Vendemmia in libreria

Vendemmia in libreria Vendemmia in libreria Se passerete una di queste sere dinanzi| alla bottega di un libraio, fatemi il favore di soffermarvi, di dare un'occhiata, dentro, e, so questo non disturbi i vostri affari e non ritardi un vostro appuiitamento, spingete la porta ed entrate. So benissimo che l'ultimo vient-dc-paraitre parigino non vi interessa affatto. Non ò più il tempo in oui Zola e Bourget si vendevano in Italia a migliaia di copie. Se qualche curiosità è rimasta in noi della letteratura francese, quell'interesse vibrante o profondo, quella sete ardente che so ne aveva una. volta, quella febbre implacata ò ormai venuta meno. Oggi si entra nella bottega del libraio col cuore perfettamente tranquillo, col polso regolare. Le persone di cultura e di buon gusto non vi ricercano che le vecchie opere, non vi acquistano che nuove edizioni economiche di antichi capolavori. Le novità librarie sono cadute in grande ribasso. Ciò che si fa di più serio oggi non è il pubblicare, ma il ripubblicare. L'industria della stampa ha preso il sopravvento sull'arte dello scrivere. La letteratura è diventata un commercio. Non ci sono più autori ; non ci sono che editori. Entrate dunque tranquillamente. "Voi acquisterete o non acquisterete un volume, a seconda del prezzo, del colore della copertina, della nitidezza della stampa, del peso della carta. Versando alla signorina del comptolr tre lire e cinquanta potrete intascare . tre capolavori di qualunque letteratura, del Tolstoi, del Poe, del Flaubert. Con poche decine di lire completerete, volendo, la vostra biblioteehina borghese. Non volete spendere neanche un soldo..., ebbene, fatemi il favore di entrare ugualmente. Sono questi i giorni nei quali chiunque può entrare in una libreria, 6enza ossero obbligato dalla insinuante cortesia dei com ingli gedivristacrnnisee prtàgfigchnstostsipislenrostobadepdismnèdmessi a comperar qualche cosa. La bottegaj" è affollata, i commessi sono occupatissimi ; potete entrare, starvene, osservare, andarvene, senza che il libraio si preoccupi della vostra presenza. La libreria-, in questi giorni, •non è che la bottega del manuale scolastico. I grandi autori della settimana si chiamano Antonino Parato o Giovambattista Gan.dino. Sono essi e gli emuli e i successori, i geni letterari del giorno. Lo spettacolo dell'infanzia che compera libri, mette paura. E' un assedio, un'invasione, un assalto. Le librerie non sono più frequentate, sono stipate. Non si parla più, si grida. Non si domanda, sì comanda. Si vuole a ogni costo il sillabario ; si pretende il* la geografia » ; ei rissa por a la storia » ; si; f a a «Tomitate per « l'aritmetica »*; ed si pesta, *3 piedi per « la psicologia »; si pea-de la'spazienza per « la morale »; si va in bestia;Hper « il catechismo ». I magazzini sono ri- emvlimnvulitmaimcolmi di tutto lo scibile umano ; ma l'infanzia e di una esigenza spaventosa. Ma la scuola ò una specie di caverna senza fondo. Manca sempre qualche testo, qualche autor-.", è u esaurito » (o più d'uno !) ; le stamperie non hanaio fatto a tempo a vomitar volumi a sufficenza; metà degli avventori non si può soddisfare; scuole elementari, scuole serali, scuole festive, scuole operaie, scuole tecniche, ginnasi, licei, licei antichi o licei moderni, rappresentano le une per le une tante fauci aperte che ingoiano, tanto voracità insaziate che bramano, reclamano chilogrammi, quintali, tonnellate di manuali, di guide, di compimenti, di antologie, di prospetti, di riassunti, di testi, di traduzioni. Ci sono dei florilegi di millecento, di milleduecento pagine, che pesano più d'un mattone, che scaraventati sul collo del compilatore lo accopperebbero di un colpo ; dei libercoli di cento facciate, ialmdflphctosvlènèèdmsche compendiano tre secoli, quattro secoli, is,k„„: ,.„„„i; j„n» j: _i' ndicci secoli di storia dell'umanità, dinanziai quali qualunque professore di storia po>trebbe essere bocciato dai suoi scolari e col to in fallo dieci volte per ogni facciata; ci sono grammatiche della lingua italiana, latina, greca, francese, tedesca, iuglese, così ricche di spropositi, che dinanzi ad esse qualunque scolaro potrebbe essere approvato e promosso dai suoi stessi compagni ; ci sono testi d'antichi autori corrotti, commenti di Bracini moderni che hanno lavorato a dieci centesimi la linea, che per cento lire hanno trafficato e venduto Cicerone e Sallustio, Omero e Virgilio, Plauto e, Terenzio; ci sono traduzioni libere e traduzioni fedeli, interlineari, laterali; metodi vecchi e metodi nuovi, illustrazioni a penna e a colori, brochures e rilegatine in oro; sudori e castronerie, pappolata, buggerato, scempiaggini, asinaggini, rifacimenti, copiature, ladrerie, in tutti i formati, in «davstlbmdtgevslutti i caratteri, sotto i titoli più bizzarri,ijper tutte le età; per gli ingegnosi e pei- grisBrogliati, per i maschi e per le femmine, bambini, bambina.', aagazzi, ragazze, giovinetti, giovinette; poiché oggi tutti studiano, tutti vaiimo .alla scuola, tutti leggono, e anche ohi non ha testa deve avere il suo testo, i suoi testi, che sono cinque, otto, dieci, quanti sono i professori o i maestri, quante 30110 le scuole, quante sono le -materie, le quali, voi sapete, sono tante,, oggi più di ieri, e domani più di oggi. E tutta questa roba si vende, si storna, appunto in. questi giorni, mentre cadono le foglie e si riaprono le scuole, e dopo tre :nesi di riposo i banchi ritornano al tor cnfpmDmento dei temperini, dei libri e dei ragazzi. ' 6 Si vendemmia in libreria. „ ,A , Ora io pensavo 1 altra sera che tutto ciò potrebbe anche essere molto bello, e lieto » ; . e consolante. L,a scuola che comincia col libera cultura. TI manualetto da venricin-lqae stesimi che è come la prima pietra ri eli'edificio futuro, la sentinella avanzata. di pacifiche schiere di libri che avanzane in ordine, a poco a poco. Li belle edizioni, gli opportuni commenti, i lucidi ristretti, i .toiSuali ben ordinati, ben elaborati, ingegnosi, i modesti ma onesti libretti di studio, di lettura, ecc., ecc., perchè non dovremmo dirne ogni beno? Le scuole sano istituzioni per tutti: una certa mediocrità tanto in chi insegna quanto in chi impara, r quasi quasi, un loro presupposto. Il genio non va a scuola che da se stesso. Il senio, di salito, preferisce l'imparare all'insegnare. Il libro di scuola è sempre stato e san-à sempre un che di mezzano se non proprio di mediocre. L'altezza, la profondità ne sono escluse. Tutto questo è vero, ma appunto... Appunto per questo io so rii .molta brava gen,te che è stufa di comperare pei propri! figli tanti libri men che mediocri, e peggio' che brutti. Come è vero che l'Italia si -rinnova, ohe si rinnova l'anima della nostra storia-, l'educazione delle nostre masse, l'i-j struzione del nostro popolo, così si dice ehej si deve anche rinnovare uno degli strumenti primi, effettivi della comune educazione ed istruzione, cioè il libro di scuola. Il libro di scuota deve appartenere alla letteratura e alla cultura di un popolo, e non soltanto al oommercio dei librai, ai loro conti di cassa e ai loro dividendi. E' giusto che chi semina debba raccogliere. E un buon editore non è altro ohe il migliore amico dei buoni libri. Ma una buona vendemmia è quella soltanto dalla quale 6Ì epreme del buon vino. Noi abbiamo in Italia necessità suprema di buoni, di eccellenti libri educativi od istruttivi. Aprire nuòvo scuole sta bene; ma non basta. Fabbricare nuovi .maestri, nuovi insegnanti è indispensabile; ma non è qui tutto. Ci vogliono libri che corrispond;mo alle esigenze dei «uovi tempi, che " ano gli"strumenti, eteoi^k'deÙa taèfa^lillazione nostra spirituale e morale ; libri *alla Australia si pubblicano per uso del souol° libri dei <luaIi ^ nastro popolo it Hauo 'non La la Piu lontana idea,' e se ne ebo trastarmuno essi 6tessi i .maestri noni meno ohe gli scolari. Il popolo inglese potrebbe in questo servirci di esempio. La sua etessa morale politica ha nei primi libri di scuola un fondamento profondo. La stampa, le illustrazioni, la carta, il testo, tutto rivela l'obbiettivo, la tendenza, l'energia educatrice di una razza compatta e formidabile. Sul suo libro di scuola il fanciullo esercita la fantasia e l'esperienza, impara a conoscere il mondo coi vizi umani e col valore, e s'apro al di sopra di ceso uno spiraglio per mirare il mondo poetico, il roseo mondo del sentimento, del sogno, della bontà. Nella tondello ita- Iso li innamorerebbe subito se li vedesse, avesse per lo mani. Mentre, ad esempio, la letteratura scolastica del popolo francese è genialmentemediocre, sermoneggi auto, e risente in «no-do incredibile anche oggi dell'enorme in- flusso catechistico e gesuitico che vi imperò per secoli. Il radicalismo francese, che ha cacciato i frati e le suore e soppresso le congregazioni religiose, non è ancora riuscito a creare un tipo nuovo di letteratura scolastica infantile. Ma in Italia questo tipo si potrebbe trovare e realizzare facilmente. La dottrina liberale italiana è per so stessa educativa: è, senz'altro, moderna. Da un secolo il no nferò paese vive in un'atmosfera storica che è essenzialmente morale. Il Risorgimento è una scuola di idealità, di -alte passioni, di sacrifici esemplari. Il progresso econo- mieo industriale, commerciale seguito al Ri- soxgimento è anch'esso una scuola di di- sciplina, di lavoro, di concordia, di fusione nazionale. Non ei può trovare migliore mo- >alita della nostra storia ^ ddJa po«tra vita di oggi. Questa moralità è modernità. Rispecchiamo la nostra vita nei libri: avremo senz'altro ima letteratura istruttiva ed educativa. Avremo i migliori libri discuol.a_che possa avere oggi un popolo mtutta Europa Ecco quello che pensavo l'altra sera nella bottega di un libraio tutta affollata di bimbi e di ragazze, di maimme e di babbi, mentre i commessi con la fronte luccicante di sudore correvano da imo scaffale aU'al-,,. . , .. . ,. , , taro per soddisfare le pressanti richieste de-* .... gli avventori grandi e piccini. Ecco quello che penserete anche voi seentrerete una di queste sere a veder la vendemmia degli editori. Che dovrebbe essere così allegra e consolante per tutti ; e invece vi lascia in fon¬ij0 g\ CU0IC uaa strana tristezza. Poiché c'è sella, povera gente ohe per comperare deicattivi manuali ai figlioli fa in questi glor-ni dei sacrifici di borsa commoventi. E li fa credendo che meriti la spesa di farli. Eper noi che vediamo l'inganno, lo spettacolomon è affatto divertente. Tutti' aitro. LUIGI AMBR08INI.

Persone citate: Antonino Parato, Bourget, Bracini, Cicerone, Flaubert, Giovambattista Gan

Luoghi citati: Australia, Europa, Italia