Strane truffe e rapine col trucco delle "schiave bianche,,

Strane truffe e rapine col trucco delle "schiave bianche,, Strane truffe e rapine col trucco delle "schiave bianche,, Ad un numero notevole di Case che la legge considera come tollerate e che se hanno la porta aperta a tutti non schiudono mai le persiane, fu inviata tempo fa questa circolare, a stampa, piuttosto sgrammaticata e parecchio oscura: « Preg.mo Signore, « Li rendiamo noto alla S. V. di aver aperto un ufficio Commerciale sotto il titolo la Tripolitanin, dove si occupa di ogni ramo, e come pure si incarica di provvederli generi adatti secondo l'importanza deBa Casa. Ogni proprietario pagando una quota di L. 12,50 è considerato come abbonato, e cosi potrà essere servito con puntualità e massima segretezza senza maggiori spese di viaggio e di disturbi di tempo. « Speranzoso che la S. V. lll.ma vorrà onorarci di sua visita. « Con ossequio < Bossi e MarocchetU. » « NB. Se entro otto giorni non si riconsegna la Circolare saranno considerati abbonati ed in obbligo pagare tale quota. > All'amo di questa circolare, cne per camuffarsi meglio recava nella testata il titolo di « Ufficio commerciale - La Trlpolitania » abboccarono alcune proprietarie di case che pagarono la u quota di abbonamento >. oli uffici della strana e misteriosa società erano in via Goffredo Mameli, 12, ed avvenne che qualcuno si presentò a fare incetta di • schiave bianche ». La ditta Rossi é Marocchetti, in tali casi, presentava due allegre ragazze che si erano prestate al gioco: certe Margherita Alberto, d'anni 26, abitante in via Leynì, 33. e Teresa Aurelia Spini, d'anni 22, soprannominata Carmen e abitante nella casa stessa dove l'Associazione aveva impiantato gli uffici. Quando il contratto era stipulato, le duo ragazze accompagnavano la persona che le aveva « acquistate » per 11 suo... istituto, ma, una volta alla stazione, s'allontanavano con un pretesto per non farsi vedette più. Il truffato protestava presso la Ditta, ma poi, dato il genere del commercio e vista la mala parata, preferiva allo scandalo il silenzio e la perdita dei quattrini sborsati a titolo di mediazióne. GH ali ari. a dir vero, non progredivano troppo, quantunque la circolare fosse stata spedita acebe alle Case estere ed allora i due soci, d'accordo con le due ragazze, escogita-' rono Un altro sistema. Margherita e Carmen quando avevano la ventura di incontrare, specialmente alla sera, qualche ammiratore, gli offrivano ospitalità temporanea negli uffici della Società e al momento di offrire il thè, ecco che saltavano fuori coi coltelli in pugni i soci o imponevano la taglia. E non erano essi soli : due altri compagni, se occorreva, facevano la loro comparsa. Quattro lame dì coltello luccicanti minacciosamente sono un argomento molto persuasivo per un •individuo solo ed inerme e non c'è quindi da stupirsi se il merlo cosi caduto nella rete pagava e stava zitto. Ma ogni bel gioco dura poco e anche per la strana Ditta di rapinatori e truffatori la cuccagna doveva finire. Due operai una di queste sere furono condotti nei locali di via Goffredo Mameli e si videro minacciati dai titolali della... onorata Società, mentre gli altri complici in una stanza vicina pestavano i piedi e parlavano ad alta voce come per ammonire i malcapitati della necessità di arrendersi. Costoro dovettero sborsare dieci lire prima di riavere la libertà, ma una volta usciti da quel covo, se ne andarono disiati a sporgere denuncia alla sezione di Pubblica Sicurezza di Borgo Dora. Il commissario cav. Calassi incaricò delle indagini il delegato aw. Alloatti, il quale, coadiuvato dal maresciallo Schiappacassa e dagli agenti tutti della Sezione, riuscì in breve a condurre a termine la faccenda e ad arrestare tutti i soci delia Ditta, assicurandoli cosi alla Giustizia. Oltre alle due donnine allegre furono arrestati i titolari del turpe ufficio commerciale: Filippo Marocchetti, d'anni 29, ex-vigilato speciale, abitante in via Leopardi, 8, e Giovanni Rossi, d'anni 26, abitante in via Goffredo Mameli, 16, ed infine vennero scovati gli altri due soci, che sono certi Giovanni Balbo, di anni 24, abitante in corso Napoli 20, e Carlo Ferrerò fu Bartolomeo, d'anni 26, senza fissa dimora. Tutt'e sei i componenti la combriccola furono denunciati al Procuratore dal Re per associazione a delinquere. Il questore comm. Carmarino ha complimentato funzionari e agenti per la buona retata. I

Persone citate: Alloatti, Carlo Ferrerò, Filippo Marocchetti, Giovanni Balbo, Giovanni Rossi, Margherita Alberto, Marocchetti, Schiappacassa, Teresa Aurelia

Luoghi citati: Borgo Dora