La ripresa della guerra complicherebbe la situazione dell'Austria

La ripresa della guerra complicherebbe la situazione dell'Austria La ripresa della guerra complicherebbe la situazione dell'Austria Prossimo inizio delle trattati Te poi itico<coin mere i a l i tra T Austria e gli Stati Meaiitci ■'''■tBM^-s^èttAér:éri(à Vienna, 29, nolie. Ieri, la Borsa di Vienna, ha segnato una nuova e sensibile tendenza al ribasso generale dei valori. Dopo il primo ottimismo, portato dalle notizie di'Londra, è.ritornato quel senso di incertezza e di sfiducia dominante a Vienna il momento attuale. Il rinvio delle trattative di pace, che indica la presenza di gravi difficoltà nella risoluzione del problema balcanico, solleva la possibilità di nuove complicazioni, che avrebbero ripercussione in Austria, e che potrebbero anche condurre ad un mutamento della direttiva pacifica sin qui seguita dalla politica austro-ungarica.- Le controproposte turche, che tenderebbero a ridurre il guadagno degli Stati balcanici ad una blanda concessione delle riforme domandate da essi prima dejla guerra, sono generalmente ritenute ben poco serie e considerate piuttosto come un mezzo della solita tattica dilatoria turca. Ci si domanda se nel momento attuale, la Turchia senta la necessità di concludere ad ogni costo la pace, oppure se essa creda che la situazione sia !tanto foTtc da dover guadagnare solo lem può indebolire le risorse degli Stati balca nici. Nei circoli balcanici di Vienna si apprende quanto ebbe già a dichiarare il Ministro .serbo, dottor Yovanovich. Mi si dice, oggi, che i Delegati balcanici non si presteranno per molto tempo al giuoco turco, e se le trattative, da domani sera, non accenneranno a risultati positivi, si romperà ogni indugio e si precipiterà la situazione. Nessuno dissimula la convinzione che una ripresa delle ostilità potrebbe provocare giravi complicazioni, con un intervento di altre Potenze, sinora rimaste passive, le quali potrebbero allora profittare della buona-occasione per -muoversi. Ha sopratutto valore, in proposito, l'attitudine dell'Austria. Questa attitudine rappresenta ancor», una incognita. Vi ho già detto che a Vienna non si è nè pacificati, uè soddisfatti della piega sinora seguita dagli avvenimenti, e, dall'altra pai-te, vi sono ancora molti importanti problemi pendenti con la Serbia ed il Montenegro, per 1 quali si potrebbe stimare opportuno far valere i mezzi energici e gli atti di violenza. Un tale punto ' grave della situazione deve essere tenuto stranieri, ad una ulteriore resistenza, che po per completare i nuovi armamenti e proseguire poi ancora le ostilità. Ora, a ; Vienna, si crede che a Costantinopoli non .sj voglia fare la pace a qualsiasi prezzo e chfl si sja incoraggiaU, anche da elementi pure in conto, per un giudizio preciso sul momento attuale.. Nel problema della pace, l'elemento più rassicurante è rappresentato dalle intenzioni di qualche Potenza ad intervenire, come già vi ho detto, per impedire una ripresa della guerra balcanica. Si dice, qui a Vien- nà, che anche Sir Edward Gréy sisforzerà ad ogni modo, per evitare che le trattative di Loncjra sjano interrotte. Questi sforzi diplomatici dell'Inghilterra, ai quali si uniscono anche quelli del Gabinetto di Poincaré, trovano eco favorevole in Germania, e sono favoriti da un certo atteggiamento amichevole dei rapporti anglo-tedeschi e dalla ferma volontà di Kinderlen Waetcher di evitare una nuova guerra. Vi è poi da osservare che un diretto ed effettivo intervento delle Potenze nella questiono della pace, potrebbe sollevare nuovi problemi pendenti, specialmente per la Turchia, nell'Asia. Si comincia infatti a parlare già vagamente, in questi circoli diplomatici, di una intenzione dei Gabinetti russo e francese di domandare, in caso di un intervento, un-nuovo assetto allo stato di cose in Armenia ed in Asia. Quanto alle trattative di indole economica austro-serba, l'ufficioso « Neue Viener Tageblatt»,. confermando quanto vi dissi, smentisce in una sua nota tutte le voci corse in proposito. La nota dice: « Tutte le notizie che parlano di trattative già iniziate sotto qualsiasi forma per un è avvenuto in proposito ». Questa notizia chiarisce un po' la con1. , , „ . ,„,, . .. , i fusione che si era fatta dai giornali con le più svariate notizie attorno a questo problema. Si sa, però, ora, che si va prepa- jaccordo commerciale fra l'Austria e laSer bla assolutamente false.-Nulla, finora, rando il terreno per il reale inizio di una discussione. Il ministro presidente ungherese Luckas, nel suo discorso-programma per il" nuovo anno, secondo quanto si apprende nei circoli governativi bene informati, riserverà una notevole parte per annunciare, insieme ad alcune riforme elettorali, di cui ho detto ieri e che dovrebbero essere applicate per le elezioni della primavera del 1914, l'inaugurazione di una nuova politica commerciale balcanica, determinata dagli avvenimenti balcanici e dal mutamento della situazione internazionale. A questo riguardo, il Parlamento ha già dato al Governo tutti i pieni poteri necessari con la votazione di una legge di autorizzazione, legge che ha avuto appunto oggi la sanzione dall'Imperatore, cosicché, non si oppone ora più alcuna difficoltà di ordine parlamentare alle trattative politico-commerciali con gli Stati balcanici. Già nei primi giorni del gennaio prossimo si terranno nei diversi Ministeri ungheresi delle conferenze interne, il cui risultato sarà partecipato al ministro degli esteri, che alla sua volta, mettendo d'accordo i desiderii dell'Ungheria con quelli dell'Austria, formulerà le precise condizioni domandate dai due Stati della Monarchia.

Persone citate: Edward Gréy, Luckas, Poincaré