La sorte di un paciere

La sorte di un paciere Reati e Pene La sorte di un paciere (Corte d'Assisa — 12 gennaio). La sera del 10 luglio dell'unno scorso, nel cortile di casa sua, in Pianezza, il ventiquattrenne rorncngo Giuseppe, fornaciaio, veniva mortalmente ferito con due colpi di coltello, uno dei Quali gli cagionava una profonda lesione all'avambraccio destro, c l'altro all'ipocondrio, penetrante nella cavità addominale. Sopravvisse il ferito poco più at un giorno e l'autopsia del cadavere rivelò, a giudizio del periti, che causa unica e diretta della morte ora stata un'emorragia subacuta, causata dalla ferita addominale e dalla ferita al braccio. Autore dell'uccisione del Fornengo fu l'operaio Bonino Luigi, abitante con la propria famiglia nella stessa casa del Fornengo, il quale, ìii-restato pochi momenti dopo commesso il de- litto, fi reso confesso. L'arma di cui si servi e •m coltello con lama lunga otto centimetri, mol- lo acuminata ed affllatlsstma, che in quella sera stessa aveva acquistata da un venditore ambii- ■ lauto, in un'osteria del paese, dicendo che ne'U^^Ì^Z!^1^^0^i levano ottimi rapporti di vicinato e d'amicizia; la causa da cui ebbe origine. ■ Il Bonino stava per rincasare con la moglie «'col suoi bambini, ma come giunse sulla porla;, si senti chiamare e disse che sarebbe ancora ,tornalo all'osteria per berne un altro bicchiere, ingiungendo alla moglie di ritirarsi e di cori-I carsi col tìgli. La moglie invece lo esortò a rientrare esso pure in casa ed egli, indispettito, incominciò ad altercare. Mosso unicamente dal lodevole intendimento di mettere pace tra 1 coniugi, intervenne il Fornengo, invitando a sua volta il Bonino a rincasare, ma questi se ne adonto e rispose con cattive parole. Non insistette il Fornengo e rientrò senz'altro nella propria camera per prendersi la giubba, dovendo accompagnare una sua sorella che stava per partire, mentre 11 Bonino, sempre più eccitato, gli gridava di fuori: «Esci vigliacco... sebbene tu sia nella lua casa io non ho pauraI ». Ed appeua il Fornengo riapparve nel cortile, lo aggredì, vibrandogli quei due terribili colpi di coltello che lo trassero a morte. itale il fatto svoltosi con fulmìnea rapidità, %uu!e prima di morire lo ha riferito al giudice, fi povero Fornengo; testimoni presenti non ve ne furono, ma i congiunti dell'ucciso udirono le grida minacciose del Bonino ed un fratello di lui accorse solo quando l'aveva già afferrato : l>er il bavero e gli menava il primo colpo di|coltello. Il Bonino venne arrestato subito dopo il fatto e nei suoi interrogatori egli, confermando d' colpito il Fornengo con il coltello, che gettò scia in un vicino orticello, disse a propria scolpa che ciò fu determinato a fare di fronte ni contegno dell'avversario, il quale lo avrebbe redarguito aspramente facendogli osservare che non era da persona per bene seguire la sua famiglia fino a casa, e l'avrebbe con spintoni gettito tre volte a terra. E tale versione l'imputato mantenne anche al- I udienza di oggi, ove fu tratto a scolparsi innanzi ai giurati del grave fallo commesso. Domani il verdetto e la sentenza. Presiede il barone Daviso e sostiene tAccusa II cav. Forni. La famiglia della vittima si è costituita Parte Civile col patrocinio degli avvocati De-Autoul e Cavagna iunior. Il Bonino è difeso dagli avvocati Nasi e Quaglia. lo spirito di campanilismo ■ (Tribunale Penale — 12 gennaio). Leonardo Susca e un bel giovane, ha fatto fot poco il soldato ed è tutto entusiasta dei bersaglieri che hanno le piume sul cappello, i lunghi cordoni verdi ed i bottoni d'oro che luccicano al sole come gemme. Giacomo Griffa è stato Invece fantaccino e male sopporta che altri abbiano a lodate i loro pennacchi a detrimento dei suoi. Il primo è nato laggiù nella beata terra delle Puglie, l'altro è piemontese e se se vanta assai! C'è in tutto questo quanto basta per dar luogo ad una contesa. Susca e Griffa sono impiegati entrambi alla stazione di smistamento della nostra ferrovia, tono buoni amici, ma l'uno non può perdonare all'altro di essere stato bersagliere e per giunta «Tessere nato in fondo all'Italia. In un giorno del settembre scorso Susca si trovava assieme ad alcuni colleghi in un ufficio della stazione. — Benedetti i bersaglieri — egli gridava forte... — benedetta quell'Arma che ha sridato per prima i pericoli e le cannonate e si fa ammazzare a brani piuttosto che cedere t Griffa l'udì ed intervenne: — Credi tu che io, sebbene semplice fantaccino, non valga tutti i bersaglieri? Cosi s'accese 11 diverbio che si accalorò sempre più e s'accalorò al punto che Susca s'ebbe uno schiaffo e Griffa una lanterna su di una mano, ma così forte, che più tardi giurò d'aver viste tutte le stelle sebbene fosse un dolce pomeriggio raggiante di sole. Cosi Susca fu rinviato oggi al giudizio del Tribunale, il quale, dopo breve discussione, lo mandò assolto per legittima difesa. Pres. : cav. Rossi; P. M. : avv. Taglietti; Parte Civile: avv. Deagostini; Dlf.: avv. Dagasso; cane. : Germano. Monsipur Alpha use (Tribunale Penale di Torino). Sotto questo titolo scrivevamo mesi sono che era stato arrestato dagli agenti di P. S. un tale Alessandro Oddone fu Giovanni, d'anni 32. L'accusa che gli veniva mossa era d'aver tentato, con ripetute minacele, di estorcere denaro ad una donna, una disgraziata che egli — sempre secondo il rapporto della Questura — avrebbe circuito dello sue assiduità per trarla in inganno. Sotto questa imputazione, aggravata Inoltre d'una truffa di venti lire in danno della tabaccaia Rostagno, che ha negozio in via 'San Donato, è comparso l'altro giorno innanzi al nostro Tribunale, sezione sesta, il quale lo mandò assolto per inesistenza di reato dall'imputazione di «ruffa e per non provata reità per quella di minacele. Lo difese l'avv. Appiani. L'accnsatore di Errlcooe, Rapi, ecc. in carcere | Santa Alarla Capita Vetere 12, B*Mt. I II giorno 10 è ritornato in questo carcere da i Napoli, dove era stato tradotto per rispondere ■ih un processo nel quale era implicato. Gennaro Abbatemagglo, il principale accusatore di Erricone, Rapi e compagni, nel duplicato delitto Cuocolo. Abbatemagglo sarà tradotto a'Viterbo alla vigilia del dibattimento. Il maestro Rapi, altro accusato del processo, detenuto in questo stesso carcere giudiziario, t-arà tradotto a Viterbo lanche alla vigila del dibattimento. Ho avuto occasione di visitare Marnane in carcere e vedere entrambi i detenuti. Abbatemaggio si mostra tranquillo e sicuro, e, sta hi carcere conio ee stesse a casa sua: non è per nulla preoccupato della sua sorte. Egli però è rigorosamente custodito. perchè 61 teme che la malavita, largamente rappresentata in questo carcere, voglia vendi' care gli imputati dei processo Cuocolo denun ziati da Abbatemagglo. Questi è spesso yist italo 'In carcere dalla 'moglie, una donna formosa, della quale S gelosissimo. 11 Rapi e in un'altra camera n pagamento, In compagnia del comm. Tanagnota, ex-einda io di Mondragone, recentemente rinviato alle Assise conte mandatario in un assassinio An- che il maestro Rapi si mostra tranquillo: ri- pete che egli è innocente e che lo dimostra Iti fatttrt*e appena .sentito le voci contro di lui:tornò; da Parigi, dove si trovava, per °ne^tters i » «imposizione dell'Autorità giudiziaria. ^ |

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