Il processo contro l'on. Mancini accusato di estorsione a danno dell'on. Ruspoli

Il processo contro l'on. Mancini accusato di estorsione a danno dell'on. Ruspoli Il processo contro l'on. Mancini accusato di estorsione a danno dell'on. Ruspoli (Per telefono alla Stampa). h ti f Roma VII sezione 23, notte. 6 incomin- Oggi innanzi alla ... ciato il processo contro l'on. Camillo Mancini, deputato di Ceccano, acci-.«ito di estorsione a danno deU'on. Ruspoli. Questo processo ha già una lunga storia precedente e desterà vivo interesso nel mondo parlamentare. Ha inizio da un fatto che a suo tempo destò molto eia- nioro a Montecitorio. Rieletto a deputato di Velletri nelle ultime elezioni generali l'on. Romolo Ruspoli dei principi di Cerveteri contro il candidato ra- dicale Dante Veroni, l'elezione venne subito infirmata di broglio e corruzione davanti alla Giunta parlamentare delle elezioni, la quale credette di doverne proporre senz'altro l'ap- nullamento alla Camera. Senonchè nel marzo 1910, quando la Camera dovette deliberare in argomento, avendo l'on. Aprile accusato inseduta pubblica il Mancini — teste d'accusadavanti al Comitato inquirente — d'aver chic- sto del denaro al Ruspoli prima di deporre, reffetto fU tale che il Ruspoli venne in vececonvalidato. Una ritrhinr»7if>n* «.miivnra una meni orazione equivoca L'on. Mancini querelò l'on. Ruspoli per dit-{emozione; mail processo non ebbe luogo per- che si veniva ad un accomodamento. Il Man- cini dichiarò che nella visita fatta al Ruspoli la mattina prima di deporre dinanzi al Co- mitato inquirente egli aveva parlato di.de-uaro, ma "che si trattava di una elargizioneche l'on. Rusooli in una riunione tenuta a Vel-ìelvi ne] igof- avèvapromessa cerne primo fondo di cassa per la Società dei vlticultori del Lazio, dal Mancini presieduta, e che solo— « »> i> —-~ *»-* per equivoco il Ruspoli aveva ritenuto trat-tarsi di richiesta fatta per interesse personale,Ma questa dichiarazione suscitò .inaniti epoco benevoli commenti ed il procuratore dèiRe chiedeva l'autorizzazione a procedere con-tro il Mancini per reato d'estorsione, e la Ca-mera 1*8 giugno la concedeva. ■ Il Mancini si dichiarò vittima dei suoi ne-mici di Ceccano ed a proposito della specificaaccusa disse: « Sullo scorcio del 1909 mi recai dall'oin. ■ Ruspoli. da lui invitato per iscritto,, t desiderio di portare.il ramo di olivofra Ruspoli e il suo avversario soccomberneVeroni. entrambi miei amici ». E narrò il Mancini che il Ruspoli, eccitato e convulso per le risultanze dell'inchiesta sulla sua elezione, accennò alle laute- elargizioni fatto a Sodalizi e ad enti morati del Collegio, il che diede a lui occasione di ricordare al Ruspali la promessa di una elargizione di 2 o S mila lire per la Società dei viticultori laziali fatta in un banchetto fin dall'aprile 1907, chiedendone il pagamento. A vece alta il Ru spoli gli rispose allora lagnandosi della rlchiesta montr'era « mezzo squattrinato, pertante «pese, anche domestiche ». Visto che non era il caso d'insistere, iL Mancini se n'andò;^ jj diai0g0 cra 5)at0 raccolto da alcuni elettori d?l Ruspoli, che pare fossero appostati ncJ" l'anticamera. Quanto ha narrato il defunto on. RuspoliL'on. Ruspoli invece negava davanti al giu- MancUU, . cao oonosceVa soltimo come. de- putato ». negava d'averio invitato Iti casa propria ed affermava che, vistoselo venire incasa prima di recarsi a deporre davanti al Comitato inquirente, gli chiese: ■ Ma tu .che ';°sa PH01 diro sui conto mio? »; al che Von. Mancina avrebbe r sposto che » la deposizione d'uniSeputetb aveva sempre un certo valore », soggiungendo subito dopo: « Veniamo ora ail'argomento ». — « E mi chiese — depose d'on Ruspoli — la somma di lire 3000 senza dirmIl motivò, d almeno ora non lo ricordo ». E spiegò d'avere accettata poi la spiegazione data dal Mancini per consiglio dei suoi avvocati. E Ani anche col dire che era propensoad escluderà l'idea d'un ricatto nel Mancini Gravi indizi contro questi sono due specialrisultanze dell'istruttoria e cioè: la perizia calligrafica, la quale .escluse che il biglietto col quale l'on. Mancini veniva invitato a casa del Ruspoli fosse di pugno di quest'ultimo, o l'esistenza di due lettere anonime, diretto al Ruspoli prima della visita famosa, colle quali gli si preannunciava la deposizione del Mancini davanti al Comitato inquirente, ammonendolo circa l'opportunità di propiziarseloEd a queste Ietterò parve annettere importanza speciale l'ex-ministro on. Morelli-Gualtiero tti, membro della Giunta per le elezioni, pel fatto che ■< l'anonimo mostrava di supere cosa freschissima che soltanto il Mancini poteva sapere: cioè il giorno e l'ora per cui era citato... ». in. istruttoria le testimonianze non furono tutto concordi. Da esse la personalità dell'on „ ManCi«' risulta ora esaltata ora depressa; in complesso risulta però vero che contro di lui la gUerra cra senza quarti.->re. La citazione spiega in chiaro le ragioni, sia note dell'odierno dibattimento: essa dice: Mancini Camillo, deputato al Parlamento, è hnputato di estorsione a danno de! deputato Romolo Ruspoli, per avere in Roma, in epoca imprecisata. nel dicembre del 1909. richiesto al Huspoii 3 mila lire nVutaeciandolo in caso d r:flnto di rendere testimonianze a lui contra rie innanzi al Comitato parlamentare inqui rcn,te per. le elezioni politiche del collegio d Velletri, in cui il Ruspoli era stato eletto minaccia già precedentemente fatta a mezzo d due Iettere anonime in epoca precederne ». come è noto il Ruspali nel periodo istrutto rio è morto in Francia. Fra i testimoni figurano cerne testimoni a carico fU onorevoli Comaggia e MontresorMorellì-Gualtierotti. senatore Scaramella Manetti, avv. Cosentini, avv. Rosetti. A scarico la difesa aveva citato 25 testimoni fra i qualgli on. Pozzi, Pais Serra. Verona, Ottavi Mezzanotte. L'interrogatorio dell'on. Mancini Il dibattimento si e iniziato coH'interroga torio dell'on. Mancini, il quale, dopo avere minutamente narrato l'ambiente nell quale s b svolta la lotta elettorale e come egli avesse conosciuto o fosse entrato in relazione con l'o norevole Ruspoli. richiamato dal presidente perchè si dilunga e divaga, viene alla narra zione dei fatti più direttamente riguardant la causa iu corso. — Vidi — esii disse — il Ruspoli pochi gior ni prima della mia deposizione dinanzi alla Giunta delle elezioni, per averlo incontrato ft caso in via Nazionale e parlammo delle co se di Velletri e della elezione contestata. I Ruspoli ad un certo punto, usci, ricordo, in: escandescenze contro il rivale Veroni, dicend che questi faceva male i suol conti se aveva intenzione di fare annullare l'elezione, perchè anche annullata, egli avrebbe speso cento. duecentomila lire per portare un altro dei luogo contro II Veroni, che non sarebbe mai riuscito. Questo discorso allontanava sempre più da me la concepita speranza di riconci nazione, quando un giorno, dalla posta della Camera, mi pervenne una carta da visita, in testata all'on. Romolo Ruspoli. che Ani invi- lava ad andare da lui pei" una urgente conni nleazione. A me balenò subito la speranza che vi fosse qualche cosa di nuovo che potesse giovare al concepito desiderio di pace e mi affrettai, senza rifletterci, a recarmi da lui, solo e senza alcun sospetto, « In verità non conoscevo la calligrafia del Ruspoli. ma conoscevo la Arma, avendola vista più volte su cambiali, cno gli garentivo, per la cantina sociale di Velletri, all'Istituto di Credito agrario perii Lazio, di cui lo ero con sigliere. « Andai, dunque, In casa del Ruspoli verso , le 10, senza avere il sospetto che quella visita, fatta ad un collega, dietro suo invito, potesse avere tanto false interpretazioni. Trovai l'o- norevole Rusponi oltremodo eccitato o quasi -1 convulso dalle impressioni, che a lui dove, - vano sembrare sfavorevoli, relativamente aa- l'esito imminente delia sue contestazioni, in nanzi alla Giunta delle elezioni. Appena io aprii bocca, egli si inquietò, ripetendo le apo ^ri>^J?0?Ili'o_iVcr0.°V, s?°&^fJJ^£z£ Sul che nei giorni avanti, e facendomi notare che la elezione gli era costata molto danaro, non per comprare voti, ma bensì per fare elei frizioni in opere di beneficenza e di pubbiira utilità. Questo discorso mi fece ricord are la n.mn»tca rru, n<*n mi nv«m fntt/i od io promessa, che già egli mi aveva fatto, ed io allora gli dissi che era vero, ma che fra tante elargizioni si era sempre, dimenticato della promessa alla povera Società dei vlticultori «lei Lazio, che pure la meritava di più, ea iaveva tanto bisogno. Egli da scatto rispose: « Hai ragione, ma, caro Mancini, devi sapere 'che sono senza quattrini; sono stato spogliato, e poi ho avuto tante disgrazie e spese di fami, glia ». - Ma, infine, aggiunsi io, non si tratta che di due o tremila lire, che per te sono una inezia ». Egli replicò: « Non ho quattrini ». ed alzando sempre più la voce si levò. lo,j»I llora, dato 11 suo stato d'animo, sembraia<m\ non fosse il caso di parlare di riconciliazione, uscii e. nello stringergli 'la mano, gli dissi: « Sta sicuro che la mia deposizione sarà que.l- e - i e o i a to a o l i . r o a è o a l i i , i - a , o i - e i e e i a to - l cercare in qualche modo' di*'accattivarsi lìn ; Mancini stesso. la di un galantuomo, e tale essa tu Infatti. « L'accu6a che mi si fa — conclude l'on. Mancini — è un'infamia. Io ho combattuto nel Collegio di Ceccano contro avversarli che avertano milioni e milioni e sarebbe bastata una min parola per avere denari. Ebbene, ho rinunziato a tutto, sono povero per rimanere galantuomo, per serbare unnome onorato olla mia famiglia, ed è possibile che mi «ave! dovuto perdere per 3000 lire, mentre ho siala piazza del credito anche in un istituto bancario importante, perchè io sono commerciante ed ho le mie proprietà immobiliari libere? ». Le contestazioni Presidente. — EUa ha detto che prima di recarsi dall'on. Ruspoli ricevette un biglietto d'invito, ed allora quando trovò 11 Ruspoli cosi eccitato, perchè non gli ricordò il biglietto? — Non feci menzione del biglietto perche non ne" ebbi neppure 11 tempo. Dopo, U Ruspoli aveva assunto un atteggiamento ostile contro il Veroni, noe contro di me. Ad ogni modo potevo anche lontanamente supporre ohe il biglietto non fosse stato scritto da Ruspoli? P. M. — Quale opinione aveva del Ruspoli? — l.'ho sempre ritenuto un braviamo. P. M. —• --a dirmi quale era to scopo del colloquio? Mancini. — Non posso conoscere quali fossero le sue intenzioni. Il Ruspoli, molto eccitato, cercava solo di convincermi di non essere un corruttore. P. M. — Quando cominciò a dubitare della autenticità del biglietto? — Sospettai della falsità del biglietto soltanto dopo l'incidente alla Camera sollevato dall'orn. Aprile. Allora compresi il trucco che mi si era teso. TI presidente, coll'accordo delle parti, invita il cancelliere a leggere le deposizioni fatto al giudice istruttore dall'on. Romolo Ruspoli. Sono deposizioni di pochissimo interesse, perchè 11 Ruspodi, che in un primo interrogatorio aveva foi-mulato un'atcnsn. mólto chiara ed cplicita contro l'on. Mancini, tanto da essere querelato per diffamazione, in seguito non escluse la possibilità di un equivoco e dichiarò di non querelarsi centro il Mancini. In una seconda deposizione il Ruspoli contestò e negò varie circostanze di fatto affeimate rial Mancini, e che meglio verranno chiarite dai testimoni nel corso dell'istruttoria orale. L'on. Montreaor Viene quindi chiamato l'on. Luigi Montresor, il quale dice che il Ruspoli ebbe a parlargli spesso della sua elezione, che gli era costata molto per l'elargizione fatta aTTMltuto di beneficenza, il teste tanto al Ruspoli, quanto al Veroni disse che nella votazione per la convalidila dell'elezione di ballottaggio si sarebbe astenuto. —t Un giorno — prosegue l'on. Mantresor — l'on. Ruspoli mi accennò a richieste di denaro, che prima di andare a deporre gli aveva fatto il Mancini, ed io osservai: Posso ammettere che in qualche angolo della Camera ci sia del letamaio, ma questo è troppo. Poi, venne da me il Mancini, che aveva saputo del discoB-o fattomi da Ruspoli, e mi! spiejrò che le tremila lire richieste rappresentavano una somma promessa dal Wuspoll durante le elezioni. Io gli dissi che aveva fatto molto male a chiedere il denaro proprio quella mattina e prima di andare a deporre. Del resto, io. m'auguro che perla dignità umana e por la dignità della Camera, il fatto imputato all'on. Mancini non sia vero. On. Riccio, della Difesa. — L'on. Mancini si agitò perchè l'elezione del Ruspoli non fosse convalidata? Teste. — Per quanto consta a me, no. L'on. Morelli Gualtierotti Segue poscia l'on. Morelli GualUerotti. il quale faceva parte del Comitato inquirente per la elezione dell'on. Ruspoli. Il giorno in cui 11 Comitato si doveva occupare di detta elezione, l'on. Ruspoli gli fece, vedere due lettere anonime, nelle quali si diceva di guardare! dalla deposizione dell'on. Mancini e dio « In seguito — tìice 11 teste — l'on. Ruspoli mi disse che il Mancini gli Aveva chiesto del danaro e che aveva fatto nascondere due par» sone, che avevano ascoltato ogni cosa. Dico poi — afferma il testò — che ti giorno In cui avvenne la votazione dell'on. Ruspoli all» Camera l'on. Mancini si agitò assai per l'ao-. nullamento. Io non era presente e lo vtdLa quando finita.la votazione di convalida, se n» mostrava indignato. On. Riccio: — L'on. Ruspo» disse proprio»! che aveva fatto nascondere 1 due testimoni? Teste: — Si, mi disse che li aveva fatti na- : scondère per sentire che cosa avrebbe detto il Mancini. . Riccio : —- E che direbbe il testé se l'onore-^ vote Ruspoli avesse scritto 11 biglietto di invito" Teste: — Allora l'on. Mancini è caduto 1* trappola ! A domanda dèll'aw. SclmonàlU Von. Morelli Gualtierotti toma ad affermare che. al Comitato Inquirente non risultarono fatti «pacifici di corruzione; tuttavia sembrò, che w elezione dell'on. Ruspoli non fosse pura. . L'avvocato Ne che ri A' Segue la deposizione del teste avv. Giovanni Necheri, il quale dice che quando l'onorevole Mancini andò via, l'on. Ruspoli gli disse che l'on. Mancini gli aveva chiesto un prestito. Le due lettere anonime, che avev», ricevuto «l Ruspoli, provenivano una da Velletri con un francobollo da due centesimi^ l'altra da Roma. In ambedue si avvertiva To-j norevole Ruspoli di guardarsi dall'on. Man?'. Cini. . '. — Ma io ho la convinzione — aggiunge.ft! teste — che il Mancini non commettesse alcun; ricatto, poiché la richiesta di danaro non fu accompagnata da alcuna minaccia, tanto più poi perchè lo stesso Ruspoli non parlò mài dt ' ricatto, ma soltanto di prestito. Vi posso dire' poi che il Ruspoli non disse mei con. gli amici, che l'on. Mancini gli avesse ratta una tntH midaztòne. ;, Il teste ricorda puro la promessa fatta dall'on.-Ruspoli di venire In soccorso alla SoclétM • del vlticultori del Lazio. L'on. Montresor. richiamato, non riconosca j nell'avv. Necheri la persona che gli dichiaro ] di avere assistito dietro alla portiera al col»\ loquio Mancini-Ruspoli. >