuttosto si potrebbe pari-aro di illscontlnulla di Incoro, la quale, prolungandosi dal novembre a marzo, rende diffìcili in quel periodo le condizioni del salariato giornaliero. Ragioni demografiche condussero a proporzioni allarmanti questo fenomeno, elio lino al ISSO non aveva destato preoesupazioni. Nel ventennio 1861-l.SSt i braccianti rappresentavano il sesto della popolazione ed erano tutti occupati nei grandi lavori pubblici e privati. Ria andarono crescendo da allora nuovo idee e nuovo pretese, e cresceva pure il numero dei braccianti che nel decennio 1831-ftl ascesero a 12.000 e raggiunsero nel decennio suepcssivp la cifra di 15.OU0. Diminuiva per contrario l'offerta di lavoro e si manifestava un grave squilibrio nei rapporti fra la mano d'opera e la terra collettiva. Questo squilibrio ò dovuto non già ad una viziosa distribuzione della proprietà, ma ad un riparto disuguale dell'opera necessaria a fecondarla e alla diversa condiziono economica che viene fatta a coloro che lavorano. In Romagna il molto diffuso il contratto di mezzadria che, venutosi migliorando specie negli n'itimi dieci anni, a beneficio dei contadini, ha creato a •.. jesti una no-izione economica e morale rispetto ai braccianti, i quali invece, incerti del domani, senza legami con la terra, soffrono una condiziono precaria, che Il sospinge a cercare di accrescere con ogni mezzo il numero e la retribuzione delle giornate lavorative. Ragioni di mdole politica accrescono tra lo due categorie il dissidio nascente dalla disparità di Interassi. 11 dissidio è scoppiato hi aperto conflitto quando cessata l'alleanza dello due categorie contro i proprietari, sorto, ad inasprirlo. ::i questione delle macchine. La questione delle macchine liceo quasi integralmente la.parto dèlia ro- silo di av ciz polio ri in disparte," scesero In campo in difesa del!contadini ». ILa relaziono fa qui lo, storia dettagliata del modo come nacque e si svolse la questione delle macchino. Essa fu conseguenza dell'abo- ;lizionc dello scambio d'opere, che fu abbinata Malla questione della riforma del .patto colonico. ;Le due categorie s'i unirono in un'azione m-mime contro i proprietari, e cosi ottennero i|contadini l'abolizione del giogatico ed altri D<Mieazl, ed , braccianti un maggior numero : di giornale lavorativo con l'abolizione dello scambio della mano d'opera. Questa prima ytt-' braccianti a reclamare escili-1toria indusse i braccianti a reclamare *c}*Wstraniente per sè l'esercizio dello trebbiatrici,\avendo come motto d'ordine l'ordine del giorno votato dal Congresso d'i Bologna: Le mac-jove erano rappresentate cinquemila "famiglie di!coloni e la classe doi macchinisti, fuochisti e paglierini. La Kederazio.no dei braccianti deliberò di escludere dal suo seno le organizzazioni ribelli al volo di Bologna, e questo produsse il distacco della Fralellav.za dei contadui i di Ravenna dalla vecchia Camera del lavoro. Si costituirono cosi in seno alla classo colonica del Ravennate due. organizzazioni: la Camera vecchia e la Camera nuova, composta delle Federazioni ribelli al voio di Bologna. La situazione si aggravò e divenne allarmante. Il 19 ottobre cominciarono le invasioni delle terre, ma cessarono subito .per l'azione pronta del potere giudiziario. Minacciando il conflitto di degenerare in lotta civile, dopo laborioso trattative si addivenne, il 27 ottobre, ad un accordo che fu piuttosto-.una tregua. La questione perciò rimane aperta e si potrà riaocendere nella prima trebbiatura. t Trattasi — prosegue la relazione — di una questione grave e delicata, perchè esorbita dai confìlli della Romagna e si raccorda con gli interessi più vitali dell'economia agricola del Paese. La Commissione, richiamata dal doverne ad esaminarla, vi portò lungo studio per evitare che suggerimenti ispirati all'opportunità od alle circostanze speciali della Romagna non turbassero ulteriormente i rapporti costituiti fra locatari e contadini nelle altre Provincie ove vige il contratto di mezzadra. Il carattere fondamentale del contratto di mezzadria consiste in ciò, ohe iu'.i: i lavori di ordinaria cultura del podere devono eseguirsi dalla famiglia colonica, la cui forza devo perciò essere proporzionata all'estensione di esso, donde la conseguenza che dal lavoro agricolo entro i confini della colonia devono, di regola, ossero esclusi gli estranei, ma nell'esercizio di alcuno cultura, specialmente in determinati momenti, conio nella vendemmia e. nella trebbiatura, le braccia della sola famiglia colonica non essendo sufficienti, 1 contadini usano scambiarsi le opere. a r -,„„„,,,.,„ „„„.,„ r,„,i„„i:,.- Pl, j« Contro questa onesta mutualità. .neppure \ ni Romagna si erano sollevati lamenti o prò- teste da parto dei. braccianti finche la coltura si compiva con il solo sussidio delle braccia dei coloni, i quali, fra gli obblighi, imposti |dall'ori. 1055 del C. C, debbono fornire gl strumenti necessari alla coltivazione del fondo. Codesti rapporti si vennero necessariamente -modificando allorchè il progresso dello macchine ed i metodi culturali pili razionali richiesero attrezzi e strumenti perfezionati e l'uso dello macchine, per cui anche l'agricoltura va assumendo aspetto e carattere industriali. L'affermazione che l'esercizio dello macchine spetta a chi le serve messa a base di cotesta pretesa, più che un principio, è,un semplice motto d'ordino 'Che contrasta con i dettami della dottrina economica e della teoria socialista. Ln macchina per su non è appendice del capitalo riè del lavoro; essa è parte del capitale di esercizio od appartiene n chi la destina ai fini produttivi delt'aziend.i. Nell'industria il -macchinario fa parie dell'opificio; nell'agricoltura lo macchine agricolo sono parte integralo dell'azienda, sia che appartengano in proprietà a colui che la dirige, sia che da questi siano prese in affitto per eseguire i lavori di cultura e di raccolto II personale che serve le macchine agrarie non ha maggior diritto su di esse di quei che spetta ai macchinisti, ni luocMsti ed agli •'ìì-^j'•vlenti sul macchinario delle fabbriche." Lo ''<#so non procedono diversamente so le macchi-. ne agrarie appartengono od una cooperativa' sia par composta di Braccianti. In agricol-l tura si deve distinguere la proprietà delle\macchino dal diritto di scelta per rcse«. adibirle all lavon agricoli in un fondo determinato. Tutu possono acquistare macchine e concederle in aiutto: nessuno ha il diritto di averne il nio- nopoiiq. Questo diritto non l'hanno nò i prò-ipnetan. no ì contadini, nò j braccianti Nel sistema della mezzadria i due soci, avendo o- Ruoli diritti sui prodotti del fondo, sono pa- rimentl interessati ad ottenere il massimo ren- dimento della terra e la migliore qualità di' prodotti. Di conseguenza, la direzione della- zienda connine non appartiene di diritto al- ro socio, ma a quello tlei duo i l'uno od alia cui il patto e la consuetudine" l'attfibiiièce" I giacchè la leggo su questo punto tace. In Ro- magna lo consuetudini e le recenti sentenza dei tribunali rieonoRconn ni mmìÀi^ i«l !diffuso l'uso dello macchine agrarie Quando Iqueste cominciarono od adoperarsi "i proDrifi- tari ed i contadini dovettero necessariamente modificare i reciproci rapporti circa il cori/èri- ; mento degli strumenti necessari alla coltiva-1 Mone del fondo stabiliti con l'ini 1(355 dei e C.| ; net concordali del Ravennate non si dice nulla MUacquisto delle macchine. Quanto all'uso di |QSS«- aono 1-abolizione dello scambio di opero "5S™0-1 ""fl°ssars ni contadini l'intera : S?6*,?!1»?5stm:'':. dl macchina, si convenne ^l^tm^niSil^^^ '•';,car/.Co <lcl c?" «*™?infWc°na°rid V,iU?' Con f|ucst0 1condo W^^^%%ffiZ».Lg ft«"u"^j, 1,11 =!;• ! \cmm, ier cui anclìè nel-caso che n^atE?ó consuetudine la direzione ^a§todtt «Sem al 'jproprietario od al locatario, il diritto di costui!!indino che 6 socio 'dcii'azìcndi'T socio "nèU'frf sercizio delle macellino. r La 'Commissione dovrebbe risolvere i questiono delia scelta, ma è su ( Commissione s,iu discutendo ancóra raggiunto l'accordo. Eccessi delle organizzazioni appunto ! finon ha • ' rebbe I Ma per attuare ogni equa soluzione, sarebbejprima uecssarlo dare migliore indirizzò e più ordinato funzionamento alle organizzazioni Icontendenti nelle quali la confusione della fini- j zlone economica cort la politica genera attriti o rancori. La crescente prosperità della mezzo-ndria. coincidendo col momento in cui i urne- pianti cominciavano a sentire la forza dvl mi-1 ine ro della loro organizzazioni,, genero la se-.! • losia, o poi contrasti di interesse «• lolle fra lidue categorie. 1 socialisti umanizzati metodiciiiieuie. si sentono assai forti per dominare altre organizzazioni e rendersi arbitri della vita sociale ed economica del Paese. Unico impaccio a questa azione essendo i contadini, le mire dei dirigenti furono rivolte prima ad a-lllrarli nella loro orbita, isolando i nroorleiaii e noi a rendere sempre più difficile l'esercizio della mezzadria. Ciò clic vizia l'azione delle organizzazioni agrarie romagnolo è la pretesa di portare nell'agricoltura i metodi di lohn mauri delle organizzazioni industriali e la compenetrazione (ielle Leghe con le Società cooperative, compenetrazione che fa sviare le 'Leghe, a cui spetta il inorilo di aver fatto nascere lu Cooperative, dui loro scono economico, trasformandole in istrunienti di lotta e di sopralfaziono. La forni -, oiù impressionante e biasimevole coli cui !;> organizzazioni impongono lo loro decisioni è il boicottaggio morale ed economico, clic non si limita ni rifiuto del lavoro, ma si estende persino ad impedire che altri lavorino o colpisce persino i bisogni ilt-lia vpj c i rapporti morali. Dopo il putto di Voltami, quesii boicottaggi divennero frequenti assumendo anche carattere delittuoso senza clic l'Autorità giudiziaria se ne desse pensiero. t ; I[■ |] Le cooperative l.o Cooperative - - dice la relazione — ;i sono meravigliosamente diffuse mei Ravennate e a l'orli, in Romagna però mancano io Cooperative di consumo. Di quelle che esistono, parecchie sono in aperto contrasto con i fini e i procedimenti propri di cotesta provvida istituzione. Le Cooperative di lavoro eseguono bene i lavori pubblici loro affidali e non muovono lite a[l'amminlstrazlone. E. ciò è bene. 'Ma ad esso si rimprovera di aver soppresso noni possibilità di concorrenza. Ciò si devo alla confusione delle Cooperative con le Leghe e la Federazione di queste che abbraccia, e sottopone a disciplina ferrea tutti i mestieri. Le r.f'.nnorativo di produzione sono ancora ai nrimi passi, e pereto incerte o malsicure. Le affittanze collettive delle tèrre dei privati non hanno dato ilnora risultati incoraggianti, sia per il diritto di associazione tecnica, sia per il sistema dei turni e il lavoro in massa. E' necessario quindi regolare con norme certe e sicure le affittanze collettivo in Romagna adottando -il tino che fa buona prjova nell'alto Milanese, nel Bresciano e specialmente in Sicilia, dove hanno tolto di mezzo i gabbellotti t> onorata la ripartizione culturale del latifondo. Le Cooperative romagnole dovreb: pero svolgere la loro azione specialmente sui lìt-ni del demanio, dei Comuni o dello Opero ■ possibilmente anche sulle terre dei oriva(i seguendo, per queste ultimo, le buona lorme .(iel!a concorrenza senza Imporsi con la mmaccta di boicottare per ottenere per forza a concessione dal nrietario. La Commissione V, occupò anche del funzionamento esterno delle Cooperative, rilevando l'impossibilità di conrol-laro 1 bilanci e l'inofflcaca del controllo. Perciò invoca dal Governo l'attuazione delle proposte studiato lino dal 1895 per garantire il! retto funzionamento delle Società cooperative e' per impedirne la degenerazione. L'aumento costante dei salari fu sostenuto finora por la straordinaria abbondanza dei raccolti, ma se le; coso mutassero, sarebbe impossibile mantenere i salari all'altezza attualo. Le eccessivo pretese o sopra.iul.to l'inosservanza delle tariffe speciali in casi di. urgenza e di pericolo hanno prodotto conseguenze dannose «Ho flèsso proletariato agricolo, infatti t lavori alcoli nei'(lutili i proprietari spendevano in- j dmsadogenti somme, ora non si fanno pia e ,-i limitano al necessario. La perturbazione dogli animi, lo mercedi del domani, i! continuo stato di guerra hanno arrestato il movimento Industriale elio poteva assorbirò una parto del salariato. I tentativi di alcuni proprietari, di introdurre nuovo coltivazioni nelle industrio agricole, o 'a,?Pra:iTtori per le figlie dei contadini e del braccianti|.ppcshpfallirono per l'indisciplina e le ostilità cho si ]Lincontrarono. . CKilllrMlH e proposte ' igSo il conflitto fosse ««»:•»'••- soltanto da ra- spioni economiche, - scrive ilrelatore on. Chi-tmirri. - in un paese corno la Romagnaj>on|mirebbe un difficile trovare il punto d'appoggio: sfnvi^rtòichà là radice del male 6 negli antagoninni tòlitio* nello spirito di intolleranza e nelle discordie, che e=so alimenta, sopra quesiti disposizione degli animi, più che i suggerimenti deila Commissione potrà e dovrà influire 1 opininno pubblica. Perciò la Commissiono si a«tenne dal distribuire biasimi o lodi, volendo che queste sorgano più dai talli e dallo cose elio dalle nostro parole. ouanto al rimedi, l'on. Cliimirri osserva cne «sì vengono indicali dulie cause cho pvocltjcono il mulo, cause alcune remota ed alavtsticlie, altre recenti e _ geiieiato^dal nnitat-» 11011 j|LtdliUOnambiente" politico e soci timo decennio, ha speso nella provincia --[r Ravenna, 15 milioni e mezzo per opere pub- Gfinche. 1.460:000 Uro la provincia. 831.9.13 1 CO-1o.«ion» da dieci a dodici ettari ciascuno, che la misura, proporzionato della forza di una famiglia colonica. Potrebbero vosi essere staniliii circa GODO braccianti. I proprietari non liwnV interpose n romnierl;i neVchè n ? • -• p inp■ '.oro giovi] pcollivaziopo asfruttare le terre di bonifica :i estensiva. 11 Governo dove spronare o itveorag-, giare' i proprietari a compierla coweedendo nprestiti ùi favore, che essi non chiedono, ma'nclic vorrebbero concessi a titolo di premio ejrquelli elio in cinque anni imprenderanno e tcompiranno la trasformazione occuperebbero ! pna d'ora una parte di braccianti elio dlverr/an- nno 'coloni a trasformazione finita. Coloro, cui|ano ColoniTtrasfoVmazi^ ripugnano t rapporti che legano il contadino!'«1 locatore, potranno trovare presto del In-™voro nelle affittanze collettive, a condizione!glivlsn, costituite sul tipo siciliano, aia questo-dWte^K^on- 8?^ttUttet\mn«on^na^u|8tranquillità e la .«icurczaa del lavoro infre-jdnando le t ' private violenze a leggi geni i imparzialment verno assicuri l'ordine restaurare l'ordin* legale mponendo atuttl[tnnuove o l'inasprimento delle leggi vi , ò d'uopo soltanto che si applichino.-vu tutti. Non basta che il Co- smateriale: esso deve hnspetto 'iella restaurare l'ordine legale od il rispetto della, libertà continuamente minacciata dallo violen- tze delle organizzazioni minuscole. E' necessia- srio doi pari elevare a contravvenzioni pnnibill dal pretore l'ingiusto ritinto di prestaro n'opera in ca=o dì incendio o di pericolò di inormazione, salvo a far liquidare a chi lavoro pi! adeguati compensi. Per prevenire i confutti * tentare ili comporre sul nascerò le 'controversie collettivo, la Commissione reputa c-pportanti l'Istituzione di collegi arbitrali manenti con ufficio esclusivamente tivo, 'f: quali potrebbero ricorrere f contendenti tórri corti. La nomina d ti quali potrebbero anche intervenire d'ut' ficio per Tentare la conciliazione, dovrebbe farsi della organizzazioni, e la presidenza andrebbe affidai:', a persone autorevoli di proviacie vicine. Ad aiutare poi l'eventuale rlsveglio industriale ideila Romagna dovrebbero concorrere in diversa misura il comune di Ra venni ed n Governo. Incombe sopratutto di continuare con ordine C celoriiù le due grandi bonifiche della bassa pianura ravennate, decretate, con le leggi n2 marzo ItHiO e 7 luglio mo>'. Sarebbero sufficienti tre mesi per ultimare le detto bonifiche. Spendendo otto milioni, in pochi anni si rigenerano novemiia ettari di terreno fertilissimo; ma l'andamento dei lavori dipende dall'attività dei Consorzio degù interessali, il Comune di Ravenna possiedo 2!)i'i ettari, dei quali i(ì3(ì già coltivati. Una Commissione nominata dal Comune proponeva ne! 1SW1 di riparlir? l'intero patrimonio rustico comunale ivi colonie spdsperconcilia- : obbligati di! prima di venire ai ,gli arbitri permàrien-l-1invrpnbsacsdn da 12 a 15 ettari. Un'altra grande risorsa per] la provincia di Ravenna e il suo porto, cho in pochi anni ha raggiunto il movimento di 300,000 tonnellate ed 6 divenuto il terzo porto dell'Adriatico. Esso acquisterà maggioro importanza affrettando i lavori indispensabili a, favorire lo sviluppo della navigazione, facilitando l'entrata e l'ancoraggio- dei grandi pirsscafL Risaltati dell'inchiesta a Lugo. Imola e Forlì La relazione si occupa infine dell'istruttoria fatta nello zone di Lugo, Imola e Forlì, osservando come, sebbene in tali zone lo condizioni economiche siano ovunque migliorate, le condizioni dei salari e delle colture sono pressa poco le stesse di quelle del Ravennate, né sono molto diverse l'indole e la psicologia dello popolazioni cho le abitano. Perù le agitazioni agrario cho vi si sono prodotto non si pos•sono neppure lontanamente paragonare a quella del Ravennate. La questione dell'abolizione dello scambio delle opere e quella delle mne chine vi si seno manifestalo corno pallido ri flesso di quanto avveniva nel JRavcnnale. In Lugo L'esercizio dello macellino ha suscitato notevoli contrasti a causa della vigorosa resistenza da parto degli affittuari e dei coloni NcH'lmolese non vi è stata una vera e propria agitazione, e nel Comune di Imola non vi fu lotta per -la, proprietà delle macchine, perché fn costituita una Cooperativa per iniziare l'Associazione agraria, fra i proprietari, gli affittuari di fondi ed i coloni per .l'acquisto e l'esercizio di tutte le macchine. Nella provincia di Forlì avvenne qualche scissura alla vecchia, Camera del lavoro, come ripercussione di ciò che accadde a Ravenna. L'inchiesta fatta a Lugo, ad Imola ed a Forlì inette in rilievo che la mezzadria è il mezzo p'ù efficace per -intensificare la coltura, elevare la condizione del proletariato agricolo, assicurare la pace sociale. La relazione conclude dicendo clic la Com tmissione ha la coscienza di non aver nulla* Itrascurato^pcr cprrispondere alla fiducia del jPaese. L'inchiesta fu fatta sui luoghi, sta citando tutte le manifestazioni del male e. le cause elio lo producono. I rimedi proposti hanno il pregio di essere pochi, pratici e di "aci.le esecuzione. L'efficacia risanatrico di penderà in gran parto dal modo come saranno attuati: non a spizzico, ma. nei loro complesso, con mano ferina e sapiente.

Persone citate: Malla, Mezzadri, Tutu