Il conflitto austro -serbo in una fase critica e decisiva

Il conflitto austro -serbo in una fase critica e decisiva Il conflitto austro -serbo in una fase critica e decisiva Parole calme ad accenni di minaccia (Servizio speciale della STAMPA) Vienna, t9, notte, Si entra in un nuovo periodo critico. Il conflitto fra l'Austria e la Serbia attraversa una fase acuta e decisiva, l'i sono, come sapete, diverse questioni pendenti fra VAv stria c la Serbia: alcune riguardano esclu- sivamenlc questi due Stati, altre di ordine generale, alle quali partecipa anche l'Italia, Fra Vienna e. Belgrado si discute ora viva- rumente il caso del. console austriaco di Prizrend e le speciali domande di ordine economico presentate alla Serbia dal Go-^verno austriaco. Il caso del consoie austriaco a P"=7^ Prochaska, vi è g*d noto nelle sue linee ge- :onsole austriaco dal 23 ottobre,lnerali. Il co ossia da 27 giorni, non può più comunicare con il suo Governo nonostante le proposte e. le sollecitazioni del Governo di Vienna. La questione si fa crìtica. Nei circoli serbi mi si è detto — ed io riferisco le voci come le. ho avute — che il console austriaco di Prizrend aveva alimentato un focolaio di resisi', ma e di ribellione albanese contro il dominio serbo e si pretende di avere i nocumenti precisi di questa sua condotta. In conseguenza si è circondata la s ua casa con. le truppe e In si è tagliato fuori da ogni comunicazione. Infatti il. console non ha potuto più dare sue notizie. I.a corrispon denza diplomatica inviatagli da Vienna è stato sequestrata ed ì corrieri speditegli sono stati trattenuti per ordine militar,:. impari serbi spiegano, queste gravi vii- cure con ragioni di sicurezza pubblica e di ordine militare e dichiarano che non vo- gliono più riconoscere i consoli stranieri in questa loro qualità perchè essi hanno avuto t'esequatur solo, dall'Autorità turca e non sono stati accreditati presso il Governo serb°: , l circoli austriaci ribattono che questo provvedimento e affatto inusitato e contraddice alle norme vigenti del. diritto internazionale, tantoché esso non è stato praticatonè dai bulgari nè dai greci ed osservano che fino a. che non fi sanzionata definitivamente, con la pace, la sovranità, degli Staliconquistatori sulla terra ottomana, questa appartiene de .iure ancora alla Corona ottomana, e perciò i rappresentanti diplomatici degli Stati stranieri accreditali in passato conserrano la loro piena autorità. Si tratta di un piccolo episodio senza importanza nella grandiosità di questaguerra, ma esso ora viene ingigantito ed agita i uiornali e mette in movimento la diplcnnazia. Finora la Serbia, si dice a S^T ha da'°alcma risposta■**Apprendo che oggi il ministro auslro-un-garino a Belgrado, Ugron, ha fatto unnuovo passo energico al Ministero degli e-steri serbo esigendo, senza dilazione, unasoiniisfazione „lla richiesta del Governo au- siriaco che domanda di poter comunicare subito con il suo funzionario di Prizrend. Il passo del. ministro Ugron, per quantoenergico, non ha ancora il carattere di unultimatum. Esso è stato compiuto con unasemplice nota verbale; ma se non otterrà soddisfazione entro tre giorni, sarà seguito da un vero ultimatum. Tutto ciò vale a creare un certo nervosismo a Vienna, che si manifesta nel linguaggio dei giornali che riprendono, per quanto un po' trattenuti, la loro campagna contro la Serbia, e nei circoli finanziari che notano oggi sensibili ribassi, nelle quotazioni di Borsa. Basti dirvi clic fra i diversi titoli le Acciaierie di Praga hanno prodotto 48 corone; le Ferrovie settentrionali 35. Tutti i titoli bancari sono ribassati di almeno dieci punti. Questa fase critica sarà presto risolta, ma non si può ancora dire in quale senso. Quanto alla seconda, questione specifica pendente fra l'Austria e la Serbia, — quellanoè. riguardante certe speciali concessionieconomiche che l'Austria domanda alla Ser-bia, — bisogna confessare che se ne sa veramente poco. Si sa solo che essa esiste e che il Governo austro-ungarico ha presentato alcune precise domande alle quali l'inora il Governo serbo non ha dato alcuna risposta. Si conferma nei cìrcoli bene informati che tra queste domande vi deve essere quella di s-pcciali convenzioni nelle tariffe ferroviarie e nei trattati commerciali e di particolari condizioni per le ferrovie adriatiche. Esse però non possono considerarsi attuali, perchè non saranno risolte se non dopo la conclusione di un armistizio o della pace, Vi-è poi la serie delle questioni generalialbanesi, che abbiamo già ieri brevemente considerate e nelle quali ha una parte attiva.anche l'Italia. Posso dirvi che in proposito sì avranno presto dichiarazioni del ministro Di San Giuliano. Pare qui intenzione del Governo italiano di discutere subito dopo la riapertura della Camera, che avverrà il 26 prossimo, il bilancio degli estcri, per dare modo al Governo di spiegare chiaramente il suo punto di vista nella grave quest'urne attuale. Il nostro ambasciatore a Vienna, Duca d'Aroma, si trova ora a Budapest, per a-vere contatto con il Governo austro-ungarico, trasportato per le delegazioni alla- capitale ungherese. Egli ha avuto due lunghicolloqui con il conte lluichtold. Anche Vnm bascialore tedesco a Vienna è parlilo oggiper Budapest. Vimpetalure Francesco Giù-seppe, che si trava pan- ,< Budapest, ftaquotidianamente lunghi colloqui coi miniStri degli esteri, deila guerra, col ministrocomune delie finanze a coi capo di statomaggiore, generale Schenipus l.o neiclipost conferma che l'arciduca Feriliiw.ndu recherà il giorno 21 a Berlinodove si incontrerà con l'imperatore Giiglieln,o. Lo slesso giornale, in una noia u(ficiosa, dedicata all'attitudine dell''Austria d fronte alla Serbia, conclude che l'Austria ama la pace, ma questo amore di pace ha i suoi limiti. I rapporti con la Serbia sano iiiunti ad un grado che si possono' tollerare sólo più pochi giorni. Chiudendo la cronaca della giornata, ri- levo un piccolo episodio curioso. A'ei circoli giornalisti si dice che le autorità hanno in- vitato i giornali di Vienna a designare il nome dei laro eventuali corrispondenti da inviare eventualmente in caso di guerra au-^triaca. . a • . ■, • , glliniinflllliì I! I fi ITI 9 ili ITI " I li «td(MFrustrili H-llil Serbili^ Vienna, 19, notte. Il Neue Wiener Tageblatt pubblica: « Sappiamo essere imminente un energico «passo» dell'inviato austro-ungarico ligron, ^ B GovernQ M Belgrado per ^ dente del COT,so,e di ProkàsKa: ogni ulte- riore dilazione di tale vertenza non si ac- cenerebbe, poiché il ministro degli esteriinsiste per potersi subito mettere in rap- porto dirètto col suo funzionario ». j.0 «tetro giornale dice che una precisa „•;...,„ .„.>,„ „ .• , . , „.. mf scrba alle à^hiaraston* dell' Au- stria-bug he ria arca la questione deW Ai bania c quella del porto serbo, per ora nonsarà data, perchè il Governo serbo attende u ritorno di re Pietro a Belgrado per sla bilirc questa risposta, che quindi si darà con breve ritardo, ' ' sl0T° Tteevulo stamane In Udienza dal'lmpeo rotore. Il capo dello Stato Maggiore, generale ÌSheuma, e arrivalo ieri sera a Budapest, ed èa stato ricevuto stamane in udienza. daWlmpea nltore d [Agenzia Stefani). Berchtold e il Capo dello Stato maggiorericevuti dall'Imperatore Budapest, 19, nette. //■ Correspondenz Bureau ungherese reca: Il ministro degli, esteri, conte Berchtold, iMisurato articolo |di giornale officioso serbo\ Belgrado, i notte. . In un articolo, intitolato:"» Diffidenza incom'patibile », l'organo ufficioso « Samuprava » a constata che tanto i circoli dirigenti austro- ingheresi, nuanto quelli serbi cercano di te .,,,.„....,., _..'„/,__, ........,ri--.Ye nella discussione sulle questioni pendentfra i due Stati, il tono di una argomentazionepre fatto lutto il possibile per non turbare, In questa discussione, gli interessi pacifici deGoverno, non offendendo mai la suscettibilità del forte Impero vicino. « In tutta la Serbia sì riconosce che una delle condizioni principali per il progresso pacifico del Paese, è co\'^b-e^°a ì „ , ' , ,. a' "!crnale ^ice che. dal canto.suo. ha seni à i i i i i a i a a] stltuitn dai rapporti cordiali di buon vicinatocon l'Austria-Ungherta, Il Governo serbo dev■alpeggiarsi sull'opinione del suo popolo, e dquesta necessità la Monarchia vicina deve tener conto. Il miglior modo per stabilire amichevoli e durevoli relazioni ira i due Paesisarebbe quello che l'Austria-Ungheria prendesse la stessa attitudine benevola verso, la Serbia, che ha verso gli altri Stati, balcaniciAmmesso anche il caso che il desiderii6^ Se''bia. di ottenere uno sbocco sull'A -'driaticc' non fosse fondato su preoccupaziona e i a i e o j giustificate, circa le esportazioni serbe, perche, — domanda il giornale, — l'Austria-Ungheria non vorrebbe dare alla Serbia questasoddisfazione? Se poi le condizioni per il commercio.di esportazione della Serbia attraverso il territorio della Monarchia austro-ungarica fossero più propizie, il Governo cercherebbe questa via migliore. Lo stabilirsi dbuoni rapporti reciproci dipende unicamentdall'Austria-Ungheria. La Serbia sarebbe animata dal più vivo desiderio di contribuire allascluzione pacifica delle divergenze con l'Austria-Ungheria, e di acquistarsi cosi le simpai]11"- di tutte le Potenze europee e dj tutto ie l e e a -\ i mondo civile. La Serbia non vorrebbe macorrere il rischio di perdere le simpatie demondo civile, dimostrandosi ingrata per lbenevolenza dimostrata a suo riguardo». Il giornale rileva, infine, che alcuni giornalserbi, nelle loro polemiche colla stami» austriaca, nominano anche qualche volta lpersona dell'Arciduca Ereditario dell'AustriaUngheria. U giornale dice che bisogna perdertale abitudine, e avverte i colleshi della stampa serba, che non è lecito involgere nelle polemiche la persona di un Sovrano o di un Erede al Trono. Non si sa ancora . . Se Uil aCeOrdO amICheVOle e pOSSlbil .% „w» « rv.«....iì Vienna, 19, notte -] Maiìdail0 da oeUrrudo alta Sud Slavisohajcorrespotulenz: - ,. ve/ cìrcoli ministeriali <i assicura che lo risposta della Serbia all'Austria-Ungheria noo ; infierirà essenzialmente da ciò che ha espressr-L** o, npuuiamcnu ti prcsiacnu au. t^onstgiio. rusic. l.„ Serbia è pronta a tare all'Austria conssioni economiche, ma eisa esine un porlsull'Adrian co e reclama il possesso di questl- ,pùJ.,'o ,„ ttrrUùria anneM0_ ruttarla le trafi-'.tutivc vrmlinuano, r. non >:• .sa ancora se udi;accordo amichevole u ancora possibile*.

Persone citate: Di San Giuliano, Duca D'aroma, Erede, Neue Wiener, Prochaska