Come Ermete Zacconi dirigerà la " Stabile Romana"

Come Ermete Zacconi dirigerà la " Stabile Romana" Come Ermete Zacconi dirigerà la " Stabile Romana" "Deve essere la "Comédie f ranpaise,, italiana,, . ( Nostra. . i?iJt©l"Vi«ta ) tte» ■■>-r.~ MUOVA» lo dietabre. | mSon capitato sul palcoscenico del Politea-lioiv4 Margherita, mentre il terzo atto del llNapoleone, durava ancora. E mi sono tro- envato iu mozzo ad una moltitudine di mare-i60ttìàllLe di.cortigiani, tutti oro, sete, ala^ImainlcB, -sciarpe 0 "frégi. •Desiderat — Ha liu ■appuntamento con il commendatore Zaccoin. .^..L'Imperatore è, in. isoena. JMi sono fatto piccino, con devoto osse glmtialquio all'autorità.'imperiale. La quale in-tgftdito:.doveva avere dei grossi .grattacapi, ohpiróhè reclamava-» più riprese la presenza sidel signor Fmtóhé,'per fargliene sentire U'f-.ri."7!!" x i_ r_-„ii_^.x _i.>:„ • j«-„J inpesw." E tanto lo reclamò, ch'io sentii dar ititi mi iiuolto energico urto da una persona, uacquaie si faceva largo a quel modo fi* iPnarescialli ed i cortigiani.. e che. avvistasi dfopCpan■marescialli ed ' i cortigiani, • e che, avvistasi dal, mio' abito non appartenere'io all'Impero.francese, ai scusò, mormorandomi: Sa? Sono Fouché. ' _ " ':~.'.Mi • rallegro...... 'ritenendo opportuno levarmi da quel luogo troppo popolato di persone storiche, ni-i sono rifugiato ' nel camerino del comm. Sfoconi, -i, ' ■ "Il quale • dopo.. non molto mi ha raggiunto: S'è annoiato.ad aspettarmi? Mi scusi. spUqlizid— Ma le' pare? alla vigilia' di Waterloo ! dL-Tinperatore. ha' sorrìso'. E mentre si pc4mbiaya '.d'abito e ' si truccava per accogliere -con acconcio viso la disfatta imminente ed "inseparabile, io Ko cominciato la nì;a ^intervista mogra del .programma che intende attuare nelle', direzione: della Compagnia stabile • romana.'.. —Ancóra?.. —- Sì. E. molto diffusamente, molto precisamente. . *— Ma 6e le ho detto che intendo fare le erse nel silenzio. Senza blague, senga gran- ca-tsa. '^Ccsmmcuiatore/occorre parlare anco- |psedusedmso-~ B noi diremo' le sue intenzioni molto'meimp.licemè.nte e mólto nettamente. i sp—■ Proprio? ! • —r Ci conti.. — Allóra... • ciare. quando il comm. Zaccoii, m'ha Inter- ■ «rótto: -To, vede, faremo così. U dirò teio «tesso, gli argomenti ohe è necessario svol- cgore.;Uno di questi è l'ordine delle rappre-.siseriazioni. Io intendo dedicare una sera per t;sttiiuaua- al teatro classico. Un'altra ad una friitìafca'dèl teatro nei secoli. Ed ima, o due,! a 'Seconda del insultato che ne otterrò, alle Pfii?ràfe per fàiniglia. Lo così dette serate nbianche. ■ i P^- Sì/ Ho visto che anche il Talli iraten- le'te' seguirò'.questo, concetto ed introdurre JciWda.bitudme.Ma lei, commendatore-, le?rillióie veramente utili? |.10ce' ! b, a oomùi-'ten'ba inter- ■ li. t • . .1x Ias- Indispensabili,', non utili, sfc&f*E! di quale" reportOrio si potrà valere per quecto rappresentazioni ? —-Di butto1 quel (repertorio dal quale la immbtalità sia bandita nella, forma e nella toslània. Quindi Goldoni^-non-Goldoni! r.dtinto. Anchei moderai^anao lttvorr-.rjhe scrispondono allò scopo. Per esempio II Nuovo Qidpfèfàèl De Curel. • L'mtrodurre una talo = abitudine in un teatro stelnle è, più che altro,1 -un dovere per . uh . dkettcìro, il quale 6Ì sia reso conto della missiono vera che l'arto raporceentativa devo avere : missione altissima di educatrice. Il teatro deye^e^ro abbinato negli scopi educativi alla,-scuola e -lei comprende facilmente che,-- par^-ciò koIo, uon può accoglierò immoralità.di-.alcijii genere. - LEd Ermete Zacconi ha a^iunto, dopo una . pausa : — E' una crudeltà iì voler privare le signorine del teatro. Nè bisogna mai dimenticare che le ragazze di adesso saranno le madri di domani, e. ohe, por ciò solo, hanno diritto ad ogni rispetto. Occorre, dunque, Ondar cauti, molto cauti .nella ecelta.del re- / portarlo. » È come, vado cauto per i lavori da mettere in iscena, così cerco valermi di tutta la mia esperienza per la cernita degli artisti. Io ho bisogno di menti inteEigenti e trecche, atte a sopportare facilmente la fatica di un ocntinuo affiatamento. Un attojj'o senza memoria ,è sempre poco utile, an<-hece.<ccceillenle.- Ma un attore che non abbia ■ sufficiente memoria e rapidità di intuiziiò'jte c poi per' me -— nel caso specifico della Compagnia 6tabilo — più di danno che di vantaggio. Anzi: tanto più di danno, quanto più è bravo. Perchè il pubblico lo reclama od io non posso darglielo, dacché, ne}' rinnovarsi continuo del repertorio, non posso averlo sompTe pronto in parti nuove. Ila fatto, finóra, qualche scelta? ci- Sì. Ho scritturato come prima attrice, la signora Ines Cristina. La signora Cristina oìtre ad avere doti veramente sti'aordinarie di intelUigenza e di coltura e di studio, ha una operosità alacre e vigile ed una ottima memoria. E' etata con me nove anni. IU: ha seguito dovunque: in America, a Madri!, a Lisbona, a Budapest, a Bukarest, ultimamente a Parigi, e dovunque ha ottenuto veri o reali successi;' Ha interpretato parti difficoltose quanto mai, quali la Caterina delle Anime solitarie, la Bisbetica domata, la Luisa del Nuovo idolo, la Emma dei'Tristi amori* © ne ha fatto delle vere creazioni personali e geniali. Vedrà: il pubblico'della capitale -avrà agio, di conoscerla e 'di. apprezzarla e le si affezionerà. 'rW. Per le altre parti? •^'^Ton posso dirli ancora niente di precitior-Nou posso,- eiòe,"ìàrie dei nomi. Ma è naturale che seguirò.gli stessi criteri. Niente dojtpt-, ruoli. 'Bensì attori ed attrici che abbiauo il dovere di far narti primarie, pur notì- ' patendone vantali! il diritte. ^^jlla mi ha.'accennato, l!altra volta, coipiiiueindatoi'c, ad una. specie di scuola- di redazione' che ijitende. realizzare pratioaBlr^rW? -.. • . '• Sì. To assumerò :iu.compagnia per tuli ». ^jjjj.rti seconda-Eie onci giovani e quelle .-•inaili, i quali'vogliano-proseguire nella carriera drammatica. Noi principio .essi non avr¥nho alcuna retribuziouè., Dovrebbero darla C6ai V noi, non le paro? Ma poi, a mano a mano-che io mi potrò valere di essi anche per parti di' maggiore importanza, entreranno u: paga-'coàae gli altri. E cosi fratino aspirare" ad' òguT ruòlo, iubViijg/ìe^ | mieekno. Quando, raggiunti i più alti gradi, lio vedrò ohe fanno bene, molto bene, Barò lleto di occuparmi io stesso perchè possano entrare in .altre compagnie, a farsi_conoi6061^6 da altri pubblici, e ad affermarsi sicuImamente, — Come intende organizzare stabilmente gli statuti del teatro?, . t-".: — Dedicherò a,questo scopo tutto il primo Baino o compilerò statuti i quali delimitino i doveri e i diritti di tutti : dal direttore al macchinista. Con molta chiarezza e con tgfandò spmto di eguagliala. Ma vorrò an ohe <*? questi statuti non siano mai tra siediti da alcuno, per nessuna ragione. E 'f** questo _che ho messo come condiziono J indispensabile peroho io accettassi-, di avere un potere illimitato, assoluto in tutto o Per-tutto. Sa? Io ritengo che. il paradosso da»'Bardali fa dire a Rabagas: non si profondare : la liberto, se non si dispone dea potere assoluto — sia una grande verità. Così, dopo il primo a-nno, confido poter presentare alla approvazione dol consiglio anche alcune mie idee, che non è utile- e- sporre adesso per non prometter troppo. Una di esse, in tanto, o finanziaria, sarebbe questa: accordare una interessenza degli utili ad ogni .attore e ad' ogni attrice, .proporzionalmente. In somma, ho viva speranza di poter fondare qualcosa di così stabile e di così duraturo da Doterei dire che la Com pagaia del Teatro stabile romano sia la Comèdie- francaisé _ italiana, — Lei non potrà, "naturalmente, r-icitare ogni sera? • ■' / — Nò. Io farò quattro rappresentazioni |p&r settimana, «uè. le \i ara la Compagnia senza di-me ed -una sera, avremo riposo. La domenica/ .a seconda dèlio stagioni, si farà una sola rappresentazione oppure rappresentazione doppia. — Per la mise en scene che criteri intende seguire? — Ecco: anche su questo sarà utile dir molto chiaramente il mio proposito, lo penso che \a. mise cu scene non debba assoluta- 'mente formare l'attrattiva princinale dello i spettacolo! Il pubblicò 'devo essere indotto ! ■ «•«« ™ »<=ene è un accessorio. Indispensabi- te, «a sempre accessorio. Per questo non consentirò mai ohe si facciano spese ecces.sivo ui allestimenti scenici inutili, ~ ^er Ia soelte 4«| lavori no farà. _ V ' _ . • •' ! .— Lei può bene inimaginare che di co P101" ne arriveranno a:.ceutimaia! E a me n(m sarebbe possibile davvero leggerli tutti. i Per ciò formerò un ristretto comitato . di lettura, ohe rinnoverò ogni due p tre mesi, J.<juale ^ ^ cernita fra tott.i lavori e?' tre o quattro copioni al mese che |.10 tegjfero'e che metterò m .scena, se mi cesso di una rappresentazione unicamente ! basandosi sul reale valore del lavoro e sul-'te buona interpretazione degli artisti. La ■ en scene e un accessorio. Indispensabi Ia. ma. wTniirfi awASROTir». Pftr nup^tA Timi nuovi, come Di lavori nuovi, per ora, ne ha nessuno in vista? e —Nessuno, — B di ripreso» i! — .Si, conto far subire,-.in questo primo e scorcio di rappresentaaionl che miziérò a Quaresima, la Fiammata ed il Orano A* Bergerac. Poi, al ritorno, farò Molto chiasso per nulla, di Shakespeare ed il Macbeth nella traduzione di Adolfo de Bosis, che ò veramente ' stupenda. _ E per le altre opere dello Shakespeare di quali traduzioni si varrà? — Di quelle del Rusconi. Ma tagliate ed accomodate da ine. stesso secondo lo spirito del testo. I! Rusconi molto concedeva al suo tempo, così in molti punti taceva o svisava il testo. Siccome ignoro l'inglese, io, per questo lavoro di interpretazione, mi valgo delle traduzioni francesi del Francie Hugo, le quali sono fedeli e nitide. — E del D'Annunzio? — Dèi D'Annunzio riprenderò la Fiaccola sotto il moggio, che è stata poco sfruttata. Le altre' non posso:- anche perchè il D'Annunzio è un troppo rigido artista .per consentirmi quei tagli, ohe pure s'imporrebbero, perchè il pùbblico potesse capire ed assimilare. , — Ed il Più che l'amore? — No assolutamente. E' una magnifica opera di pensiero, ma come opera di teatro è sbagliata nell'essenza. Afferma tedrfè in dividualistiohe che i pochissimi possono accettare, ma che/le masse respingono. Vede, fp sul protagonista di qualunque dramma o commedia non si concentra un raggio di sicura simpatia umana, non è possibile ohe il pubblico lo tolleri. Creature assolutamente e francamente eccezionali nel meli sulla scena ci sono e sono tollerate, ma occorre siano personaggi secondari. Così, per esempio, l'Otello si rappresenta e si rappresenterà a malgrado della figura di Iago, mentre lo stesso Riccardo III di Shakespea- re per quanto interpretato da artisti quali i'T«<**>» a iim'«nMfii Riomi ti /-iv» ha Trini m*l'Irving e l'Ernesto Rossi, non ha mai in «nitrato Ma ili'quel mentre il direttore di scena veniva a fregare B commendatore di voler tornare imperatore. Ed io mi sono attret- tato a salutare, a ringraziare ed a chiedereancora, ultimo ' residuo di insistenza intervistatrice: — Farà d-.iuhe questo Napoleone? gì. Tjna 6era. Quando l'autore miavrà fuso insieme il terzo ed il quarto atto, formando un terzo atto che sarà bellissimo, AUGUSTO DE AMELIO.

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