Una giornata di testimonianze al processo per il delitto della Caserma Lamarmora

Una giornata di testimonianze al processo per il delitto della Caserma Lamarmora Una giornata di testimonianze al processo per il delitto della Caserma Lamarmora (Corte d'Assise di Torino) e e S ax- rie ivca- o a o o vi a dì n o a) Udienza antimeridiana E' guarito il presidente, ma e caduto ammalato il capo dei giurati aw. cav. Rizzetti. Ma se un presidente non è possibile sostituirlo, un capo giurato è sempre sostituibile. E cosi prende il posto dell'aw. Rizzetti 11 cav. uff. Verona per acclamazione. Boschi (alzandosi) : — Per me va benissimo. E cosi abbiamo avuto anche l'approvazione dell'imputato. Subito è interrogato il vecchio padre del Novara, che si presenta piangendo. — Era buono vostro figlio ? — Fin troppo... Lavorava, soccorreva sempre la famiglia, pensava ad una nipotina orfaniella; era fidanzato. Aw. Villabruna: — Quanto di risparmi poteva avere il figlio vostro negli ultimi tempi? — Circa ottocento lire. La madre del Novara, più che settantenne, non si può presentare all'udienza per malattia. Avv. Bei'uttà: —- So il presidente la vuol far venire qui, ci adopperemo perchè... Altri avvocati : — No, no, rinunciamo... Avv. G. G. Garizio : — Oh per me rinuncerei perfino alla causa (iìarifd). Il commissario cav; Bressi descrive minutamente, non appena il presidente glie ne fa invito, le indagini da lui fatte non appena si scopri il cadavere del Novara, I suoi sospetti caddero subito sul Ra.viola perchè affermava di non aver sentito nulla e perchè sul suo tettuccio c'era una macchia di sangue. Più tardi il tenente Muiler avverti la polizia delle confidenze del soldato Invermzzi. Arrestati il Boschi ed il Poli confessarono la partecipazione .al delitto. Il Poli però non ammise di aver messe le mani addosso alla vittima. Il testimonio racconta quali furono le prime contraddittorie dichiarazioni degli accusati. Ritiene che almeno due di essi abbiano trasportato il cadavere dentro al sacco nel prato. Presidente (al Boschi) : — Il sacco non è molto largo: come avete messo il cadavere dentro? Boschi: — Completamente: la bocca del sacco era chiusa quando io mie lo posi sulle spalle: non so come gli altri avessero cacciato il morto nel sacco... Aw. Michele Nasi (al teste) : — Che contegno ha tenuto il Raviola? feste: — Oh im differente: solo aveva una precipitata palpitazione. P. M. : — La rivoltella dove fu trovata? — Al suo posto dove era tenuta dal vivandiere. Aw. Roccari.no: — E aloè? — Nel banco. Il commissario Bressi afferma che subito in quartiere gli rivelarono che tra il Raviola ed il Novara correvano frequenti litigi. La deposizione dell'ex soldato Inrernìzzi L'ex-bersagliere Invenniizzi, che ora fa l'impiegato a Milano e che è un giovane elegante e disinvolto, incomincia a protestare contro alcune parole poco benevoli della Cronaca dei Tribunali. P. M.: Ma lasci andare: lei ha fatto il suo dovere. Ha sentito la gravità del fatto ohe tanta macchia rimamesse nel reggimento... Galmatosi, l'Invernizzi narra come divenne amico del Boschi, dal quale ebbe confidenza del suo passato tutt'altro che lindo. Osservò l'intrinseca amistà tra il Raviola ed il Boschi. Questi gli confidava che il Raviola gli dava del denaro a che im cambio l'accompagnava a donne. Il giorno del delitto subito il sospetto del testimonio cadde sul Boschi. Si trovava in un crocchio dove si parlava del delitto. LTnvernizzi disse: « Mi duole d'essere ^bersagliere, perchè ora il pubblico potrà dire che sono anch'io un assassino, perchè l'assassino è tra noi ■. Il Boschi a queste parole impallidì. E dopo poco cercò un pretesto per allontanarsi. Anche il Poli fece lo stesso. Il Boschi non tardò però ad avvicinarlo e un po' pallido gli disse: — Hanno arrestato il Raviela, e temo che arresteranno anche me. « — E perchè? « — Perchè una volta Raviola mi disse ai uccidere il Novara e se dice questo alla Po lizia le cose andranno male per me •. E dopo alcune esitazioni il Boschi fini per dire : „ « — Sono io che ho ucciso 9imone... ». L'Invernizzi tenne a bada il Boschi, non ep pena avuta la iconfessione, e quando giunse il tenente Muiler gli riferì, come era suo dovere, l'accaduto. Presidente: — Perchè le vennero subito sospetti sul Boschi ? — Perchè alla mattina lo vidi in cantina. Aw. Pavesio. — E il Poli che contegno teneva? — Apparentemente indifferente: il suo viao però dimostrava l'intensa trepidazione. Però non fece parola: 6i tenne in disparte. Boschi si alza e, frenandosi a stento, dice: Se il bersagliere Invemizzi vuol dire la « sua confessione », dovrà dire lo cose diverse da quelle che ha detto... Io non ho mai accusato il Poli... Presidente. — Ma come poteva l'Invernizzi fare il nome del Poli al tenente Muiler, se non glielo avessi detto tu? Boschi. — Sono rovinata; ho fatto il male e cliiedo perdono; ma la verità è ima sola, non è quella che ha detta l'In verni zzi... 11 tenente Muiler depone sulle rivelazioni che gli fece l'Invernizzi. Non appena le ebbe ottenute, il tenente ifnchiiuse nell'ufficio ITnvernizzi, e corse nelle camerate per arrestare il Boschi ed il Poli, prima che questi, alla libera uscita, potessero uscire. Arrestato il Boschi e perquisitolo, NsPlipsilndvildscoercogspcPsiNqcimrol'navumgmdslaedcvopsumonco li ò es. ti i-a a to H ria, rdi el ie, he no ra le a Muiler gii rinvenne la moneta'd'oro da 100 lire. Nè il Boschi, nè il Poli vollero da prima parlare, ma poi, pren dendoli di sorpresa, confessarono ogni cosa. Aw. Pavesio. — Che contegno aveva il Poli? — Molto abbattuto. — Sa dei precedenti dei due soldati? — No. Solo mi risulta die E iPoli era un ottimo soldato. Il tenente-colonnello cav. Polito reca informazioni incondizionatamente buone eul Novara. Ricorda invece qualche episodio sul Ra viola, che dimostrano com'egli fosse zotico a poco riguardoso pei superiori. Aw Pavesio. — Pur troppo non tutti sono responsabili di mancare d'educazione. Francesco Rovecchi, ex-bersagliere, sa che tra il Novara ed il Raviola non cotrawanoibuo ni rapporti, solo perchè il Raviola mal tollerava gli ordini dell'altro. Il capitano del Boschi Il cap. Carlo Contrada sul Boschi narra che notò subito in lui un carattere un po' strano piuttosto melanconico e cupo. Una volta, leggendo una lettera del padre. 11 capitano fu commosso dai sentimenti che questi esprime va 11 povero padre 6i lagnava deMa condotta del figlio, dedito ai vizi e elle donne. — Quando io lessi — narra il testimonio — al Boschi la lettera, egli insorse, dicendo che 8 padre non gli aveva mai mandato danaro, ma cho egli il denaro lo riceveva da delle donne. Ai miei rimproveri, rispose: «Lo so lo so che chi prende denaro dalle donne un fetente ». Il Boschi pronunciava anche del le minacele contro il ixidre. Io, dopo evere studiato un po' a fondo.il carattere del Boschi avevo proposto il suo allontanamento da Torino. Ma la mia proposta non fu accolte Un mese dopo egli si rendeva colpevole del feroce delitto. Quando un giorno mi riferi, rono che Tli autori del delitto erano bersaglie ri della 2.a compagnia, io subito dissi, perabudmsctdcistintivo intuito: allora è il Boschi. \vv Pavesio. — Conosce il Poli? — Nossignore; era della 3.a compagnia. Avv. Damiani. — Sa che il Boschi fosso eda a. ola orLa dito ai liquori? i- —Nossignore; solo una volta lo sorpresi col- la l'alito fetente di alcool. sa, Gilda Nebiolo. fidanzata ilei Novara, dice di ai- ; questi ogni bene. il Presidente. — Eli, giù, se lo sjjo-sava... Ella illora fa la cuoca. 11 padrone ha mandato a di-o, re che ha bisogno di e; psr fargli eia vnen- la giare... La lasciamo subito in libertà... do' Awocati. - Veramente non sappiamo per- che il P. M. l'abbia fatta venire 'mi.,. Il padrone del Raviola [ _,.„••„ , , ..ciFelice Zullo, vivandiere, mentre elogia il'paNovara nega assolutamente che il Raviola si quia con lui lamentato del compagno di lavoro. -maggiore licenziato, Po- Per mancanza di rispetto al to, il Raviola doveva essere oi fu perdonato. Presidente. — Ci sono delle circostanze trana, il Rsviola doveva essere licenziato, l Boschi doveva essere traslocato al Monceisio. -Disgraziatamente la bontà, e il perdono... Aw. Miche!*) Nasi. — Ciò dimostra che sul elitto pesùiwa una fataUtti inesorabile. Aw. Pavesio. — La grande megera dalla ita. Ppresidente — pptacontePma. piBdimli testimonio esclude in. modo assoluto che nl Novera abbia potuto nasconderp nel tan- ono della mensa le 500 lire. Là furono .na- cacoste cento dagli assassini, che lo rubarono; da vittima. Afferma ancora che la rivolli.*&a ra la sua, ma egli l'aveva lasciata, incartata»1 nosi come l'aveva ricevuta dall'armaiuolo. Quando la rivoltella fu sequestrata essa era taià spacchettata, il che dimostra che gli as- Massini dovettero per qualche momento im- efossessarsene. — Può essere — domanda il , he il Raviola con essa abbia minacciato il Poli o il Boschi? Teste. — (Non so, ma l'arma era scarica. Il testimonio narra che quella notte, impenierito di non aver visto ancora rincasare il Novara, ne domandò notizie al Raviola. Ma uesti rispose ironicamente: « 11 signor prinipile non è tornato... I signori non sono mica vacche... ». 11 Novara era timido e pauoso, temeva sempre cattivi incontri. Presidente. — Sono presentimenti... Il Novara — secondo il testimonio — aveva *'imprudenza di mostrare sempre i suoi de- ari. Il Raviola certo sapeva che il Novara oaveva ottocento lire di risparmio. pAw. Pavesio. — Cho contegno tenne il Ra- niola quande si seppe del delitto? , q— Non appena si sparso la voce che un' uomo morto era state tirovalto nel prato, dmandai il Raviola a vedere olii fosse il dis- ngraziato. Egli tornò e mi disse tranquilla- mente: E' Simona D'altronde il Raviola si tldimostrò sempre indifferente e quasi sarca- dtàco. Luigi Daffare, trattore, alla mattina del de- nitto trovò la bicicletta abbandonata, vicino al pinnacolo dalla sua osteria. La bicicletta pra in buono stato. qAvv. Villabruna. — Altro che gettata giù dal muro, come dice il Boschi. . d; pIl canìtano del Poli ' i p. il capuano oei roii _ , R capitano Paolo Dompè ebbe nella sua recompagnia il Poli. Lo dovette punire una svolta sola per avere con un altro bersagliere offeso un compagno. In quel fatto ebbe una Eparte secondaria vAvv. Villabruna — Fu sempre il violino di pspalla... nTeste. — Non ho avuto occasione di fare vuno studio. speciale del carattere del Poli, pma io lo credo non un malvagio giovane, fa- coilmente suggestionabile. | dAvv. Pavesio. — Di che intelligènza? — D'intelligenza è molto ottuso. I teIl caporai maggiore Arcangelo Corfeiazzi ' Gnarra che quando in piazza d'Armi si, seppe pche un uomo era «tato trovato mono nel prato A| attiguo olla caserma, il Boschi esclamò in bolognese: «Ohi boja de la Mad...l ». Il tenente Ugo Guelpu fu il primo degli ufficiali ad accorrere sul luogo dov'era il ca- davere ma a prima vista non riconobbe nel pmorto il Siepone Novara. Siccome u presidente domanda a tutti i testimoni, se il Novara era un ■ buon piovane, l'aw. Michele Nasi protesta: — E' inutile far ripetere sempre le stesse cose. Lo sappiamo che il Novara era un'ottima persona e lo ammettiamo per i primi noi. Presidente. — Per un povero assassinato non sarà miai abbastanza itrjpetvrto {'elogio della sua bontà. E cosi un altro elogio incondizionato della vittima fa Michele Vaiata. Il soldato Coluzzi fu quegli che trovò nel ttnnvtendone della mensa ufficiali le 500 lire che eegli si affrettò onestamente & consegnare al cantiniere, fl quale a sua volta le rimise al BComando del reggimento Si chiede allo Zullo, locandiere, deve tenesse usualmente il telone. — Nella terza stanza della cantina, cdlPresidente V41 tBosclW). >— Fu in Quella cstanza che attendeste li ritorno del Novara? r— Io non so — risponde il Boschi, cho sta- mmane è molto abbattuto — dove ci siamo ter- smati. Non ho veduto telone alcuno... I . Il Boschi 'ha sovemUi pl&anto, come pureI ppianse il Poli, .quando il capitello Dompè parlo di hii in modo benigno. Solo Raviola è irimasto impassibile nel suo volto giallastro. de contorto da una piega sinistra immobile. L'udienza è rinviata al pomeriggio. Udienza pomeridiana Folla strabocchevole, pervasa da una curiosità morbosa. Subito aperta l'udienza, ò ripresa la escussione testimoniale. E' richiamato 11 Mailer, pvcudztenente' n; RAw. Beruttl: — Il Boschi quando le fece la sua confessione disse di avere agito in istato ' di ubbriachezza? — Nossignore. Aw. Nasi: — Disse di essere stato minacciato dal Raviola colla rivoltella? — Lo disse più tardi al giudice istruttore. Avv. Damiani: — Nello stesso giorno però della confessione? — Sissignore: era ancora in Caserma. Pubblico Ministero: — Come confessarono il Poli ed il Boschi ? — Si gettarono addosso vicendevolmente la responsabilità: poi, d'accordo, dissero che fu lì Raviola che colpi ed uccise. Aw. Pavesio: — Ormai è chiaro che fu il Raviola che salito addosso alla vittima, che la martellò e la strangolò. Presidente: — Ma gU altri due tenevano ferma la vittima. Aw. Damiani: — Tenevano un uomo morto... Presidente: — Ed «3km, perchè non se ne sono andati? Richiamato fi vivandiere Zullo, e richiesto di informazioni sai Boschi, afferma di non poterne dare In modo preciso. Aw. Pavesio : — Quanto guadagnava il Raviola? — Venticinque lire ss mese; era mantenuto e spesato. Presidente: — Con c5 lire al mese non si può pagare agli amici il lusso di donnine allegre... Le donnine costano care... - Avv..Guaita: — Oh, la mercuriale di tale mercato è cosi vasta. Teste: — Ma credo che il Raviola mi rubasse del danaro. ri testimonio poi ritorna a confermare che la sua rivoltella era incartocciata, e che 11 giorno dopo E delitto, fu trovata fuori dal pacco. fi giurato Daddarro: — Le finestre della cantina hanno tutte le inferriate? — Sissignore, tutte. Il bersagliere Angelo Valsatene, che viene da Catania, non sa che cosa deve dire. Si accontenta di affermare che 11 Rettole, ed il Novara si equivalevano. Il Presidente (ironico) : — Forse, per la statura... G. G. Garizio: — La! al Presidente gli è tor- , t frusti due soldati t>rnnn:i... h . HManpMm~i -Ss sd:aia\ano sulla branda e chiacchiera'tano... naU' ,u voce. 1 «? Presi r'nnt» ; — E per tutto questo hanno fatto Ih-m .<• ijstmionio fin da Catania. G. G. Garizio : — E' un teste di Parte Civile! Povero erario... 11 caporal-maggiore Oliva-rio assicura che il Poli era un ottimo bersagliere. Solo da un mese prima del delitto si erano notate le assiduità de! Poli col Boschi. \vw Pavesio: — in istruttoria, ella disse che dormivano, talvolta, nella stessa emva r testimonio è.molto circospetto su onesta circostanza, nonostante che gli awocati, con palesi allusioni, cerchino di largi dichiarare qualcosa dì più Avv j>avesi0; _ ch6 Coneetto avevano del Poli i compagni ? Teste:'— Si, è vero: ma, però gli dissi di portarli da mia zia, c scrissi subito alla zia, per sapere se 11 avesse portati. Le convulsioni di Baschi Il proprietario Nasetti ebbe, come suo contadino, il Boschi, e lo vide due o tre volte colpito da convulsioni, . Il Presidente assume un tono un po' canzonatorio e gli awocati Damiani e Guaita protestano, per questi indiretti apprezzamenti del Presidente, che vogliono togliere ogni valore — Gli volevano bene, ne rimasero molto stupiti di saperlo complice nel delitto. Il capitano, cav. Giovanni Serra, ritenne il Boschi sempre cerne un pessimo soggetto, Avv. Villabruna : — E questo è un testimonio di difesa... Presidente: — .E allora, perchè lo prese come ordinanza? — Oh. provvisoriamente ! e, del resto, lo tenev* d'occhio, Presidente: — Vogliono chiedere altro, avvecafci,mal testimone?... Awocati: — Oh, noi noi Avv. G. G. Garizio: — L'aw. Damiani rinunzia a tutti i testimoni di difesa... (riso), Boschi si alza: — Vuol dire, il signor capitane,"— egli domanda, — se, quando partì pel Moncenisio, non mi lasciò in custodia i suot effetti di vestiario e quelli della sua famiglia? *"» deposizione del testimonio, Anche il proprietario Dalli, con terrazzano o*1 Boschi, senti due volte dai fratelli e dal padre di costui, che egli soffriva di convulsio- ni- Quando il Boschi fu in Germania, mandò qualche volta danaro alla famiglia. Un giurato: — Il capitanò della compagnia del Boschi ha visto mal nel Boschi stesso i fe» nomeni convulsivi? Capit. Contrada: — Nossignore: godeva ottlma salute: solo si dava ammalato quando doveva fare qualche servizio gravoso, Aw. Damiani: — Ella,, però,.ha detto di aver notato in lui un carattere cupo e trista.... Capitano Contrada: — Ma non credo fosse per malattie, piuttosto, reputo, meditasse già qualcosa di grave. Pare ai ditensori del Boschi che il capitano dia una intonazione esagerata alla sua de- posizione e protestano contro la troppo facile psicologia a seconda opportunità. il .capitano assicura che egli non ha inte resse nè ad accusare, nò a difendere il Bo schi mai soltanto a fare omaggilo alila verità, i conterrazzani del Boschi: Emilio NaJdi,' Emilio Michelini, Elisa Galli, Lorenzini S'-t vio, Lorenzini Paolo, Lorenzini Angelo, Cam- pari Pietro, sindaco di Monghidoro, afferma no che il Boschi da giovinetto pativa le oon- vulsioni e delle emorragie nasali, e dalla voce pubblica era ritenuto deficente. Correva an che voce in paese che la madre abbia avuto degii antenati infermi di mente. Il tenente Celestino Vitelli ebbe come at- tendente il Poli un mese prima del delitto. Gii parve sempre un bravissimo ragazzo. Era pulito, anzi aveva delle pretese di eleganza, Aiutava i compagni più deboli nelle fatiche. Aw. Pavesio — Egli ha sempre alutato... P. M. — Anche a fare i delitti.... Aw. Pavesio — Era il suo destino... Il capitano M addai ano Marenco non ricorda particolari speciali sul Poli. Aw. Pavesto (al Poli) — Quanto tempo siete Stato sotto il capitano Marenco? •— Sei mesi. ■ Il testimonio non ha rilevato nulla di notevole nel carattere del Poli Aw. Pavesio — Mi duole d'averlo fatto ventre . dia Cerna, di cui ella fu sindaco.... Attenti : ecco Lamarmora ! I testimoni Alessi e Fedele Ramello affermano che il Novara era un'ottima persona. Boschi — Il teste Ramello può diro che una. volta, nel suo esercizio, il Novara, vedendomi entrare, gridò: Attenti, entra Lamarmora. h testimonio non ricorda questa circostanza, Bisogna notare che il Boschi era chiamato PMcol soprannome di Lamarmora. Dopo brevissimo riposo ei leggono alcune] deposizioni di testimoni assenti e poi si dà la parola ai periti prof. Tovo e Calliari perchè confermino il loro referto scritto sulle lesioni riportate dal Novara e le causali della sua morte. Il prof. Tovo conferma pienamente le sue affermazioni scritte giù. noto, Presidente — Crede che ci sia stato lavoro per tre? — L'assassinato era robusto. Non si può pal iato in modo assoluto: ma dato ia numero dejie traccle e lesioni trovate eul cariiware. I posso arguire che tre fossero gli assassini. La vittima deve aver tentato di difendersi. Le contusioni sopra gli intestini dimostrano che uno .degli assassini s'inginocchiò sull'addome della vittima e prese questa pe* tì coHo strozzahdolBi Aw. Pavosio — Questo collima eolla versio' ne del Boschi e del Poli, quando dicono che il ; Raviola fu quegli che assassinò il Novara S1^ altri due tennero ferma Ja vittima, ' Aw. Hoc calino — Ed il martello che parte ebbe nel delitto? — Fu adoperato o con poca forza o malamente. — Il Raviola aveva ' abbastanza forza per strangolare il Novara? — Sissignore. Aw. G. G. Garizio: — Al piede 9iaitflt»o della vittima non mancava un"unghia? — Sissignore; ma aveva ciò il carattere di una lesione già. vecchia. Presidente: — Ma poteva il Novera andare in bicicletta senza una unghia? Aw. Guaita: — Non si va mica in bfoicletta colle unghie. Presidente (al prof. Tovo] : — Lei crede ohe et si trovi dinanzi ad una trinità, con un'anima sola?... Prof. Tovo : — Senza dubbio. Il dibattimento e rinviato a lunedi, nel pomeriggio, per le perizie psichiatriche. Come si vede, si 6 corso a tutto vapore. E ne sia tede a tutti. Ma la stessa celerità, colla quale si è potuta esaurire la parto sempre gravosa, faticosa e lenta dell'escussione testimoniale, dimostra come le testimonianze, numerossime, avessero poca importanza. Questa volta, però, non è solo i difensori (ai quali ormai è di costume dalla fama pubblica, attribuire la colpa della lunghezza dei dibattimenti),, che si devono ritenere responsabili di una eccessiva esuberanza di deposizioni e di indagini testimoniali. Fu ancho il Pubblico Ministero che esagerò. Ma, poiché il dibattimento si e potuto sbrigare abbastanza velocemente, non resta che lodare la larghezza magnanima e serena, colla quale focene a volle abbondare nelle concessionti agli accusati di tutti i mezzi. di difesa. E, dopo tutto, aveva ragione forse un sommo magistrato, quando soleva dire: — Per uno sciagurato, che arrischia Ja galera: per tutta la vita, un galantuomo può perdere anche qualche mezz'ora di piti'del preventivato. OINI.