Come un galantuomo rischiò di perdere cinquantamila lir i d

Come un galantuomo rischiò di perdere cinquantamila lir i d Come un galantuomo rischiò di perdere cinquantamila lir i d I raggiri di un abissim trottatore Ci sono al mondo individui nati col bernoccolo del romanziere c dell'autore di teatro. La loro fantasia è inesauribile di trovate geniali, sanno trarre partito dall'episodio più insignificante, ma poiché non posseggono anche la facoltà di scrivere spigliatamente per divertire tutta una falange di lettori o un affollato uditorio e l'esistenza è per essi piuttosto diffìcile, la uvCloro abilità si risolve quasi sempre in un danno qper il prossimo. Vedete certi truffatori: i Ponson du Terrail, Dumas padre e figlio e tutti gli Pscrittori di romanzi d'appendice avrebbero tal- Nvolte da imparare in tatto di colpi di scena c iuemtstdi astuzie. Bisogna proprio credere che il bisogno aguzza Inverosimilmente l'intelletto. Ma ecco senz'altro il fatto curiosissimo e anche divertente che ci ha suggerito il preambolo. L'offerta d'un mutuo Alcuni giorni fa compariva fra gli avvisi a pagamento del giornale il laconico annunzio che un signore afflitto da una soverchia rendita era cdisposto a dare su buona ipoteca, etnuantamila plire esigendo un modico interesse. Fin qui nulla cdi strano ■ ci possono essere cento persone dls- pposte a prestare, con sicure garanzie, cinquan- j ctamlla lire e mille disposte ad accettarle. Il signoro che voleva impiegare onestamente, il suo denaro non si stupì dunque affatto se due dgiorni dopo, rincasando dopo la passeggiata, ap- pprese che un signore molto a modo, sui tren- Mtacinque anni, era stato a cercarlo per il mutuo ed aveva lasciato detto che sarebbe ritornato pall'ora tale. L'individuo che aveva bisogno di mcinquaulamila lire ed era disposto a darò ipo- zteca sulla sua casa, comparve infatti con tutta tpuntualità, presentandosi col miglior garbo per il csignor Pietro Falcione. j CVi fu subito uno scambio di trattative, e quando il visitatore si congedò eia già stato de- bliberato di comune, accordo il tosso d'interesse, mIl signor Pietro Falcione aveva infatti portato, dmollo opportunamente, tutti i suoi documenti re- Bgolari por provare che sullo stabile offerto per Rl'ipoteca non gravavano altri imi*gni finanziari, cSi trattava inoltre d'una bella casa, situata al fnumero 2 di via Madama Cristina, proprio al- sl'angolo del corso Vittorio Emanuele II. i tLe trattative seguenti furono altrettanto spiccie med i due contraenti poteron ben presto trovarsi I enell'ufficio del notaio cav. Fiorito per far sten dere il contratto prescritto dalla legge. Mancava anzi un documento di secondaria importanza che il notaio aveva richiesto e che quel degno signor Falcione si affrettò a portare, recandosi appositamente a casa a prenderlo. Ii'lstrumonto notarile richiedeva però un certo gctstempo e perciò il cav. Fiorito pregò idue clionti j didcdaitadi ripassare qualche giorno dopo. Si fissò un appuntamento ed il signor Falcione se ne andò da una parte, mentre il suo nuovo amico si dirigeva dall'altra. La caduta provvidenziale Dobbiamo dire che il signore, afflitto da così vistoso patrimonio, dev'essere anche nato sotto una buona stella, perchè uscito dall'ufficio del notaio ebbe la buona idea di salire sulla tranvia. La fortuna lo assistette, egli scivolò e cadde I lungo e disteso, riportando qualche contusione. i sUna gamba, non sappiamo se la destra o taliBlnistra, gli doleva specialmente e lo costrinse e mettersi a letto. Fu la sua salvezza! Nè si «teda che si voglia cOro genere: Il signore dalle cinquan amila lire deve convenire con noi che a fortuna lo ste impedendogli con quella provvidenziale ca- data di recarsi per la Arma del contralto dal notaio. Mandò invece un bigheto, narrando Ita- ^cidente toccatogli e pregando di rimandare il fissato appuntamento. Quando potè rimettersi in piedi volle fare una passeggiata di salute e sl,recò, così per capriccio, a vedere la casa di via| Madama Cristina, N. 2, che avrebbe sopportato | fra poco il gravame delle sue cinquantamila Uro custodendole meglio d'una cassaforte. Egli fu assai soddisfatto dell'esame, e poiché il portinaio era 11 a due passi, gli rivolse la parola. — Bella questa casa! — Eh ! lo credo ! — Appartiene al signor Pietro Falcione, vero ? — Sicuro: ma il mio padrone ne possiede anche altre. — Son contento. Questo stabile qui costerà una discreta sommetta. — Non me ne intendo eccessivamente, ma questa casa la si può ben valutare un centocinquanta, centosessant.'imila lire. Dà un buon reddito. — Corbezzoli ! Non avrei creduto il signor Falcione tanto ricco. E' venuto da me per un certo affare. — Ah si? — chiese a questo punto il portinaio. Conosce il signor Falcione? Il signore del mutuo ebbe un risolino discreto. — Se lo conosco? — rispose. — Gli presto con •ipoteca su questa, casa proprio cinquantamila 'lire. — Suvvia!.— esclamò il portinaio seandolt'zzato — il mio padrone non ha bisogno di denaro! 11 signor Falcione può prestare quando voglia cinquantamila lire a lei ! — Ciò non toglie che per adesso abbia bisogno lui di una tal somma. Il bravo portinaio non ne potè proprio più. — Mi faccia il piacere di non ripeterlo. Il signor Falcione in bisogno di denaro! Lei vuole scherzare! Conosco il mio padrone da quarant'aniii... — Toh ! — interruppe ridendo il signore dalle cinquantamila lire — lo conoscete da quarantanni e il signor Falcione ■ avrà trentacinque tutt'al più! — Si vede che lo conosr lei ! ! — Sicuro che lo conosco. E' venuto a casa mia e ci siamo anche trovati insieme l'altro giorno dal notuio cav. Fiorito per l'istrumento. — Ma se le dico che il signor Falcione ha almeno sessuiitacinque anni ! — Eh? • — Sessantacinque anni, sissignore! — esclamò il portinaio, godendo della confusione di quel signore a lui sconosciuto. Quasi quasi avrebbe detto ottantanni per schiacciarlo completamente. — Ma... allora... quegli che ha trattato con me... Dove sta di cusa il signor Falcione? — domandò improvvisamente il signore del mutuo. — In via Brofferio, X. 1, — Corro a parlargli. Il portinaio vide il suo interlocutore allontanarsi con quanta fretta la gamba malata gli consentiva e in cuor suo pensò che « quel signore » era evidentemente debole di cervello. Il vero signor Falcione Quando il « signore dalle cinquantamila lire » — noi lo chiameremo cosi — ebbe chiesto del ; signor Pietro Elione, si vide comparire dinanzi I un uomo più che sessantenne, ma ben conservato e robusto. — Lei è il signor Pietro Falcione? — Per servirla. — Proprietario della casa N. 2 in via Madama Cristina? — Perfettamente. Non è lei, dunque, che ha bisogno di oto- quantamila lire? Ha forse un figlio che... — Curo signor mio, non la capisco; io sono Pietro Falcione, proprietario anche della casa N. 2 di via Madama Cristina, casa che io ho intenzione di vendere... Null'altro. Non ho asso ultamente bisogno del denaro che lei ha offerto e non l'ho chiesto nè fatto chiedere mail II, visitatore rimase allibito e con voce tremante d'emozione spiegò quanto gli era capitato: l'avviso pubblicato, il colloquio con un sedicente Pietro Falcione, il contratto dal notaio... La conclusione fu questa: che il signore dalle cinquantamila lire corse prima dal cav. Fiorito per far sospendere l'atto notarile e poscia dal cav. Pollotti alla sezione di pubblica sicurezza per sporgere quorela contro l'ignoto lestofante, che l'aveva trascinato in quel ginepraio, Il defunto capitano n funzionari0i non &enza grande fatica, potè dipanare la matas6a. come mai il sedicente pietro Falcione aveva potuto avere i documenti MCessari a contrarre » mutuo? ^ spjegazìone è semplicissima. Mentire compaviva i'avvtso recante l'offerta di cinquanta mjla ]lre gu buona ipoteca, un altro annunzio veniVa pubblicato, quello dell'amminis'retore vero signor Falcione per trovare il compratore dello stabile n. 2 di via Madama Cristina. j due avvisi erano capitati sott'occhio all'a- buissimo lestofante, il quale aveva ideato un magnifico progetto di truffa. Si era recavo dall'amministratore dicendo che il capitano Bonsignore, atlante in via Moncalieri. aveva Ritenzione di acquistare la casa. Intavolò con la massima serietà le traslative e tanto fece e brigò da Indurre l'amministratore del signor Falcione ad affidargli per brevissimo tempo, un giorno o due al più, tutti i docu- menti riguardanti la casa e comprovanti che era Ubera d'ogni ipoteca, Il lestofante diceva che il capitano Bonsignore voleva, com'era suo diritto, assicurarsi che faceva un buon affare in tutta regola. Qui è d'uopo rilevare che quell'ottimo capitano Bonslgnore è morto da un pezzo! Il trucco era dunque indovinato in tutti i suol particolari. Il truffatore si era servito dei documenti per spacciarsi come Proprietario deila casa e abbindolare 11 signore che aveva cinquantamila lire da imprestare. Senza quella cerJa oaduta provvidenziale dalla traimvia, il mutuo sarebbe, a quest'ora, avvenuto ed il truffatore si godrebbe in pace, in più ospi'iale luogo, la somma carpita con tanta abilità. Altro che truffa all'americana o alla spagnuola! In cerca d'un arrestato Ricostruita dunque la faccenda in tutti 1 suoi particolari rimaneva un grave compito i»» 11 funzionario di pubblica sicurezza: ar restare l'auto* del colpo cosi arditameli* truffatore era un certo Lotti, già scrivano in un ufficio d'avvo- * «san salvarlo facessero non riusci¬ a nmiaY]0. Flnnlmente st seppe che „ ,Lotti era 8tat0 ^^.^ pfir 60Bpettl in gcnere, dagU ngenti della st,uadra ,mobile durante una razzia nei ùlntomì dtìUa stazione di Porta Nuova. Doyeva essepe aUe Carceri. j, oav PoIlotti telefonò allora alla Questura centrale per avvertire che il messere doveva regolare con lui un contichio, ma si senti rispondere che l'arrestato era stato 11 giorno prima rimesso in libertà, nulla essendo risultato a suo carico ! Tableau! Gli agenti ripresero più ardentemente le indagini e Analmente il Lotti fu riprovato e tratto in arres'o. Questa volta, però, non sarà rilasciato tanto pres'.o. Adesso si trova sotto chiave alle carceri giudiziarie, in attesa che si istruisca il 6u0 processo. Quan'o al signore dalle cinquantamila lire non fa che ringraziare la sua buona sorte che gli permise quel capitombolo. Non tutto il male viene per nuocere.; anche cadendo dalla tramvia si possono salvare cinquantamila lire ! [nt prudenza pagata troppo cara L'incidente è avvenuto alla stazione di. Porta Nuova. I! perito agronomo, Emanuele Segre, di anni 41, abitante in corso Duca di Genova, 33, giungendo per ferrovia in città, non attese che il treno fosse fermo, ed apri lo sportello del éuo scompartimento, per scendere più in fretta. Disgraziatamente; mi istante dopo, il macchinista manovrò i freni Westinghouse, ed il Irono si arrestò, così che per contraccolpo lo sportello aperto si richiuse violentemente. Il Segre, che teneva la mano destra appoggiala allo stipite, ebbe schiacciata la prima falange del pollice, in modo orribile. Soccorso da alcuni cittadini, fu affidato ad un carabiniere, il quale lo accompagnò alla farmacia San Luca, in via Roma. Il dottore Bolla premurosamente gli prestò i primi soccorsi d'urgenza, disinfettando la ferita, gravissima, dopo di che il Segre fu accompagnato all'Ospedale di San Giovanni, per una medicazione stabile. Fu giudicato guaribile in trenta giorni. Morto improvvisamente mentre giocava al biliardo Nel pomeriggio di ieri il signor Vittorio Avigdor, d'unni 51, mentre giocava al biliardo al Caffè Fiorlna, fu colpito da malore e cadde al suolo, inanimato. I signori Edoardo Rota e Francesco Teseo, che erano con lui, lo accompagnarono alla farmacia San Giusepep, dove ricevette 1 primi soccorsi. Sopraggiunta una guardia municipale, il signor Avigdor fu trasporto in vettura all'Ospedale di San Giovanni, ma l'infelice nel tragitto spirò. I medici constatarono che la morte era dovuta ad una sincope cardiaca. Il ferimento d'un lattoniere II lattoniere Elvio Rastello. d'anni 1-S, abitante In corso Resina Margherita, si trovava al Ponte Trombetta in compagnia di uno sconosciuto, clie maneggiava una pistola Flobert. Improvvisamente un colpo parti, ed egli fu ferito alla mano sinistra. Venne accompagnato al San Giovanni, dove fu giudicato guaribile in 12 giorni. Il viso sul selciato Il vermicellaìo Giovanni Mezzo, d'anni 24 abitante in corso Regio Parco, N, 33, mentre passava nei dintorni della sua abitazione, cadde, battendo 11 viso sul selciato e riportando abrasioni alla faccia e al sopracciglio sinistro.Venne medicato al San Giovanni, dovei quei sanitari lo giudicarono guaribile in quindici giorni.