Imputati e vittime negli atti di un grande processo

Imputati e vittime negli atti di un grande processoImputati e vittime negli atti di un grande processo U<J.-.G utl i!.;;.:;.-ìjkuv .****> ad avere un lungo strascico, preveden-, s dosi fin d'ora la fine di esso alla prossima pri- gegli atti di un grande processoMilano, 29, notte. Il 9 gennaio, innanzi al nostro Tribunale Penaie (incomincerà un processo destinato senza dilou ~~ rT>«-.- r-- ,d m£\?£• , ^ w - . comnlici ! q uiovauna umeo L ^Siret in S°™^a,n"°n"«;toento innanzi ai giudica. n dopo la voluminosa astruttoria racchiusa in i u dodicimila pagine circa.... e la ordinanza al rinvilo della Camera di Consiglio, dalla quale stralceremo i punti principali della narrazion«L L'ideatore siamo n^i primi anni del nuovo secolo, nel tótl«to temno * cui la suggestione di pronto e facili guadagni aveva preso moltissi- ai tito" R9nOT fondamento, sfruttamento .di im- g«?.2ln rZn^f^^L^t6 lì f<"™ejplù comuni di ripiego del denaro. Le gitene .non swaendo o non volendo ribeUars n* traevano altre dietro di loro: non fari «intatt mnwjMsa s« <IU€Sto pJ?oesso'/,'*e di truffe e di infamie ò pieno, vedremo com Ij*™^ ner la parte più pietosa, tra, le figure *l povere vedove, quelle di un deputato, di un conte, di uni duca e; di ur[principe.. . .. Giovanni Ulrico Wyss, l'ideatore di tutte le criminose imprese, aveva secato appunto le sue vittime con molto tatto ed altrettanta abi- lità. ,. . ' ... , ,„ uscito nel 1906 dalla casa svizzera in sete Flachmann e Lips, di cui egli era rappresen tanto a Milano, in seguito a} fallimento di que sto ditta, egli sceglie il^Lips a compagno di scatocNrnilcndldlampcttsngiuoco nella bisca di Montecarlo. Lips accetta forse per gratitudine, ricordando che pochi mesi prima Wyss aveva consentito a rubare denaro e merci1 ai ch'enti milanesi per suo incarico e per conto della ditta pericolante, co- prendo poi raccordo con una fuga simulata cosi Lips sarà l'amico fidato di Wyss ed il suo segretario di ndudiia, specialmente du rante i fasti della banca « Wyss-Frères » e del- la banca « Franco»! tallenne ». Saputo dell'esistenza di. una miniera di rame in Corchia di Vallo Taro o dell'intenzione di quei valligiani di convertire quel metallo in oro. UU'ico Wyss con assicurazioni e promesse accapoim la fiducia degli interessati e corre a Parigi ad affiatarsi con certo Maurizio Ca¬ Aot d(?Mo de Salanget ai cui st apprende in atti altro cinico insegnamento: « essere la co- stituzione delle Società anonime una fabbrica di biglietti da mille autorizzata dallo Stato ». Da talo accordo il' sistema di questa gente incomincia a funzionare con rimmancabile perizia che lo stesso Cadot esegui sulla miniera, mediante-un compenso di 2000 che sarebbe il raggiro per illuder satisul valore della miniera stesi a sborsare denaro per la costituzione della Società a regime inglese. iMa occorreva un Consiglio d'amministrazione che desse serie garanzie : e a tale scopo Wyss pose gli occhi sul principe di Soragna, l'on. Micheli e l'avv. 'Maestri, i quali si prestarono al tiro, sborsando e uvimcmmdnmmtatralctnardl1 tp • npri^ia l.„ rri! ocue sa-reone u raggiro per auuasreigli interes-j^5!&!H*^S2:^ facendosi quindi cai-pire 14 000 lire, . Ma l'audacia di Ulrico Wyss doveva spin i gersi hen oltre volgendo a suo maggiore par- ticolare profitto quell'effimero organismo. Egli acquistò nel luglio 1907, con atto notarEe, dagli eredi Del Nevo la proprietà della miniera, dando loro in pagamento un certo numero di azioni della Società costituita a Londra, e la rivendeva alla Società stessa, pur* con rogito 1 notarile, facendosi assegnare come apporto 1 tante_*zi»ni della Società per lire 700,000. In I tal modo Wyss eira riuscito a mettersi In con1 dizioni di poter disporre, con ogni apparenza I di legalità, di queste azioni; possibilità di cui si valse vendendole in parte ed in- parte ce i dendole in cambio delle cauzioni in denaro versate da quegli impiegati che egli assumeva per conto della 'Società (di cui si era fatto nominare direttore), allo scopo esclusivo di carpire loro quelle somme. Il numero di questi impiegati si moltiplicava, e Wyss stabiliva l'obbligo di versare una cauzHme, nèUssava l'ammontare, rifiutava quelle garanzie che non. gli venivano offerte In denaro sonante e costrin- fdsvenivano uuww ui uè"»™ oyuau» » w-,«^»Ti apporto... Neil aprilo _i job . Ulrico wyss; laisui ffi»K'.i.^^faiSv*:;Bfnm im7u^ó £*rMl'M^^^ Soragna e dell'oh. Micheli, presentandoli per lo sconto a certo. Mtitti. Wyss banchiere -' triìffe~iterietrate tutte con 11 consuèto "sistema Più tardi, unitosi al fratello Giacomo, fon- Sp^Aio^o^^ t^^^A^f^^^^j^Tn^ Leone Manderioli Qmnd; si ^«^.j™*6: gnere Silvio diventava l'attivo collaboratore di Emilio l'iain-,guier, il titolare della sedicente « Banque|Gattonale d'émission et de crédit ». A quei tempi risalgono le truffe commesse, per cifro non Indifferenti, a "danno di parecchi illusi i della,' perizia, per lo più affidata a Gadot. A a maggiore incremento di questa industria do: - veva poi servire una succursale od ufficio <U a ^^^^^lof&T^V^ - pattini,' che era stato l'Incettatore di_taluni - affari : ' progetto questo che non ebbé"~attua- i zlone, a motivo di una condanna, a 10 mesi ri- ^^.^^S^afSji ^per aiua sd«ig gJJnna - fìZLTSì li vicende della Banca « Franco-;- nffiST.rimaneva, tra altri, vittima,u.duca i Liftta Visconti Arese la cui iiTeperibilità non - permise all'istruttoria di seguire lopera dei i ^enuU ^«^"ffi futrateuaJa tì;ue dieazionri truffaldine di Wyss. Codesta i Banca, riassumendo Je operazioni degli ili , n^S""5i mìi™ «*i a nei di Londra, di Parigi, di Milano coi : soUto sistema degli avvisi sui giornali) a base ™™ , —.- • . - - .,,-, lano a Bern., a Parigi a Londra per acciur- rl l'are la più cieca fortuna, e ritornando invece hji patria spogliate dellMiltimo soldo. ; infine l'accusa parla di un « Comptoir In-1i ternational • allogato a Milano in via Poerio, in cui avrebbero I operato », sotto la guida e. di Wyss il cajto Mrikfj^ffijffi i Ili il Pattuii e.certo Alberto Ferrary facendo - vittime tre noti industriali Bombardi e il con- i te Giorgio da Varino. e £,a scoperta la fine di Wyss doveva giungere. Dietro a .. t- , - • ■ ,]if<>M i. ner. - «g»±f£J£5fà& inà^a^nT'tt suo ws?ato ri ™JMJ ^Xumc ale Xl canto suo il Wyss ; 1™P> ^SS»S«iS a un rapporto delle Camere di commercio itaa :iane ^ e di Londra e l'avvertimento &F$fàJ?£?&^ a- ftfm»lì" ^vj, auB imnrov- o *«* ^L%a^SmuSSo\ a- w venivano pure arrestati Alberto e- wiir_. ÌY„n pat,ini r£rin 7iH-pr»tti e Silvio t- SeW q^ultofsosteS tatoro n buona fede in quanto sarebbero vittime a loro volta del Wyss; particolarmente l'ing.. Zaba- sostiene di aver compiuto vere e proprie ape- « ^^^8^ o?f»ra*fn A origine gli imputati erano quaranta; se- d '"i.."* - bu ..'"T.^C- 'x •«te uoncvè lìeT uaa paH. d' Msl a. <3tehTarò il i: nP?Ju?S?, ^raccertata ^Presunta innocenza e P°r altri mancat« identificazione. Quelli - h f rinviati al giudizio del-Tribunale -, daUa Camena dl Consisfi0i ^ veati e cioè: a Esprit Tutti costoro ad eccezione dell'av\on- cato DVVltan e dlLeone Manderioli, che ben- t- ^Wrtieo^ml^ Glovanni Ulrico Wyss, Alberto Ferrari, Ugo Pattini, Silvio Zabarella e Darlo Zuccotti in distato d'arresto; Maurizio Cadot, Antonio iMaindrioli, Francesco Dormann, Ermanno Rauh, Enrico Broggia, Emilio Plainguier, Claudio Mayot, Luigi Peleevey, Carlo Veson, an, Lutei D'Altan, Leone Manderioli, Gerald Brook, Giacomo Wyss, Paolo Gunther e Luigi a