Le due parti

Le due parti Le due parti Rama. 39, notte, ti annuncia da Londra eh» la seduta di Inmanj della Conferenza per la pao» aarà 'daclaiva. I delegati balcanici, i quali, di fronte alle controproposte della Turchia, non hanno saputo no voluto mantenere fo- limpica calma che mantennero i delegati ottomani di fronte alle proposte degli alleati, andranno domani'alla seduta col proposito di dichiarare rotte le trattative nel caso in cui la Turchia non ceda su tutta la linea? Essi si mostrano intanto irritati perchè la Turchia ha fatto delle contropro- poste che non possono essere nemmeno discusse. Che le controproposte turche non siano accettabili, è vero, ma ò anche vero che non sono nemmeno accettabili le proposte fatte dal blocco balcanico. A proposte eccessive la Turchia ha opposto controproposte eccessive. Da ciò il rigetto prima di quelle da parto della Turchia, e dopo di questo da parte degli alleati. Como fu eccessiva la proposta di consegnare agli alleati quasi tutta la Turchia europea e tuttollo isole dell'Egeo, cosi ò stata eccessiva la controproposta di lasciare tutta la Tracia •otto l'aniministrazione, diretta e immediate della Turchia, di convertire tutta la Macedonia in principato sotto l'alta sovranità del Sultano, con un Principe nominato dal Sultano, e di mettere sotto la piena sovranità della Turchia tutte le isole. Gli Stati balcanici, nel formulare le loro proposte, , partirono dal presupposto che l'impero ot> tornano fosse completamente alla loro mer-, cè, e perciò lasciarono fuori dalle loro pretese ciò che sapevano di non potere toccare per l'assoluto divieto delle grandi Potenze; Costantinopoli con un breve retroterra. Di fronte a queste proposto i delegati turchi restarono impassibili, ma il loro p.ojfcvU'no se ne valse partendo, nel formulare le controproposte, dalla concoide dichiarazione che gli Stati balcanici avevano latto al momento della ' intimazione della guerra alla Turchia. Poiché allora la Bulgaria, la Grecia, la Serbia ed il Montenegro avevano dichiarato formalmente che miravano unicamente all'attuazione' delle riforme .promesse nel trattato di Berlino, e le grandi Potenze avevano preso l'impegno che qualunque fosse stato l'esito della guèrra, lo stalli quo territoriale nei Balcani sarebbe rimasto intatto, la Turchia formulò le sue controproposte in perfetta armonia con la formale dichiarazione degli Stati balcanici e col solenne impegno delle grandi Potenze.- Una dfchiarazione in questo sènso fatta nella seduta di ieri dal ministro Fiechid pascià, primo delegato turci>r;C*menlò in sommo grado la irritazione dei delegati balcanici, chc ieri pronunciarono parole vivaci nella seduta della Conferenza ed oggi, nei privati conversari, si sono abbandonati a. minacele in verità non molto serie. Uno di loro ha detto che se domani i delegati turchi non cederanno, gli alleati riprenderanno senz'altro le ostilità, marciando su Ciatalgia e anche su Costantinopoli. «Quando non vi saranno più turchi in Europa — egli ha concluso — non sarà più il caso di domandare ad essi che cosa loro non appartenga più, nè discutere la cessione di una parte di territorio di cui èssi non occupano nemmeno la minima par,tè Sono precisamente queste minacele che autorizzano i nostri colleghi di Londra a fare previsioni pessimiste fino al punto Idi preannunciarc la rottura delle trattative nella seduta decisiva di domani e la immediata ripresa della guerra. .Anziché fare eco a tali previsioni catastrofiche, ci ò grato di sperare che nella seduta di domani si inizlerà invece il periodo delle reciproche concessioni che dovranno fare capo all'accordo. Se, — come è molto probabile, — gli uni e gli altri delegati si mostreranno inchinevoli a mercanteggiare, la seduta di domani non potrà essere decisiva, perchò1 non è possibile di arrivare in una sòia seduta dalla proposta p dalla controproposta eccessiva all'accorilo; La Turchia non ha mai fretta, nemmeno quando si trova con l'acqua alla ge¬ |ia* iBisògna inoltre riflettere che, durante l'armistizio, sono riapparsi a Costantinopòli I membri più influenti del Comitato ictJnione e Progresso », il quale dà nuovamente- segno di vita. Si dice perfino che i Giovani turchi, profittando del ritorno di Enver bey, che è dei loro, siano arrivati alia persona del Sultano, il quale avrebbe influito 'sul suo Governo per fargli smettere la persecuzione dei Giovani turchi, che éàrebbero già in ottimi rapporti col miniBtro della guerra, comandante supremo a Ciatalgia. Il ritorno in auge dei famosi membri del Comitato «Unione e Progresao> non contribuisce certamente ad abbre*iape i lavori della Conferenza, perchè essi rajrpresentano la corrente bellicosa. Ma dal riconoscere che la situazione non è limpida: e che non è facile di arrivare alla contìhislone della pace, al proclamare che daltaseduta di domani verrà fuori la immediata ripresa della guerra ci corre molto, -le minacele della ripresa delle ostilità proveagono da unaeparte e dall'altra. Mentre 4 tiM***('<*tdaÌalei si dichiarano pronti ad eipellare da Costantinopoli l'imparo ottomano, 1 delegati turchi annunciano che a Ciatalgia 850,000 soldati freschi e bene aqui poggiati aspettano impazientemente la ripresa delie ostilità. Ma. non è torso possi hiIe chc ognuna dello duc parti minacci la ripresa della guerra per indurre l'altra parli a cedere?! da£| ^ poterìie; ]c cjualii temendo giù stamcntc che ]a riproSa dellu guen.a Dnlc Comunque* non bisogna dimenticare cito l'una' e l'altra parte sono bene guardate L_ . mea possa creare gravissimi motivi di di- liicni'di^stìdfflti'mus^S Ò-saccordo fra loro, si mostrano assolutarnen- te risolute a impedirla. Adesso non siamo,più all'epoca, della guerra italo-turca quau- do tutto le grandi Potenze si preoccupava- !no immenso,nenie del prestigio del Sulla-, di fronte- al mondo mussulmano e ga- riguardi ne ut ironie- ai ni un ao mussulmano e gu- reggiavt.'no nell'usare i massimi riguardi alla Tv.rchia;"ora del prestigio del Sultano nsn sì preoccupa nemmeno l'Inghilterra, |cKe pure deve fare i conti con sessanta mi-ra tutte le grandi Potenze trattano la Turchia come questa merita di essere trattata, e nessuna di esse si scandalizza della grandissima disinvoltura con la quale l'ambasciatore russo preme pubblicamente sul Governo turco per costringerlo a cedere di fronte alle condizioni degli Stati balcanici. Adesso perfino l'Austria-Unghéria, che pure è stata più volte accusata di eccitare la Turchia alla resistenza e alla ripresa, della guerra, si meraviglia altamente' delle' controproposte turche 'e le. dichiara}.inaccettabili. D'altra parte ormai 6 risaputo che nemmeno gli Stati balcanici, travagliati dalla discordia o oppressi dalle gravi conseguenze della guerra, sono in grado di riprendere questa e-di fare a mono dei consigli delle- •g*ttndi.:.;i»otenze-. Le- -grandi -Potenze, finché simàntongonò nella presente concordia, sonò sicure della conclusione della pace balcanica;..i.Toro suggerimenti saranno certamente accettati tanto dalla Turchia quanto dagli.'Stati balcanièi. Perciò, invece di dare "soverchia- importanza alla pretesa intransigenza degli alleati e della Turchia, facciamo voti che l'accordo delle grandi Potenze non venga rotto. C.

Persone citate: Rama