La visita di Steinwender commentata da Nathan

La visita di Steinwender commentata da Nathan La visita di Steinwender commentata da Nathan Komt, 14, notte.' Ernesto Nathan che nei giorni scorsi aveva cortesemente ma energicamente respinto ogni domanda di interviste, si è lascia*to sfuggire qualche cosa conversando con un giornalista, intorno alla visita fattagli in Roma dal vice-presidente della Camera austriaca, Otto Steinwender. Le dichiarazioni del sindaco di Roma sono tanto più di attualità poiché i giornali clericali austriaci aprono ora una seconda campagna contro lo Steinwender. La prima toglieva a pretesto le dichiarazioni fatte dal vice-presidente' della Camera austriaca che l'Austria sarà ben lieta di partecipare allo feste patriòttiche del 1911 a Roma. La seconda campagna deriva da un articolo del dottor Steinwender nel ruale si conferma, giustifica e spiega la frase detta ad Ernesto Nathan . Questi, conversando oggi con un giornalista ha detto : « Io non avevo mai conosciuto il signor Otto Steinwemder. Egli venne in Campidoglio sapendo certo dove andava, e chiese di me, sapendo parimenti chi ero. Io mi trovavo in ufficio e fui ben contento di riceverlo, come ricevo altri personaggi che vengono a visitarmi spontaneamente, senza pressioni nè {xresentazione di intermediari. Io gli usai il trattamento che era del caso, trovandomi inoltre di fron te, non già ad un visitatore qualunque, ma al rappresentante di una Nazione che parteciperà ufficialmente alla esposizione di quest'anno con una'sua mostra particolare. A questa visita, per la cordialità cui lu informata, credetti mio dovere loriirpon- de re nel modo che è noto, e certamente non solo per urbanità, ma anche per giovare all'interesse della mia città, che è quello della grande impresa cui è legato il suo nome. Ma — concluse Nathan — l'Austria come nazione c'entra tanto come può entrale in tale questione la Gei-mania, Ju Rofsia. la Turchia o il Giappone: sono i clericali, ossia sono coderò che dovunque, m qualunque paese, astraggono dalla loro razionalità perchè non fanno che obbedire agli ordini del Vaticano, e gli ordini del Vaticano sono di avversare per mutati ò postibile le feste con cui l'Italia si appresta a celebrare il cinquantesimo anniversirio della proclamazione del regno. Queste feste non potrebbero temere che ùPtiue nemici: del Vaticano e del còlerà. L'i quest'ultimo ormai abbiamo avuto ragione, ina i nemici contavano sul concorso avverso Ji ertrambe le calamità. Però utUsttnntnci -■ terminò Nathan — porlae inferi non prevalermi ».

Persone citate: Ernesto Nathan, Nathan Komt

Luoghi citati: Austria, Giappone, Italia, Roma, Turchia, Vaticano