Anche l'Inghilterra

Anche l'Inghilterra Anche l'Inghilterra si è affrettata a rieonoseere la sovranità italiana! (Per telegrafo e telefono alla Stampa). ROMA, 19, sera. Sin dal giorno di lunedi 14 oorr. il Governo Inglese si era dichiarato pronto a riconoscerò la sovranità pièna ed intera dell'Italia sulla Libia, appena conchiuso il trattato stipulante l'evacuazione dello truppe ottomane dalla Libia. (Ag. Stefani). (gLa premura deUlugbìlterra e il leale contegno degli alleati Roma 19 seia Roma, 19, seia. La «Tribuna», commentando.il riconocimento della sovranità dell'Italia sullaLibia da parte dell'Inghilterra, scrivo: «Lo stesso Governo inglese ha suggerito al nostro di mettere in evidenza che, findal lì ottobre, il «Foreign Office» Io avevanformato della *,iia intenzione del pieno ri- conoscimento, ciò che conferma l'attitudineavorevole verso l'Italia del Governo in-glese durante la guerra' italo-turca. A par-e il contegno di certa stampa, che nonrappresentava certo "l'Opinione pubblicabritannica, questa, impersonata- nel suoGoverno, ha mantenuto sèmpre grande cor-rcttezza nell'osservanza .della neutralità. L'Italia, deve essere veramente lieta che ilpronto riconoscimento inglese rinsaldi an-cor più. i vincoli di vecchia, salda, tradizio-naie amicizia che esistono fra l'Italia e la Grande Brettagna ». I giornali del. mattino commentano la po,ce..di.Lqsar4na. t II «Popolo Romano''»,' r--» ricordando 'atteggiamento di alcuni giornali esteri, durante la recente guerra, a. proposito di un articolo in cui la «Gazzetta di Francoforle» cerca di giustificare la sua recisa opposizione all'Italia durante le. ostilità talo-turche, scrive : « Noi del resto non abbiamo mai fatto risalire allo sfede dirigenti o ai circoli parlamentari, la responabilità dello critiche dei giornali. «A parte l'attitudine perfetta dei Governi lleati verso l'Italia — continua il «Popolo Romano — a noi basta' la rivelazione venuta fuori «post mortem»' dai documenti dei Rohlfs per assodare' che l'imperatore Guglielmo II personalmente oppose le piùrecise negative'a talune sollecitazioni perl possesso della Cirenaica, che gli sarebbeiuscita facilissima durante i 33 anni■'• diregno di Abdul Hamid. «Cosl non abbiamo mai. dimenticato laeale attitudine del conto di Aehrcntbàlpochi giorni dopo la nostra diohiaraziqnedi guerra alla Turchia. .■ « Il popolo italiano ha molti difetti, tranneuno, l'ingratitudine, — continua il « PopoloRomano». — c adesso siamo lieti di espri-mere al degno e illustre successore di Ach-renthal, conte Berchtold, là viva soddisfa-ziono del nostro animo nel momento inali egli si accinge a visitare il nostro So-vrano. No obllercmo l'opera spesa conanta alacrità, dal compianto barone Mar-shall sia per evitare la guerra al suo inizio,sia per la costante' tutela esercitata findove gli fu possibile sugli italiani in Tur-chia». Il « Messaggero », dopo aver lumeggiatol valore e la'portala di ogni articolo delrattato, cosi conclude:'«Il trattato di Lo-sauna tutela egregiamente gli interessi ma-eriali e morali del nostro Paese e qgnl.se-reno spirito italiano deve compiacersi diuna pace che degnamente corona il valore e sacrifici del nostro esercito e della nostra marina ». La «Vita», rilevando che l'Italia nel fare la pace ha pensato anche a risolvere nel miglior modo consentitolo la questiono delle isole egee e quella di Idriss, dice: «Con la pace concilia, dunque, non abbiamo raggiunto soltanto il nostro fine politico, la conquista cioè della Libia, ma abbiamo adempiuto tutti i nostri obblighi morali» Il Ministro della marina natii li IH ti wmiw nelle acque tnrelte Roma 19 notte Roma. 19 notte. Il ministro della marina porta a conoscenza delle Società di navigazione a degli armalori nazionali che con la firma del trattalo dì pace essendo cessalo lo stalo di guerra fra l'Italia e la Turchia, nessun allo di Ostilità dovrà compiersi tra i due paesi e quindi, non si dorrà procedere recìprocamente ad alcun allo di predo, n di coltura delle navi mercantili: Le navi italiane potranno liberamente recarsi, operazioni commerciali, nel porli ài Tur¬ iIht't' oiicniziuni evia ma : tuu, uri §f*m ut jur-chia e transitare per ì mar! di Turchia per recarsi a noni di altri siali. Il riprisiinamentó della libertà di navigazione è però stibfirdl- itoiù allo stretto dovere per le navi italiane delio rigorosa osservanza delle regole della neutralità nelle guerre in cui la Turchia è attualmente impegHalu.. . .(Agenzia StefaniJ. teeRoma, 19. notti); Lu gara fra, lo grandi Potenze per I Lu gara fra, lo grandi Potenze per II riconosci mento della';- piena ed, intera sovranità del Regno d'Italia sulla, TripuWtania'o sulla Cirenaica, ci riesce ultamBhteVlusinghiera. ... . . : Questa nobilissima gara ci compensadella campagna ìtàlofoba che infierì liiri-gamentc, cil anche della condotta non sempre equanime, non sempre strettamenteneutrale di qualche Potenza. Durante la guerra avevamo tutte contro, ora fanno tut- o prevalsa sulla forza del nostro nemico, giiocchi di tutti si sono aperti alia giustizia, alla verità, alla equanimità, alla cortesia. Ecco, il primo fruito preziosissimodella nostra impresa dì Libia,; il primo sln-tomo eloquente della nostra resurrezionePoiché non c'è mai regola senza eccezio-no, c'è purtroppo un'eccezione alla ndbi4lissima e cor-tesissima gara delle Potenzeper il riconoscimento della nostra' piena ed! intera sovranità sulla Tripblitahia c Ciré-riatea. L'eccezione è costituita, mi rincre-sce sinceramente di doverlo registrare, dal-la sola Potenza che era obbligaia, da ap-posilo accordo diplomatico, a favorire lanostra conquista della Trìpolitania: dallaFrancia. Voi. avete notato come io non avevo lesi-Snato lodi alla Francia in genere, e a Poincaré in ispecie, per l'aziono spiegata a Co-stantinopoli in favore della conclusionea aj*o a .gara nel riconoscere il frutto delianostra guerra c Io riconoscono con tanta'o ; prontezza e con tanta squisitezza di modo ni"0 turbare la nostra modestia, a; 11 mondo predilige i forti, siano indivi- - lf-uW siano Stati. La sola virtù non basta.' e I" solo diritto non è sufficiente; occorre che-'V'osto e quella siano fatti valere con la -1 forza. Non basta che abbiamo ragione:n °95°?1'9 cll° ci sia chi riconosce la nostra!ajragiono. Finché noi non ci eravamo im- o posti con la vittoria finale, tutti facevano! -jaga.ra col darci torto, col colmarci di -in. js'i»rie e di vituperi, còl metterei scrii: ostaf l|eoli nel conseguimento della mèla, nell'aiu-jt;.u'c 11 ne,n,cw no-s,'r» a prolungare la re-;- sist0nza- Quando la nostra, forza a a o , i a à i o i e ù r ideila pace, benché fosse noto che la pacoe premeva alla Francia per i suoi quattro i miliardi e mezzo di franchi, investiti nel- i l'Impero ottomano. Noi avevamo lumeg-a giato simpaticamente il grande successo l dell'iniziativa francese; ma pare proprio e un destino cho di tanto in tanto la Fran- |Cia debba commettere un grave errore di-ie plomatico nei riguardi dell'Italia: uno clio [quegli errori che nuociono tanto al lavoro -jdt riavviciuainento italo-francese, -| La Francia, che .aveva lo speciale accor- do con l'Italia, proprio per la Trìpolitania,n la Francia che aveva determinato la Tur-|chia a rinsavire, la Francia che non aveva.ni certamente dimenticato che l'Italia era sta-- ta la prima a riconoscerò l'accordo franco-,'germanico per il Marocco, logicamente .do-nPveva essere la prima a riconoscere la no-- stra piena ed intera sovranità sulla Tri- Jpolitania, Invece si è lasciata precedere dao; tutti gli Stati delle Potenze della Triplicel!'"tesa, quanto dalle, Potenze della Tripli^ -jco alleanza.; invece ha sentito il bisogno di - far.-sa.peve al -mondo, riempiendolo di me-- ravigliai che essa non è disposta a proce-il^ere al riconoscimento puramente e seme a e l e a a w a i e a à i o : , r¬ plicemonle, n)a intende di subordinare il riconoscimento alla sistemazione dei confini tra la Trìpolitania e la Tunisia. Non c'è bisogno di avere domestichezza col linguaggio diplomatico per comprendere clic . la Francia non contenta delle due oasi tripoline, clic ebbe durante la guerra, vorrebbe qualche striscia più o meno lunga di territorio tripolino ora che è stata conclusa la pace. L'on. Giolitti si è affrettato a dichiarare che i confini fra la Tunisia e la Trìpolitania, furono regolati fra la Turchia e la Francia : conseguentemente ' la questione è definitivamente chiusa. la posso aggiungere cho la definizione alla, quale ha alluso il nostro presidente del Consiglio, è perfetta e elio la Francia avrebbo tutto se volesse riaprirla con ritaglia. I confini fra Tunisia e Ti'ipóìitaniaj sono quelli elio furono delineati dalla Commissione mista di delegati francesi e ■ di delegati ottomani. Ora .tutto al più ci sarebbe soltanto da fare quello che si fa per i confini austro-italiani, dato 'che i confini fra ila Tunisia e la Trìpolitania abbiano l'itriI portanza dei confini fra l'Austria e l'Italia, r-i . Y , , . . v, , ,, r c,oè elovate 1 segni matma" ,cl,u ')m"ó sa- divisione. E' per questo che la Francia l- esita a riconoscere la piena ed intera soe vranità dell'Italia sulla Tripolitnnia e stilla a Cirenaica? è Ce lo perdoni il signor-Poincaré; il-rtiolL- vu dell'indugio non ci pare serio. I

Persone citate: Abdul Hamid, Giolitti, Guglielmo Ii, Poincaré