La donna libera

La donna libera La donna libera Trm miti di Eugenio Brlmux Partii, 17, flotta Eugenio Biteux ancora una volta ha indossate aopra a vestito verde dett-eooademlco U saio dell'apostolo, e con una «uova cornm_eiia si e preposto di morallartònte esaltare, come unico mezzo di aailvasione per una moramente libera.. 11 ; donna borghese, matrimonilo. Ed ecco oome e con quale la* vola : _ E1 in casa dei signori Gueret un gnomo rliochi, ma ora ridotti all'orlo «ella rovina, per la fuga del loro notalo, che 11 orlano atto ci trasporto, si levar del. tètani* Si e m piene, festa; si dovrà rappresentare la Barberini, di Alfredo de Mueset, di cui è protaeontsta la betta Teresa, flgWoooia dei padroni di oasa. Ed è proprio durante quesja festa che è giunta ai padroni da cosa la terapie notista delia fuga del notalo. Che ha portato via con sé la ricca dote di Teresa. I signori Oueret me «hw> atterriti, è desolatainente Stafano Gueret fa presento affla mcgilto che ormai non potranno più vivere a Parigi, dovranno confessare a Teresa le tristi condizioni loro, e dovranno ritirarsi inai podere, che solo si è salvato dalla rovina, presso Evreux. E «riandò un parente offre al nipote dal Gueret, che ama Teresa, una conveniente occu nazione In una sua industria, il penstepo dt tutti è per Teresa. Come accetterà, domanda Renato, la situazione? E Stefano Gueret, ormai risoluto ad affrontare con antmo seTono la triste sua poelartome, risponde: ..'La condurremo con noi. Essa flou na nessun parante, Suo padre, morendo, l h* affidata alUe mie cure. Io non posso e non devo lasciarla, WA potrà sposarsi ad Evraux anche senaa dote. E' bela, grlovan'e ed istrutta, n signor Oambord, che è ricchissimo, non domanda di meglio ». Questi propositi atterriscono Renato, che ama Teresa. — Ma «e 11 signor Gambard ha 49 aanll — egli arida. — Teresa non vorrà saperne! — Allora l'esteta con noti • ma a una condiziono, perchè non voglio scandali a wretM Dovrà smettere tutte quelle sue maniere di md-lne-ndMiMil E dovrà rtnunaiare a scrivere nello riviste pftriKfoie, a frequentare le con. ferenze della Sorbonne, ad andare alte corso. Fervono intento a preparativi per la, recita imminente. Il vecchio parente Pelint, quegli che gomerosoimente ha offerto im posto a Renato, è soondolézKato del contegno disinvolto ai Teresa e della sua piccola amicti Luciana. Ma 0e fanciulle to canwffija.no e lo ras* Sicurano. Luciana spiffera con grazia birio chtna le sua ardite teorie: — Il flirt — ella dice — non è ciò che credete. Quando nói flirtiamo, noi giochiamo ell'amorc con del (flovtinotlti della nostra età, come pesavamo alla maternità con m nostre bambole. Oggi im le fanciulle bon ci sono più delle «oche bianche», nè dedite demivierges, Xoi slamo dello personcine onesta; fredde, riflessive, leali, qualche Volta, alfegre. E storno anche troppo lirrtWllgenitl per non rimanerci oneste. Tutto quello che dès4derlamo o di fare un bel matrimonio. Luciana Intanto annunzia a Teresa ohe il euo matrimoniò con Armando Devei può dirsi oramai concluso, mentre Teresa invece coflifessft ttlrtì.micft che -ti suo matrimonio con Renato è t'olio. •, — Som senza dote! Noù ho pia ,um soldo! Renato non può più sposarmi) Gali renderò la Bua parola, figurati che * tamagna soltanto 100 ftohchl ai mése, in urno stu«o di avvocate! *a Chissà Come soffrirà? E lo?,.. Ah, sé potesse persuadersi che sorto capace di., guadagnale la mia vita o anche la sua . faremmo senza del consenso dai suol genitóri, ohe tìòtìó tìcchi. Ma Renato è un débole, è non ed fare olirò che uhbkUro olla volontà del babbo a della mamma. Questo dialogo è sorpreso dai coniùgi GùefeE TOMea ftoft ài turba. • Ilo saputo tutto primo di voi — stia dice. — Ho ricevuto per iscritto la «mfeealone del nostro -notaio, che -mi chiede perdono.., 1. Coniugi GUèrèt Insistono, naturalmente, perchè Teresa si decida ad andare a vivere con loto a EVreux, ma la ragazza rifiuta. Ella VUOI resterà a Parigi, cercherà lavoro, abiterà ib una stanzetta come una grisette: ciò ohe a lei premo S di Vivere Indipendènte, padróna assoluta di Bè. E per provvedere subito ài Casi suoi, Teresa Mèga la direttrice della. ftitnsCèt delVAfle PeMninìli, signora Nerisse, cha è tra gli instati alla fèsta, di accettarla come èdita* boratnea, — .Xol corchiamo per l'appunto la coHabozione dèlie • fanciulle del gran mondo » — risponde la signora. — Pajyhertte i miei atttsntt Oramai «stero sola a Parigi. Voglio vtVerè del lavorò dalla mia penna, — Quale stranezza è la. vostra, signorina? — V'impegnate ad acoettarmi un articolò per settimana? — »^t, è no. Oew mterragaro prima a Consiglio d'ammiintstnastone. Ma, in ceso di rifiuto, non desolatevi, MI» marito è Io stiamo per fondare una nuova rivista fenimlihm Si ntitolerà: La femmt libre. Panerò di voi a mio merito. Ma la eicnom Mirtei» crede ai dover fare subito una* confessione alla sua futura redattrice: — Mi faccio chiame» « madame Nerlsse », vama non hoilj^ttodl V^J£*oj*& ^ri signor Nferiss-e ha In moglie una donna In-. degna di lui, ohe vive tn provincia e non rivuol sonttr parlare di diivorsto. Ma noi vi-! v!?.mowi.u?0, ^ ì,aM,ror _ nen^^ iVsogno oi amore, cne imposta se eoa e ora Po^r;. . . „| - ramormora Teresa. — Allora, affidatemi (1 vo «tre destino. Lavorerò anche por voi. In due, saremo molto più forti! Ma Renato non ile risponde: china mesta- maraùe il capo. E Teresa (dolorose.) : — Andato, andate pure, mio povero' amico! flato conto che non vi abbia detto nulla! • Volete otte al spoetemo k> stesso? Il meoondo affo rqavEd eccoci an secando atto. L'autore ci con- duce nel salone di redazione della .« Rivista|udella donna, libera ». Teresa è diventata la< segretaria.di redazione, e, per ordina della di- Nrettricc, Od signóra Nerlsse, distribuisce a pa-, mpecchie coileghè il lavoro. L'usciere annuncia il signor ■ Mafflu. E' uomo sulla cinquantina. Egli dichiara subito il suo essere e la ragione della sua visita, —- Sono — egli dice — 11 nuòvo proprietario dello stabile. E vengo a darvi congedo, perchè ho dato in affitto l'appartamento del secondo plano ad un inquilino, padre di due fanciulle, Il quale vuole abitare una casa borghese dove non succedono scandali. *-* Ma noi non facciamo nessuno scandalo! — esclamano risentite te signorine redattrici. Ma li signor Mafflu è irremovibile : — D'accordo!... — egli dice. — Ma il titolo dalla vostra « Rivista » suggerisce certe idee... Poi., poi., delle donne che vivono col prodotto i dalla loro porma!.. Ma non .possono essere che ' mdello irregolari!! É, poi, là donne che non channo bisogno di nessuno, vivono al di fuori Sdelle idee comunemente accattate... gdfàtS&J* •rl*)eten,d0 con t«*W** l'M««ne d'W1 c?ndu,5e ìma v,td lletó- ^ ' «D'altra parte la signora NarlSfe racconta aMft asignorina Teresa che è Intenzione sua è di suo | anmgmmarito di trasformare la n Rivista » ed a tale scopo nella sooieta editrice entrerà un nuovo socio. Ma oltro a queste confidenze la signora Nerisso no tenta d&nè più intima — Dtteml un po', u signor caaafes non è Iftnaniorato di voi? — DI me? Non ne so nulla! Non me le ha mai fatto capirei E la signora Nerlsse, più insistente e pi" audace: 1 ■ — E il signor... :sW«sst Noh capisce i — Non vi ha mai fatto te corte ? — Ma, BigflortLl Vi chiedo scusa. 9o che stète una ragHzea onestta, ma.. : Il citologo d interrotto su questo «ma» daLl'afflvftjtella signora de Metmot, una donna di.rgran cuore, sempre pronta a far del bebé e.lzfnpTallQnnopSèmpre pronta a sacrificare* per gli altri tTeresa te. corre incontro, la bacia con dsvfr mm flgìiaie: - s— Oh, i* non vi avessi, oome sarei f&felieet bI miei padrini sono stati cosi cattivi con me, l quando 11 ho lasciatiI «^ vi voglio molte bene, perché VI se pteha sdi coraggio, « perche Slète «sfa [patte tuie ione .Aeut vfdie). Renato, 11 quale le dice piego in una fabbrica è lè. domanda se annunzia la vinta ai •di aver trovato Uri im- di prodotti chimici, à se al suo ritorno àia vVorrà sposarlo. JfèrWft nspohflfc di no! Don lo. ™vama più-, ma Renato St accommiata prométtendo dj tornar fra tre mesi Quasi è contrasto della scena precedènte, subito entra il signor Nerlsse, pWflrtèterltì e di' rettore détta < Rivista dèlta dònna libera, ■, il quale si avvicina a Teresa e con aria di Corteggiamento le dice * --VdtTel ffll métteste un (po' *in iMÉH Vwtrè|K t»nàdén2e.. Non credete, lors*,. possibile uhi'onesta t canteradefte * tra un uomo è Uba ndOdònna? Cteraanl deVd pmtmM restaurant con "Moratìvak il botò ènltors- Egli però non leWè S1 manoscritti che dello parsone chVcòmosCe. Ve¬ rn.irahsarò pan noi? - .Accetto votentiert - «a risponde Teresa ma a cdndièlone Che et stia ènÉhe «a SlgrlOra Nefisse. - Per catite, non parlatemi A lèi! Ne ho piene le tasche! Faccio nausea a me stessei Ma come il lupe nella faveto,, sdpilagglungé appunto la signore, NAHess, la quatte chiede ss L«ni'JnSa^^Vl5rm^ IRUj^gz.iogni meiè, filffoitoera ■ rfihs^ è, pur troppo, anche 1 metani, cvmiptese tf«-| 1%rTér*trfacora^. s-asa 'Ah,"_ó^èsW,'ToOto("RÌfluio t Direte ai rostri huOVl padróni che è Uh Votò egeiimo di mreno ccétìetfi-ImBàRH^^m*. i osar proporre a dalle dònne UÀ salariò- ohe *iiscia loro soltanto la scelta fra là miseria e tempo! Ho oèi lavori "in co£o7 Sonò liffi^ "dsd; Si^'f' tónénO, che mi iasotnO libera t^^^L, ffZ SagSrtai. ma ne vado! Ma . easa «. struo-^ftì La buona signora de -Meuriot, presesnto al col- loquio, domanda a Teresa che cosà conti di fere, ed ella risponde che faro, la camertera, o is'impiegherà In un magaxslno di modo.... E poiché la signora de Meuriot tentenni il capo, 1 eresa conclude: — MI Convinco sempre più — ella esclama — che la sola oarriera che ai giorni nostri non lasci morirò di fame una' donna è quella di servire al piacere dell'uomo! Ebbene, faro ab- ch'io come le altre! E, sa avrò un bimbo, lo educherò! E non sarò certo nè la prima, nè la soia! Ma ritorna in buon punto, con aria trlon- fante, io. Nerlsse, per dire a Teresa che Ita pe-J rOrato la sua causa col suo nuovo socio, ed' ha ottenuto che olla rimanga alle condizioni desiderate. Ma Teresa aggrotta le ciglia e chiede aspramente : — Con qual diritto avete fatto voi questo?' — Col diritto di un uomo che vi ama... in ito. ; eresa non vuol volgere la cosa in tragico : assume un tono canzonatorio: |— Bel segreto ! La signora Xarlsse se ne è siil accorto. Per nufla al mondo, accetterò di farle dispiacere! Mi avete inutilmente com- promessa! Ma Nerlsse ha un'esclamiuiione di commise- razione, di sdegno: - I— Ah!: meschina figlia di borghese! Cosi sie-!te nata e cosi siete rimasta!.... Che cosa vi ha jdunque insegnato la vita? Teresa ha un momento d'esi azione. Per un istante crede che Nerlsse non nasconda propositi meno onesti. — Oh! se fossi certa che, nella vostra simpatia non si nasconde nessun calcolo... — ella dice. Nerlsse l'Interrompe gridando: — Vo lo giuro! Accettate la mia amicizia! . Teresa è colpite dal tono franco e dell'ostentata lealtà. * — Ebbene, l'accetto ! Nevisse subito s'esulta. — Oh, corno vi ampi Teresa! Teresa lo riuoprovwa: i— Badate di non farmi rimpiangere la mia'proiBèssat l| - Abbiate pie* di asti — Ma lo non vi smol B voi, volete non la mia « oamaraderle »; ma amerei — Ah TeresaI Non avete sacre! — Siete ammogliato, e tesato a una ^V.^^^^^^J^J^»^^ — Vi supplico soltanto di. permettermi 01 me-, ritare u vostro amore l — Tacetel Siete uno sciagurato! flaaste ohe-' andar via... Parlarmi del vostro amore. iVdT0 motnent0' <yxulval9 » t$mm> Teresa è disperata "i ■ ■''i - Ecco 'reterno rrrtroate!... CT* As «Stesa «-1 rabbia! WeriBSe ftlosofeggflas — sventura sulla donna ohe Asti seOst — Se cèderò, sarà soltanto alltieino erte à«ó'-|- — Vi offro di sposarvi..™ bivorzieròl Ma glti^ ratemi di non aver un amante! — Non ho un amante; ma, forse, ma ttmw. quello por il mio. fidanzato i Vi sonò ansa èli avermi riaperto gli occhi I... Andatevene! , ;J Entra, improvvisamente la signora Nartasa, — Che succede? — domanda stàpitó. E Nerlsse, pronto, dominandosi, dBcs: •— Teresa vuole lasdarol. per forea. f un po' voi... Cercate di persuaderla ai Ed esco con calma dignitosa; ma la . Nerisso, che ha Indovinato, si evHeiae mente alla fanciulla a le dice: ti tPr70 nftn x rti<m<. i||.immiiii(a . iti maticitl? Ormali^Ts^rWrSwa ha clato ffié SUa veUèlffw^teOTite^ Se essa *Ù Ewèu i»UaIM- gnW Feiian dove dhitfnbisma da, operaia. Essa pero* aospo del rhd,„ «"SSPff Tuhisio è dJrM1» ÌCL anzi la signora Gtrttet wanutidla il Sha almo nrrivo a Evreu «Ila Mésfla^s^éit nE' per cagion sua chs vò non 6 vero? Teresa, angosciate, afflitta, rossi stinger»* mormora: — 91. La signora Nertess Neatrwsa, — Povera creatura! — Addio, signora I — Addio, Teresa! Rimasta sola, la fanelala ghiozzi conte una bimba! pr». mantellina ed esce lentamente. Il imrxm mHo .r.le HO - Hai tu sèmpre intendane al spesarlo? I' — 81, più che mal — risponda te BlsOOritte! I ss Renato conserva ancóra la stesse ihtenzicmi. e che questi non le abbia mutate in-, fatti lo dimosnm il suo «iungers l^ipr^vtiso, nella legatoria del signor fèlian « itelis. SK !■ poste franca e recisa che fa subito i Tétesai, ti rieordl? la eer» dotte tu alone dì Barberina io era povero, lenta alcuna come ssn«a «sorse, l'Uòmo che tu Votovi. apdiiamflBi. Teresa è falce. .i-i Ti appartengo Ahima a t Qui neil'aftiiér di vostro itti tei ni felici. Ho cono.vwto Mie <Wfta« nate, delle ntgast» madri, dallo 1 olulte sansa appoggio e neik sveh' prese cdft iris, lè tìo_sesptìWj^U lo UÈ iNWUH .ite, il ìdvore fths cosa dira? t^dre . «j»Éh mtó Huf senso alle nostro «osso! bisogne di lui. l — Ascolta Renato, io he giurate, «lutato H tuo padre di non sj» ateèhUmènto, Kos .Aid parola. Bisogna Re — Aspettare dunque c enei Ib mancar» Sila •"«'•«»«*.«ih» iu noerm-gnvmmar m zw.;.-f- éiinpossUbile... TU set idflipeddeató, sei li noi» Bai tMjgiuttiil, vlsni^VISJii sì fi v«re ??* ma I fatti matureranno;?, padts . ™ .r^W sidetìastt s\ vieni, tiortiremò queste, séta insieme, ~ NO! boi questo hOl — j^oa^TeiBsai Ma Remttì itisi?- ^ |K 'u» n«?^ogL *j?f?y?*9 fl slh(tecato - ^^Tl àdbètosW Alia s no di Piangi. Rifletti è . cecidi Da scena e troncate di di Feltat ohe enrtttnzia che gli op OMno »ll ifléttersl in sViopWu eé inde m'<m del tre-. "Su8^?1"* SPft^lMP ^ SS^^JaSK rna sono raggiunte _. 'rateili. Da seéna T vi j^BBW^ — Sé mia meilt* — wiaa umiu'^a; gUAdagniv tento Jui za il rlfffli ali'òbbédBBM*l Ed un altra: - .jnJ2^E*J*W^J£ÉPdì oifendflfto gii interessi del padroni! Rtnmgabe a òasé a il* tra Distila n*n é'i più alea- domandano almi metteremo nel)* «feto | eS àluw s>ida*itt. * *mm rten dtenabdléjrno Iso il sixjdsostO w tTmàfiToTU^*10' ^ ***** mode) U i ^T^SZSa sTdaoate iteli..' 1ètisè6 « marlla con le fattici che ha tn *>§SmW atterrito da ner nufteM * n*- itnun vinte egli oberai invano fere«J! W tìm^t mTserià? ^ " nu" °"im" "l uw,wro " ^ Gli oberai, sempre più interocHi Contro Té ffesa. clle chiamano irofliosmsnie: * te ma- SS «JMSS^- ^ <*" ** , Faliat sasita Ma irli tTPÉfal t7#CUKtoo il di Ktnma: - O prendere, e lèJeisroTcna tele lanate ai compagni di Periti, • l'otoHtr sarà imesso SllHbdice! Feitat si stringe dOlorOBanterlte nelle Spalle e dica a Teresa: « Io noh posso rovinarmi bar farvi placeeè! Costretto, davo cederé! •. E Teresa: Ma, allora, «he Ite «sta di Ole? n Rieccoml sola sopra 1* terrai i E, paftlìda oome una morta, al rivolge agli - operai, e dice loro: o — Non rallegratevi dalla vostra vittoriat. la è questa nuova guerra del setti, siete voi — gli uomini — che finirete per essere vinti! - E' corre a raggiungere il treno di Parigi... -J aauui a d' hhhiiìawp .

Persone citate: Armando Devei, Barberini, Casi, Faccio, Nertess Neatrwsa, Renato St, Stefano Gueret, Tomea, Volta

Luoghi citati: Parigi