La seduta

La seduta La seduta Roma, *. sera. Presidenza del Presidente MARCORA. La seduta comincia alle ore 14*5. Anche oggi, Montecitorio presenta l'aspetto delle sedute solenni. Nell'aula si notane- quattrocento deputati, essendosi aggiuntò all'interesse per la discussione sul trattato di pace di Losanna, l'interesse por la votazione delle cariche a Vico-Presidente e Segratario della Cambra, rimasto rispettivamente vacanti, in seguito alla morte dell'on. Girardi Salvatore, e dell'andata in Cristiania, in qualità di nostro Ministro plenipotenziario, dell'on. De Novelli. Le tribune sono straordinariamente affolliate. Numerosi diplomatici a senatori assistono dalle tribuno riservate: allo svolgimento della, seduta. Quasi tutte le più spiccate tferàonalitù' parlamentari sono presentì nell'aula. Il settore dell'Estrema è premito di deputati. * Nei corridoi, intanto, fervo il lavorio per la nomina alle cariche vacanti nell'Ufficio di Presidenza. E certa la riuscita dei candidati miniisteriali, on.' Carcano a Y'iee-Hrestdente, e on. Del Balzo a Segretario; come pure a coprire i due posti disponibili nella Giunta Generale del Bilancio saranno chiamati i candidati ministeriali Schanzer e Fera. Una ignobile speculazione fallita FALCIONI, Sottosegretario all'Interno, rispondendo all'on. Gallenga, lo assicura che, fortunatamente è fallito, fin dall'inizio, un losco tentativo di alcuni individui, i quali si proponevano di sorprendere la buona fede dei! veterani aventi diritto a pensione, esigendo da! questi il rilascio dj un ter/o della pensionej stessa, come compenso per la compiluzionei della domanda. Aggiunge che, essendosi accertata la connivenza con tali individui di un| impiegato nel Ministero dalla guerra, esso òl stato, senza indugio, deferito all'Autorità giudiziaria: Circa il lavoro per l'assegnazione delle pensioni ai veterani, si rimette alle dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dai Sottosegretari della Guerra e del Tesoro. , GALLENGA crede ella l'attività, indegna di quell'impiegato non sia stata così limitata, come l'on. Sottosegretario di Stato ha affermato. Si comprende, ad ogni modo, cho essa abbia avuto sollecitamento termine, e raccomanda la più stretta vigilanza, perchè simili sconci non abbiano a ripetersi in altre città. t Raccomanda, inoltre, di accelerare la concessione delle pensioni, aumentando il personale di Segreteria, che vi devo provvedere. Si riprendo la discussione sul Trattato di Losania e provvedimenti per la Libia CAVAGNARI rievoca l'entusiasmo con cui il popolo intero, dando prova di mirabile intuito 0 conservando lo spirito magnanimo dei padri antichi, salutò ed accompagnò la spedizione di Libia. Accordandosi con quell'entusiasmo e con l'unanime consentimento dato, dal Paese all'opera del Governo, l'oratore detto voto favorevole alla legge, che proclamava la. nostra sovranità sulla Tripolitania e Cirenaica; mosso dallo s.tesso sentimento, approverà ora il trattato di paco che. deve preludere all'inizio di quell'opera di civiltà cho fu lo scopo principale dell'occupazione di quello terre. E' particolarmente lieto che le vicende della guerra libica, abbiano porto occnsiono all'Italia di darà liberi, ordinamenti, ad alcuno isole dell'Egeo, e confida che l'opera della'nostra diplomazia sia volta ad assicurare, loro per sempre il conseguimento delle loro aspirazioni nazionali. ■ Terndna Inviando un saluto al Re, che ha •il vanto di aver aggiunto le- terre di Libia al Regno d'Italia. (.Vive approvazioni). L'oratore dei radicali è favorevole FERA, ricordando che il partito radicale approvò incondizionatamente l'impresa di Libia, cho rispondeva a necessità economiche, militari e politiche della vita nazionale, dichiara dio egli ed i suoi amici voteranno in favore del trattato di pace, che costituisce" la consacrazione e l'integration e della nostra sovranità piena ed intera sullo terrò occupate. Col trattato si ò assai saggiamente ed abilmente assicurato ai popoli indigeni .l'ossequio alla loro religione, ai loro ordinamenti famigliari ed alle tradizioni e costumanze del paese; onde l'oratore confida che, stabilito così il nostro dominio, essa venga esercitato in modo ■ che il nuovo possedimento si trasformi col tempo in una vera estensione del nostro territorio nazionale. Si associa el pensiero ed ai voti espressi dall'on. Bissolati. che invocava larghezza di aluti verso gli italiani espulsi dalla Turchia; ed a lui si unisce nel confidare che l'Italia st adoperi nei consessi internazionali per assicurare libertà ali:? isole Egee, facendosi garante del loro avvenire, i.-ippt ovazioni). Inneggia quindi al mirabile ardimento ilei popoli balcanici ohe lottano strenuamente pel trionfo dei principi! liberali e democratici: e . spero, eh» il Governo nnn vorrà ostacolate 1 ausile aspirazioni- ch« non contrastano col nostri interessi nazionali. {Vive approva' zioni). '- -' GIRARDINI, ricordando le condizioni nelle quali si .iniziò la guerra, rileva come allora si ritenesse elio le popolazioni arabo ci.avrebbero accolti come amici e quasi come liberatori, e che 2c azioni guerresche contro.le truppe ottomane avrebbero richiesto sforzi e tempo assai limitati. Ad onta di tali ottimistiche previsioni, il Comando della nostra spedizione ben fece a non avventurarsi in quella pronta campagna verso l'interno, cho il popolo Italiano'!' acceso di entusiasmo, avrebbe ad ogni costo desiderato. ; ■ ■La guerra fu quindi condótta nel modo pljfcii sapiente» ed acconcio, ddta la matura del"teri$f torio in cui si svolgevano le.ostilità e le risorse del nemico che ci stava di fronte. Altrettanto acconcio e sapiente è statò il modo con cui alla guerra si è saputo metter termine. Nè il giudizio favorevole sul trattato può essero attenuato dal fatto che la conclusione di esso ha coinciso con l'inizio della conflagrazione balcanica. Tale coincidenza non. sminuisce ' punto la larga simpatia con cui'l'Italia ha salutato la lotta, intrapresa dalle popolazioni balcaniche, contro il giogo secolare che le opprimeva . L'oratore pertanto si associa a quanti già invocarono dal Governo una azione cho non ostacoli, ad esse il. compimento dei loro secolari voti. (Approvaziolii; congratulazioni). Le critiche dell'on. Treves Alle ore lG.no l'on. Girardini ha finito e prende la parola l'on. TREVES. L'aula è -rigurgitante di deputati. Nelle tribune diplomatiche sono venuti ad aggiungersi parecchi ambasciatori, fra i quali quello del Giappone. La Camera si fa piuttosto nervosa ed incomincia a dare segni di irritazione, durante la lettura del chilometrico ordine, del giorno presentato dai socialisti intransigenti, che l'onorevole Treves si accinge a svolgere. ■L'on. TKEVES incomincia col dire che la Camera non gli negherà la cortesia di ascoltarlo, cortesia mai rifiutata agli altri oratori. Premette che egli parla in omaggio, ad un mandato che gli è stato imposto, Cd aggiunge di avere la piena consapevolezza dell'atteggiamento ironico che la Camera mantiene sempre verso la minoranza socialista. «Mai - continua l'on. Treves - si tratta di fatti destinati a prender posto nella storia. E i socialisti parleranno, insistendo contro il sistema con il quale si vorrebbe alla minoranza parlamentare imporre d! non parlare prima, per non disturbare le imprese militari in corso, e di non parlare dopo, per patriottismo. In Italia ■purtroppo ila politica estera 6 monopolio di poche persone: a Vienna, a Berlino, a Londra si discute liberamenie sulla questione balcanica. Noi in Italia ci sentiamo piccini, ci siamo tirati in disparte e ci siamo guardati bene dal discutere ciò che gli altri Paesi hanno liberamente esaminato. i Anche in questa circostanza - aggiunge l'on. Treves - è' stato fatto intendere che sarebbe stato opportuno tirar via, non parlare alla Camera dell'andamento della guerra, italoturca o.non. discutere le condizioni della pace. « Eppure il progetto di legge por il trattato di Losanna è cosi importante, poiché suggella un periodo della nostra storia, che noi non possiamo trattenerci dall'esporrc liberamente alla Camera il nostro pensiero. SI tratta di un miliardo speso dall'Italia durante i tredici mesi di guerra; si tratta di- modificazioni profonde allo stato delle nostre popolazioni; si tratta di un nuovo avvenire cho viene aperto, secondo ii propositi del Governo, al Paese. Merita quindi- la spesa che la Camera se ne occupi. « 11 Paeso ha dato prova, in questa circostanza dell'impresa di Libia, di vero eroismo. Esso ha sorpassato il disgusto prodotto nell'opinione pubblica dal mercantilismo, dalle corruzioni cho si sono manifestato in occasione dell'impresa di Libia, facendo dello forniture! militari una specie di cuccagna per i capita-; listi. Il Paese ha ancora nobilmente diluenti- j rata una pagina, che vorrei fosse strappata) — e credo che la Camera consentirà con j mo in queste pensiero — della stOTia dell'Impresa di Libia: alludo alto pagina della feroce repressione compiuta dall'esercito italiano lag-I gin ». (Approvazioni all'Estrema Sinistra). stémtoKmtlIl trattato di pace ■ « Ad ogni modo, noi siamo chiamati ad approvare il trattato di pace. Esaminiamolo dunque. « Quale, è In. natura di esso? La sua caratteristica è che non si tratta, di trattato territoriale, ma si tratta sopratutto di un'evacuazione militare, evacuazione cioè della Libia da parto dei regolari turchi, e conseguentemente dell'evacuazione delle isolo dell'Ego da parte delle forze italiano. L'importanza vera del trattato di Losanna consiste nelle disposizioni dì carattere militare; l'importanza di questo trattato consisto nell'avere disinteressata la Turchia dalla nostra guerra e nell'avere potuto ottenere dalle Potenzi» un completo * rapido riconoscimento alla nostra segranite -n Libia.. Certamente, mediante una ? ' ' ii f ! ; j ) j I Conferenza internazionale, non si sarebbe potuto ottenere un riconoscimento cosi rapido e .completo ». {Interruzioni e proteste).. s Voci : — No, no, non è vero 1 . TREVES: — E' verissimoI Ma. del resto, Ipassiarno dall'insieme del. trattato di Losanna Rai dettagli. Taluno clausole del trattato meritano una breve discussione. Accetto pienamente" le disposizioni riguardanti i Beni, Vacufs. iCirca la questióne : dello isole, io posso acce'•dère alle opinioni,' che sono stato manifestate ;ln questa Camera dall'on. ' Bissolati e da altri Reputati, in favore delle popolazioni dell'Egeo. Noi,, crediamo che il diritto dei plebisciti sia imp'róscindibi'e, ma bisogna anche tenere contó degli impegni esistenti, poiebb i contratti ■internazionali, come quelli privati, devono avCr valore quando sono conclusi. (Senni di Impazienza, delia Camera). «Vedo dm vói vi impazientate, ma sentite Itritellò'-'cho dobbiamo dirti. Noi parliamo alla Camera per. una,giustizia, senza sanzione, e questa,a la storta della partecipazione. del Par'tito Socialista alla .vita parlamentare. Noi parliamo, dunque, per una giustizia senza, sanzióne, ma sappiamo che il tempo ci darà ragione. a EJ veniamo al trattato di Losanna. Il trattato di pace non finisce la guerra (Commenti). La guerra comincerà oggi. (Commenti prolungali). Altri sacrifizi devono continuare: o iion soltanto noi non possiamo ritirare ora le, nostre truppe dalla Libia, ma sorgono dubbi, notevoli intorno alle intenzioni rtc-Ue truppe di Enver Bey, il quale minaccia di non ritirarsi dalla Cirenaica. Ad ogni modo, sorvoliamo su questa incognita della situazione militare di domani in Libia. Una domanda «1 Coverno . «Nel momento attuale un'altra questione si impone al iGoverno e si riassume nella domanda che noi gli rivolgiamo: Quali sono gli intendimenti .politici e sociali del Governo rispetto alla situazione formata in Libia? Noi ci eravamo attesi che l'on. Giolitti, il quale vanta dei principi democratici, non avesse co-, tonato la guerra'con i provvedimenti che, egli: ha presentato alla Camera, chiedendo cioè! éiaquantn, milioni di lire, con i pieni poteri per le relative.spese. I cinquanta milioni devono ésserei destinati alla nuova Colonia. Perchè il Governo chiedo quésti cinquanta milioni senza giustificare in alcun modo lo spese relativo? v « Quale necessità lo spinge ad un provvedimento di tale uatura? Noi deploriamo che il Governo,- invece di separare la questiono del toattato di^pace da, quella dei fondi necessari K^ÉHl 'SMlnMW ffUesiiorii; l^CenuDnorifOT^unicir"prtjywto --tre legge. Se ir Governo avesse 'presentalo dapprima il solo trattato di pace'alla Camera, avrebbe forse avuto una unanimità di suffragio sopra questo progetto di legge; abbinando invece con questo trattato la richiesta di 50 milioni, si verrà a rompere questa unanimità, averftlo contrari i voti di coloro i quali stimano non essere opportuno concedere ad occhi chiusi i cinquanta milioni richiesti. « Ma veniamo alla sostanza della, questione. Quali sono, ripeto, i propositi del Governo circa la colonizzazione della Libia? Noi temiamo che il Governo italiano intenda procedere in Libia alla colonizzazione, statale, a base di dittatura politica, esercitata mediante regi decreti. Orbene, noi dichiariamo che questo sistema Io riteniamo pessimo, ed è il timore dell'adozione di questo sistema che ci ha fatto contrastare fino dal principio l'impresa di Libia. « lo avrei compreso che il Governo avesse aiutato le imprese capitalistiche sorgenti in Libia, quando fosse stato creato il relativo sottosuolo economico. (L'on. Giolitti fa segni di stupore). TREVES: — Perchè si stupisce il Presidente del Consiglio? GIOLITTI, sorridendo: Osservavo soltanto che. per un socialista, il voler mettere le Colonie in mano a capitalisti, è un caso nuuvo! (Ilnrllà generale, irrefrenabile). ' TREVES : — Non abbiate paura, spiegherò meglio il mio pensiero. La Erancia e l'Inghilterra hanno preparato 11 sottosuolo economico della loro colonizzazione. Io sono con i socialisti, che intendono l'utilità dell'avocazione allo Stato di un dato monopolio, ma non intendo, ripeto, e rispondo così alla dichiarazione dell'on. Giolitti, cho lo Stato intervenga a creare il capitale per una Colonia. a La Camera, quindi, renderà giustizia alle mie parole di prima, cho hanno provocato la interruzione del Presidente del Consiglio. Ma la Camera mostra di essere poco convinta, delle parola dell'on. TREVES, ti quale continua: « Noi socialisti temiamo pertanto la statolatria nella colonizzazione della Libia, e noi non possiamo ammettere onesto tipo di colonizzazione, perchè esso non darà altro che una colonia di capitalisti, alla cui coda, si troveranno gli appaltatori ed i fornitori. Non per questo il Governo dovrebbe avere concepito l'impresa di Libia. • Da questo deriva la nostre profonda avversione al sistema adottato dal Governo circa la nuova colonia. Gli armamenti e la riforma tributaria « Un tempo la formula per' la preparaziono della nostra marina da guerra era questa: che le nostre forze navali dovessero essere eguali a quello della duo squadre più forti nel Mediterraneo. Og-gi questa formula significherebbe che noi dovremmo tenere una flotta capace di poter fronteggiare la flotta francese ed austriaca. (Rumori, commenti). « Onesto òla domanda che si rivolge il proletariato: .Pino a che punto st dovranno procuraro ancora doi sacrifici per gli armamenti navali e terrestri «No! aspettiamo una parola tranquillizzante, cho soddisfi le aspirazioni delle nostre popolazioni. Noi rappresentiamo, in sostanza, lo scetticismo, ma occorro che in questa grande questione l'idoolismo delie masse abbia, a riscontro la ponderazione degli statisti. Noi dobbiamo creare la nostra ricchezza. Questa elio stiamo facendo è !a politica della pace, che prepara la guerra, e la guerra.non con<iuec albi ricchezza. « In tutti i Parlamenti si vede affacciare la questione de! caro viveri; questione gravissima, elio è stata dibattuta anche al Parlamento italiano, e la soluzione non si trova. Vedremo quale, sarà lo riforma tributarla che verrà dal Governo; vedremo se distribuirà equamanle i pesi della conquista di Libia, a seconda dei guadagni che le varie classi sociali ire fanno. « lo credo veramente che l'on. Giolitti non presenterà più riforme tributarie a carattere progressivo, poiché ne ha fatto in passato una ben dura esperienza » (Ilarità). GIOLITTI, interrompendo : — Ma lei à «tato con quelli che hanno votato contrai (Iforità •vivissima). TREVES. — Certamentel Ma U partito sqotolteta deve asstunere esso gii interessrt dalle eiassi proletarie. Voci: — Quali? Quelli di destra, o quelli di sinfstra? iRvmorl e comm«nH). TRP.VES, continuando; — Ss ci sarà dato di datàrio fare, mui dicbiarìaiiio di essere favorivo:',-a cne siano' cessate le ostilità' fra l'Italia e lo, Turchia. Ma se per questo ealo fatto noi dovessimo dimertticaro tutto e pospotxe «11 Interessi dol proletariato e dare cinquanta milioni alla dittatura por la Colo, nia, .noi ri-roteremo contro. AH'Ectrevna. si. tenta un applauso appena Tori. Treves ha cessato di parlare; ma da tutti i hiinchi dalla Camera si protesta e sorgono zittii e rumori. ' I! relatore CARCANO, relatore, rileva che, di tutti gli oratori, nessuno ha espressamente proposto la reiezi-o-no del disegno di legge in discussione, limitandosi a semplici rilievi di poco- .rnonvento o sulla ■condotta della guerra, o circa le clausole dsl trattato di pace. Questo, cornea stato unónimamenfa approvato dalla Commissiono parlamentarr;, merita il voto favorevole della Camera italiana. La proclamazione della nostra sovranità ha r4 posto l'Italia in condiziono di eseraitara propria ilibera (influenza nella soluzione deV grandi problemi internazionali collegati eHw guerra balcanica (Approvazioni). Circa le critiche mosse all'art. 2 del dlsesmos di legge, osserva trattarsi di disposizione eccezionale e transitoria, determinata dalla im4 possibilità di fissare oggi stanziamene pre» cisl per necessità «wa ancora conosciute, o di sottoporli a tutte lo formalità che> debbono osservarsi in condizioni nonnall Rileva cha non mancatio precedenti analoghi. Esprimo da ultimo la fiducia che la Cantera, acco* gliendo la grande vaoe del Paese, il quale ha accolto con plauso la pace, corno con entusiasmo aveva salutato la guerra, vorrà approvare 11 trattato, che segna un nuovo passe» nei commisto trion-falo rteiiiiltalin. verso la re»lizzazione dei suoi gloriosi destini (Vivissima approvazioni; molte congratulazioni).