Le prime informazioni giunte a Tripoli

Le prime informazioni giunte a Tripoli Le prime informazioni giunte a Tripoli dal campo turco-arabo (Per telegr. da uno del nostri inviati speciali) TRIPOLI, 19. ore 10,50. 1/ Firmano del Sultano ed il vostro decreto reale alle popolazioni della Trìpolitania e Cirenaica sono giunti a Trìpoli, ieri, e iersera vennero''pubblicali dai giornali loculi, suscitando un interesse vivissimo. Per via si formarono crocchi numerosi di passanti, che leggevano i giornali, discutevano animatamente, commentavano, approvava)^. Si può dire che per tutta la serata nei ritrovi cittadini, militari e borghesi, seppure non si ebbero speciali manifestazioui, non si parlò di altro. L'impressione a Tripoli La noliiia, poi, recala ull'ullima ora dalla Stefani", che il trattalo di paca era stalo deftiiilivainenle firmalo ad Ouchg, produsse, pur guanto attesa, un senso di soddisfazione. Questa eiilà, che fu per un anno il perno'attorno al quale si agitarono febbrili e multiformi gli avvenimenti della guerra, si era per [orza di cose, già da tempo, foggiala una speciale esistenza di pace : per la popolazione tripolina, italiana ed indigena, la pace era da parecchi mesi uno stato di fallo. E qui si sentiva ormai la guerra solo più attraverso gli echi delle lontane cannonate e attraverso i racconti degli ufficiali e dei soldati che venivano dai luoghi ove crasi combattuto. Tripoli, con tutto il suo movimento di militari, 'con la sua bella, gaia e variopinta [olla indigena e coloniale, sembrava durante questi ultimi mesi in certe ore dei giorno una città in crisi ull'eppcw delia guerra. E' naturale, adunque, che in un ambiente simile, cosi preparalo alla pace, cosi distonie dalle più estreme ridotte, ove forse è tuttora Valigia della battaglia, la notizia del trattalo di Ouchg trovasse una favorevole accoglienza. La capitale della Libia nel brusco passaggio dalle ostilità alla pace non ha mutato colore, non si è abbandonala ad entusiasmi chiassosi, ma è rimasta dignitosa e serena, dando prova quasi di essere convinta in precedenza che le cose sarebbero andate precisamente così. Anche gli arabi e gli ebrei tripolini discussero sulla notizia, ma discussero poco e tranquillamente, manifestando il proprio compiacimento col calmo gestire abituale. Oggi verrà divulgalo, per mezzo di proclami e di edizioni straordinarie dei giornali, il testo del trattalo di pace nei suoi particolari. Sarà poi redatto un apposito manifesto in arabo, che verrà affidato in migliaia di copie ai dirigibili, coll'iucarico di lasciarlo cadere sui campi arabi. Senso di sollievo al campo nemico Sin dal giorno 16, però, negli accampamenti di coloro che furono nostri nemici era. giunta, recata dal telegrafo per la via di Dehibat, la notizia della pace. Il dispaccio arrivò verso sera a Suaiii-Beiii-Adan,. dove ora si trova dislocalo il Comando, e fu presentalo ad alcuni capì. 1 nostri informatori giunti a Tripoli non hanno recato alcun particolare sulla scena, senza dubbio interessante, che si svolse allora sotto la tenda del generalissimo nemico; dicono soltanto che la notizia per quel giorno non era aspettala e recò di primo colpo un vivo senso di sorpresa. Proprio in quel pomeriggio ai reparli di truppu regolare ed alle varie mehalle erano 'state emanale disposizioni per prevenire una nostra possibile azione, che si diceva anzi imminente. Il giorno innanzi si era in realtà discorso a lungo della pace e si affermava che, in seguito alla resistenza dell'Italia, la Turchia avrebbe finito per cedere. L'opinione espressa dai capi era che 'in tal caso altro noli rimaneva ad essi ed ai loro soggetti clic inchinarsi agli eventi ed obbedire. Queste erano le voci soltanto, erano commenti imbastiti sulle notizie che giungevano lardivt da Ouchg. Nessuno si attendeva die il giorno dopo un telegramma avrebbe*annunciato la pace conclusa. Ma, passalo il primo moto di sorpresa, l'impressione generale nel campo nemico fu di sollievo. Restituzione immediata delle armi Il comandante turco radunò nella stessa sera i principali capi delle mehalle, comunicò loro la notizia e spiegò la necessità dell'atto compiuto ad Ònchy, giustificando la linea di condotta del Governo di Costantinopoli. Egli, poi, aggiunse clic in scintilo alta firma del trattalo di pace, i regolari turchi devono rimpatriare al più presto e debbono cessare all'istante le oslililà. Il comandante concluse còl chiedere agli arabi, la restituzione immediata di tutte le unni loro distribuite. Gli informatori non sanno esattamente quale effetto abbia prodotto sui capi questa ultima parte della comunicazione turca, tuttavia ejsi ritengono che i rappresentanti delle mehalle si siano riservati di rispon¬ w dere quando avranno interrogato i loro soggelli. Sembra però, sempre secondò il racconto degl'i -informatori, che' gli arulu'armali — ifuelli. specialmente che avevano partecipato aijli ultimi combattimenti contro di noi — abbiano accolto in genere fa-, voreijoliiienie la notizia della pace. Più pratici, avrebbero dichiaralo che, rilenendo lo slesso Sultano pericolosa la guerra ed avendo egli stesso concessa la pace pel bene delle popolazioni tripoline, non sarcblie opportuno per gli indigeni insistere. La situazione era già difficile, ora diverrà addirittura insostenibile, quando, venute a man care le risorse fomite dalla Turchia, gli arubi saranno abbandonali ai soli loro mezzi: sarà quindi miglior parlilo cedere ed assoggettarsi all'Italia. Tali le informazioni: ripeto che non sono sicurissime e che vanno prese con. le dolute riserve. Soltanto i capi, che traevano profitta dalla guerra per i fondi raccolti.dai continui versamenti turchi, si dimostrarono scontenti della pace e non manifestarono ancóra le loro intenzioni, future. In maggioranza, però, da quanto fino ad oggi si è politi apprendere, la situazione è ottima per noi. poiché i gregari sono in gran parte soddisfatti che la guerra sia finita. La gran guardia Dagli stessi informatori hò appreso qualche cenno interessante sulla situazione nel campo nemico alla vigilia della pace, che é, naturalmente, ancora la- siluazioifè+al; iualc. Dopo gli spostamenti già avxéìtiù dai nostri aviatori, si era costituito uri fòrte nucleo di armali ad El-Uascian, noia regione che si stende a sud-ovest dell'oasi di Misurata. Il nucleo era composto di 3100 uomini, a formare i quali concorrevano le mehalle di Zanzur, di Ccfara, degli Orfella e del .Garian. Altri scimila uomini erano concentrati nei giardini di Suani-Beni-A(leu, dove, coma dissi, si era da poco trasportalo il comando generale da Azizia. 1500 armali erano ad Agilci, 2500 a FòndukUen-Gascir e 2500 a Bu-Gàrcia. Reparti minori erano sparsi tra Azizia, Sidi-JJen-Eur e SUli-Bu-Chemclc. Ili complesso il Corpo d'esercito che ci fronlegginva in questi giorni poteva disporre di quindici o scdichuila combattenti, non più.. Le forze erano tra loro collegato in modo che al minimo accenno di movimento da piarle nostra sarebbero stale chiamate a [raccolta little contemporaneamente. La sorveglianza verno il nostro fronte era esercitata da un gruppo di soli .100 uomini, i quali ogni maltinti, all'alba venivano inviati innanzi ad un chilometro e mezzo dal{l'oasi di Misuralo, coll'iucarico di sorvegliare semplicemente, senza avanzare olire di un passo, qualunque cosa accadesse. Questa specie di gran guardia aveva l'ordine di non fare uso delle armi in nessun \casò, ma doveva avvertire il grosso con rapidità per mezzo di fumate e staffette non appena le truppe italiane fossero apparse all'orizzonte. Se nulla succedeva, verso il meriggio, i 400 uomini rientravano nell'accampamento, poiché si era sicuri che, trascorse le prime ore della mattinata gli italiani non attaccavano mai. Lieto mezzogiorno Mentre telegrafo, le via si riempiono- di strilloni cha urlano a squarciagola l'edizione straordinaria della Nuova lUilia e delU'Eeo di Tripoli, recanti il testo del imitato di pace. Mancano pochi minuti a mezzodì, e la folla, fittissima, che occupa le strade. .compra i giornali è legge avidamente. E' 'in tutti come un senso di sollievo per aver potuto alfine apprendere qualche particolare -più preciso che completasse le notizie troppo nude dei giorni scorsi, e la soddisfazione che prima, quando si ignoravano i capitoti del trattato, era come turbata da una 'Vaga tensione nervosa in attesa di sapere di più, ora prorompe chiaramente nei commenti, la si legge sui volti, la si sente nell'aria, la si indovina nei cuori. GIOVANNI UORVETTO.

Persone citate: Giovanni Uorvetto, Suli