le finanze italiane nell'anno di guerra in un'intervista col ministro del Tesoro

le finanze italiane nell'anno di guerra in un'intervista col ministro del Tesoro le finanze italiane nell'anno di guerra in un'intervista col ministro del Tesoro (Per telefono aita Stampa). ; Romai 19 notte. j La Finonso Italiana pubblicherà nel suo prossimo fascicolo una intervista, del ministro del tesoro, on. Tedesco, circa l'opera svolta ;'dal Tesoro Italiano durante la guerra coni la Turchia. | Avendo il giornalista ricordato all'ori. Tedesco, che Offli, nel novembre dello scorso anno ebbe ad' assicurare che il Tesoro pubblico avrebbe resistito a tutti i cimentò della guerra, che nessuna falcidia avrebbero subito le spese già deliberate e che nessun aggravio nuovo sarebbe venuto a colpire i contribuenti, l'ono'revole ministro ha risposto: ; «tlLe previsioni e speranze di un anno faj ieono oggi fatti compiuti. Nei nostri più rcjeenti bilanci non è disposta alcuna riduzione idi spesa c negli atti legislativi dell'ultimo 'mino si trovano, invece, leggi non poche che i portano nuovi oneri, aumentano gli antichi iimipegni e più ampiamente provvedono ai pubjhlici bisogni. Tanta resistenza del Tesoro ita■lìano, apparsa in piena luce di sole, 6Con' volse coloro stessi, che, 6e non avevano parato preso contro di noi, furono certamente ìgiudici poco sereni o profeti di sventure. Al■'l'estero oggi si riconosce ciò che non si volle ;riconoscere' nei primi momenti della guerra. •Colore» che obbiettivamente vedono e onestàIntente giudicano rendono omaggio alla virtù 'di resistenza della nostra finanza, di Stato, luna prova di questo mutato atteggiamonto '^'abbiamo avuta proprio in questi giorni, in icul le Borse di Europa, percosse dagli awe!tóimentl Balcanici, hanno depresso tutti 1 liliali di Stato, ma il nostro meno degli altri iper quanto le trattative miranti alla paco iitalo-turca non facessero prevedere prossima la cessazione delle ostilità, j II giornalista ha osservato che la rivista inglese The Economisl, antica nostra opposi!trice, nell'ultimo suo fascicolo, studiando lo 'recentissime cadute dei consolidati europei è obbligata.a riconoscere il fatto cui l'onorevole ministro accennava. j — iSicuro, ha ripreso l'on. Tedesco, i listini ; ufficiali delle quotazioni estere parlano un linguaggio che non ammette replica. Ma pur S'olendosi fermare a ciò che dice la rivista inìglese, si trova che secondo essa, a Londra, j'dal 30 settembre all'ai ottobre il nostro consoilidato sarebbe disceso di un punto solo (da :96 a 95), quando scendeva di due punti il U 0,0 russo; di tre di 4 0/0 austriaco; ài un ; punto e mezzo il 4 0/0 ungherese e di un 'punto e un quarto M 3 0/0 francese. Il nostro I consolidato resistette più ,dii (tutti, benché i l'Italia fosse in guerra e la guerra durasse da oltre un anno. L'aumento nel gettito delle Imposti I « Ad ogni modo i segnali posti a guardia del nostro bilancio mantennero sempre tran'quillo l'animo mio. Dal l.o ottobre 1911 al 30 ; settembre 1912 le entrate principali hanno dato 'un gettito di 1.995 milioni, senza tener conto !del dazio sul grano, che si muove in dipendenza del raccolto nazionale. Nel corrispon! dente periodo precedente il gettito di tali tributi era arrivato a 1916 milioni. Si è avuto •dunque un aumento di 79 milioni. Nel quinquennio precedente alla guerra il medio progredire delle entrate fu di 20 milioni inferiore j a quello avutosi lungo la guerra. Ora, volendo i stabilire qualche rapporto tra gettito di trijbuti e'ricchezza nazionale, se ne conclude che :11 rendimento delle imposte sopraenuimerato e ■'•l'indice più sicuro della prosperità del Paese, i poiché si tratta di tributi che direttamente j derivano dalla ricchezza prodotto, scambiata ! e consumata. Questo fatto ci consente di 'guardare Udenti nell'avvenire. Nella prima de'cade di ottobre, poi, il gettito dei tabacchi è salito a lire 9,459,029, con un aumento di lire 13,262,064 rispetto alla stessa decade dell'anno 'precedente e dal l.o luglio' al l.o ottobre que'sto tributo ha dato L. 90,723,260, superando ;di lire 5,856,121 lo stesso periodo del 1911. Ora ! l'imposta del tabacco costituisce un indice, • che più e meglio di ogni altro ci parla del Igrado di prosperità in cui il popolo si trova, jll gettito di questo tributo dunque, in un anno di guerra, parla un linguaggio che ribadisce ila fiducia antica e ci rende ancor più ottimisti •per il futuro. Lo stesso dicasi del sale. Fino ! a tre anni or sono il gettito di tale imposta ìrimase cristallizzato intorno ad SO milioni: ;m& nell'ultimo triennio è cresciuto di 8 miiliont e mezzo, e la sua ripresa non e meno ! decisa e sicura lungo la guerra. Nella prima ! decade di questo meso il rendimento sull'im|posta del sole e stato di lire 2,340,987 13, con una eccedenza di lire 172,040 93 rispetto allo j.stesso periodo del 1911. E dal luglio al 10 otjtohro dell'anno in corso il progresso è stato 'idi quasi un milione. ; « Inoltre nella prima decado di questo mese 1 diritti doganali e marittimi, sempre escludendo il grano, hanno dato lire 8,662,200, oltre! passando di oltre un milione quelli dello stes,eo periodo del 1911; e dal l.o luglio al 10 ottobre, tale eccedenza ha superato i sette mij Itomi. Da qualunque parte, dunque, si guardi la. policarica costituzione delle nostre entrate, ; troviamo motivo di conforto ». ! l/on. Tedesco ha soggiunto di poter assi; oprar» che l'aumento imitarlo dei tributi non i «bt>6 e non poteva avere alcun valore statistico sui confronti da lui stabiliti; poiché quegli .aumenti, almeno d principali, si sono avuti alcuni anni or sono prima che la guerra scop¬ a piasse. Uno solo se ne ebbe lungo la durata di essa, ma pur quello depone a favore della crescente operosità del Paese. (La conclusione è questa: eh* le entrate principali, compreso il dazio sul grano, furono previste nel corrente .esercizio In cifra inferiore di 72 milioni a quelle accertate nel 1911-12; che 40 milioni e mezzo si sono realizzati in più nel trimestre luglio-settembre 1912, rispetto al corrispondente periodo anteriore; e che, per conseguenza, sono oltre 112 milioni quelli che sin da' oggi si possono portare in aumento -dell'attivo 1912-13. L'incremeuto del risparmio nazionale « Il Paese, — ha continuato l'on. Tedesco, — ha ragione di avere fiducia in se stesso, poiché sono a favore di lui non soltanto gli indizi finanziari, ma pur quelli di esclusiva natura economica. 11 piccolo risparmio cresce di continuo. Le Casse postali, dedite alla raccolta di esso, dopo 28 anni dalla loro istituzione, cioè, nel 1904, disponevano di 1 miliardo. Poi nel giro di un solo quinquennio (1905-1909) aumentavano il patrimonio di 600 milioni e di altri 300 milioni nel biennio 1910-911. Sono queste je •piccole energie da cui deriva tanta forza economica, sociale e politica. t Intanto, nel triennio 1909-911, il commercio di entrate cresceva di 445 milioni e di 461 quello dt uscita. La guerra non attenua questa energia di progresso. Nei primi nove mesi del 1912, le importazioni salgono di 59 milioni e di 117 milioni le esportazioni. Proprio ora, in cosi eccezionale periodo, le vendite oltrepassano le compere e -tendono a ridurre lo sbilancio commerciale. « Il corso dei Cambi non ci dà motivo di preoccupazioni. Il Cambio dell'Italia su Parigi, che nel settembre 1911 era di 0 83 per cento, dopo un anno di guerra è cresciuto quasi insensibilmente, e continua a mantenersi al disotto di una lira. « I prodotti dello Ferrovie dello Stato, che dal l.o luglio il906 al 30 giugno 1911, erano andati da 408 a 49S milioni, raggiungendo un progresso annuo di 18 milioni, han saputo aumentare ancora .più celermente. Tali prodotti, dal l.o ottobre 1911 al 10 settembre 1912, cioè, in quasi tutto il .periodo di guerra, hanno raggiunto, rispetto all'eguale periodo anteriore, un aumento di circa 37 milioni, di cui solo 8 milioni si debbono alle eopratasse disposte con la legge del 1911, e gli altri 29 sono dovuti allo sviluppo, del traffico. « Ne si deve dimenticare che il mercato dei valori ha saputo assorbire, nel giro di pochi mesi, circa 470 milioni, in soli titoli di Stato, costituiti da buoni quinquennali o ordinari dei Tesoro, e che nell'intero anno della guerra, la riserva metallica ed equiparata dei tre Istituti di emissione, è cresciuta da 1532 a 1537 milioni. In pari tempo, la massa di oro, di proprietà del Tesoro, che si trova presso la Cassa Depositi e Prestiti, in garanzia dei biglietti di Stato, è salita da 217 a 241 milioni ». Le «posi della guerra e le disponibilità del Tesoro Avendo poi il giornalista domandato quanto si è speso, e come si e speso, durante la guerra, l'on. Tedesco ha risposto : c M consenta di dire prima qualche parola su quanto, in complesso, si è incassato e pagato lungo il periodo delle ostilità. Dal l.o ottobre 1911' al 30 settembre 1912, si incassarono, per entrate di bilancio, L. 3.141.117.385 33, e furono pagate, per spese di bilancio, lire 2.026.669.187 43; mentre nel corrispondente periodo anteriore, gli incassi erano stati di lire 2.934.040.058 91, e i pagamenti L. 2.8.19.035.175 54Risulta così che, in un anno di guerra, si è avuto un maggiore incasso di L. 2O7.077.320 42, ed una maggiore spesa di L. 107.634.011 89. Intanto, al 30 di settembre, il Tesoro disponeva: l.o di un fondo di cassa di L. 60.000.000, depositato alla Banca d'Italia; 2.o di L. 89.000.000 in buoni del Tesoro ordinari, a complemento dei 300 milioni di circolazione, già autorizzati per legge; 3.o. di L. 82.000.000, depositati in conto corrente, presso i principali istituti d: credito aE'estero; 4.o di L. Io5.000.000, in anticipazioni statutarie, a cui sono tenuto le Banche di emissione. In complesso, dunque, le disponibilità del Tesoro ammontavano a lire 3SO.000.000, di cui 300 milioni di pronta realizzazione. n Quindi, alla vigilia della pace, ci trovavamo in grado di proseguire le ostilità ancora per molto tempo. In quanto alle somme, che a tutto settembre, e per i bisogni della guerra libica, il Tesoro ha messo a disposizione dei Ministeri della Guerra e della Marina, esse ascendono in tutto a L. 458.OO0.OO0. di cui lire 380.000.000 assegnati al Dicastero delia Guerra, e 72 a quello delia .Marina. Di questi milioni, una buona parte, oltre 100, sono serviti a reintegrare le dotazioni dei magazzini militari c ad eseguire riparazioni allo navi. Ora, non tutto quello che si è tolto da tali magazzini ha trovato impiego nella guerra, una parte è sempre utilizzabile. Lo stesso si dica per gii eccezionali approvvigionamenti di Derna e di Bengasi, che oggi, ad ostilità finite, saranno diversamente utilizzatili, e la spesa che ne è derivata risparmierà un onere corrispondente nei mesi successivi. ,» oastovcrd1irfssjiPtdctgnismmngmigesrssdrnndGrgrmpGsPcCsciesnvgsUtntdCCsg—nlgdpvasCC

Persone citate: Tedesco

Luoghi citati: Bengasi, Derna, Italia, Londra, Parigi, Turchia