Sul campo della vittoriosa battaglia di Derna

Sul campo della vittoriosa battaglia di Derna Sul campo della vittoriosa battaglia di Derna (Per telegr. da uno del nostri inviati speciali) DERISA, 22, [telegrafato, da Bengasi, .23;'ore 12,15): Una passeggiala ' p&.msto campo della battaglia dell'ili àéUebj$re, battaglia che è M/1 > -nr n*n À r* „'j . .- . j • » 7 -r - f " 1 logico prenda il nome'da Casr-EiLeben,, i ^ivelatrice'-di .episodi ignorati e:dl numt«ntt '»e«o salienti della giornata chi: non fu Possibile ràcCoallére-iier nssp.rvrizi.nnA lììrplln o nelle priore,- necessariamente frettolose, indagini: e che non fupossibilecomprcndere nei prtm Staccantiriassuntiti. . . , Bavièra i,jiora ma; gloriosa i<altro ìaYó,^ io Cast EVIieben prèsso'jùicohvengonoiquo- npiìàianamenle '--le Icòtonne 'ifeif riforniménti^perle truppe spiegate sullanuova lineaconquistatiti, si f^Ócegerper wrtà 'dorsale di nwn-i .te verso.,il,faAerb:' $ terremo)è.sparso di grandi .-&_ folti cespugli di lentischio, di pruno, di 'salvia selvat'io&iéd è segnato da una via polverosa che hanno tracciato e che, di1. vigaètórDoPcefapossibileraccogliere per osservazione diretta, l'a'qupusi gier„ \ ceDal fortinofisa, che nello, aspetto, -nella ! diStruttura ricorda una rocca medievale, iapresso cui si ammassò la risèrva nel gior-{-dano dell'avanzata, dalla* casa di Aronne, ver-\róio'Casr EVlìeben prèsso'jìùicohvengono^quo- Vfifisideavstcosppiora in ora, ribattono ed allargano,.passan-\cedo e ripassando, i soldati e le carovane dei'ne' qugnmchdidivaeqmuspisosanee upalavscleesdlimuli. Il rudero dista dalla ,aPisa» milleduecento, metri, -ed è la posizione dominante.- Da. un lato -il terreno declina e forma una valle formando il burrone Agatì, oltre al quale poi si stende, vanamente solcato da valloncelli e da botri, un altopiano. Dau- precipita poi con due immensi gradini al mare Davantit verso orìente a circa cinque hilovu,M di dittanha, vediamo la casa Ae Hdotta ofa solamente a due cornni di muro gHgi ^ Uniforme colore m mon. I U; c -Casr El Leben. un cocuzzolo tondeg £ ^ cui $i ^ jcurfl ,a Unga # unu } nostfa 1orttficazion(!t La costrusione dei M Q u rudepo mmaa rapidanien. u M j,rolTÌSorio mur0 a secco> $e ng sosMuisce Qra ,m a„rQ • dei , ^ dgl ^ ^ dire,Joni del LotonneUo Maglietta, il celebre costruttore i dpJ d'Europa, lo Chaberton. mmno ^ improvvisato il „•„_„ k „,JL„ m a„*ì*, giorno 14, come e noto in meno di dodici „,„.„„„.«„j„ .„„ ore, vanno scomparendo rapidamente sac- ) , , , . ,. ìchettt di terra che formarono la prima di- 1 fesa. Essi cedono il luogo a ripari stabili. ■ Il fortino, che per ora non ha 'altro nome che u Fortino rudero», ha già la sua bandiera, donatagli dagli slessi soldati che cucirono insieme un piccolo tricolore che ora, M^egoio, sventola ai venti impetuosi deie]1 altlPiano- *eUa atornata del. 17, la bandie-Ta ha avut0 ll annoso battesimo del ifuoco- sol° Quarantotto ore dopo che era stan-\ta inalzata. Durante la giornata della bai - taglia in questo « Fortino rudero » furono riparati momentaneamente alcuni dei nostri feriti. Lo stoicismo di un fuciliere bie.IJese. ferito Si ricorda l'episodio di un soldato piemontese, un biellese, ferito ad una coscia die, disleso sulla barella, insanguinata, mor-[morava, a mezza voce, lamentandosi non di i esserS stato ferito, ma di essere stato por \tato indietro dal suo posto di combatlimen- -|'o. Allora uno dei muratori che lavoravano e alla costruzione del fortino,, sospeso per elqualche istante il lavoro, gli si accostò e gli o chiese come fosse rimasto ferito. Il biellese, i tra corrucciato e faceto, gli rispose in suo Idioletto giuocando sul doppio senso della o parola piemontese ubala», che in piemon- tese vuol dire palla, e tra il popolo vuole o dire anche fandonia, sciocchezza: «A l'è J'na baia; travaja, travaja; a l'è mej (è stata e una palla; o anche una sciocchezza; tu lavora, che è meglio). Nel pomeriggio del 17 qui al rudero furono portati i prigionieri beduini. Terrorizzati dalla furia con cui erano stati controattaccati e travolti, certo essi pensavano che i vincitori li avrebbero, come essi usano, immediatamente giustiziati. Invece, con loro grande stupore, si videro medicati e curati. Videro quegli stessi saldali che poco avanti li avevano cacciati colla baionetta alle reni, divenuti ora pietosi ad offrire loro da dissetarsi e da sfamarsi. ausfpiprmgecdmbdgDspca a aa., no1 Un romano, con quella arguta inesauribile vi dJl nostro popolo, a un prigioniero ferito che, nì- aliasele, avevagii vuotato quasi com- i- Vietamente la borraccia, disse, gaiamente: . Si te lo sapeva te facevo porta na fojetta de Fraro suatl »• Alcuni di questi beduini erano feriti t- paventosamente Un vecchio aveva il corpo r- ~per o da quattordici ferite da fuoco e di arzi ma blanca' ,Cera, da meravigliarsi come nu- s,ci%e a contenerle tutte sullo spazio della pele ^' accontarono questi prigionieri, che i tur aanvodlvchi li avevano spinti a combattere contro di noi. descrivendoci loro la nostra spietata ferocia, e dichiarando loro che noi venivamo to to ««' Per raPlTe le loro d,°™e e Per depredare sa toro terre, in odio alla loro rcllqionc e per ei- sterminare tutti gii arabi della Tripolitanla e n della Cirenaica. Anche raccontarono die la sa maggior parte di essi era stata assoldala per luna settimana, ricevendo la paga per cinque I giorni; ll resto della paga lo avrebbero dovuto riscuotere dopo la battaglia. Enver Bey aveva assicurato che l'avrebbero riscosso, la sera del 17 settembre, a Derno.' Evidentemente, Enver i . ald Bey aveva esageralo! hi. Proseguiamo oltre il fortino Rudero, verso e oriente, in direzione di Casr ci Leben. Ecco: u- comincia la linea di trinceramento, costrutta va dai nostri soldati, sulle posizioni conquistate a I u giorno 14. Slamo all'estrema destra della cono lonna del generale Del Buono, costituente anla che a corno destro del grande arco della no- ™ gira difesa, sptegantesi di qui a Casr el Leben ti. "„n" 'c' di Aronne ri,! e aila C di Aronne' ni Il trinceramento è costituito da un murlc- uo- cluol° a secco' 1 nostTl s°ld"li' ohe dal u« °°- \gi, hanno pernottato qui allo scoperto, hanno na . appoggiato al muretto della trincea, per una estremità, le loro coperte di lana, o le mantelline, distendendole e sostenendole all'ultra estremltà con due fucili, o con due rami, in modo da formarsi una specie di tenda. Altri, zta'1'1"6"- c0' francarne dei cespugli, con pochi tro rami tagliati da qualche albero, sulle rive del del Dernlnù, si sono costrutte, sempre anpoggiannno dole ai sassi della trincea, delle basse capanar-lnucce verdi, slmili a quelle che i nostri con UadlM costruiscono, in questa stagione, nelle np ■—-. a..cu ^"*f^~,e' -i 1. vigne, per vigilare di nottetempo il raccolto aèVwva,--o a quelle che costruiscono t cacciatóri per ingannare gli uccelli. j Dovè ha vinto la "Compagnia della;morte,, Poco innanzi, procedendocele Uh dltro trinceramento, vignaio, per questo tratto, ■ dalla fanteria di linea;tesso si trova sul ìjórdo dcl, l'avvallamento "-del ' Dcriiino. Onesto bordo 'quindi segue per gran tratto e fronteggia appunto' dall'alto l'avvallamento,- citerai, fondo si muta in lètto df. torrente. Soltanto" .alla stagione Helle'pioggle esso"' è'vè'rdé^dfaltè e folte erbe, ed ? sparso qua^e là di ciuffi-arborei, di \ cespugli spinosi. ?qua'e là è irto iti macigni ! diroccati. Ijn -esso± cghflimcoho, da ciascun iato,' valloncelil minori, brevissimi taluni, e {-dal' penato?-tentóne:'-erboso, tali altri scoscesi e \rócclosi. Pcr.quesio^avvallamentoxdel, Derni Vfi. —.a.cui gli indigeni danno il nome di Bu fiuti — e,per i^vàllohcellì ad esso.-Confluenti, si inoltrò, come già'vi narrai, la più.numerosa delle schiere attaccanti^beduinè;jqueila, che avévcC l'Intento di.peneìrdre- appunto: per questa' via,' entro la nostra linea; trincerata, e accogliere i nostri; .parte sui .fidnifp, parte alle spalle. Qui 'si* svolsero alcuni bìègU episodi più fieri della giornata. Qui, mata dalle trin\cee, scese, contr'attaccando tt nemico alla ba)o'netta-, la compagnia di fanteria, comandala, ' quella mattina,-dal tenente Cortese; la compagnia, che, per la strage che compi, prése home di » Compagnia della Morte ». Già -jpripia che avvenisse l'attacco beduino, un ufficiale di questa compagnia salvò, con un pensiero di preveggenza, che pare profetico, una carovana nostra, che recava i rifornimenti di aequa alle truppe presidlanti Casr el Leben. La carovana, formata da un convoglio di muli e da un picchetto di soldati, stava per uscire dalla linea trincerata, per seguire la via più. breve. Erano le quattro e un quarto. Un sottolenente vietò l'uscita della carovana, pensando che qualche gruppo di beduini poteva, nella oscurità, essere appostato poco lontano e avrebbe potuto molestarla con fucilate. Fu una fortuna! Pochi minuti dopo, i primi gruppi di beduini attaccanti giungevano fin sotto alla trln-cea. Se la carovana fosse, come era avviata, uscita, sarebbe stata distrutta. Quando s'iniziò l'attacco beduino e le prime' scariche partirono contro le nostre trincee, ba-' lenando nell'oscurità del vallone del Bernina, ed i primi gruppi di assalitori emersero prossimi dall'oscurità, l di fanteria, che difendeva tale punto- della, linea, ricevettero l'ordine di non rispondere l i u . > i l e . l , i - - e n, eel ai o oo ne, rdi rn- o er li e, uo a nle 'è a aoaono an e co ta ro mepScastssrsqtAncdrtqacPlnqatdmfspsMvdzrclcvdtrmafislvsssoldati di questo reparto )iama fuoco. Aspettate! Aspettate!. ... _.. .; ,. 'Aspettate! aspettate^ - comandavano gli *ufficiali - che siano ben vicini! , Ma. ala. sulla loro sinistra altre fanterie aprivano U fuoco, poi improvvisamente Vassallo divenne per pane dei beduini feroce, disperalo. Erano ina sotto alla trincea, ne strappavano i sassi per scagliarli disopra contro i difensori e spa- ravano a bruciapelo e lanciavano bombe amano. Ed allora disopra. la trincea balzò la compagnia della morte. Per un momento il grido alla baionetta: SavoiaI rimbombò, solo e supremo, sul tumulto infernale e dom'Jtb U crepitìo di fucileria e le urla selvagge del beduini ed i lamenti ed ì rantoli del feriti e dei morenti, tutto dominò l'Immenso clamore della battaglia, e l'eroica compagnia si abbattè-, irta di baionette, sul nemico, che vacillò all'urto. E già alla sua sinistra, lungo lutto il bordo del Dernina, varcavano la trincea altre fanterie... scagliate anch'esse alla baionetta: erano re-, parti del 7.o e del 22.o. La vecchia bandiera del 7° fanteria La vecchia e gloriosissima bandiera del 7.o»' che non à più che pochi brandelli di verde jle e, m- Si ati po ruelur attaccati alla lancia decorata a San Martino, apparve agli occhi del soldati come un ammo- nimento, come un incitamento irresistibile che venisse loro dalla storia onniveggente; non offriva più la gioia del tre colori, maio splen- dorè della sua tradizione troica. La tromba di lZ^,uheJauspic',}1 ™scovon Bonomeili, offrirono al 22.o, squillò colta suavoce pura,.vibrante, la fanfara reale. Ed in- .tanto sopraggiungevano reparti di ascari eri irei del. battaglione del maggiore Muzll, e ire-' parti di alpini sulla testata dell'avvallamento del Dernina e prendevano d'infilata il nemico, Già essi avevano liberato due soldati nostri „,AlLÌTlnÀ,n*,*!*?C a°r salto al posto di guardia difeso dal tenente Musmecl. appunto presso la testata del DeT- nina, il posto di guardia di cui vi dissi ih altro dispaccio la terribile vicenda. Poiché il tenente Musmecì. del 22.o. ferito al capo da un beduino di membratura colossale e difeso dal suo attendente, si era aperto un varco tra i nemici, armato di una. vanghetta, ed aveva di femo are per a e la per ue uto va del ver condotto in salvo i suoi soldati, che erano ri- masti Illesi nella disperata difesa del posto, due di questi, feriti, erano caduti in mano degli assalitori. Erano il caporale-magglore Daldossi ed il soldato Adriano òchenone. Gli ascari e gli alpini erano, contrattaccando so- praggiuntl appunto mentre i beduini spoglia- vano i due prigionieri, e li liberarono, poi prò- cedettero oltre e si unirono alle altre fanterie ricacclanti colla baionetta il nemico nel Der- nina. Qui, tra queste pareti di monte anguste, rso o: tta ate coanno- ben rlc- °°- no na el e in tri, chi del ananonelle avvenne la strage. Gli ufficiali, di cui tre quivalorosamente caddero, ed i soldati furono prodigiosi di valore, il tenente Gaietta, quegliche già si segnalò nel terremoto di Messina, ricuperando la bandiera del suo reggimentodi sotto le macerie, incitava i suoi soldati, ser-VJTJl'J°le Sr^lfr L'?'multo, di un gambale arrotolato a cilindro, E'impossibile seguire la serie dei minuti epl-sodi che in questo luogo si svolsero, e rievo-care lu«f gli alti di valore. Qui è stata fatta lamaggior parte dei prigionieri beduini,'specieper opera quasi individuale di un piccologruppo di tanti, condotti dal sergente Mestrì.Le noslre fanterie contrattaccanti percorserotutto questo tratto del Dernino e rimontaronol'opposta riva, sempre ricacciando estermi-nando il nemico. Intanto la batteria da, mon-lagna Golzio spazzava le allure di Emdsat-Ezzonne: oltre UDèmlno. alture che poco 'do-po. sempre andando alla baionetta, occupavala. nostra fanteria, e che, poco dopo, ancoraoccupava, la stessa batteria, la quale di là in segui ancora con vivo fuoco le schiere fug giasche. Procediamo ancora nella nostra ricognizione rievocatrice.neh campo di battaglia,^-valicato l'avvallamento dei Dernino, ritorniamo sulla'linea-delle nostre ■ trincee, che-Vaivalla^mento. Interrompe, e che è la parte pfc'awmJzata, perche estendentesi fino a Casr-El-Leben.Casr-El-Leben è fortificato da .un ridonino,che forma li centra della linea dei gran-de arco deiin nqffrpMfesQ. Di. ani ll generaleDelbuono «">"> tJittaé\ia, e cóntro Quetto , ridottino, presidiato da una parte del 22.o fan-, scateria. munito di artiglierie, cozzò e venne ad rivinfràngersi l'impelo vigoroso di un'altra' mischiera nemica. k Casa Aronne scaprneora, volgendo di qua verso »«le a *H re verso il mare, la nostra trincea si spiega ininterrotta fino a Casa.Aronne, fronteggiando'. il plano Fcteja. vasto, regolare plano,'di otti- ritmo terreno coltivabile, che si estende verso giest r verso nord-est, in direzione di Sidl Aziz, buper una profondità di piti dt sei chilometri, doSu questo fronte, vigilato per cèrto tratto an- trucara da un reparto del 22.o, poi dal reparti spalpini fino a Gasa Aronne, l'attacco nemico- è arstato assai meno violento,- che-sull'altro fron- cote. Ma anche qui il terreno antistante alla no- destra trincea e poi quasi tutto il piano Feteja pisono stati sparsi di morti beduini. La fucile- aeria e l'artiglieria hanno qui lavoralo per una enstrage meno violentet, ma non meno vasta di .faquella che. operò la baionetta nel Dernino. Qui, $otra i morti beduini, fu ritrovata una donna. reAttorno a Casa Aronn', detta Aronnea, più fUnessuna traccia resta dei 1200 ulivi, che il vocav,. Aronne vi jAantòr ancora al.tempo del crdominio turco,, fausto presagio della futura e rono rasi al suolò dai beduini, e ì tronchi e jetiranti servirono probabilmente ad alimentare dquei fuochi, che italvolta; alla notte, ai-tempi andati, si vedevano accendersi in questa lo calltà. Anche, la casa si può dire rasa al suolo Percossa dalla nostra, prima, dalla artiglieria stlurca, poi,- durante tutta la giornata del 17. canon ne resta in piedi che un muro, e anche aquesto è spaccato, a mezzo. Qui tenne dal U mal 17, e durante la giornata del 17, il suoquar- sctiere generale il generale Salsa. Di qui egli diresse tutta la vittoriosa azione, con la sua meravigliosa, imperturbabile calma, mentre frullavano ed esplodevano intorno granate e shrapnel» di una batteria turca, che questo punto aveva prèso precisamente di. mira, e sibilava la fucileria delle fanterie assalitrici. Ma il generale Salsa non pareva udire. Osservava la situazione, riceveva dai. varil punti delia linea telegrammi, fonogrammi, informazióni, 'disponeva, dava ordini. Nemmeno pareva fosse sul campo di una manovra, nonché su. di un campo di battaglia folgorato dalla mitraglia, ma nel suo studio, a una mano catrsipvgtuvspi firconquista e colonizzazione italiana. Tutti fu- ivra sulla carta. Attorno a lui, magnifica figura ^di sótdato e di comandante, emanando direttamente da lui, si spandeva la calma, il valore,-la serena fiducia. Alla mattina, nel momento più vivo dell'attacco, usci sulla linea. hAfipavvolto in una mantellina nera. La sua aita nfigura e il colore cosi preciso dell'indumento ™spiccavano distintamente, e subito attorno a. mlui.sibilò un nugolo di proietti. Egli costituiva vltimo e facile bersaglio, e persone .del suo cseguito rispettosamente lo pregarono perche gsi riparasse, o per lo meno si togliesse il nero n )nantell°' che tanto lo distingueva. Bàli crollò cil capo, come se la cosa non lo interessasse aaffatto, e continuò la sua ispezione sulla pri- rma linea, avvolto dal nembo glorioso di quel psprcj/afe; e furono avvolti improvvisamente da piombo nemico, che invano lo minacciava. Dietro t£-1Cas&^ktànn'e',svbfsb il mare, si av- 'valla il burrone Laligi, quello ove si svolse * diQ al tramonto, episodio che ià aUm vMa vi descrìssi Vartìcolarmen te'eeco a meta eos(a> a luogo ove cadder0 VaTdUo muntaz Tcsfameret Tucu ed i suoi tre u07nl,Ui itsclH per scovare un importuno, che, i dUTante tuUo a aiorno, nascosto nel burrone, - aveva cimliimal0 „ sparare regolarmente fuavmdv cariche, partite da ogni parte del burrone, e ivelarono la presenza non di uno o due ncmici, ma di qualche centinaio. Quindi ali acari 'sterminarono gli insidiosi nemici imrovvisamente rivelatisi, nei botri, nelle cavere stesse del monte, ove si erano appostati. La caverna dell'ufficiale turco Una di queste caverne, quella ove venne itrovato il corpo di un ufficiale di Stato Magiore turco, era munita di porte; era, probaurnente, il rifugio dell'ufficiale, che di là oveva fórse scagliare: venuta la notte, le sue ruppe contro le nostre' trincee. Nell'Interno pazioso vi era un tavolino, con sopra carte, rmi ed un cannocchiale. Altro ufficiale turo caduto è quello di cuigli ascari stessi viero lontano, oltre ti burrone Laligì, verso il iano Feteja, t funerali, precisamente all'ora el tramonto. Mentre gli ascari combattevano ntro il burrone Laligi, era venuto avanti, per fa pianura, agitando un gran bandierone roso, a fronte di una schiera, che tentava guidae aua riscossa. Colpito dai nostri proiettili. U raccolto dai suoi, portato fuori'del tiro, avvoilo intro ja sua gran bandiera, e nel lume crepuscolare, dalle nostre trincee, sullo Laligì e da Casa ATOnne> sj vide avviarsi verso Sidi scduzaberaa vwtrsulosadlal'pmuqspucse jt morto comandante darlo del suo stendardo, ammantato nel su- Bilancio glorioso Dopo avere percorso così, in tutta la sua e- stensione a campo di battaglia del 17, rtevocana-0 episodi e aneddoti, la parola è data ad alcune ctfre e ad alcuni dati meravigliosamente espressivi della nostra vittoria nella loro schietta precisione. I morti nemici contati sul campo assommano a più di milleduecento; olre a questi sono da calcolarsi quelli, che non si poterono- contare, ed l feriti, di cui è impossibile fare il computo, anche approssimativo. Le nostre pattuglie, spintesi in questi giorni sino all'estremo limile della zona battuta dalle nostre artiglierie, ritrovarono le vie della ritirata del nemico segnate di moltissimi altri morti, presso i quali, per maggior parte erano ancora armi, segno manifesto che i superstiti erano talmente percossi dalla sconfitta e disperali di scampo, che non si curarono nemmeno di raccogliere quelle armi dei iziz un con,vogno ai fuggiaschi, recanti a spai- \lnlb■ egadtdncdvEarsns^f^^^t^±^&^ hanno temuto di mettere a repentaglio la vita. Altro indizio certo della pienezza della sconfitta nemica è il fatto, c1\e queste pattuglie, pur distaccandosi di qualche chilometro dalla I nostra linea, non incontrarono nessuna resisten ™, nemmeno della più esigua pattuglia nemica. Ed infine un aneddoto pietoso. Il giorno pre-] cedente alla battaglia di Casr-El-Leben era giunta la posta dall'Italia. Alla sera del gior- no della battaglia gli ultimi sacchi della posta, che non a™a™?n™.™^ alle truppe presidiami la linea avanzala, fu- rono portati agli avamposti. Presso un piccolo posto di fanteria il sergente distribuiva ai soldati, ansiosi, la corrispondtnza. Quando ^proferisce il nome di un soldato cui era indi-1 rizzata una lettera, si. fa intorno a lui improv- visamente un gran silenzio.- Egli ripete il no- me, ed allora uno del presenti a mezza voce | dice -. ° E' morto a mezzogiorno, alle ultime fucilate ». Era una piccola lettera di carta volgare,- portava il bollo di un paesello sperduto sull'Appennino. MARIO BASSI

Luoghi citati: Bengasi, Cirenaica, Derna, Europa, Italia, Messina, Sidl Aziz