Liquidazione dell'ultimo Polo

Liquidazione dell'ultimo PoloLiquidazione dell'ultimo Polo olooruquaopuoluccio tra l'americaniamo di Peary e le amenitò di Oook. Era lecito sperare una sorta migliore per il Polo Sud. Non che «e la meritasse in nome del suo passato. Il passato vdctdel Polo Sud era estremamente più borghe-1 ese di quello del suo collega artico. Non vi biancheggiavano fle tragiche ossa di alcun rFranklin, e dai giorni di Boss la oalotta gantartica si era lasciata esplorare a vapore, aMa era sempre un Polo; per giunta, era tl'ultimo. Senonchè il suo scopritore, il oa- upitano Amundsen, imbucando verso la ci- mviiizsasione, non ebbe altra ansia che di ecorrere dal barbiere. Fu la peggiore ispi- brazione della sua vita. Il barbiere liquidò glui e -l'attimo Polo con quattro colpi di dforbici. Insieme oon la barba dell'esplora- bbore, oadde sul pavimento almeno il cin- zquanta per cento della sua gloria. L'Amun- pdsen dei ritratti d'un tempo, — dieci cen- ptimetri di ferrigna barba marinara sotto dila naso aguzzo carico di sale e sotto una vfronte bronzina, — era un .conto ; l'A- pmundsen apparso in questi giorni a Londra frasato come un comico, è un altro. Anche AShackleton, anche Soott, lo sapete benis- g•imo, sono interamente sbarbati; ma l'in»- .rpaloatura del loro viso è cosi romanamen- cte britannica, che di comico non ne emer- ugè nulla. Invece, dopo l'attentato del bar- lbiere, il naso di Amundsen è saltato in fuo- ari come un peperoncino, il suo mento è ccorso in dentro come quello d'una rana, le amie gote si sono sgonfiate, i suoi occhi si psono gonfiati: e il volto dell'eroe polare ha vpreso la non eroica fisonomia d'un baco da nseta, quando interroga il vuoto intorno ai vgraticci, non pensando più che a fabbri- Rcarsi il bozzolo. E' un'aria che un baco ppuò permette»; un esploratore, no. Pro- obabilmente Amundsen, appena sbarcato in sInghilterra per correre a mietere allori tnella metropoli del mondo, capi d'aver èr-| prato più dello scusabile; e, lì per lì, per-1mcile gli obbiettivi dei reporter» non gli riu- cscissero fatali, si vestì all'inglese più che ppotè. Ma anche qui fece cilecca. Doveva bandare da un buon sarto, in Sa vile Row o Pin Bond Street, come ogni celebrità che si rispetti, imitando Shackleton e Scott, ohe va Londra sanno portare degli abiti senza —una pecca. Invece andò da un sarto che gli popolò di provùwialissime pieghe le a- eoeile e i ginocchi, mutandolo in un baco da seta endhnanché come ce ne son tanti, cFiguratevi con quali arricciature di naso lo accolse il pubblico londinese! Il buon A- imundsen più si fece vedere,' e meno divenne popolare. Le sue conferenze trovarono a Londra molto più gelo che nou abbiano in- oontrato i suoi ski al Polo Sud. L'assenza della barba e la presenza delle pieghe lo fecero cadere, secondo il gergo metropoli- tono, terribilmente piatto: terribly fiat indeed! j Ma questo è niente. Le prime impresalo- ni hanno bensì un'enorme importanza in tempi' d'impressionismo come i nostri j tut- tarerò, o'ò ancora il mezzo di distruggerle e di rettificarle, rovesciandovi sopra tutto il peso e il vigore di qualche affermazione più sostanziale della propria individualità e dei fatti compiuti. Ciò. si può fare, quando si è scoperto un Polo, scrivendovi su oon calma e profondità un bel libro di scienza o di poesia: e Nansen, mei suo « Fra Ghino- ci e Tenebre », pur senza esser riuscito a scoprire che una soglia della, sua meta, mostrò oon nuale animo e quale stile uno opera simile avrebbe potuto essere sentita.: _\ . . , » j , ,Disgraziatamente, Amundseu non ha saputo , - . ti rv redimersi neanche in questo senso. U libro della sua avventura «pollare, — II Polo Sud, resoconto della Spedizione Antartica Norvegese », - è l'ultimissima novità il- braria in Inghilterra, ma di grande e di permanente non ha ohe il numero delle uà- «ine a il prezzo di copertina (più di cin- quanta franchi, se volete ordinarlo). Il ri- manente è piccolo brodetto narrativo illu- minato soltanto dalle fotoincisioni. |A scorrere questi due grossi volumi an- ohe senza averli comprati, cioè senza sen- tirai in diritto di pretenderne troppo, è dif- ficile trovarvi quello che vien naturale di cercarvi. Se si è scienziati, vi si trovano così magri contributi ali* scienza, che vien voglia di relegarne le pagine scientifiche nel limbo dei pretesti. Se si è lettori comuni, come voi e me, pare di leggere un uomo il quale, pur non avendo in realtà altro da dirci se non ohe è etato al Polo Sud, si di- Junghi tuttavia a narrarci una quantità di piocole cose, tento per colmarne un pacco di carte alto sei dito. Perchè ad Amundsen manca sopratutto l'accento. Non dico l'ar- te, che è fuor di questione, giacché non tutti g-li esploratori possono essere anche arti- ati, come Nansen e Shackleton. Parlo d'ac- cento, di questo spiraglio traverso il quale un grande animo si rivela sempre. E' quin- di impossibile travedere in Amundsen un grande animo scorrendo il suo monumentale prodotto di carta stampata. Egli ci si ma- aifesta piuttosto come un buon uomo ca- pace di organizzare con criterio e previden-jza un viaggio sulla neve, nel modo in cui'si organizsa un affare. In Norvegia, l'affare'della neve e della locomozione sulla neve è semplicemente ereditario. Amundsen lo co- uosce a puntino, e, menando seco della 'SSJTSìJÌS.'S Wt£ pa importanza nè poca: giusto l'importanza che un affare merita perchè riesca come.deve riuscire. E' per questo che il suo libro manca d'accento. Più che un animo da esploratore, Amundsen vi mostra l'ani- ,. ■ ■ 4™. li mo d, un «epertissim. viaggiatore sulla ne- ve. Il chs, m ispiriti», % «assi differente,perchè l'esploratore canuniu» la colloquio oon l'ignoto, e non marcia verso un fine ma verso un principio; menerà il viaggiatore eammimn lòio i* colloquio osa le sue gambe a a o ,apernesuo viaggio. H viaggiatore può giungere più distanto, può fin raggiungere il Polo Sud, come lo raggiunse Amundsen; ma non po tra mai scrivere un libro ohe muova degli 1 epiriti ed abbia oaraitóere di permanenza i Quello di Amundsen non muove nulla racconta soltanto delle mosse. Come viaga giatore, però, Amundeen 5 senza dubbio , ammirevole sotto vari aspetti, e speciaknen a te per la sua sincerità e per il suo buon - umore: entrambi un po' puerili, qua e là - ma nel complesso piacevoli. Sembra che i egli narri una gita: una bella gita andata - bene. E la narra con la prolissa e un po' ò greve amenità di un bravo e onesto uomo i d'affari che si metta a far dello spirito. TJi; - bel giorno, Amundsen annunzia una spedi - zione scientifica nel bacino dell'Artico, ap - parecchia uomini, nave, strumenti, e sta - per salpare verso il nord. La pretesa epeo dizione scientifica, matura-Timente, non velea va essere che un viaggio -al Polo : un be' - progetto da gran viaggiatore norvegese. Ina fatti, poco prima ohe il Fratti levi l'ancora, e Amundeen ode che al Polo Nord è ormai - giunto Peary, e cambia subito idea. Egl - .rinunzia di colpe alla « spedizione soientifi - ca » nell'Artico, e pensa immediatamente a - un viaggio verso il Polo Antartico, dove - la concorrenza è ancora aperta. Uomo d - affari, tiene il progetto per eè, e non le è comunica ai suoi uomini ee non quando, in e alto mare, è gihioooforza far volgere ls i prua al sud. Gli uomini cascano dalle nu a vale, -ma non hanno niente da obbiettare: a nord o sud, tanto fa lo stesso. Fortuna i vuole poi che il Fratti arrivi nel Mare di - Ross in -un momento propizio : e Amundsen o può vedere come un gran campo di ghiacci, - ohe Shackleton aveva temuto galleggiante, n si raccordi invece con la terraferma. Shackle i ton, giuntovi iu altra stagione, non avevi -| potuto giudicarne che a lume di naso. Egl -1medesimo, però, se avesse potuto convin- cerai che la terraferma era lì a due passi e per piantarvi la base di spedizione,, avreb a be voluto partire da quel punto verso i o Polo. — « E ci sarebbe arrivato assai prima i di me », commenta Amundsen, « perchè e veva travisto la via giusta. Fu sfortunato » a — u norvegese, più fortunato, può giovarsi e dell'indicazione fornitaeli dall'inglese, e per - ia via giujta si mette in cammino al più o presto possibile con quattro dei suoi Un , cenno del capo, come a dire: « Ci vediamo o domani ! », e la comitiva si lascia dietro le - spalle tranquillamente i compagni,,;«d il e Fratti. a Non porta seco nessun ordigno d'ultima - invenzione, tra i suoi mezzi di viaggio. S a affida alle sole tradizioni norvegesi: ski o slitte e cani. E, a leggere Amundsen, sono - i oanj che compiono tutto il lavoro vero t proprio della bella gita. Egli non si stanca j di parlarne e di riparlarne ; e spesso, con - centrato com'è nei suoi animali, si lascia n efuggire ogni accenno agli'elementi umani - Verso i suoi cani, la sua attitudine è quella e di certi industriali verso le loro macchine- o per quaH scordano talvolta gli operai. e Anche questa è una posizione da uomo di à ,affari. 1 cani eschimesi, — che di Nansen o f,UTano gli amici> ^ eg]i n6 6crÌKe rlliade n _ per Amundsen, più ohe altro, son delle a macchine; e quando la necessità impone di - sacrificarne uno, Amundsen è anche capace a di g^arne moìbo allegramente le bistecche, , UD istante dj ^ste-za. E questa è o UOia ^ viaggiatore, .: T, . . , ■ 11 viaggio, finalmente, culmina. La oa o . . . ,' , , ' ' . lotta australe del mondo e raggiunta: la o . ... . , _ , ., . . , aS ' ,B o w«»rta del 8ud° vlolafca P" ~* a pre' " .momento dovrebbe essere magnifico - e *«r*«k Amundsen, sulle prune, stenta a i vincersene. Lo trova quasi un po' buffo - _ 8 M<T° !fsere 0Met?t ewtam* e«lj' - " Po6.so dm» di *w raggiunto lo scopo del - J» «"«vita? Romanticherie... Era al Polo - Nord che volevo andare. Invece, eccomi qui |al ™° Sl Pu° «magma» qualche co- - 8a dl Pm fottosop™»'>• — F°> pensa che - 'OTV* «d"™^ croè» da b«<"> - alla cerimonia. Ce da piantar, di k ^nànr* di, Re Haakon, Ma a ohi spetta o dl P^ria? Amundsen ha seco quattro n u«mim- H, V™M<"** & piuttosto grave. Ed el *l,a fine> hi soluzione: tutti e co¬ , <lue ««««««> 1 asta della bandiera, e, msieo m*> tufcfcl m uoa volta' la Pantano nella a neve* i- ?• q««kheduno scrivesse un operetta sulla di «operi» del Polo Sud, diffiedmente adotteo rebbe un fina,e d,vereo- Ma Amundsen è un n 8ran brav'uomo un grandissimo viaggiator- »» e ha voluto d™*™* 1 <™°™ coi suoi coratti P°«ui. 001,06 61 U6a tra ^portsmen. Quindi i- ba narrato per filo e per segno ciò che acc- cadde <luel Siorno aI Polo Sud; poi, la gaia le R>te di ritorno; e, da ultimo, la tonsura n- generale delle barbe, che avvenne ad Hon bart, Nuova Zelanda, non ricordo bene se le nelle cabine del Frani, oppure da qualche a- barbiere del porto. E fu qui che la stessa a- barba del duce cadde giù, e ne seguirono n-jtanti guai., ui' In verità, anche il Polo Sud meritava di re' morir meglio. Ma ormai non lo risuscita più è nessuno. o- SIR KODAK, a 1 vsvsmadpsrccdldsutTrEcd

Luoghi citati: Antartico, Artico, Hon, Inghilterra, Londra, Norvegia, Nuova Zelanda