La figura di Antonio D'Alba in una intervista con Enrico Ferri

La figura di Antonio D'Alba in una intervista con Enrico FerriLa figura di Antonio D'Alba in una intervista con Enrico Ferri (Per telefono alla "STAMPA») Rema, 7, notte. Domani, dunque, Antonio D'Alba, 11 murar tare romano, che attentò alla vita di re Vittorio, comparirà dinanzi ai sturati della nostra Corte d'Assise. Il dibattimento sarà rapidissimo, tanto che, sebbene inscritto a ruolo per due udienze, può darsi che, contrarlamente a quanto ri dissi Ieri, fluisca domani sera steeaa, » La Ultieililnl P" Vwilm 1 La parte maggio» del dibattimento sarà occupata dalla lettura dell'atto processuale!, voluminoso soltanto per la parentesi del presupposto complotto, afumato durante l'istruttoria. L'imputato non si dilungherà nel suo interrogatorio, i testimoni sono nove in tutto, polche il maggiore del corazzieri cLang. ferito nell'attentato, difficilmente comparirà all'udienza. Q senatore Vacca, che sosterrà l'accusa, pronunzerà una brevissima requisitoria. Altrettanto brevi saranno le arringhe dei due difensori d'ufficio : il comm. Lupaechloli. presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma, ed Enrico Ferri, n comm. Lupacchloll si limiterà ad une dichiarazione. Enrico Ferri non parlerà fona più di un'ora. Il presidente, comm. Capriolo, Io stesso che diresse il prooeaao Paterno, ha disposto perche sia evitate ogni teatralità al processo: rigorosa Selezione del pubblico, rifiuto di bi alletto alle signore per assistere al processo, •evere misure per U mantenimento dell'ordì ne. Tutto lascia dunque prevedere che l'ultima pagina di questo evento dolorosa si svolgerà senza la roani festa rione di curiosità morbosa che aoooffipagna 1 nostri processi. La causa di Antonio D'Alba, esulando completamente l'elemento politico, è assai semplice, quasi incolore, data la scialba figura del protagonista. il momento più interessante del processo sarà dato senza dubbio dall'arringa di Enrico Ferri. ET dunque al difensore di Antonio D'Alba ohe mi sono rivolto per ottenere in anticipazione, in una intervista, la fisionomia del processo, la tosi della difesa, ecc. "Ho voluto colpirò l'Istituzione,, Enrico Ferri, col quale mi sono Intrattenuto dopo le sue dichiarazioni d'oggi al Congresso internazionale di sociologia, si è cortesemente prestato... all'interrogatorio. — Il processo D'Alba — mi ha detto l'ono revole farri — non presenterà un grande interesse, perchè la causale politica esulta completamente dal delitto a motivo delia figura scialba, quasi magnificante dell'imputato Non si tratta di un pazzo e neppure di uno di quegli Ideologi politici, spinti al regicidio dalle loro allucinazioni. D'Alba è una povera figura psichica; è un solitario, direi un inconcludente. Parla molto, ma si ripete, dice e disdice; non sempre si riesce a ricavare un costrutto dalle sue parole. — Quale impressione ha prodotto in lei il D'Alba, durante il colloquio avuto in carcere prima del processo? — D'Alba non presenta traccia di degenerazione fisica, salvo i caratteri evidenti di denutrizione. Egli ha l'apparenza di un giovane normale. Ebbi occasione di intrattenermi lungamente con lui in carcere. Egli si è grandemente compiaciuto di avermi a suo difensore, e nell'ultimo colloquio mi disse che verrà volentieri al dibattimento, unicamente per il piacere di sentire la mia difesa, — Quali idee ha esternato nel colloqui! avutl con 1 difensori? - — In un primo colloquio -avuto con l'avvocato LupacchloU e con me, D'Alba si dimostrò anarchico individualista; osservatogli che l'attuale periodo di monarchia democratica ed il regime di libertà attuale non possono giustificare un attentato al Re. il D'Alba rispose: € Per me non importa che il Re sia buono o cattivo. Il Re è la istituzione, ed è questa che ho voluto colpirà Del resto, avrei potuto compiere l'attentato in condizioni assai più favorevoli per me; invece ho voluto affrontare il Re quando si trovava in mezzo -ai suoi corazzieri. In un suo primo interrogatorio D'Alba acoennò.di aver voluto colpire 11 Re ritenendolo responsabile della guerra con la Turchia, ma In seguito non ritornò su ciò. In un altro interrogatorio il D'Alba aveva parlato di un fantasma, che durante il sonno gli era apparso, incitandolo ad uccidere il Re. Ho cercato ripetutamente nei colloqui! avuti successivamente da solo col D'Alba, poiché il commendatore Lupacchioli presenziò ad un solo colloquio, di avere maggiori spiegazioni su questo fatto del fantasma. Se il fatto era autentico, acquistava, dal punto di vista psichiatrico, una certa importanza. Gli squilibrati di mente si lasciano guidare talvolta nei loro atti da consigli di allucinazione. Insistei quindi per avere dal D'Alba particolari spiegazioni su questo particolare del fantasma, ma ogni insistenza fu inutile; non potei ricavare dalle parole del D'Alba nulla di preciso. "Il D'Alni e responsabile delle sne azioni., i — Dal punto di vista della scuola criminale positiva, come giudica ella il D'Alba? , — Le ho detto che egli non presenta traccia degenerative, salvo lo stigmate della denutrizione. Conseguentemente ho rinunziato a sottoporlo o a farlo sottoporre ad esperimenti per accertare il suo maggiore o minore grado di responsabilità.. Se fosse sorto in me il menomo dubbio che il germe della pazzia minasse le facoltà mentali di Antonio D'Alba, non avrei est- mlg -.- ,"nJfÌa?:e,aJC0!mPlel,e ^l"*111 esperimenti che la scienza suggerisce, cosi pure non avrei 6sitato un istante a chiedere la perizia "psichiatrica al processo: ma non ho il menomo dubbio in proposito. Il D'Alba è responsabile delle sue azioni; soltanto la sua responsabilità deve essere notevolmente attenuata. — Par quali ragioni T — Antonio D'Alba è flgMo di un alcoolizzato cronico: presenteremo in proposito al processo una dichiarazione dell'Ospedale Policlinico di Roma, dove il padre del D'Alba venne cu- a STAMPA») drato. Inoltre, risulte che a ir/Alba «ubi Bel pri*J ^mi periodi della sua esistenza una grave ma- vlattia, che può avere influito sulla sua psiche sDal processo risulta soltanto che egli fu in giovane età affetto da grave bronchite polmo- anare. La madre di lui asserisce che il figlio fu »'gLtgcsiedldcolpito da meningite. Orbene, se tale circo, stanza fosse confermata, si potrebbero trarre conclusioni dlt un certo rilievo circa le condizioni del D'Alba. "E" ni estere abbandonato a si stesso,. — E dal punto di vista sociale, quali sono 1 risultati della sua osservazione su Antonio D'Alba 7 — Questo è il punto forse più interessante della causa che si sta per discutere. Esso si presterà alle osservazioni ■più notevoli, che Lintendo fare nella mia arringa. La figura del j nD'Alba. soiajba come individuo. 0 Invece in- teressante dal punto di vfcta dell'ambiente so-| tclale. n D'Alba fu trascurato nel periodo della. tpubertà, periodo spesso decisivo nella vita dell'individuo, perche è durante quella grande crisi che si inizia lo sviluppo della personalità La società attuale ha ffl breve torto di non attribuire importanza a quel periodo e di considerarlo come un insignificante fatto fisiologico. Orbene, è nel periodo della pubertà che Antonio D'Alba subì nel più completo abbandono la crisi della sua esistenza. L'infanzia del DL&Jba trascorse con manifestazioni di taraa intelligenza. La sua maestra di scuola, che nbblarno citato 4ra*,i testi a difesa, verrà a deporre che il suo allievo non potè essere promosso di classe nelle scuole elementarrV- e dovette ripetere la classe unicamente a causa della sua incapacità ad imparare. In seguito, il ragazzo subì là grave malattia di cui ho parlato, ed entrato nel periodo della pubertà, fece il suo ingresso nella scuola del vizio.- Attratto da cottivi compagni, fu un ladruncolo (ladro di galline, ecc.) e fu condannato una prima volta. Avanzando in età, mostrò di ravvedersi e parve entrare in un periodo di equilibrio, tanto che, sebbene precedentemente condannato, potè sfuggire alla ammonizione. Venne rimproverato al giudice, che liberò il D'Alba dalla catena dell'ammonizione, di avere peccato di previdenza sociale. Quel rimprovero fu tetiiusto. Il giudice fu saggio, ed 1o gitene darò lodo al processo. Virai? poi un avvenimento grave della vita del D'Alba: i maltrattamenti alla madre. Però anche in questo 11 (D'Alba si rivela incoerente. Olfatti, egli, pure avendo maltrattato la madre, si mantiene molto affezionato a lei. Il D'Alba appare anche in questo particolare, della vita, un Ini ScdCfpzCritIdpudrCCs,. pulslvo irascibile, pieno di contraddizioni e di l mutamenti. Egli è un esserei abbandonata a : se stesso, wrso il qnals la società non ha ni-, Rposto quel provvedimi enti di difesa sociale che sarebbero necessariL "E" Ulia D6rS0D3 , . r .... .pSlCBlCaiIlOllte SqUIllDFata „ _,, . ,, „„„,„ .1,- j,'- inn„i,a,,i. noiiT - E' questo il punto che ella toccherà nella, sua arringa; o_,,iC,_.nt, «vii x npf m. nnn di nue-i «lfeSSi DsTch'cl^nè «oulUbruit cne la so-! f^t^^L^r^Sh^'!m.^^Ìm a«teq- dola non dovrebbe abbandonare .a se „ stese.,. e'niV ~ritVr» óhn hV nnp«fn fnlli di fimillihrati ' E,^Lnn ™fi lih^ lì m™ im-esca un gioì no, come è uscito il U marzo, un individuo con un istinto di ossessione il regicidio. — Quale sarebbe dunque la terapeutica sociale rispetto a questo possibile candidato al delitto ed anche al regicidio? — E' quello che dirò al processo. Per or posso dire che i mszzi escogitati finora per ro- "» f^jSàoce u't^'-^^'-Ì^'<SSSài^& "questo:genere sono inadeguati allo seopo. La pena di ' regicidi a nulla giova, anzi;loriilcazione. Egualmente non morte contro ì ,^„.«.v.. - „— ,serve alla loro glorificazione. Egualmente non giovano 1 provvedimenti di polizia. Sarebbe necessaria una guardia di pubblica sìcurez/.a per ogni cittadino e, poi, dato un istante di distrazione dell'angolo custode, il delitto av- verrebbe egualmente. Certo l'ambiento in ntóz-,zo al-quòte ferriientanrt-rtmlllSdeSitti- è>el<ju«ri.lto migliorato dopo che il regime di libertà e:di politica democratica attuale ha soppresso agni compressione, ma ciò non basta. E' no- cessarlo qualche cosa di più. Nell'America del Nord si fa qualche cosa di assai efficace conio profilassi sociale verso i candidati allo situili- brio ed al delitto isolandoli nelle scuole c se- gregandoli nella vita, ma di ciò parlerò al processo. Il D'Alba pentito dell'atto commesso — E come proposte concrete, che chioderà ella nella «ua arringa? - Chiederò le circostanze attenuanti per il D'Alba, il quale si dichiara ora pentito del- l'atto commesso. «Il male — mi disse neU'ulti- mo colloquio avuto — è che il pentimento viene soltanto quando si è in carcere. » Il D'Alba stesso è rassegnato alla condanna da espiare, invoca soltanto, come mi disse, le cir- costanze attenuanti, che chiederò per lui. Ho infatti la convinzione che, per Condizioni flsio- logiche e condizioni di ambiente, la resoonsa- bilità del D'Alba debba ritenersi molto aite- nuata. La concessione delle attenuanti riusci- rebbe poi, a mio avviso, assai conveniente per il nostro onore nazionale, perchè il nostro Paese ha tutto l'interesse a dimostrare cheanzichè un delinquente classico, il» D'Alba1 è un essere psichicamente squilibrato. I miei pforzi nei processo convergeranno pertanto ad ottenere dalla Giuria, composta per nove de- elmi da funzionari dello Stato e funzionari non più giovani, questo atto di clemenza, e nell'indicare nell'istante stesso in cui a Roma tiene le sue sedute il Congresso nazionale di sociologia, alcuni provvedimenti di igiene so- ciale per strappare gli stcsst tipi del DAlba al delitto. Questi sono gli intenti con i quali — conchiuse l'on. Enrico Ferri congedandosi — io mi accingo ad indossare la toga in difesa di Antonio D'Alba. =====

Luoghi citati: America Del Nord, Roma, Turchia