Nella solitudine Manca e grigia della campagna di Uskub

Nella solitudine Manca e grigia della campagna di Uskub Nella solitudine Manca e grigia della campagna di Uskub pg(Per telegr. da uno del nostri Inviati speciali) i i lt i i o , e e. ù o i t, o e a si o li di di io amo ro h, uhe so a arà, ti di o nra i yi ieo pli er I alza to 23 Uskub, 9, ore 21 (rit»ramo) E* venuto un inverno precoce. Uskub si è fatta improvvisamente mula e triste. Il vivace movimento pittoresco ed esotico dei soldati « degli armati, delle file di muli con le artiglierie da montagna e dei clamorosi venditori, albanesi nei loro costumi bianco e castagno, rigati di nero, che si agitavano confusamente per tutte le strade del quartiere turco ed europeo, è morto.' Tutto è silenzioso, lento e grave, come fosse avvolto da una sonnolenza triste e pensierosa. Le case sono chiuse, le vie deserte. Il grande mercato albanese al di là del Vardar e dietro le alte colline coronate dalle caserme quadre, potenti come fortilizi, dove ferveva tutta la gaia, strana vita orientale con le cento voci dei suoi fabbri, dei guidatori di asini, dei mercanti ambulanti — si è ritirato dalla strada, si è rifugialo sotto le mille piccole capanne. Nella capitale della Vecchia Serbia Poche pattuglie di cavalieri fanno la ronjdo col fucile a tracolla, lenti, senza rumore, i caute ombre; ai crocicchi vecchi soldati avcolli negli ampi mantelli, presi ai turchi a liumanova, 'vanno su e giù frettolosi. Dalle strade sono scomparse le carrozze ed i carri che univano Uskub con i rilluggi dei dintorni. Dacché c'è la guerra, vi è qualche cosa di funereo in questa solitudine bianca e grigia, tagliata solo dalle lande dei minareti sottili. Si direbbe che sulla terra e sui monti si sia steso ora un gran manto di silenzio e di oblio. Solo gli arnaUti, i selvaggi indigeni della montagna si ridestano: unico segno di vita che ancora sia rimasta nelle campagne e in questi dintorni. L'avanzala delle lrui>pe. ha spopolalo interamente la campagna. Un terrore lolle ha accompagnato la ritirata del mondo mussulmano innanzi all'esercito cristiano. Si narra che a liumanova i soldati turchi combattenti, vedendo la purtitu ormai perduta, si sono precipitati sui treni già carichi di feriti, hanno rovesciato in terra i loro compagni doloranti e sono fuggiti stipali nei vagoni, aggrappati sui predellini e sui teuucci. Alcune /olografie di qualche testimonio o\culare mi hanno mostrato una simile fuga anche da Uskub. Gli arnauti avevuno preceduto i soldati turchi nella loro ritirata; avevano caricalo sw carri i loro mobili e le loro cose preziose e disertate cosi le case, ritirandosi verso il sud, fino a che sono stati raggiunti dalla inesorabile avanzata serba ed hanno dovuto arrendersi sentendo che non potevano più salvarsi. Il comandante delle truppe serbe ha concesso un'amnistia generale a tutti i combattenti albanesi, ma ha voluto la consegna incondizionata di tutte le armi. I cupi tribù, piccoli principi che non conoscevano ancora tale legge, vengono ora a deporre i fucili. Le piccole bandiere bianche Giungendo ad Uskub, il He ha visto dalle chiuse graie delle case turche, accanto alla fiammante bandiera nazionale delle case serbe, dei piccoli vessilli bianchi. Era un mite saluto timido, una tacita parola di arresa detta dagli occulti abitatori. Certo vi sono ancora dei ribelli ad Uskub. Piccoli gruppi di arnauti rifiutano ancora di abbandonare le loro armi. Ieri nella mia strada la fucilala di una sentinella ha steso morto un albanese troppo impaziente; ma sono episodi sporadici; le ultime scintille di che muore. La resa degli alba* è e e o io e e e a e i o , a e i e i : a na si m, i ai. oa ea; e e, are e a a i i e a nesi si completa ogni giorno. Oggi è Idriss Seffer, uno dei più fieri capi, grande agitatore all'epoca dell'ultima sollevazione albanese, il quale ha fatto atto di sottomissione. La sua autorità si estendeva per tutta la selvaggia regione del nord di Uskub. la co sidetta « montagna di Kardag » fino a Ghilan. La sua resa significa la pacificazione di tutta una contrada. Anche Plugia Glute, tribù albanese tra Kitchevo e Dibra, dopo la disfatta dei turchi di Kitchevo si è arresa. Le tribù delle regioni Golema Beka e Mala Reka, due af fluenti di destra della Orina, ormai scorai;-! g'iale, hanno consegnato le loro armi. Ili primo ad arrendersi è stato uno dei più alti capi della tribù, Sobria, un uomo che i Haimakan turchi apprezzavano ed ossequiavano come un gran signore. Si può dire cosi che tutto il triangolo Gostivar-Dibra-Kilchevo è ormai completamente pacificato. Cosi gli arnauti ritornano alle loro case. Cavalcando per la campagna, si vedevano passare a piccole compagnie, in una lenta, tipica fila di carri tirati da bass-i bufali neri. Un uomo, dal capo tutto fasciato da un gran turbante bianco, guida davanti le bestie. Le donne col velo sulla faccia e grandi calzoni gonfi, rossi e gialli, vanno mute dietro i carri coi bambini. Nulla di più melanconico di queste campagne che traversano. Nulla di più melanconico di queste campa gnie che traversano lente la campagna bianca, sotto il volo funereo dei corvi. Sembra una sepoltura! La neve ha spento la luce ad Uskub ma non ha arrestato la guerra. L'avanzata serba continuerà; avrà solo una marcia più dura. 11 Holdaio turco hi paura della nevi L'inverno aagrava invece la posizione dei turchi. Il soldato turco teme la neve e nor, la sopporta: il suo spirito di combattivitr. vi si affievolisce e muore. Lo si è visto già in tutte le rivolte albanesi. La prima neve interrompeva improvvisamente l'azione tur ca; i soldati rifiulirbwno di marciare, abban donavano posizioni avanzale e rientravuin nei quartieri di inverno. La ritirata turaperciò sarà adesso più disastrosa. Le truppe serbe continuano sopratuttl'inseguimento. La prima armata, agli ordini del generale Boianovitch, dopo le u> lime conquiste di Prilcp e di Kotcevo, si d, rige verso Monaslir, ove forse si conyiungerà all'armala greca. La caduta di Mori usti è imminente. La seconda armala, agli ordini del gerir rale Stephanovich, come dissi ieri, sostituisce i Bulgari nell'assedio di Adrianopoli. La terza armata, comandata dal generale lankovitch, unitasi alla quarta armala, detta dell'lbar, e guidata dal generale Zivkovitch, dopo avere completamente passato i) Sungiaccato di Kossovo, ha occupalo Ipek, Ciakova e Prizrend, e si prepara ora a rafforzare l'attacco decisivo dei Montenegrini per tu presa di Scuturi. La carta militare balcanica è già interamente rifatta. VIRGINIO CAYDA. sn7tVzgrasTmdainr&glecdteinn^rilerhscgfns'Mns

Persone citate: Beka, Bulgari, Dibra, Idriss Seffer, Reka

Luoghi citati: Adrianopoli, Mori, Serbia, Uskub