Il grande ballo rosso " Cleopatra,, alla Scala

Il grande ballo rosso " Cleopatra,, alla Scala Il grande ballo rosso " Cleopatra,, alla Scala (Dal nostro Inviato spesiate). Milano, 5, mattino. L'opera fu applaudita, e fu anche — mi si disse — applaudita più del consueto. Ma pochi, io credo, avrebbero potuto .giurare di essera venuti in teatro proprio per il Simon Boccanegra. Infatti il vecchio spartito verdiano — fulgente ancora nella parte nuova del finale primo e dell'ultimo atto — non era riuscito sin qui a suscitare grande fervore di approvazioni; nè ad affollare la Scala. Ieri sera invece essa | presentava, come suol dirsi alla meglio, un magnifico colpo d'occhio. Grande sfoggio di totIcttes nei palchi, di dccolletcs nelle poltrone, e dovunque quell'aspetto di gran pubblico ohe, estendendo le sue ultime propaggini alla folla della platea e della galleria, fa sentire veramente che inforno vibra nell'attesa qualche cosa di insolito. C'era infatti nell'aria il famoso fascino slavo, e dovunque dei nomi russi, susurrati appena, ripetuti, esaltati avant la lettre, dei nomi russi che con il Simon Bocca-negra non ci avevano proprio a che fare. E su tutti uno emergeva: quello di Ida Rubtnstein. Quale fascino nuovo ella avrebbe saputo fare vibrare nella parte di Cleopatra, in un episodio tragico di amore ridotto in coreografia? Qualcuno che aveva assistito alle prove ne parlava sommessamente, come di cosa bella cha torna difficile il narrare. — Strana creatura! Magra, flessuosa, bianca, quasi ieratica. Sembra che qualcosa di doloroso lne «^tragga tutte le fibre in uno spasimo im- !menso ^ae™- Ma luaudo 0 uaa ' perlacea viva chiostra di denti ella mostra tra le labbra sottili, allora l'espressione cambia, e fluei denti £0ltili sembrano avidi di morsi e di Una S01^"là:lh,? lia di Perverso- *l^,in 'tutta la sua figura nobile, espressiva, seducente E che deve essere questa azione ■tragica, che un coreografo russo compone e che ci viene innanzi tra il grande interesse di pubblico, quasi ormai scettico in fatto di novità, e che è se guito da uu non lungo ed ardente episodio di 1 passione? Ecco: Nell'oasi del deserto, sotto la luce sanguigna del tramonto, Cleopatra comparo con lungo seguito di schiave, di danefore e di tabellari. Una superba ricostruzione di tempi lontani si 6noda um!in" n noi- .La r08i,na; PaUida lussuriosa dominatrice cin'a cosi U corro di veli, nude le gambe, le braccia flessuose, vede In Amoun l'arciere che potrà soddi- j£TunV nòtte"là"«te"agènte"i'baoi. invano la bella Ra-Her, la fidanzata del gio- veleno, e mentre essa, col corteo, si allontana, il corpo de! giovinetto e coperto da un velo: la : povera Raller si getta come pazza sul cadavere, 'nella grande solitudine che si c fatta attonau. vane, supplica, scongiura la fascinatrice. Amoun cade tra le braccia della regina, mentre intórno si sfrena una ridda bacchica, interrotta da un improvviso languido abbandono: una ridda che ieri sera segnò il punto culminante del successo. Arnoun ebbe il bacio della regina. Ora deve morire, c morrà. Cleopatra stessa gli porge il | Lungi appare ancora la barca di Cleopatra: nuovo nido di amore, di canto, di ebrezza. „ El è tutto qui? direte voti. SI: è tutto qui. Perchè questi balli russi, che vanno conquistando i pubblici di Europa, sono tutti di episodi brevi, e sono brevi essi stessi. Questa Cleopatra del coreografo Fokine non dura più di tre quarti d'ora. Ma sarebbe errore prolungarlo oltre. Questo genere di arte ha tale squisitezza in se da non consentire l'abuso. Noi non ed siamo abituali, ma ci arriveremo a poco a poco. In essi è la grazia ritmica; è qualcosa che ci conturba stranamente. La danza ba fascini suggestivi, ma è un fascino che non provammo mai. Nella compostezza è la sua forza, ed anche se essa si sfrena ortriaca e diventa ìncomposta noi troviamo pur sempre qualcosa in essa che non è e cosa solita, che è lontana da ogni convenzio- e o a a , o - a a e i n ' l'Arensky, del Bimsky Korsakoff, e^ del Gla- nalismo. Per questo suo carattere noi l'amiamo, anche se a tutta prima essa possa sembrare un po' uniforme e perciò monotona. Non è di uno spettacolo che termina alle 1,15 che torna possibile dire dd più per telefono. Certo il pubblico della Scala si trovò un po' disorientato: era irrequieto, era nervoso ed al successo del balio nocque anche un' fatto: la poca parte che effettivamente ha la Rubtnstein: essa domina la scena è vero, ma come? Per lungo tempo, per troppo lungo tempo noi non la vediamo se non abbandonata sul serico letto, tenendo fra le braccia Amoun. Intorno è bene un fervore di danze, ma queste a noi non bastano. Troppo ci si fece desiderare la protagonista. Dlaltra parte qualche scena è lunga, qualche figurazione di ballabili si ripete e ci stanca. Quanto alla musica essa porta in fron'e nomi grandi: sono quelli di Moussongsky. delr e i i e o i U - . zounow. tutto lo Stato Maggiore della musica russe. Ma questa musica, pur essa caratteris'lca ed interessante e originale sempre anche nello strumentale, rivela spesso nell'originalità la ricerca, e talora è più ricca di effetti orchestrali che non di vere idee. Il pubblico si divise in due campi: l'applauso eruppe appena un paio di volte con vero impeto di ammirazione; altrove la sorpresa, e qua e là la stanchezza prevalsero. Ammirati i costumi, bellissima la ricostituzione dell'ambiento Nel complesso una battaglia vinta per metà; ma una di quelle battaglie che lasciano uno strascico di idee dietro di sè, e sono feconde anche quando sembrano in apparenza perdute.

Persone citate: Amoun, Fokine, Magra, Scala, Simon Bocca-negra

Luoghi citati: Europa, Milano