Il problema del giudice unico alla Camera dei deputati

Il problema del giudice unico alla Camera dei deputati Il problema del giudice unico alla Camera dei deputati il he promesse del Enpioo Ferri baleaniea e dpTesoro per gli assegni ai veterani - Uo importante discorso di Incidenti sollevati dall'Estrema Sinistra per xla discussione easo Hervé. (Per filo diretto e per telefono alle "Stampa,,) essere aumentati a Uro 200 « 360 il Tii fteli N d h iamente Dihii di Gilitti Andando a Montecitorio, troviamo le adiacente in stato di assedio. La potuta 'tema ohe » ri pacano la man tfa»«usjon4 antt-austrtache tue hanno causato a Venezia la sospensione Bel questo», polche anche a noma sono in v«aa di dimostrazioni «li studenti secondari. Il palazzo dell'Ambasciata d'Austria presso il Quirinale è custodito da un nerbo imponente ni truppe, a Montecitorio abbiamo invece una seduta calmissima. ,v«u'ania al trovano un centinaio di deputati. Le tribune sono poco eflediate. Sotto la presidenza da) Presidente Marcerà, « seduta comincia alle ota MJ». Bai-zilai ritira le dinlsafeat PRESIDENTE comunica la seguente lettera ■eli'on; Barellai: • ■ Mestre .Presidente, La prego di esprimere alla Camera la tuta IncaneeE abito riconoscenti per la maniiestaziono compiuta, troppo soverchia, al merito della mia persona, è" ta prego anche di comunicare all'assemblea, che tono assai onorato e soddisfatto di notar acco- elettori, Il suo voto, desistendo dalle offerte dimissioni. K Lei, IMustre Presidente, la conferma elei miai sentimenti più affettuosi e devoti Firma : Dcv. Bàhzilai >. {Approvazioni). D. .. .. „ . .C0B1ZIO dei telefonisti di Venezia ... r.,nv, i . .... . . .riAKtUONi, sottosegretario all'Interno, di- eniara allon. Cainpanozzi che il Governo non ha mai vietato un Comizio pubblico, che era ►tato indetti dai telefonisti di Venezia per chiedere la riforma del regolamento. Fu solo fatto notare ari «hi r.iu ,<n Mmi,i» n.,KMbn eosiccliè l promotorlsl convinsero che'ara'mi: elio tenere, come fu Infatti tenuta, una adu- henza di carattera privato. fatto notare ad assi che un comizio pubblico avrebbe costituito un atto di insubordinazione, CAMP.^VOZZI conferma che 11 Questore di Venezia proibì veramente il comizio pubblico Indetto dà quella sezione postale e teleg^ranca, • .-ravvisa in tale divieto lesione della 5' ■ • itwwMw ™»n >«rtà di riunione, garantita a tata i cittadini taliani; perchè soltanto quando la a-lunione sia avvenuta, potrà l'autorità indagare se in essa I funzionari si siano resi colpevoli di msubor- dinazipne. Il «no» «Aitfl.'H. ai m,;nn: 11 graTe Conflitto di ChinSi FALCIONI, rispondendo poi all'on. Trapanem. espone che ta un conflitto avvenuto inchiusi, tra una fpUa di dimostranti e due ca- «miai che colà si Covavano per la tutela dell'ordine pubblico, rimase ucciso un citta- Ano. Iniziatosi il procedimento penale contro uno dei carabinieri, che era stato indiziato co- me responsabile dell'uccisione, è risultata la sua innocenze, mentre con recente sentenza del Tribunale di Montepulciano, sono stati con-dfiitaàti come rèi di oltraggio alla forza pub-bliea parecchi di quei dimostranti. TBAPANESE insìste nel deplorare che non 61 fosse provveduto con forza adeguata alla tutela dell'ordine pubblico in occasione della dimostrazione, durante la quale avvenne 11fatto lamentato. Non crede poii che possa dirsi efie U carabiniere feritore abbia agito per di- fendera la propri» vita, perchè il giovane fu iprito da una sciabolata alle spalle. (Com- menti)... j ... * FALCIONI, conviene che a quel tumulto non •1 trovarono presenti nè H delesato d5 nub- Un manifesto vietato ad Alessandria La Camera presta una certa attenzione alio svolgimento dell'interrogazione dell'on. MER- LANI, al ministro dev'interno, per' sapere leragioni che indussero il questore di Ales- sanarla a proibire l'affissione pubblica del ma-nifesto della Federazione giovanile socialista wbbTtt^aggto borghesia americana 'contro gli 'Italiani Ettor • Giovami itti. Hisponde 11 sottosegretario agli interni, onorevole FALCIONI, dicendo che l'affissione del màtìifasto fu vietata, perchè questo era redatto in modo da compromettere l'ordine pubblico ed 1 buoni rapporti internazionali. Nota che lo ^stesso questore <id Alessandria permise l'affissione di altro manifesto ed anche un Comizio promosso dalla Camera del lavoro, sempre a proposito del processo contro gli italiani Ettor e Glovannitl, non essendosi riscontrati elementi di pericolo. Quindi è da escludersi qualunque preconcetto nell'opera dell'Autorità • di pubblica sicurezza di Alessandria, la quale non iia fatto altro che compiere 11 suo dovere. Replica-l'on. MERLA.M: « Il Governo, dice U deputalo socialista, è rimasto nella sua risposta molto sulle generali. Dirò io qualche cosa di piti. Il questore di Alessandria, non ubbidisce nei suoi frequenti divieti per mani{«stazioni proletarie, a ragioni di politica internazionale, o di sicurezza dello Stato. Egli agisce invece, specialmente in certe ore della giornata, un po. a capriccio. « Il sottosegretario di Stato agli interni si è ben guardato di leggere alla Camera il manifesto deila Federazione giovanile socialista. Se lo aV«sse letto, avrebbe constatato l'assurdità de] divieto di affissione. L'on. Merlarti legge a questo pùnto il manifesto che doveva essere affisso ad Alessandria. FALCIONI, interrompendolo: « Lei legge soltauto del manifesto' quella parte òlio le' conviene. Lègga anche 11 resto, e vedrà se il divieto di affissione era arbitrario o no. MERLANI, rivolto alla Camera: « Se la Camera vuole., leggero tutto il manifesto... ». (Urla di terrore: • Nò, nói). MERLANI conclude affermando che la Federazione giovanile avrebbe potuto sfidare l'or- • nendosi alle proteste nella forma legale. « Ad ogni modo io non posso essere soddisfatto delle dichiarazioni del Governo »- Oli assegni ai veterani MIRABELLA, sottosegretario alla Guerra, di- dtoanza del questore, provocando un giudizio sul di le opereto Volle. nvece scegliere la strada più conveniente, piùi conciliat'.ya, atte- 1chiara alFon. M^IanT'che la" Commìs6toae ìàì-caricata di concedere gli assegni ai veterani delle Guerre italiane, ha proceduto all'edàm- pimento del compito suo con la massima ale-prità, per modo che fra pochi mesi possa dirsi esaurito il'suo vasto e poderoso lavoro. . PAVIA, sottosegretario al Tesoro, spara di convincere l'ou. Merloni Che, per quanto riguarda il Ministero del Tesoro, tutto procede regolarmente. Ricorda che la legge 4 giugno 1911 6, nel suo complesso, distinta in due parti: l'una prescrive gli obblighi del Ministèro del Tesoro; Tal l& CommiSSiOno liniuaucun in » wniuivun delle disposizioni a favore del veterani presso 41 Ministero della Guerra, e pero» è ■OCopoìla alla sorv¥glianza deltostess" GU obbl^hi del Miulsiero del Tesoro sono: nrovvedera a«U aumenU degli assegni già in- •crittl rS. d^VvUalUiodeUo Stato pel ve ttrani d^e campagnl l^tó-M che godeva s^asSTt 100 aurnomento dafla no- mUa^e°d^iegge^uSen^^^ pa veterani detto campagne da IP W100 portato a lire M0; provvedere alte iscri- ilone del veterani delle campagne 18HM7 a U- re ìeo annue e cho. pel fatto della iscrizione, larahno a concessitene completa portati a 11- 're 200 prima, e successivamente a L. 3G0. Come già altre volte disse olla Camera, le Jscriziioni della prima categoria, e cioè dei vetarani delle campagna 1818-49-55-59-60-61, che si videro aumenta*v> l'assegno da lire 100 a li- re S60, e da lire 100 a £00. furono tutte soddi- •fatte nel numero non Indifferente di 28.000 in meno di tra mesi, e cioè entro 11 settembre 1911.Per gli altri aumenti — e cioè per quelli ohe, laorttti par la pensione di Ut* 18), devono potl'altra riguarda la competenza del-tone permanente per la esecuzione e a e a e essere aumentati a Uro 200 « 360 — il Tesoro non pud compiere l'operazione dell'aumento, perone l'art. 3 della legge del giugno 1911 dice tassativamente che non si può tare, se non ad operazione di complete c definitive concessioni, il dovere quindi del Tesoro, dal settembre 1911 ta avanti, era ed è soltanto quello di decidere ali assegni nuovi che vengono delibarati dalia Commissione, e cioè quelli dei ve teranl delle campagne 1B66-1867; e queste concessioni furono eseguite dalla Commtoetone nel numero di circa 60.000, come venne indicato dal mio collega della Guerra. Il Ministero del Tesoro ha quindi U dovse d: fare, ricevuto 11 titolo della concessione, le operazioni che gli spettano perche il veterano possa conseguire rassegno.' Il lavoro dal dilui¬ steio del Tesoro è puramente esecutivo, allo atesso modo che per le delix>erazioni delia Corte dei Conti a riguardo delle pensioni ordinarie in genere. Ora il Ministero del Tesoro si è messo in condizione di poter far fronte sempre a qualsiasi numero di tali concessioni ali ven- gano'spedite, in tempo bravissimo. Le concessioni da principio furono to numero relativamente esiguo, perchè la Com- | dapprima andò^ dovendosi organizzare per risolvere alcuno questioni preliminari e di massima, circa l'ap. pLicazione e l'interpretazione della legge Per aj periodo da] 18 ottobre 1911 che fu la prima seduta delia Commissione, al 20 aprilo . JW2. le deliberazioni della Commissione furono |16.180, ed a Tesoro provvide per il rilascio del conseguenti libretti, in un periodo mai mag.i giare di venti giorni. I nseguito poi al raddop- Pteamento del numero del componenti della i Commissione, le concessioni poterono salire a circa 50,000 al mese. " U Tesoro, corno aveva provveduto prima,' cosi nnu> f»Aiim.m« *y«*~iLi~.« XZH S&P**??0** ^JSSWiS^W-S^SSò altresì di provvedere mensilmente a 10.000 11- i tiretti e ed una eventiiaimBmu» mi. cosi potò tmim^ir^àil^rS^ ed esaminare, a rilascio dei Ubr*tii sempre ;bi-etti e ad una"eWntaa'tai^raaggÌOTe"mi- 6Ura- ove la Commissione gli trasmetta un cor. , rispondente numero di concessioni. „" Tesoro, oltre ad altre agevolazioni à^\ 5a contribuito a chela Commissione proW j„ — > • " ìa oon * massima speditezza, consentendo a a rt06^™. ln luogo delle dellberaztoni indivi-1 d,uaB ~ 001116 6arebbo slato di regole -» I <Vencnj collettivi delle deliberaizoni conces- Blve' t=SSx 11 nen'tatento sempre di risparmiare lavoro alla Commissione, nei numerosi casi deliberazioni ed anche per non aUterdare trop- po a pagamento dell'assegno, ha provveduto con ruoì? dj variazione, aaie necossario retti- fiche, morrtre avrebbe dovuto provvedere a ciò la stessa Commissione: e tutto ciò. data la ri- gorosltà deUe disposizioni dei nostri controlli, a rappresenta una vera larghezza del Tesoro. -! 'lalo spirito esaurito il lavoro riguar-'danto preceden.ti Commissioni, al presente so- oo la coreo 5200 iscrizioni giunte nel mese di novembre-, iscrizioni che verranno compiute a a giorni, in modo che prima delle ferie nata- a tutti questi benemeriti veterani potranno 1 percepire l'assegno, ii I Confida che l'on. Merloni comprenderà non - Q*5*1^ attribuibile al Ministero del tesoro la u tàccia di traacuranza di qualsiasi dei suoi do-- TerJ egarantisce la Camera che da chi dirigo |.U Ministero ..airultimo^ dei. suol, impiegati, è serrtito fl dovere^ àtoejtera Vattrtbuztono - delliassegno a questi patrioti che giustamente, dicò. (Vive approvazioni). jmmJtoPÉL** du^arfd^1*che<1nJe1 tomento i vetei«.n . i0'13 costituisce un debito to ^ , a ^'F^0, di.loro j I, riprende la discussione del disegno di j l3**e • BIZZOZZERO rileva che il punto più importante e più ribattuto della riforma è quello che riguarda l'istituzione del giudice unico ats«KtìLitivo, volo al giudico unico/ siccome quello che var- lio^nf^y^f^ì u^clfte esteso anche al grado di appello, mantenendo la Collegialità pei giudici di revisione e di Cassazione. 'Se non che, per attuare convenientemente un siffatto sistema, sarebbe necessario fare si che il personale fosse In generale migliorato con una coraggiosa epurazione o che nei tri- bunali minori, ove un unico magistrato dovrà essere giudice nelle cause più svariate, questo magistrato sia veramente pari all'arduo com-,piito suo. si impone, in altri termini, la più accurata selezione, correlativamente alla spectalizzazto- no delle funzioni. Su questo punto il disegno di legge è sempre stato deficiente. Ciò nondi- meno T'oratore darà ad esso voto favorevole, confidando che tale deficienza potrà essere ri-parata. Vorrebbe però resi più rigorosi i criteri di idoneità richiesti per l'ammissione atta Magi- stratura così da precludere l'adito alla medio- crità. Còsi per le promozioni approva che sia ri- pristinato il sistema degU scrutint, ma vòr- rebbe questi circondatila maggiori garanzie. Del resto non bisogna dimenticare che un buon esso na carriera. persona* si avrà soTtoX^uarno ad si assicuri un buon sU»end?o Ì una buo- iiVier^. stipendio e una bue- [,• „ mSat» .„„_ j4«_,i/,«rt a qu<sto Br°POslto roratore Irma difettoso le >iU1Q cai9gor.t il rapporto numerico fra dei giudici e dei pretori. categorie Camera. Fa.pure voti che a questa riforma vada u giudice unico non muterà senaÉbibnente la presente condizione di cose, e questo perchè già presentemente la collegialità non funzlo- na ln casi eccezionali. Ricorda che il voto 1 quasi unanime dei magistrati è pel giudice unico e che nel 1903. discutendosi la riforma Zanardeffi, i più autorevoli oratori della Ca- mera si dichiararono favorevoli alla riforma, Afferma che per una razionale attuazione della riforma stessa è necessario unificare il -1 giudizio di prima istanza nei centri maggiori, disciplinare in modo più organico la colle- - «'u,Jtttt nel «iudtaj penali e di appello. Anche -:Per Questa parto fa, voti che il disegno dlf i ILe«e«^ esca migliorato dalle deliberazioni dalla i e n 9ff\w,t 1 o I piUSti » . M „ , a mP?S^^!*^SSSfvS^ ^LiSÉflB* *% P°I 1^^°^ <%£%JL cdmniéZ^^àrte^oS*Sr?PS?rSÌ,ÌH*1 - 'nSS8?™ ^U^J^L^,^^ S, * e PICl^ n^.i e~SSlLe 8rormP',tonlì e ^SJ? a p8rte tì del ■** - reniti ti .«te». „ diTsffia^^oaTdf^ &dW- P danza della Magistratura, mentrTq^eato cosi - n6i 9UC.i |Huetri capi supremi, come nelle già- - vani reclute, nel suo complesso, è degna ve- , ramante deHa stima e della fiducia dei Paese, - Le vere cause per cui i concorsi alla Magi- jtratura non danno generalmente buoni ri- e strillati devono ricercarsi nella gratuità del- i l'uciutorato, nel soverchio rigore formale, ne- e gli esami e nella errata pretesa cho giovani - appena usciti dalla Università abbiano l'atti- - tudine necessaria per la soluzione di dimoili n controversia |.1 L'oratore è recisamente contrarlo alla leti- , tastone dei giudice unico, prowedimeoto peri- tioetoao Spirato «preconcetti • .a preoccupa- largo campo all'iniziativa del giudice ed una -1 ^^^'VIS^^":»^,^?! ^S,e£d.°,c?e e IfiPA ^„l;??£*Svo1* *"* laWa- (Concratula- o , e n si e e e e o ¬ zioni ftecali. Non crede che possa seriamente negarsi l'utilità della discussione del giudice collegiale almeno per la questioni più gravi e più delicate e nega che nella pratica 1 opinione del relatore sia sempre prevalente. Conclude augurandosi che 11 ministro non insisterà nelle proposta del giudice unico ed in tal ceso sarà lieto di dare voto tavorevWe al di6egno <H legge (approvaitont, congraMastoni), . Parla l'on. Ferri Prende quindi la parola in mezzo alla più viva attenzione della Camera, la aneto » • notevolmente affollata, l'on. ENRICO rEBHl. il quale e accoltatìastmo, specialmente dallo o norevole Giotttu. L'on. Ferri pronuncia un,me portante ed applaudito discorso. Egli esore disco affrontando fi lato economico della conè disiane attuale della Magistratura. L on. Fern e osserva che le leggi di ordinamento. S»uaa»- rio *°no socialmente e giuridicamente più ,r - portanti che non quelle di diritto sostanziale e formale, perchè è mutile avere buona leggi se non ci sono buoni giudici ad applicane. « E' un tatto — egli dice — che i funzionario anglo-sassoni, hanno una situazione economi. 011 migliore, la quale si traduce sempre in una condizione morale ■ migliore che trasparisce a ndìa soddisfazione che questi funzionari hano no della loro carica e nell'alto pregio in cui o ?ssi «>no tenuti dai cittadini di quegli Stati. l u» noi accade precisamente il contrario. .i L'oratore passa quindi ad esaminare il pre- - getto di legge oggi in discussione, a i L'on Ferri dichiarando che si riserva dla udirà in Burnito larinnoatit. del ministro in- "tE ,'ìnenU dlcWara rhe aonrova U Moa^o diH "tenu, aicniara cne approva il progetto "iò ITSTi^wvTK Toronto.' - DMeba^^d^d^o^ann^ìa lii^Xuta . Perone conceoe aopo tre anni la inampvumiia ^ »ta ffito «o abolii*Ui onScòaSTper e f or0moztonf ^i^Krliaw mo in prntic - Bf °!^.?^?.C6^ 5e.^!^^ Ì^P^iS . ,^rh?*"S7r^nK?^?ri? r«^io^rVn o,.In {a°£h.S£ «^Sf^JS? ^ SSSSsn^2i3S^ ^\%^^\^-JS^ST^^^'JS^S^Si W ^ra*"1 °- if,'uan^,aD?ie?ta S», sUpandl del iHndiPi a noi «in.i.n»i Ai 4»m,u« a S'"*101 6 dei consiglieri di Appello, -1 L'on. Ferri dichiara infine che approva U » I progetto Ftaocchlaro-Aprile anche per te. di- - sposizione, tanto contestata da una parte uet deputati, del giudice unico. e < La proposta del giudice unico — aggiunge i l'oratore ~ incontra, è vero, molte dimcnità - .-v,,.^ ri.T 0n to Serena ' «sì ^&f^uS^S^^2n& - S^iSit^i'J^^JL^S^ hÌTc,,^^ ò ?"pha,zi<inJf %L$$?a2J?l?lù^J&?& f?°l™t - ^i:,3^ f*™^, da ^ magistrato la cono, i ^f^z* degli atti del processo ». ,L,on- Ferri osserva che la collegialità, spe--1 oialmente nei giudizio civile, è attualmente - semplice garanzia formale, una garanzia i puramente apparente. L'oratore invita i> mi-te nistro guardasigilli a riformare la nostra prò-- cedura civile, la quale è inceppata da lungag- o glnl inenarrabili. L'on. Ferri dice: « Certa- i mente t nostri nepotl rideranno quando esa- n mineranno l'incartamento dei nostri processi a civili nell'anno di grazia 1013. -1 . * Un mio collega dell'Università di Boma, o reduce in questi giorni da Berlino, mi..haè narrato di avere assistito nella capitate iger-o manica olla discussione di una causaiefatie., ohe si presentava in apparenza complicata-.vere, tn moia una. causu eiumo ». «.«uì«'trascinata oer anni ed anni innanzi al Tri.1 ^SSA&J&&^%S^^^i in un'oraIo o k£V,«V. Imaccn lo cor*» «mio ria n«1 un SSS.u^ton^Srt.ba' timbrato msiE& »Vsimile sistema sarebbe sembrato assurdo ». (La Camera ride) Voci: — E' vero! .Da l^^.^f^^?'t?rJ^,75SS: ge la necessità dell oralità del giudizio cWte. , M^^^ffSo^- Mare il nostro Codice, e polche questo oranon si può fare, prendiamo intanto il giudicete uniche à"un avviamento alla celerità dei o giudizi ». _< i «Contro la proposta del giudico muco viene 'invocato 11 timore dell'abolizione delle attualite sedi giudiziaria ma questa è una questionoi separata, che non deve pregiudicare H», ngs? o sun modo la discussione di principio intorno - al giudico unico, poiché basterà emettere ai à Governo dei compensi nelle località dove u to numero del magistrati risulterà dimannito ». -, L'on. FERRI invoca, per la promozione dei magistrati, il sistema del ruolo aperto, o pas¬ a sa quindi ad esaminare le disposizioni, cho e- gli combatte, riguardanti il reclutamento delle o due categorie dei pretori e del giudici. Dice, a - questo proposito, che l'Università deve essere , modernizzata. . i-I L'oratore passa quindi ad invocare che sia no migliorate le condizioni dei concorsi per 1 i pretori, aprendo la po6SibJffltà ai preterì di - presentarsi ai concorsi a giudici. Venendo ella o- sua conclusione, l'oratore, in mezzo alia co istante attenzione dalla Camera, dice: - -Noi dobbiamo avere deii maglstoW con r- uno stato d'animo sereno, tranquilli, fiduciosi, e. P^onè'*^JPa^nJftc^iS,^^«fl?« 9% n bile e tfù .delicata e decisiva-dello Stato. LId talk si è ora afferniata nel mondo interaezioo- «SS a nuova vita. Dopo l'impresa di Tripol e- «g^ dOT1Q pensav0 a al suol problemi di rt vite, interna una soluzione, che sia all'altez- o nuwo conquistato dail'Ltelte nel¬ t ,.it„ |n»j>maTlninnb rnintrmlaillft rtAlla Mfl.- e la vlta internazionale. Coinrnctemo dalla Magistratura. Il Governo avrà cosi risposte alle u a =„ ^ i av&maia all'Italia, è ^ cMusa del mecorscTdell'on Ferri è ac - co^ aa lunghiapplausi sutuUi'i settori deito to^mera^^es^te fai^àgO^auoK- e yoteG^lttl!! .tt^SSm'XuSSS^.^SSS^ a voile Sacelli, il Ministro Nlttt. 1 Sottosegretari - Falcioni. Battaglieri, Gallinl, Vicini, si recaa, no a stringere la mano all'oratore, il quale ha e ottenuto uno dei suol migliori successi. Si l recano a congratularsi còlTon. Ferri anche un i, centinaio di deputati di ogni partito, comprese - te personalità parlamontari presenti, cioè, gli e onorevoli Cappelli. Calcano, eco lf a spondere alle interpellanze presentate da me e dall'en. Eugenio Chiesa, intorno alla politica balcanica dell'Italia D silenzio do! Parlamen- to "aliaaio. suite ttue&ow^balcanico, aa tem- * »>ra inesplicabile. Tutu I Parlamenti di Kuro? P»V » specialmente il Parlamento più interes** aito, ctoè il Partomento austriaco, hanno e, vuto Mbertà di discussione intorno a questo ar- W- fe^eTÈcStó WS5&7>t& i ntinto ltelte.no face^seX» te7m£ voce e - | ^ intenllnentnd Governo Ciò. naturai- mente, nella misura opportuna e col riserbo , dovuto - L'on ' GIOLITTI fa segni di denegazioni, e - fon. COLUANNl, rincalzando, aggiunga: — - Ma, porche non dobbiamo discutere sulla que- 6tione balcanica? All'estero, Bethmaniv Holi wegg. Berchtoia. Slr Edward Grey. Poincaré, - hanno lasciato liberamente discutere, nei rii spettivi Parlamenti, della questione balcanica, | perchè non se co può discutere ln Italia? Io - prego pereto il Governo di voler indicare il - primo prossimo lunedi per lo svolgimento dela- le Interpellanze sulla poHMce balcanica. Psi le Mndm sui Baltaii a te Interpellanze, one si aovono discutere m e - Prego il Presidente del Consiglio di voa- lnml dlra quando il Governo è disposto a ri- e e i n d e ù • . n e i . i e 'awl88 cne possono aonerminaro una corrente Piuttosto che un'altra nella risoluzione degli \W* responsabilità al di là di quella che è lgtrettamente necessaria. In questo momento esso ritiene che la discussione non-possa a.v- ' IaiUre\ V*630 roc- c.olaW dl vo*? ^?uac'H? eUa sua proposta. Dichiaro però ciie a ma non i Dichiarazione di Giolitti ai alza a rispondere ron. Ciolrtn: il silenz diviene nella Camera anche . più profondo, L'ama è anche più affollata Sono presenti oltre duecento deputati, l quali si affollano, in buona parte, nell'emiciclo. L'on. GIOLITTI dice, con motta calma: — L'on, Cola]anni è troppo pratico delle abitudini parlamentari per non rendersi ragione della impossibilita dal Governo italiano di rispondere, in questo momento, alle interpellanze sulla politi co balcanica, ci sono dei momenti, in cui è bene parlare nei Parlamenti, vi sono invece altri momenti in cui è opportuno sospendere la discussione. In questo momento è meglio tacere. (Commenti prolungati). ■ Sono in corso avvenimenti balcanici, del quali, secondo 11 testo delle interpellanze presentato datl'on, Napoleone Coiajanni, si vorrebboro prevedere le conseguenza « Orbene, ió credo ohe le conseguneze degli avvenimenti in corso si possono esporre In un Parlamento soltanto allorché gli avvenimenti si siano chiariti. Fare delle profezie Avventate da questo banco, — aggiunge l'on, Glolltti, — può avere delio conseguenze gravi. Non dico questo per eslmcml dalla, risposta, dichiaro anzi che sarebbe assai comodo per il Governo associare la responsabilità del Parlamento alla rospotnsabilita propria. Infatti un voto del Parlamento potrebbe avere per il Governo 11 vantaggio di coprire le proprie responsabilità. Ma in questo memento il Parlamento non sareboe in grado di giudicare con esatta cognizione di causa. Io non sono in condizioni di esporre al Parlamento tutte le tendenze degli avvenimenti balcanici, tendenze che possono determinare) una corrente dle a «a»-non parrà Vero di poter osporre al pl? P^to possibile l'operato del- Governo In W5'0?8 ^ Polisca balcanica ed u Governo 10 fQra. a9fSS 6380 10 Potraìrma »? <iuosto momento dobbiamo tacere ». .{Lunghi prolun- i gatl com7nenh, approvazioni sul banchi di Sinistra). Replica dì Coiajanni C0laj.-vnni : — ii nostro presidente del Consiglio ci ha dato la risposta che noi pre- Giocio alla Camera, ma io inori posso dichiararmi mini, cuculiente soddisfatto dettba risposta che il presidente del Consiglio mi ha dato. < Il Parlamento italiano rimane dopo lo dichiarazioni dell'on. liiouit-ti ta condizioni di eccaziono e ciò non 6 giusto. Il Parlamento italiano è u solo Parlamento d'Europa dove e non si può discutere della politica baicanuca. a L'Austria è p»ù impegnata ai noi neula que- stlone baJcanicav noi siamo impegnati solion- ito come ripercussione degli avvenimenti, ep pure olle Denegazioni austriache ed ungheresi al è liberamente ctisousso della questione bal caimea. ua noi, no. 11 presidente del- Consiglio i ha dato adunque la risposta solita, vale a turo che noi non discuteremo o discuteremo sol- tanto a fatti compiuti. Allora esso invocherà a il patriottismo, ta, necessità del silenzio, la -| virtù del sacrinolo a ci sarà lasciata la possi- . blHià soltanto di una otìttea sterile e'vana. - Orbene, io credo che questo sistema è perico-- che so il presidente del Consiglio " le voci del Paese e seguisse il « ,-r~ro".- giornali anche conservatori ita-.•liana, che tavocano una discussione sulla j>o-^ HH» «««^5?. Mtrahb» assai meglio guideròI la politica del Governo negli avvenimenti at- «""«'O ■TUllilUTcggaU tO CSVUlDia : — INOO CUCO V"6*0 per ]a pam'a di rimanere solo, sapete . Kcn ho Umui0 di rimanere solo quando c'era ancora alla Camera una Estrema Sinistra, ciò Iche oggi non è più (commenti). Ho detto : questo perchè le manifestazioni inutili" non'ml . piacciono. Ad ogni modo iieU'interesse del Go- ^ i^bj^^j^^}-:^ a guo coiajanni — io prego vivamente il presle dente del Consiglio, il qualo può fare affida- ntehtòsu^ 'lur0 derogare dalla sua decisione di non ri- spondere alla interpellanza balcanica (interrui.noia, commenti). o, COLAI ANNI: — Ho detto.ciò perchè anche ? noi, dell'Estrema, sapremo mantenere la mi¬ u % Biira necessaria, o potete crederci. Io, per esempio, cho 6ono considerato 11 più scapigliato l'ilarità vivissima), io non intendo fare discorsi imprudenti. Noi Intendiamo soltanto lare discorsi che illumino il Paese. Vedo che fon. Giolitti accenna ed insistere nel suo divisamente di non rispondere alla interpellanza balcanica: vuol dire che io rimango con la coscienza tranquilla per avere compiuto 11 mio dovere. Lascio al Presidente de] Consiglio la responsabilità di non avere curato molto i diritti del Parlamento. (Interruzioni, rumori). Si, è proprio cosi, basta ricordarsi della storia della spedizione italiana in Libia In realtà l'on. Giolitti tende alla soppressione reale e sostanziale del Parlamento. Questa chiusa dell'on. Coiajannii viene vivamente disapprovata sui banchi di sinistra. L'on. COLAJANM, inviperito, si volge a coloro che lo hanno rumoreggiato, e grida acceso in volto: — Abbiate almeno il coraggio di dire al Governo che abolisca addirittura il Parlamento, giacché non si può discutere. (Mormorii generali). Controreplica di Giolitti L'on. GIOLITTI si alza per controreplicare all'on. Coiajanni, ed ln mezzo all'attenzione profonda della Camera egli dice: — On. Coiajanni, lei sa perfettamente che non è stato mai adottato da me il sistema di sopprimere i diritti del Parlamento. GOL AI ANNI: — Bla io non mi rivolgo a lei; dicevo al deputati che approvano il sistema di non rispondere alle mterpeilanze: GIOLITTI (continuando) : — Ella mi ha rim proverato di non avere fatto discutere dal Parlamento le decisioni riguardanti l'impresa di Libia, Ebbene, io le rispondo che ho portato qui tutta la questiona Io ho voluto che il Parlamento si pronunciasse sul decreto di sovranità sulla Libia. 11 Parlamento ha detto al Governo: «Andate avanti»; e il Governo è andato avanti. Naturalmente non dovevamo venire innanzi al Parlamento ad ogni istente a chiedere -i mezzi per proseguire l'impresa che il Parlamento aveva autorizzato. Sarebbe stato un sistema ridicolo. Del resto io debbo " dichiarare all'on. Coiajanni che la sua affermazione di avere io calpestato i diritti del Parlamento, è assolutamente assurda, perchè se lo ho avuto nella mia vita politica una forza, l'ho avuta unicamente dal Parlamento, i.ip plausi dai settori ministeriali). Di ìBòdente ir le Hnwu sul caso Hervé L'on. Coiajanni brontola qualche altra parola e siede. Risolto questo primo incidente, so ne minacci* un secondo sollevato dal deputato sind acni iste on. MARANGONI, il quale avuta la parola, dice: «L'altro giorno avevamo chiesto invano la discussione delle interrogazioni riguardanti l'espulsione dall'Italia di Gustavo Hervè. Poiché sono state presentate sullo stesso argomento delle ìnterpellunze, io .chiedo al Governo che voglia dirmi quando è disposto a rispondere a queste interpellanze sul caso Hervè. PRESIDENTE : — Ma lei non c'entra par niente In questo. Lei non ha presentato alcuna interpellanza, L'on. Treves ha presentato una interpellanza. Lei non è a signor Treves, (;iarif4):. MAHANGONI, rivolto.al presidente: — Se-tei «ti lascia parlare, vedrà che io c'entro-benissimo. Litania generale). Dicevo adunque che le interpellanze sul caso Hervé dovrebbero essere discusse sollecitamente, tanto più che ohe sl-trattà di un fatto riguardante uno straniero espulso. dall'Italia, fatto che ha più Importanza di una qualunque stazione di Roccacannuccia o di .qualunque altro problema locale, come anelli contenuti nelle interpellanze che si discutono solitamente ogni lunedi. Io chiedo pertanto' al presidente del Consiglio se egli intende mantenere la sua dichiarazione di. non voler rispondere all'interpellanza ed alle interrogazioni sul caso Hervé. GIOLITTI: — Io voglio far notare all'onorevole Marangoni che, or è qualche giorno, allorquando dichiarai che non ora il caso di dare carattere d'urgenza alle interrogazioni sul caso Hervé, non esprèssi ancora l'intenzione di non rispondere a tali interrogazioni, avevo soltanto fatto osservare cho si trattava di una questione end non era cosi urgente da esigere la violazione del diritto degli altri deputati, che hanno presentato interrogazioni o mterpeilanze precedentemente- a quelle riguardanti il caso Hervé. Mi sono perciò limitato a sostenere che le Interrogazioni e lo interpellanze sul caso Hervé devono seguire 11 loro turno all'ordine del grorno. Se la sua Interoellanza è stata presentata prima di quelle cho si devono discutere lunedi, essa passera davanti, altrimenti ella aspetterà. iHarlfd generale). « Del resto, comprenderà l'or». Marangoni, non è che io tema questa discussione nè che lo tema che la Camera rovesci il Ministero per la espulsione dal prof. Hervè. {ilarità generale). Inoltre, l'on. Marangoni può benissimo non avere dubbi sulla natura della risposta del Governo Intorno aula'espulsione compiuta; per ciò mi-paro che,églf possa attendere. La afspustn dell'on. Giolitti Unisce fra la ilarità generale. •L'on. marcora crede opportuno dare deUe spiegazioni sul meccanismo del regolamento Intorno allo interpellanze ed alle interrogazioni, dopo di che, prima che gli animi si eccitino nuovamente, suona la campanella e toglie la seduta. Sono le 19,10. l d