Londra sotto l'incubo di una conflagrazione europea

Londra sotto l'incubo di una conflagrazione europea Londra sotto l'incubo di una conflagrazione europea squche eli Stati balcanici hanno diritto al fratto delle loro vittorie (Servizio speciale della STaKiFVAI) Londra, 9, notte. nofarvepleSecondo il rito tradizionale, a traverso le ln strade della. City sventolanti di stendardi c di zendalini, il nuovo Lord Mayor di Londra, Burnett, ha assunto oggi la sua carica e stasera venne tenuto in suo onore come è uso, un grande banchetto al Gulld HÌiii, a cui assistevano come sempre il primo ministro in persona e vari membri del Gabinetto. . Il primo a levarsi al dessert fu il ministro della marina Churchill, il quale, tra Coltro, disse di essere in grado di assicurare il paese che la più grande fiducia può essere chpiebidilae sapomrenutrita sulla solida efficienza dclVorganiz- riszazione navale inglese. La flotta britannica pu■■ . . . „, . „„ „„i,-j,, „ -,,7 torti t no.ji si trovo mai su più solide e piti foni £,«. . . basi di potenza come lo e in questo momen- be. 7„ r„1n.ìn-, t-„ rinnhiìtnrrn e la Ger- to. Le relazioni fra llnghiuerra e ia wr unsono andate, prmania — terminò Churchill migliorando continuamente. Si levò quindi il coli. Seely, ministro della guerra, il quale disse che l'esercito inglese non è soltanto efficiente ma è pronto. 11 primo ministro Asquith rispondendo ai brindisi portati al Gabinetto, ha detto: c< Noi viviamo in un periodo pieno di ansie, assistiamo ad avvenimenti importanti c impressionanti. Gli eserciti degli Stati balcanici sono padroni della Macedonia e della Tracia. I Greci occupano Salonicco, la porta dalla quale il Cristianesimo è penetrato per la prima volta in Europa, e possiamo apprendere da un momento all'altro che Costant'tnoiìoli stessa è caduta. « E' per me una soddisfazione essere in grado di assicurarvi che, per quanto riguarda, la Gran Bretagna, le sue relazioni con le grandi Potenze, senza alcuna ecce zione, non sono mai slate più amichevoli e cordiali. Le grandi Potenze agiscono insieme con intimità di contatto, con una # franchezza, con una libertà di comunicazioni c di discussioni, che sono degne di nota e che possono sembrare quasi incomprensibili a quanti credono che, perchè in ragione di certi decreti le Potenze sono chdelaPovoceseflBfinspveredogosiqumznfrd„ , \Q■ripartite in due gruppi diversi, esse deb-,*lana necessariamente, in un periodo di . baducrisi europea, essere schierate in dna campi ostili. Nulla di più lungi dalla realtà dei fatti. « Alcuni hanno biasimato le Potenze di non essere riuscite ad impedire la guerra: le Potenze hanno cercato onestamente e con premura di rivolgersi alla Porta, hanno cercato, esercitando una pressione diplomatica, di fare in modo che l'ordine e un buon Governo rinascessero nella Turchia europea, ma erano in gioco forze che sfuggivano ad ogni controllo della diplomazia. Gli Stati balcanici hanno maturato il loro piano di azione, perfezionato i loro ordinamenti, coordinato le azioni reciproche, deciso che il ricorso alle armi era il solo rimedio efficace, ed essi soli hanno deliberato di ricorrervi. Essi hanno preso la questione esclusivamente nelle loro mani c le cose non possono più. ormai essere ciò che erano state finora. « Ora incombe agli uomini dì Slato, a qualunque paese appartengano, di riconoscere ed accettare i fatti compiuti. « Quando il ministro Pitt, colpito mortalmente dalla notizia di Austertits, corse a casa sua per morirvi, disse a coloro che lo circondavano, di abbassare la carta dell'Europa che pendeva da una parte. Ma la bat taglia di Auslerlitz non produsse mutamenti cosi improvvisi, così stupefacenti, cosi completi come quelli che l'alleanza balcanica determinò negli ultimi mesi. La torta dell'Europa orientale, dovrà essere ricostruita ed in seguito potrà essere che idee, preconcetti e direttive politiche, nate in un'era ormai oltrepassata, debbano essere modificale, ricostruite e persino abbandonate. In una cosa io credo che Popi. mone generale dell'Europa sia unanime, e cioè che i vincitori non devano cssere de. rubati del frutto di una vittoria che costò loro cosi cara. Per quanto io so, non c'è alcuna disposizione, in nessun luogo, di mminuire la grandiosità del conflitto, di contrastarne la decisione o il tisultato. ' ■ • Noi in Inghilterra non abbiamo alcun in. teresse diretto nelle distribuzioni politiche e : territoriali euecesslvc.che else, ri sono però altre Po reUuiont geografiche, economiche, etniche e Hortehe noVtttn* di «Ufi** *<W> tali che asCrildscduVapsgcdchclv■anno venire dele cui speciali gbtirccStGfsmcUrc non si può pretendere che esse rinuncino a | cfarsi sentire e ad alzare la loro voce quando idverrà il tempo per una regolarizzazione completa delle cose, lo mi trattengo, di proposilo ln stadi° deoH ™cnti- dall'indlcare an- che nel modo più generale, i punii, alcuni pieni di difficoltà., i quali dovranno inevitabilmente sorgere per essere risolti. sGmtt« Per il momento, finché continua lo stato sdi guerra, il Governo inglese, laddove giunge sla propria influenza, deplorerebbe L'accampare ge insistere sopra domande isolale, le quali, se msaranno trattate separatamente, sul momento tepossono condurre a divergenze irreconciliabili, bmentre potranno assumere un aspetto diffe- arente e forse essere più trattabili se verranno riservate per venire discusse dal più largo a punto di vista di un accomodamento generale. t t . s £,« guerra è una forma di arbitrio terribile, » i t bencnè qualche volta, di tempo in tempo, sia * J.I ... t una necessita, e nessuno dei suoi più.rocca- ^, pruxciantl orrori e mancato nella ca n i e i a i è o che sta proseguendo. rrmpama ■■ ca In questo momento il primo e il più gran- .ide interesse dell'Inghilterra à di circoscrivere Nla sfera della guerra. A questo scopo le grandi 0Potenze hanno lavorato finora con una sola tvolontà, e finora esse hanno lavorato con sue- acesso. Noi quindi speriamo e crediamo che es- dse continueranno a lavorare nello stesso modo uflBrt „„.„„™rt ,„ tMmt,Mm- ,„ „ ifino allummo In tempi come questi, la re- sponsabihta che grava sopra le spalle del Go- vverno, è eccezionalmente pesante, e noi trote- reremo grande conforto nel sapere che. lascian- fts'■ mtC cgdo da parte ogni controversia domestica, noi godiamo in questa grande simpatie e dell'appoggio del Paese, e possiamo quindi parlare nei Consiglio dell'Europa a nome e coll'autorià di un popolo unito ». Il verso i popoli vittoriosi Coamenti della stampe londinese (Sentito speciale della Stampa). Londra, 9, notte. cztdALa caduta di Salonicco e l'ostinato avan zarsi degli eserciti bulgari sopra Costanti- nopoli passano ora in seconda linea, di fronte al conflitto internazionale sollevato dalle ambizioni, territoriali della Serbia. \Questo nei circoli londinesi è' considerato -,* dominante della situa-ionc i . , . . .. " balcanica c viene seguito con una profonda ansietà. In generale non si attende nulla di buono. Mai Londra ha lasciato trapelare un senso di pessimismo cosi evidente come r > „ , c • ' " La inabilita che la Serbia riconosca e i i i : n o n a . o o e e a la o ut ai, la re he te sbi. e e. tò 'è di di n. e e he accetti le domande dell'Austria-Ungheria c si pieghi, sembrano ancora più loxitane. Come e noto, in un comunicato ufficiale che . . ' „ _ . ,' . ' rispecchia la opinione detta Triplice vntesa, il Foreign Office, pur simpatizzando col desiderio della Serbia per ottenere un porlo . , sul mare, esprime la speranza clic essa consenta di rimettere il problema ad una decisione internazionale. Questa sarebbe una via di uscita eccellente, ma ben pochi tt aZiaTZ adattarsi aa VAustria-Ungheria, possano accettare questa soluzione. In linea di fatto pare che la Serbia stia già sulle mosse per spìngersi fino al mare a qualunque costo. Un telegramma alla Central News da Belgrado, in data di ieri, a questo proposito conferma che la occupazione di Durazzo da parie delle forze serbe è comMcraiacome sicura. Il generale Zvvkmitch, il quale ■ . • „ kM ■ _. , ha partecipato alla cattura di Giakova con la sua artiglieria, sta ora avanzando lungo il corso del Drin verso Scutari e verso il mare Adriatico. La divigione del eali generale Jankovitch dopo la caduta di Dibra, si dirigerà essa pure al mare Adriatico. ■ '' - ', ;* j , " ■. ' \ Se ciò avvenisse la situazione precipiterebbe immediatamente con la tanto ternata conflagrazione europea: tutto lo porta a credere, giacché la Russia spingerebbe la Serbia contro l'Austria. Vari giornali londinesi danno questo-fatto per sicuro. D'altra parie, la Pali Mail Gazzette, la quale pure nel suo articolo di fondo si mostra pessimista ad oltranza, stampa tra le sue informazioni che la situatone internazionale oggi ha assunto lentamente e gradualmente un aspetto più rassicurante di quello che presentava ieri sera. u La posizione diplomatica fra l'AustriaUngheria e la Serbia — dice questo giornale Ha ariitn allP migliori sneranze e vi èda adito alle migliori speranze, e \i «ragione di credere che si arriverà a qualche accomodamento in virtù del quale la Serbia potrà ottenere uno sbocco commerciale verso il mare ». D'altra parte- gli altri iji-ornali dimostrano uno grande relicenza e si astengono dal pubblicare nualsiasi pur piccola informazione hi proposito. Nei loro articoli di fondo,- pure commentando la cordroc-ersia auitrg-oeria^ nan dònno Hritn jjMdfi^n gre- ciso. Essicoiisideraiiosoltantolaposhionc dèWlvghUterra, vel caso in cui la tensione si acuisse: questi giornali fanno appello al Governo perchè riconosca la gravità del momento e prenda tutte le- mìisure opportune per tenersi pronto a qualsiasi even- Ltualità. 1 L'Evening News scrivendo in questo sen. so fwfianzi velati accenni alla Germania, e al suo eccellente stalo di ^preparazione sog- giungendo polche le precauzioni non sono m mai troppe. La Pali Mail Casette sviscera I te Questione pina fondo esaminando il prò- blema della VoUlica che l Inghilterra deve adottare nelle circostanze attuali. ^ d«La Russia, alla quale la Serbia farà jappello - scrive il giornale - si trova con- stro rA^™ e contro l'Italia. .La Francia asta naturalmente con la Russia. Questo fat- . J . 4 . . . to' rende imnossibile una astensione da par- t *° V5"™6 1"1PosslDU« ™a aswnal * * te dell Inghilterra.. Anche se non vi fosse di- ' ^taa^nL oninvrtoa 1» mistione della ahi- rettamente coinvolta la questione della, giù che & erolc. ^ ^ . , .. . , . „ . „ ™ • ,'• Dci, è evidente che le" Potenze della Triplice .', v , Ai ■n<1_f-it MrmrAn nintesa aspirano agire .ai p«mi o^u uU. É Noi s>amo costretti a fare la nostra sodta 0 appoggiare i nostri amici diplomaticamen- a te, e se è necessarrio anche per mezzo delle ff armi, oppure essere eliminati per sempre r dal concèrto europeo. Se noi adottassimo un'attitudine di assoluto egoismo quando-gli ingressi niù vitali sia. dello Frància rhe l S^fl ES, t vetta, Russia sono in gioco, il risultato sa- ... .. ., ... , . . . . . . reIrt)« inevitabile: quando ì nostri interessi foSEero i" Pericolo noi ci troveremmo isola- ti.e senza aiuti « dovremmo affrontare..da gsoli un conflitto con metà delVEuropa o an- che più della metà dell'Europa in armi. , .. ., . , « Inoltre - continua il-giornale - taso- gna considerare il nostro onore nazionale, che è coinvolto nella crisi attuate: una na- zione la quale perde il suo onore perde tutto. Con questo noi non vogliamo creare degli allarmi: ma anche il più superficiale osservatore della politica internazionale de- . - . . .,. Ae considerare che, qualora lAusèria non possa essere indotta diplomaticamente a mo- dmeare la sua attitudine, le probabilità di pace sono assai relative ». La ministeriale Westminster Gazette vede "* ™»«»'™ic westminster uazette. rene ™ V° P%U r0S*° e* duote fel M™**1™*- abbandonano aUuru gwrnalt z 9"f ' ^ fZft* l , ^ ^t0ne C*.c m ^T; ra irebbe scoppiare entro quindici giorni « Ma fortunatamente — aggiunge il gior- ^ _ ^ pÒMtówo dire che tutti questi attrJbuiscono tanto u ■ j. . . , . _.„ntn pnton„ „1/l(Q . " ™««nze una completa, man- canza 01 se»30 comune e di prudenza: e'di questa deficienza di senso comune e di«Pru- ^& ^ ^ - ^ ,,. „„, „ . . „' che la sola preoccupazione dell'Austria flnc^g di carutle alcuna prova ». La Westminster Gazai te noi lo westminster Gazette, poi, ritenendo na tp pmnnmirn ,„■«,„„,.» ,fc/7r" . Pregne di- ■ , ■ , sUuaswne e glimleressi internazionali è ancora possibile e.nqn sarà djfffcife trovare una soluzione-, onesta solv- .ione dovrebbc datc ^ Serbia i^tdàai cconmnici di ( suWAdriatico come mt„ HMm,hh. * " *Zr.. ' SS* pure dovrebbe rendere più intime le rrin-ìo- ^ C°mmerCÌalÌ C°nVA^ daUa Uga Balcanica

Persone citate: Asquith, Burnett, Churchill, Coltro, Dibra, Greci, Lord Mayor, Pitt