Le deposizioni testimoniali al processo militare di Savona

Le deposizioni testimoniali al processo militare di Savona REATI Jffl PENE Le deposizioni testimoniali al processo militare di Savona (Per telefono mila Stampa). Savona, *, atttt. I Innanzi clic io Inizi il resoconto della u- dienza di oggi occórro che rettifichi quanto |inviai ieri sulla deposizione dell'ultimo testo sentito avv. prof. Emilio Bonaudi, patrono del • magg. Fianchino per il ricorso inoltrato a suo teenpo avanti la IV Sezione del Consiglio di < Stato. Questi, interrogato se avesse avuto visiono delle risultanze serdtte del.Consiglio di disciplina tenutosi in Genova a carico del maggiore Fianchino, rispose negativamente, osservando che il ricorso alla Sezione IV dal Consiglio di Stato non era diretto contro la pronuncia del Consiglio di disciplina, ma Investiva invece il provvedimento del Ministero della guerra, emàaato in conformità di analoga dolibcrazibnVaella Commissione dei ricorsi, ed in ordine olla instata comunricazione dello risultanze di una inchiesta condotta dal generale Massone. Aggiunse ohe tuttavia, nella discussione avanti la sezione IV, l'aw. erariale, rappresentante l'amministrazione della guerra, aveva all'Udienza ammesso che le risultanze del Consiglio di disciplina erano state favorevoli al maggiore Fianchino: e che tale ammessione fatta dal Ministèro a mezzo dell'avvocatura erariale aveva ricevuto conferma nella motivazione della decisione del Consiglio di Stato. Il tari. col. Piazzi L'udienza sì apre allo ore 16 alla presenza della solila folla di curiosi, che oggi però non gremisce i poui riservati agli avvocati ed. alla slamivi. Tra i giornalisti siede pure il capitano Lombardi, iaucariicato dal Ministero della Guerra di seguire l'importante processo. . Aperta l'udienza, il collegio della difesa presenta alcuni documenti, riguardanti le comunicazioni ministeriali oiro» l'esito del Consiglio di disciplina e della O»rranisslone del ricorsi. Viene sentito quindi il tenente colonnello cavalier Giuseppe Piazzi, il quale narra che dal marzo ilei 1905 al settembre del 1906 egli fu maggioro presso il distretto di Savona. A domanda del Presidente afferma di avere fatta la consegna delle chiavi, che teneva per 11 proprio servizio, al capitano De Angelis e di averne consegnata Una anche al colonnello Viola, allora comandante del nostro distretto. « Quest'ultima chiave, dice, era quella che apriva il cassetto dello scrittoio del colonnello, iipI quale cassetto erano contenute oltre due dilavi : l'una inservibile e l'altra che serviva all'apertura dell'armadio, ove si custodivano i documenti di mobilitazione ». L'avv. Muri aldo, della Parte oJrvÉe, e gli avvocati della difesa, Monoteri e Poddlguo, rivolgono varie domande circa la consegna dell'ultima chiave ih questione. Piazzi : — La consegnai al colonnello Viola. Quando ero al distretto di Savona v'erano soltanto il capitano De Angelis, 11 capitano Selvatici) e il tenente Pirelli* ohe ritengo incapace di compiere atti meno che onesti. Non conosco il .maggiore Fianchino. Viene data lettura di una lettera del Piazzi ni maggiore Fianchino, colla quale il teste avvertiva il Fianchino stesso di avere data in consegna la chiave al col. Viola. « Quando — dice — lasciai il distretto di Savona, consegnai la chiave al capitano De Angelis, che aveva surrogato il capitano Selvatioi^rientrato al coniando dell'ufficilo di'matricola 11 colonnello Tesciotti chiede al teste se fosse stato lui incaricato di aprire il corriere postale, .il che il teste risponde: — iDopo alcuni mesi cho ero a Savona, come maggiore, il colonnello Viola, comandante allora del Distretto, diede inlatti a me questo incarico. Prima lo apriva il capitano Selvatici. •Il maggiore Fattori E' introdotto il maggiore di artiglieria cavaliere Carlo Fattori, che attualmente abita a Milano. ' Presidente. — Lei fu padrino nella vertenza cavalleresca del tenente. Pirelli? Testo. — Dovevo esserlo. Poco mi ricordo perù di quella vertenza, essendo già trascorsi tre anni1, ma tutto è consegnato a verbale. Andavo all'ufficio, allorché, incontrai, per la via 11 capitano Giordano, che ini pregò di accettare, a nome del tenente Pirelli, di_ rappresentarlo in una partita cavalleresca tra lui ed il maggiore Fianchino. Questo avveniva nell'agosto del 1909. Naturalmente, nella mia qualità di ufficiale, non potevo esimermi, ma assunsi per altro il compito di esaminaro attentamente e scrupolosamente la questione. Dall'esito dell'esame fatto da me e dal tenente Ciancili, altro padrino, col concorso del Codice cavalleresco, ritenni che il Pirelli poteva benissimo battersi, e allora accettai definitivamente, in quell'epoca, essendo il .maggioro Fianchino disturbato da dolori di famiglia, noi non andammo alla sua abitazione; preghi nino invece il capitano Giordano, suo amico personale, di recarsi da lui, a chiedergli so poteva riceverci. Pòco dopo il capitano Giordano tornò, e ci avverti che il maggiore Fianchino non era in casa. Scrivemmo allora, pregandolo di voler nominare i suoi due rappresentanti, per .conferire con noi. La lettera fu spedita raccomandata, con ricevuta di ritorno, ed il giorno dopo rispandeva dicendo che non poteva accetterà la sfida essendo già trascorsi quattro giorni, L'avv. -Monateri domanda al teste se ricorda .il giorno in cui 11.capitano Giordano si sia recato a casa del maggiore Fianchino, ma il maggiore Fattori dichiara di -non ricordarsi bene. Si alza il capitano Pirelli: — ili pare di aver lasciato, il 13 agosto 1*<9, Napoli, e di essere giunto a Savona il giorno successivo. Sulla vertenza cavalleresca A questo punto, uno dei giudici, l'avv. Del Pennino, passa a leggere ad alta voce i vertwli d'ella vertenza, nonché la lettera che il Pirelli inviò ai suoi rappiesentanti. L'avv. AIumaldo domanda poscia al Fianchino se tutto ciu corrisponda alla pura verità. Fianchino dice: J — Per quanto riguarda le lettere, si, ma per 11 verbale nò. Gli avvocati della ditesa domandano al teste Fattori come mai si poteva spiegare che il cartello di sfida indirizzato al maggiore Fianchino portasse la data dà 7 agosto 1909 e venisse consegnato il 13 agosto di quell'anno, e Fattori dice: — Il ritardo deua consegna ta confronto alla data che portava il cartello di sfida del 7 agosto 1809, si spiega nel fatto che il capitano Pirelli nel giorno) 7 dello stesso mese spediva una lettera pregando il comandante del presidio di Savona a volere nominare due ufficiali quali padrini nella vertenza che 11 Pirelli stesso voi leva muovere al Fianchino. Il comandante del presidio di) Savona, non avendo creduto o potuto occuparsi di questa vertenza, rispediva al capitano Pirelli la lettera, accludendovi 11 cartello di sfida indirizzato al maggiore Fianchino. 11 Pirelli allora si trovò nella necessita di incaricar^ della nomina dei suoi rappresentanti il capitano più anziano, «rispedì a Savona ancora le lettere ed il cartello, evidentemente senea cambiarvi la data, e cioè lasciandovi sempre quella del giorno 7. L'aw. Raimondo, delia D0eea. chiede al tette se sappia che 11 Capitano Piselli si sta servito del telegrafo per sollecitare il riscontro deUa vertenza. „ . , . _ ..11 Pirelli risponde per il teste, escludendo di averlo spedito. ■ .. . , L'avv. Monateri. chiede se, allorché fu inviata la lettera al flancntotì. per invitarlo a scegliere i propri wpresem&nti. costoro abbiano dichiarato di essere disposti a dare spiegazioni come la rifardo dalla sfida fosse avvenuto, ed il maggiore Fattori risponde negativamente. Avv. Momateri. — 'Hanno preso 1 padrini- vintone della lettera del Fianchino, pubblicata IMI agosto sul giornale di Savona, Vlndipen defilé? 11 teste dloe di man ricordarsi, e ripete la sua convinzione, quella, cioè, che il Pirelli fosse ancora nella con.diz.ione di battersi. 11 .Pirelli si alza, per affermare che un ufficiale dall' esercito dovrebbe batter» in qualunque momento, e l'aw. Caron, dalla Dilesa, dice: — Non vede, capitano Ohe 1 tujol colleglliBiiareìaittì aaa ttìba dal eoa arvtaa? n tenento Oianchi / .Dopo aioune osservazioni degUi avvocati del ]a Difesa, sS passa all'Interrogatorio del teste Roberto Cionchi, del 5.0 fanteria, altro pa drino del tenente Pirelli, 11 quale, a doman da del predente, circa la vertenza cavalle resca, dice: — .Premetto che è passato molto tempo e che quindi mi mancano dei documenti, e potrò solo dire, sommariamente quanto mi ricordo. Prima di impegnarmi corno padrino del capitano Pirelli, volli laminare tutti i documenti riguardanti la vertenza. Dopo averne presa ampia visione, mi convinsi che il tenente Pirelli poteva benissimo battersi. L'aw. Monateri chiedo al teste se ricorda di avere accennato nella lettera al maggiore Fianchino di voler dare spiegazioni del ritardo della sfida. Gli avvocati Paoli e Murialdo, delia Porte civile, (insorgono. Avviene una vivacissima discusstono tra gli awocatl delle Parti. L'aw. Monateri produco la lettera, dalla quale risulta che i padrini non fecero cenno di volere, dare spiegazioni, ed il triagg. Fianchi ^ino fa una chiara e lunga -esposizione della vertenza cavalleresca, citando anche le sue pubblicazioni, onde dimostrare la regolarità della sua condotta. » Il colonnello Marangio E' chiamato 11 teste colonnello di artiglieria cav. Itenigio Marangio, comandante laittuale del Distretto di Savona, il quale depone che in epoca prossima alle deposizione del 3 magra» avendo avuto ordine dal Ministero di fare lo spoglio dei documenti, che si trovavano presso il Distrétto, trovò la minuta di una lettera dal colonnello Tesciotti. diretta al Comando superiore, nella quale awertlva che il (Fianchino gli aveva majidato durante la sua assenza le chiavi dello scrittoio, pregandolo di verificare personalmente se vi fri-ano le chiavi, che ne aveva trovata una che non corrispondeva a nessuno dei cassetti, e che non sapeva darsene ragione. Di tutto ciò fecero rapporto ai superiori. Oggi il testo modifica la sua deposizione, perchè dice che in quella minuta di lettera non si parlava di chiavi, ma bensi di quattro serrature, di cui 11 maggiore Fianchino chiedeva conto al colonnello Tesciotti, che le aveva messe sotto sequestro. Gli avvocati Raimondo e Poddigue fanno alcune domande al teste circa le facoltà man, tah del maggiore Fianchino. Il colonnello Marangio rispondo che ebbe sotto lo sue dipendenze per tre mesi circa il Fianchino, e che sempre si dimostrò molto educato e corretto, soggiungendo anche che nessuno, e tanto meno lui, si accorse che il Fianchino fosse persona squilibrata. Un incidente L'avy. Raimondo domanda al Presidente di chiedere al .Ministero una copia della minuta. Il P. 'M. si oppone ed awiene allora un vivacissimo incidente tra le parti. Il Tribunale si ritira per deliberare e ritorna, risolvendo l'incidente col dichiarare non essere luogo alla richiesta al Ministero, dato che la parte civile richiese l'originale e che si attende ancora la risposta del Ministero circa la prò-1«l«e^ ftnCl^ nnn^Sta SL'S fS, m^wfSEL?SS ™?15?*.^J? ?u.nlt° da? maggiore Fianchino.per un ritardo nel recarsi al Consiglio di leva. Il maresciallo Bottelli E' introdotto poli il maresciallo di fanteria 'Bottelli, addetto alla, sorveglianza dei forti di Altare che dicevano lu invitato dal colonnello Tesciotti a recarsi coi capitano Selvatici e col capo armaiuolo, ora defunto, Zacconi a ricer-care' nella cassetta del maggiore Fianchino se vi fossero serrature e chiavi. Dice che furono rinvenute quattro serrature e tre chiavi, delle quali l'ultima la ritenne il colonnello .Tesciotti. Qualche giorno dopo, essendosi recato dal colonnello per avere le .chiavi onde provvedersi di scontrini di viaggiò per ufficiali, il colon- nello gliene avrebbe consegnata una che non serviva per l'armadio dove erano depositati gli-scontrini Fu allora che, mostratala al Tesciotti, que- «ti gli avrebbe chiesto se quella chiave non chiudesse il cassetto nel quale era la chiave f"™^!* ucl magaiave Fianchino, n teste af- ferma di non ricordare se fosse realmente fk™1^,' twiJSh f loia.11 Tesciotti provò che si adattava al tl-L'aw. Raimondo muove alcune contestazioni al teste. La Parte civile domanda al teste so invece non gli risulta che vi fossero soltanto dei ganci per la chiavi, e non, delle chiavi nel cassetto. L'aw. Raimondi, della Difesa, insiste sulla domanda, ed il teste conferma quanto prima aveva asserito. Dopo alcune altre domande, il presidente Mar-torelli, essendo l'ora tarda, rimanda l'udienza alle 9 di domani mattina.