Benvenuto al deputato Jaurés

Benvenuto al deputato Jaurés Benvenuto al deputato Jaurés Si sente (rumore di eo&mpiaggini ; i proFeesionisti d'olla demagogia hanno ripreso fiato.' Jafnais la reaction europcenne ne fut plus insolente, jamais l'idcalisme démocratiquè ne fut plus bafoué Avete capito? La sacciata d'un'orda di sciabolatori, abbrutita dalla sensualità t-e paraEsitairiaMienfce o dall'ozio viveu- sul lavoro di po-poiaaioni assoggettato; la cacciata di un popolo cui solo diritto era la stra- ge usata come strumento politico © solaopera nazionale la regressione o lo sfacelo B ''sola arte di governo la ooncussiouo e la rapina — la fine della Turchia d'Europa èuna sconfitta d&Widéalisme dèmocratiguc! Chiudore l'harem pei- .restituire alla donna l'anima che Cristo le diede: cacciare a pedate l'eunuco per liberare il cittadino: proclamare la nazionalità contro il regime di palazzo e della caserma — questo è un trionfo della rtaction europienne! Vien fatto di fregarsi gli cechi prima di rileggere. E sapete ohi scrive queste parole stupefacenti? Vói pensate a Pierre Loti o a qualche altro cinedo del compianto estetismo esotizzante. Ebbene ditela più grossa. L'ultimo turcofilo non è un evanescente, dclinquesceute, molleggdanteai pittare di tramonti : ò un demagogo tanifcruante e profetante, il più profetante e il più tonitruanto di tutti i demagoghi: è Jean Jaurès! "A Jaurès non importa nulla che i popoli dell'oriente europeo sieno finalmente redenti dalla straziante oppressiono ottomana. Egli sa soltanto ohe la evoluzione balcanica « s'è compiuta col eangue e con le armi » o che ciò « costituisce un'onta per la società attuale ». Secondo lui ei sarebbe rimandato in Asia il turco con le buone maniero, per via di persuasione, confidando nel potere di Jaurès che è uomo facondo ed eloquente. Quando 6Ì pensa che questa specie di chiaocheroni ha avuto per uua trentina di anni una parte considerevole nella cultura europea, vien fatto di invidiare i nostri bimbi perchè, quando essi saranno in età di studiare e di pensare, il ricordo dei demagoghi pacifisti e scientifioheggianti tipo Jaurès sarà ridotto a u-n'iinmagine caricaturale come a noi il .ricordo della guardia nazionale. I nostri nGnni della nazionale che s'avviavano alla rivista in eiampando nella sciabola e portando appesi tre bambini alle falde della giubba, se ben» più di buona fedo, non erano più buffi di Jaurès, il qualo proclama la necessaria « evoluzione » del turco e promette la rivoluzione eocdale fondata sull'orrore del sangue. Giammai la storia, la qualo è attività essenzialmente libera e creatrice, la umanità, la quale è •essenzialmente volontà morale e capacità di sacrifizio • furono più groseolanamento misconosciute e negate. X dal atri dolila scienza, costoro hanno concepito la storia come un esperimento di gabi netto in cui l'uomo non è il dato principale del problema storico, bensì uno spettatore indifferente cho osserva, prende nota, calcola e redigo una monografia, .nell'ultimo periodo della quale sta la formula scientifica della verace 'perfeziono democratica. Taalat bey e 'Giavid bey erano di questa maniera di pensare. I giovani turchi sono •tati gli ultimi scolari della vanilequenza demagogica internazionale ; ondo il feroce rancore di questa prima contro l'Italia, poi contro gli Stati balcanici. Dopo aver vituperato i eoìdati di Libia, per tutta l'Europa, Jaurès, questo ciarlone ubbriaco della propria salivi, si ripromette adesso di venire in Italia in luogo di Horvé a vituperare quegli uomini incivili e antiscienfici che si sono fatti ammazzare in Tracia e in Macedonia per scacciate d'Europa il mussulmano.Io comprendo il suo sdegno contro quegli nomini ohe hanno sì fortemente agito. Jaurès è la negazione dell'uomo d'azione. Egli parla. Scrive anche, ma la sua prosa scritta vola via e si disperdo nell'aria a ogni volger di pagina come i periodi che gli sortono dalla becca con flusso perenne, per modo che anche quando scrive egli è sostanzialmente ed unicamente oratore. La lettura d'un suo libro lascia nel cervello il medesimo ronzìo di cicale in una giornata d'agosto ohe vi lascia .l'ascoltazione di un sue discorso. Più volte io l'ho sentito parlare, a Palaia Bourbon. Quando Jaurès ascendeva la tribuna, la Camera si popolava: i de putati salivano ciascuno al proprio scanno, i mihi»tó sedevano al loro, banco: e man appena egli aveva, arrotondato l'esordio un'atmosfera di beatitudine si diffondevi nell'aula. Le teste si arrovesciavano; gl occhi seguivano le volute del fumo di cen tinaia di sigarette invisibili: i pollici ddl< mani congiunte sul ventre si inseguivano il una rotazione furiosa. Ciascuno pensava a' casi suoi:- ohi inseguiva con la fantasia li moglie sgonnellante per le viuzze tortuo» della eottoprefefctoura lontana, chi studiavi il modo di coprire trentamila franchi d spése con i quindicimila dell'indennità, oh oorrideva a una scoperta misteriosa e prodi gioaa: forse, ohi sa> la scoperta d'una tre centesima priìna maniera di cucinare 1< uova. E Jaurès parlava, parlava: e rovesciava' immagini, apostrofi, 'argomenti, in terrogazioni, reticenze, iuvettivo, come ut mascherone rovescia l'acqua nella concili glia. Tanto era rapido il flusso che l'oratan pareva non avesse tempo di .muover ile la. bra: e sembrava che quella liquida favellf sgorgasse per forza propria di ira duo matóello spalancate diventato immote pei virtù d'un subitaneo processo di pietrificazione. Sorridendo dolcemente, l'uditorio s! assopiva, e la Camera faceva pensare a ur pomeriggio mussulmano fra lo ombre di ut patio, dove è dolce prolungare la siesti mente a la', fontana instancabilmente gorbia* • '£ u.usirto <» J«y_rÌB tutto .intiero. Questi o s è a sarebbe l'assertore del socialismo, il redentore del proletariato: del proletariato, il quale non vuol essere forza che discuto, ma forza che opera: del socialismo elio non ha alcunché di comune con la scolastica. E puro questo vacuo chiacchierano, .questo casuieta tortuoso ò riuscito a far confon- dero la molo del proprio ventre con la molo -|del partito operaio francese. E anche oggi, i il giorno susseguente all'afférmazione eo- ! lonne e brutale che hanno fatto del valore a1 dell'azione gli eroici popoli d'oriente, il o ' mondo si deve occupare di lui, Jaurcs, che a j non ha mai organizzato un sindacato, che è. non ha mai guidato uno sciopero, che è ! incapace di .pensare di agiro perchè ò caa ' pace soltanto di parlare, ciò che i popoli non a : e n to E ? o e. o, eù i te e n r e e o o a a e iail fino a n e ù ste el ia à ù X ei e re lo ia. a o a e oi uua ere si eo. li uli ta er o o sanno faro: o.in ciò è riposta la loro forza maggiore. ' ... € Il partito socialista francese c me« nato da monsieur Jaurès: monsieur Jau«irès è menato da sua moglie madame Jau« rèe, la quale è menata dal confessore. Di « guisa che 51 grande partito socialista frari« oess, all'alba del ventesimo secolo ò conti dotto da un prete, probabilmente da un a gesuita ». Queste strabilianti parole sono di Urbano Collier, il famoso polemista dell'Aurore, socialista anche lui, e non si può quindi attribuirle a spirito fazioso. Pochi documenti umani » 6ono altrettanto vissuti e pittoreschi, altrettanto sapidi del comico beffardo, irriverene e capriccioso della umile verità. Poche volte l'antitesi tra l'orgoglio dei principi e la miseria degli atti è stata così esilarante. Quale squisito motivo '' letterario, questa guerra di religione in pantofole e berretto da notte; questa conflagrazione di principi, in cui la dea Ra ngione, in mutando, ecaglia un . vasetto, di cold creavi o una scodella contro la Reli- gicne Rivelata, in gonnellino, sotto lo sguar- do intontito della serva! E straniente di semplicità e di buon senso 1 Jaurès vendendo chiacchiere vivo signoril- E quanto ammac-1 e di buon sen=o 1 mente; 6ua moglie servo in tavola la pasticceria dello monache ; lo sue figliuole sono state batteezato con l'acqua del Giordano portata entro una bottiglia da un suo fratel'lo ufficiale di marina; nelle consuetudini, (neU'intelletto, Jaurès non ha niente di comune col proletariato nè col socialismo, nò con la civiltà a venire che potrà ceserò proletaria, socialista, anarohioa, tutto quel che volete, ma cho certo avrà riconquistato il senso della libertà morale dell'uomo v°>' il culto del sacrifizio o l'intendimento della storia — tutto ciò che la democrazia seieu-| tifica, capitalistica e atea ha perduto, per- dendo con queste assise spirituali il governo degli avvenimenti contemporanei, , L Europa, non ha risolte la quieibno di oriento perche il materialismo della diplo- ( ìnazia concorde col materialismo della demo- crazia avevano smorzato nei popoli o nei governi occidentaili l'amore della intrapre- sa o del rischio, il gusto del sacrificio e del- l'aziono. La paco d'Europa non doveva es- sere .turbata perchè i titoli potevano perdere dieci punti e i salari dieci centesimi; e, i sa mai, qualcuno poteva anche «ao-:nro da morte violenta senza il concorso del medico, mentre è così lusinghiero di morire per iutoEsicazione viscerale prolungando l'u-^oonia con un sacco di ossigeno ! Ragione per cui il turco continuava a mietere e l'Euro- oa a montare la guardia cerne sapete, alVharem del Padiscià. Fino al giorno in cui i popoli balcanici, dieci- o dodici milioni in tutto, non hanno buttato all'aria la seufci•ìeUa sfondando a testa bassa la porta vie- Sata e scrivendo col sangue,, ohe è rinchio-istro della Storia, una pagina eterna; c lo [hanno potuto perchè sanno morire. In verità. •a loro gesta non poteva avere un commento )iù degno che le parole indignate di Jean\Faurès, il più tipico rappresentante delle iettarne ondo tutto roccidento, popolo e governi, ' borghesia e proletariato, è stato così i lungo incarognito. BERCEREI*.

Persone citate: Bourbon, Collier, Jean Jaurès, Pierre Loti

Luoghi citati: Asia, Europa, Italia, Libia, Macedonia, Palaia