L'eroica guerra montenegrina sulla montagna sotto bufere di neve

L'eroica guerra montenegrina sulla montagna sotto bufere di neve L'eroica guerra montenegrina sulla montagna sotto bufere di neve (Per telegrafo dalnstroinviato speciale). Vii-bazar (Lago di Sditavi), 8, sera, 'un urlo rauco, che non è quello del vento, tende l'aria, seguito da uno scoppio. E' una Torno da una lunga escursione sull'atta montagna. Il tempo, die si era mantenni» magnifico nei giorni scorsi, è diventato orribile: il vento soffia continuamente a raffiche, alzando turbini biancM; la neve Sft caduta, senza interruzione, per oltre 32 ore. In alto, da quasi dite giorni imperà, furiosa, la torménta, ed i sentieri, che conducono verso il fronte dei combattenti, già normalmente difficili, sono divenuti addirittura impraticabili: si affonda nella neve óltre il ginocchio. Questa accanila guerra di montagna, per se slessa terribile, diventa in queste condizióni di natura, implacabilmente avversa, ancora più tragicamente' orribile. Sulle cime montuose e nei passi, il termometro è sceso a temperature degne della Siberia, Malgrado tutto, si continua- a combattere, quasi che la nuova sofferenza inacerbisca ancora più soldati ed ufficiali. L'urlo del vento, fra gli alti picchi, è spesso cosi, forte, che riesce a coprire il rombo cupo del cannone, il quale continua a tuonare. L'energia umana è chiamata a dare una resistenza fisica e morale, il cui limite raggiunge V impossibile. Sai kraja In una casa montanara, ove erg entrato a domandare ospitalità, ed un po' di fuoco, ho incontrato un sott'uf fidale montenegrino, della, batteria istallata sopra il monte Kraja, donde balte efficacemente i forti di Tarabo'sch. Il sott'uffieialc aveva compiuto dodici ore di marcia, attraverso sentieri, la cui traccia era quasi completamente scomparsa, sotto il fitto strato di. neve. Con parole semplici e brevi, egli ini ha detto la vita die si fa lassù, nei posti avanzati, in montagna. Alle parole del-narratore, le donne, che accudivano alle faccende domestiche, si sono avvicinate, «iterile, formando attorno a noi gruppetti silenziosi: è la rnla dei loro uomini che il narratore ripeteva. A Kraja, la batteria montenegrino è piazzata quasi a 1000 metri di altitudine, e gli artiglieri e la compagnia di fanteria, che si trova a sostegno dei pezzi, non hanno neppure tende : gli uomini si sono improvvisati dei ripari nelle anfrattuosita delle roccia, rifugi irrisorii quando alla neve si aggiunge il vento della tormenta. Durante la notte, il freddo ha raggiunto gli otto gradi sotto zero. Parte dei grossi copertone, di cui disponevano i soldati, e che. avrebbero potuto costituire un riparo, erano stati, senza esitazione, sacrificati: prima di pensare agli uomini, bisognava pensare ai pezzi, proteggere i congegni dei cannoni ed i cumuli di munizioni. Mentre in avanti le sentinelle continuano la loro sorveglianza, i soldati passano la notte vicino ai fuochi dì legna, lottando a mantenere le fiamme, che i turbini di neve minacciano di spegnere. Di tanto in tanlo Mclle batterie turche che continua a vigilare, Vtìè la risposta, manca. Lasciando i fuochi dci bivacchi ì montenegrini accorrono ai vezzi e la notte si illumina dei lampi violenti della batteria, che, furiosa, risponde. Donne eroiche Ciò che avviene a Kraja non è un'eccezio- ne, ma gli stessi stoici sacrifici si compiono da per tutto, a Siroka, a Ckcsch, nei monti a sud di Sculari. Le comunicazioni, divenu, te difficili, rendono i rifornimenti scarsissi|w/ 7 soldali maigrado il freddo, richiede- rebbero una alimentazione più abbondante, mentre invece diminuiscono le loro razioni, perchè ì viveri possano durare più a lungo. Le piccole donne montenegrino., le quali 1 sì incaricano di una parte del servizio logi- \stico, compiono a piedi ore ed ore di cavi¬ [minò. Esse non si lasciano arrestare dallainfera, vanno sempre, malgrado il vento,malgrado la neve, curve sotto | loro carichi di pane e di farina. 1 proiettili turchi ne hanno già uccise e ferite parecchie, mentre impassibili andavano alle prime trincee du- rante l'infuriare del combattimento per rag- giungere i loro nomnU trasportare, sotto il fuoco, i feriti. Il gelo fatalmente ne farà.cadere più d'una cstenuata._assidcra,ta 00'■ '-' un obbligo, che si adempie con la stessa semplicità di un dovere quotidiano. - progressi di una civiltà utilitaria, fino a a ^ *'^ffiSiitS la montagna. Vi e qui un altra mentalità, o cht la nù!.tra avima moderna, assuefatta ai i credeva solo possibile nelle epoche delle - ir.innVdr. Mentre ■invi od annidi stvdii mi- ! Utari, hanno servito a rimpiazzare al pri- mitivo coefficiente uomo quello della perfe- a ione del mezzo di distruzione, qui si ritorna alla forza d'elle guerre primitive, alla n Mta prh,l0rdiaie della vita, contro la vita - lL mc--0. costretto nella implacabile, fredda cerchia delia cifra numerica, viene spesso • ' " „ . .... ... ,,, ., . . \rnito dalla forza lUimUata del sacrificio in '-viéVMl -J* Wi Ajpu nalmo di terra conquì- ft stato chiede il suo tributo di sàngue. E' ùrta*lotta titanica di energie umane contro altre energie umaitó. nostra migliore alleata,, Senza avere compiuto i corsi/ad una scuola di guerra, il piccolo sottufficiale, che un mese fa ha lasciato l'aratro per raggiungere la stia batteria sul monte Kraja, mi dava,,.meglio di un affidale superiore, l'espressione laconica della realtà dei fatti, c ad una mia domanda, se la stagione invernale arresterà le operazioni dei Montenegrini, mi rispose: — I Montenegrini, nelle loro perpetue guerre contro i Turchi, hanno sempre vinto , anche durante i periodi del più rigido inverno. Durante questa stagione, il clima della montagna è terribile e micidiale: il freddo e le privazioni, certo, ci uccidono molti uomini, ma le perdite turche sono decuple, i loro battaglioni, essendo in buo na parte composti di elementi che, per ab'i ladine di vita, non possono resistere alle terribili privazioni; ed alle sofferenze che i Montenegrini sono capaci a superare. Mentre, in queste condizioni sopra 10 montenegrini, due di essi appena lasciano la vita, otto Turchi sovra dieci sono destinati fatalmente a soccombere. La natura avversa diventa, quindi, la nostra migliore alleala. Abbiamo avuto, ■del resto, in questi giorni, la conferma dell'incredibile resistenza dell'esycito montenegrino, l'i ho telegrafalo ieri U movimento "di ritirata compiuto dall'ala destra dell'armata comandata dal generale Mrtinovich. Essa era .composta dei 10 batta gl'ioni che formano la brigata comandata dal generale Giurovich. Queste truppe, la cui avanguardia si trova a drca otto chilometri di distanza da San Giovanni di Mcdua, fronteggiando le posizioni fortificate turche di Alessio, erano dislese sopra il larghissimo fronte che' va dalle alture.di Busati attraverso le posizioni strategiche di Barlalisci e di Kikli fino ad Alessio. Le artiglierie turche fan strage dei ture1 li generate Mariinovich, owie rendere più stretto l'assedio attorno a Scutari, stabili di far compiere un movimento di ritirata a questa, ala, riportandola verso, la Bojana. La mossa era oltremodo difficile. Appena si iniziò il movimento di ripiegamento dei mon. tenegrini, i turchi attaccarono a fondo sperando di spezzare la lineo, nemica e con parziali azioni aggiranti circondare e sconflfigere isolatamente le varie unità. 1 montenegrini si trovarono spesso in. momenti oltremodo critici, dovendo procedere allo scoperto sotto il fuoco accelerato delle batterie turclic senza tregua avanzanti. Lasciate le alture di Busati e di Melgusi; il centro della Brigata del generale Giurovich si trovò la ritirata tagliata da una conca, nei dintorni del villaggio di Drusia. I terreni bassi, causa le nei'icatc e le pioggie, si erano trasformati in una vera palude, in cui l'acqua superava un metro di profondità. Mentre una batteria mantenegrina prendeva posizione sopra un punto culminante di una serie di collinette, che irovansì al lembo sud dell'acquitrino, i battaglioni, protetti dal fuoco accelerato dei cannoni, coraggiosamente affroniavaiio il passaggio, malgrado che gli uomini avessero l'acqua fino alla cintola. Con prodigi di t energia, i pezzi e le munizioni furono tras portati a spalla dagli artiglieri. I Turchi, che avevano occupato le alture, facevano intanto un fuoco infernale sopra i Montenegrini. . Circostanze imprevedute vennero ad aiutare i Montenegrini. 1 forti turchi di Berditza, ad un tratto, entrarono' -m, azione, coi loro grossi pezzi d'assedio. credendo che le allure, di. dove fulminava-j ' llo i vezzi d-2 campagna turthi, fossero <m-'cora occupale dai Montenegrini, nvesciaro- 'no sopra di esse una pioggia di shrapnels ' e di granale. L'errore fu fatale per i balta- ,,n0,ù turchi, i quali, decimati dalla loro stessa artiglieria, dovettero indielreggio.re vienlre i Montenegrini riuscivano, quasi in- disturbati, u raggiungere il ponte di barche gettato attraverso la Bojana, ed arfivare ad un chilometro ^y^^di^Becche era presidialo da due battaglioni rinforzati da artiglieria.^ ... de venire a rinforzare le Divisioni molitene ,grinc, che assediano Sculari. i 8AV0RQNAN Dl BRAZZA'.

Persone citate: Busati, Turchi, Utari

Luoghi citati: Kraja, Scutari, Siberia