Come le nostre truppe occuparono Snani Beni Aden ed Azizia

Come le nostre truppe occuparono Snani Beni Aden ed Azizia Come le nostre truppe occuparono Snani Beni Aden ed Azizia Le festose accoglienze degli arabi (Par taiagr. iéi une M ntetrl Inviati uMOtaM) l a n o o e o i i i e i to e e e TRIPOLI, IT. eri 18,46. Nel pomeriggio del giorno 15 e precisamente alle 16 e tre quarti, partiva da Sidi Abdel Gelil una parte delta brigata comandata dal maggior generale Uontuori, posta di cavaUeggeri Lodi e di ascari eri- irei. Questa piccola colonna leggera avevoj, i&?> * fUntBre dtre*a?*nte f? S^ NMZsadmBeni Aden, famoso sunto di conMeano deiaem aaen, famoso punto «a convegno aei. nemici quando trattavasi dh dare o di ae-licettare-battaglia cogli italiani. r I. nostri soldati, che tante volte avevano sognato di conquistare questo luogo combattendo, vi sarebbero adunque entrati tranquillamente, come in casa loro, avrebbero davEnproseguito e sarebbero entrati colla stessa IJcalma e colla stessa sicurezza in quella e/"'?turco : Azizia. Tale persuasione metteva nelle truppe, che avanzavano nel fresco pomeriggio lungo l'ampia carovaniera, un senso singolare di gaiezza ed una grande volontà di far presto. Si camminava in perfetto assetto di guerra, ma con molta preoccupazione di meno e molta allegria di più. Così, alle 19 e 45, dopo tre ore di svelta marcia, la nostra avanguardia giungeva felicemente a Suani Beni Aden. I cavaUeggeri, che erano in testa, furono i primi a mettere piede tra quei giardini, dove ancora erano i segni recenti dello accampamento turco. I giardini, la casupola del pozzo, che biancheggia tra esse e le due casette vicine, erano completamente deserti e parevano pronti ad ospitare le tende nostre. L'avanguardia ne prese possesso e, stabilitasi colle dovute misure di sicurezza, vi pernottò. Nella stessa sera, alquanto più tardi, porticano da Tripoli in camion due ufficiali del Comando, il maggiore Tarditi ed il tenente Aitino, i quali si avventuravano alla luce del tramonto verso Suani Beni Aden. La notte li sorprese durante il viaggio ed un incidente ai fanali li fece ritardare; cosicché essi raggiunsero le truppe accampate a Suani a notte alta e dovettero dormire sul camion. Bisogna qui ricordare, per la storia dell'automobilismo, che l'autocarro, il quale ebbe per la prima volta l'onore di sfiorare il suolo interno della Tripolitania, portava il numero 476. Lo mattina successiva, cioè alle sei, nel campo di Suani squillavano le note vivaci della sveglia e la colonna mobile si incamminava verso Azizia sulla bella strada levigata, preceduta dallo autocarro del Comando. Ma Suani Beni Aden non doveva essere lasciata sola. Infatti, alla stessa ora, da Sidi Abdel Gelil il secondo scaglione della colonna Uontuori, composto dì alpini, di artiglieria e di lancieri Firenze, col generale in testa, muoveva verso Suani e vi arrivava poco dopo le nove, prendendo posi¬ stcdslstomgsTfdfZt"TeavaUeggeri Lodi e gli ascari, inlant^„„.,•,„,„,„ 1™continuano la loro marcia, anzi la loro corsa, su Azizia. A due chilometri da Suani un cavaliere arabo venne loro incontro con una piccola scorta, facendo segni del massimo rispetto : era il sindaco dì Azizia, Margheni Ben Salem, che veniva a portare il primo saluto della sua popolazione. Il maggiore Tarditi invitò il sindaco a salire con lui sul camion e l'avanzata proseguì. Durante il viaggio Margheni Ben Salem osservò che le truppe, che marciavano in ordine di battaglia, erano precedute, da pattuglie di esploratori. Allora egli pregò il maggiore di farle togliere, dicendo: — Non ce n'è bisogno. Voi entrale in paese amico e non tra gente ostile. Ed il gentile sindaco fu accontentato. Quando la colonna fu a due chilometri da Azizia apparve una pittoresca cavalcata araba. Erano sessanta cavalieri preceduti da un capo. Ben Tautux, il Kaimakan di Azizia, veniva col suo seguito a fare atto di omaggio alle truppe italiane. LHncontro fu cordialissimo. Gli arabi esprimevano viva soddisfazione. Sulla piazza di Azizia la popolazione 'vi era rumorosa e festante: essa, anzi, improvvisò fantasie attorno al camion del Comando, che entrò solenne mente nel paese, attorniato dalla cavalleria araba. Quella vettura, che si moveva da se suscitò tra gli indigeni, che non l'avevano mai veduta, un grande stupore. Gli ufficiali del Comando vennero accom pagnati nel castello, ove il Kaimakan pre sento loro ufficialmente tutti gli sceichi. Dopo un lungo scambio di convenevoli, il maggiore Tarditi a nome del Governatore consegnò una discreta somma per i poveri -!rfej paese. Intanto, entravano in Azizia tutte £U« tr,lPPe Ondate da due Sceicchi, che erano n^« tosdati indictro "PVOsitamente. I ta- a valleggeri e gli ascari si attendavano netpaese e nei dintorni, mentre gli ufficiali della colonna venivano presentali ai capi. dovt a ore prima do Nesciat bey, si ripetette Mie 10 30, salutata ft*** Jema- ZrnatfUU,a V, ZllL.i. z ru-i . a„< 11 a^*U HOfttf, deooae> dot capi e aai suo* ufficiali, salì al castello tra due file aì Sceicchi che vi inchinavano prof onda- dt Sceicchi, che si tncMMvan* P™!™™- mente al suo passaggio. Neil aula del costei-dominava ancora tarma MUnne "'»• " »'*'-—~ — 'wr"?* "... fo lma tra avvsnuto COiJu ufficiali i.. ~ j.—,'i » • —j n del Comando I cavi compiuto cosi il loro ^nZtn-r^ <! P a atto di sottomissione, invitarono i>. e,, a visitare il castello e le poche case del borgo. Egli acconsenti e percorse rapidamente la nuova posizione italiana, fermandosi pure J^1»ÌZuTZTbTe HtSfd ?™ si inchinavano innanzi al nuovo signore. A Suani Beni Aden il generalissimo si trattenne a colazione tra gli ufficiali del secondo scaglione della colonna Montuori e dopa breve visita agli accampamenti, che sono sparsi tra Suani e Saniet Ben, una località micino, ritornò a Tripoli prima di sera. L'impressione riportata durante l'avanzata dagli ufficiali da me interrogati è stata ottima, ce Gli. arabi, dissero non. potevano mostrarsi più favorevoli e più sottomessi ». Nel pomeriggio di ieri, poiché le truppe giunte ad Azizia al mattino non l'avevano seco, venne fatta arrivare in camion aa Tripoli una' grande bandiera tricolore, die fu issata tra gli urrà dei soldati sull'alto del castello. Oggi fra Tripoli e Azizia già funzionava il telegrafo ed il telefono miliZtare. tare, GIOVANNI OORVETTO

Persone citate: Giovanni Oorvetto, Montuori, Sidi Abdel Gelil, Suani Beni Aden, Tarditi