La sapiente ed utile opera degli italiani nel Montenegro

La sapiente ed utile opera degli italiani nel Montenegro La sapiente ed utile opera degli italiani nel Montenegro (Per telegrafo dal nostro inviato speciale) All'appoggio morale che l'Italia dà, con aa sua simpatia, al piccolo Regno monte- tnegrino nella sua accanita guerra contro il slurco, se ne aggiunge un altro meno espli- t:ito, forse,' ma più effettivo. E' l'opera della scolonia italiana raggruppala intorno alle vindustrie ed alle opere di utilità pubblica, lche gli italiani, con enormi sacrifici e con- dtro le difficoltà di ogni genere, sono riusciti lad impiantare tra questi monti. Senza di lessi, malgrado tutto l'individuale coraggio vdei suoi soldati, il Montenegro non sarebbe riuscito certo ad effettuare una rapidissima smobilitazione ed il trasporto dei suoi rifar- onimenti di munizioni e di viveri. s r„ ^„^^„„„.„ -,„,,■„ j. »„ii,-Lj ,„„ La Compagna italiana di Antivari, con ^ ,.-,v^i" >^,,r!„ „„, ,i: la sua piccola ferrovia dal porto di Antivari a Virbazar e sul lago di Scutari con la sua sl'in., vi * -j- * . npiccola flottiglia lacustre composta di tre ' .. , . . „ . . . tn j-vn e/./ifl n Hi -ìttin lnrìpìn n ViOVtvì-ntt tt fìat- piroscafi c di una lancia a benzina, è riti scita a compiere veri miracoli. E' l'unica . . . , , . . dvìa veramente bene organizzata del sermzw , . .. . . ■ " ... qlogistico montenegrino: essa pensa a tutto, \... . . . . . „ . „ .'ddal trasporto dei viveri a quello delle-munì- Szioni, rifornendo senza tregua i depositi centrali, da cui partono lunghe file di don- ne, che faticosamente vanno a portare il ne- ^cessario ai combattenti. Sono pure questi italiani che hanne> organizzato ti trasporto ^delle grosse artiglierie a Zogai ed a RioU, sapendo addirittura improvvisare i mezzi gnecessari. _ ,L'attività italiana neppure qui viene me- no alla sua vecchia ama. Abbiamo avuto pveri records dal punto di vista tfimprovvi- rsazione dei trasporti militari. Il caso mi ha upermesso di assistere ad uno di essi. Quei agrossi pezzi da 210 in meno di una gior- snata dal quartiere generale di Rieha ven- dnero portali a Rwli, agli avamposti della ebrigata comandata dal generale Lazovich, idonde la sera stessa del loro arrivo pale- vano entrare in azione contro le fortifica- zioni turche, che difendono dal lato est la acittadella di Scutari. ,cio die si fa per le munizioni ed i viveri si ripete più alacremente per i feriti, che. senza tregua, vengono concentrati sulle sponde del 'ago di Scutari. Per compiere il pietoso ufficio umanitario i comandanti — pur essi tutti italiani — della piccola flot- liglia lacustre, non hanno esitato più volle a portarsi sotto il fuoco delle batterie tur- che, le quali, come abbiamo avuto occasione più volle di constatare, non rispettano la bandiera bianca, nè la « Croce Rossa » della convenzione di Ginevra. ììenchè con la guerra la Compagnia sia agli ordini del Governo montenegrino, lui tamia, in realtà, è la direzione che deve rU solvere le difficoltà, Vautorità militare con tentandosi di comandare e non di organiz' sare. Le difficoltà sono molte, ma la tuona volontà è maggiore. L'esempio viene dal l'alto, dall'ingegnere Le Maire, direttore della compagnia, che porla all'opera tutta la sua tenacia piemontese, all'ispettore Va levio, che principalmente si occupa del ser vizio sul lago di Sentori, Nè questo solo arresta la benefica influeH. sa degli italiani in questa guerra molitene orina. Molti feriti devono la vita all'opera sanitaria dei medici italiani. DelVopera aU tamente utile della « Croce Rossa italia , ,.; . na»> eretta dal maggiore professore NigrU soli, che è giunta da una settimana appc- no e che ha già potuto esplicare la sua at- ..... . • j. , , tivita, avrò occasione di parlarne varie al- ' ** — tre volte, tanto per ciò die riguarda l'ospe- . , r .. dale bolognese installato a Podgontza, . " ., . . , „ ' quanto per ciò che riguarda l ambulanza \ _ f , . ,, ,, , , .„,i„_ da montagna torinese, diretta dal dottor Sc0ccianti che trovasi'ora a Grwda> agU ^ ^ m aU t ^£ su„a ^ dgl ^ gcuiarj J dell'opera della « Croce Rossa ita ^ . sg nfi g indiendente, iuta dai vol0ntari. Quando il Montene gr0 dichiarò la guerm alia TureMa> u ser- ,„j3j-0 sanitario dell'esercito montenegrino ò dini non esìstesSe_ Giunsero qui per i prìm alcutd meditì UaUanU . quali MU r(mo per gli avamposti< d0Ve massimo era' u pericolo e massimo il bisogno. Gli stessi,' a p,.^^ spese> fecero venire u materiale\ sanitari0 che difettava, ed in caie aboan.ì donate aoitanlii crearono ospedale'.tl e p0sti di prima medicazione, sopportando iac,^Cj e disagi di ogni genere SuUa Bojana il dottor CappeOari ha, se- 2 guito tutti i combattimene; a Pentari agli avamposti, il Pasquini, studente in medici ,fa , t creato un'ambulanza capi:e di cen t0 ietti. u servizio sanitario da campo dei ja divisione comandata dal generale Mar tinovkh, è diretto dal dottore De Benedetti, un altro italiano, che da parecchi anni ri siede nel Montenegro. In questa guerra i medici italiani scrivono una bella pagina upidnitaria di abnegazione, di cui l'Italia può essere orgogliosa, |lSAVORGNAN DI BRAZZA'.

Persone citate: De Benedetti, Maire, Pasquini