Costantinopoli nell'ora della disperata difesa
Costantinopoli nell'ora della disperata difesaCostantinopoli nell'ora della disperata difesa (Per telag-rftio dnf nostri i tv-ri n. ti speoia.ll ) &Per telegrafo dal nostro inviato speciale) COSTANTINOPOLI, 10, ore 17,25. (Per telegrafo senza fili fino a Gostanza.) I due eieroltl sono Immobili. Posso telegrafarvi cosi parche, ss vi è un esercito bulgaro vittorioso di sei giornate di battaglia ohe spiega il suo fronte dal mare di Marinara al mar Nero, da Rodosto presso Murahdt a Istranghia e non più Innanzi, vi è pura un esercito turoo ohe lo fronteggia oon oentro a Tohorlu e colie spalla sulle due linee fortificate lungo le quali disordinatamente, ma Intensamente, disperatamente, l'Islamismo getta la sua estrema risorsa. No, I bulgari non sono a Santo Stefano, il Sultano non si prepara a fuggire dalle terre d'Europa. Se I bulgari hanno esagerato nel ritenersi ormai padroni della metropoli e nell'assicurare l'Europa ohe avrebbero svolto l'ultima loro azione in modo da staccare da Bisanzio Il temuto flagello dell'esercito turco Ih rotta, non hanno meno esagerato I turchi neH'invooare l'intervento delle Potenze per porro fina alla guerra. Disperato tentativo, questo, della più abile tra la diplomazia mondiali, la turca Intendo, che poteva anche rlusolre a tutto vantaggio dell'Impero vinto. Il fallimento di questo tentativo ha mostrato subito quali siano veramente le intenzioni ottomane: resistere dove è possibile ancora, resistere fino all'estremo. La Turchia avrebbe II sentore ohe II vincitore 6 un po' esausto del suo incomparabile sforzo, ohe è bisognoso di una sosta par rinforzare I suol organici diradati dalle ingenti perdite. SI aggiunge ohe l'esercito bulgaro, prima di attaccare Katalgia, ria bisogno di aumentare li suo contingente oon altri 80 o 100 mila uomini almeno, e ohe al sopraggiungere di queste forze dalla Greoia, dalla Serbia e dalla Bulgaria medesima, necessita un tempo sufficiente perchè le rleerve asiatiche,., (tagliato dalla censura). Cosi è a grandi tratti la situazione 0dlerna: un prolungamento della lotta nella quale certo non è possibile concepire la probabilità della rivìncita turca, ma ohe domanderà agli alleati, specialmente al bui garl, altri grandi sacrifici. Non vi ripeterò, perchè altri lo hanno già fatto prima di me, in quali condizioni si faccia l'ultimo sforzo per salvare l'onore ottomano; non vi farò rilevare il tristissimo contrasto fra quel greggie umano ohe pio veniente dall'Asia va a finire nel lazzaretti di Kavak pregno di tutti gli elementi dalla dissoluzione, a le schiere delle riserve bui gare ohe ho anoora nella memoria, le schiere dei padri maroiantl m aostogno dei figli vittoriosi. Nazlm-pascià vuole 250 mila uomini fre echi. Egli potrà anche riceverli, mettere nelle loro mani un fucile, rifornirò le batterle Krupp (cannoni dalla cattiva prova) che gli rimangono di altri proiettili, ma il DJo della guerra non riserva alle truppe turche che la palma del sacrificio. A 00 chilometri dal contro dell'Impero, con una linea ferroviaria che ancora funziona con le vie del mar Nero libere, ool fianco delle nrcndmscaoa«tcichiara ceIfMmdslspPttgscgHcktpdcspvcvppdtUpthdmabgsCLaoslzlonl orinolo*!! sostenuto dalle navi da>posizioni principali sostenuto dallo navi da.dguerra, Il generalissimo turco non riesce a sfamare i suoi eserciti. La mancanza di mezzi di intendenza è così assoluta por i turohi, cosi irrimediabile malgrado la vicinanza dèlia capitale, che ogni arditezza e costanza di propositi è condannata a fallire. Non esiste per Costantinopoli la minaccia soltanto di essere invasa, schiacciata, incendiata, massacrata dall'esercito vinto irrompente nella città, ma anche il pericolo che l'esercito di Katalgia, prima ancora di essersi battuto, volga le spalle ■ti nemico per piombare a sfamarsi nella gedla delle tragedie? Al disastra dei str? Non so. Non bisogna interrogare il do-imani. Oggi, a Costantinopoli, è meglio la-ì. ... [sciars. conquistare da questa superlativa indifferenza ostile che aleggia sopra Galata metropoli. Siamo noi destinati ad assistere alla tra- e che dà al quadro della guerra, dalla parte turca, un significato assai più tragico di'portata dei racconti delle miRliaia di mu\H i-aerandi e di feriti venuti ad agonizzare I nella capitale Invasa e dominata dall'affarismo internazionale dell'Europa. Terribile cosa questa agonia In una capitale ohe non appartiene che di noma alla Turchia, dove una squadra di navi straniere alzano minaccioso li - loro vessillo a ohe domani sbarcheranno I loro marinai par algnlflòare che, qualunque aia l'ultima , aorte delle armi, la Turchia ha finito di esistere ad occidente dell'Ellesponto. ARNALDO OiPOLLA.
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