Una querela contro il maggiore Fianchino e due giornalisti

Una querela contro il maggiore Fianchino e due giornalisti Reati e Pene Una querela contro il maggiore Fianchino e due giornalisti Savona, 4, notte,Il l.o del prossimo mese di ottobre, un prò» 1 lolla I cesso D8r diffamazione e Ingiurie a mezzo della 1 stampa si svolgerà al nostro Tribunale penale, h cav. Giuseppe Fianchino, maggiore a riposo, già appartenente al distretto mil<tare di Sa» vona; Giuseppe Duce, direttore del locale Indipendente, e Fabio Ranzt, direttore del Pen- \ siero Militare di Roma, sono 1 querelati, e que- 1 retanti i signori: colonnello Tesclotto, colon- neUo Santoro, maggiore Selvatici, capitano De Angells, capitano Pirelli, essi pure già appar tenenti al Distretto militare di Savona, I precedenti Il giorno 5 novembre 1908, il maggiore cava* llere Fianchino, allora addetto al Distretto militare di Savona, veniva sottoposto ad un Con* sigilo di disciplina convocato a Genova, sotto la grave Imputazione d'avere accusato un te» nente dello stesso Distretto, d'avere affermato, sotto n vincolo della parola d'onore, cosa non vera. Durante lo svolgimento del Consiglio di disciplina, che era stato convocato dallo stesso l comandante 11 Distretto, veniva da taluni testi j f^v3ìa oon,tr° U maggior Fianchlho. la accusa specifica d'avere egli fabbricate chiavi false I allo scopo d'aprire armadi e scrittoi nei quali si conservavano i documenti di mobilitazione, j Sdegnose, fiere, energiche furono le proteste del maggiore, e dell'esito del Consiglio di disclpli. na, egli non potè sapere altro se non che era stato annullato per vizio di forma; e poiché gU fu poi negato un secondo Consiglio, invoca un Inchiesta, allo scopo di assodare da quale parte «osse ia vertta. L'inchiesta veniva fatta dal tenente-generale cav. Massone. Senonchò, durante l'inchiesta, ecco che una nuova e più grave accusa Retava contro il cav. Fianchino, ] quella cloò ch'egli avesse trafugata la chiavo del proprio colonnello comandante il Distretto! Il risultato di quell'inchiesta rimase segreto; \ soltanto poco dopo, gli accusatori venivano' traslocati, e il maggior Fianchino, sette mesti dopo veniva collocato a riposo. Egli allora Inviava una lunga memoria a' S. M. il Re, il 9 maggio 1909; ma 11 reclamo | non fu tenuto in alcun conto, e ti 29 luglio di : quello stesso anno, l'ufficiale superiore esprimeva le sue lagnanze al ministro della guerra, senza per altro ottenere risposta alcuna. Insistette il cav. Fianchino, e 11 t.o novembn» di quell'anno, egli spediva telegrammi al generale Brasati ed al ministro Splngardk Eguale silenzio. SI rivòlse allora con una lunga lettera a S. E. il generale Brasati, e questo fu il 5 gennaio 1910; erano quelli giorni di lutto per S. E. in seguito alla tragica fine della di lui adorata nipotina Vera II generale Ugo Brusatì rispondeva a quella lettera .il 7 gennaio 1910, ringraziandolo anche a nome deifratello per le affettuose parole di conforto, ma non accennava affatto al contenuto sostanziala della lettera. Il maggiore si rivolgeva alla Commissiono d'Inchiesta per l'esercito (10 marzo 1910), esponendo il suo caso; ma nemmeno allora egli potè ottenere quanto sperava. Si rivolse alla Commissione dei ricorsi, ed ebbe eguali risultati. Il maggiore andò a Roma il 17 febbraio 1911, na il generalo Tarditi si rifiutò di riceverlo; si recò dal ministro Spingardi che lo invitò a portarsi 11 giorno successivo al Ministero della guerra: ma neanche questa volto non veniva presa alcuna deliberazione. Vi è noto il clamoroso Incidente Fianchino o Spingardi, accaduto a Torino 11 giorno 8 luglio 1911. Ricorderete altresì la interpellanza dell'on. E. Chiesa sul caso Fianchino, e la risposta del ministro Spingardi, nella tornata del SS giugno u. s., ed infine il lungo strascico che no segui dopo le rivelazioni del ministro della guerra L'atto dell'accusa Ed eccovi ora senz'altro l'atto d'accusa pel riguardi dei singoli imputati: A) Di diffamazione continuata (art. 393 e 79 Codice penale) per. avere in tempi diversi,'Coa • atti esecutivi della medesima risoluzione criminosa in più numeri del giornale Vlndipendente di Savona, a cominciare dal 30 luglio 1909, all'S luglio 1911, pubblicato arf.coli portanti la sua firma, nel quali attribuiva al tenente Pirelli, al colonnello Tasciotti ed al capitano De Angelis Egidio, fatti determinati e tali da offenderne il loro onore e la riputazione, e cioè: : a) Di avere 11 Pirelli mentito col suggello della sua parola di onore (lettera al Ministero della Guerra, pubblicata nel N. 25 del 4 settembre 1909 — altra lettera pubblicata nel N. 2 dei 14 gennaio 1910, — articolo dell'8 luglio 1911. N. 26); b) dì avere il Tasciotti, fi Pirelli ed il De Angelis formulato falsamente a suo carico la accusa di essersi egli fatto fare delle chiavi pei' aprire armadi riservati, scrittoi (articolo pubblicato nel N. 2 del 14 gennaio 1910), e di avere più specialmente il Tasciotti falsamente affermato che esso Fianchino avesse trafugato una chiave con la quale poteva avere a sua disposizione i documenti riservati di «nobilitazione e che quella chiave era stata trovata nel di lui scrittoio d'ufficio t\. 26 in data 8 luglio 1910); i c) di essere fi Pirelli venuto meno ad un suo impegno nei riguardi di una sfida mandata ad esso. Fianchino (lettera N. 2, In data 14 gennaio 1910). B) Di ingiurie, (art. 395, 1* linea ed ultima parta e 79 Cod. Penale), per avere: a) In più numeri del giornale L'Indipendente di Savona, a cominciare dal 30 luglio 1909 all'S luglio 1911, e negli stessi articoli di cui sopra, offeso con parole ingiuriose l'onore ed il decoro di detti ufficiali; nonché il Santoro cav. Francesco, colonnello, e Selvatici maggiora Tommaso in posizione ausiliaria, chiamandoli) ufficiali indegni di appartenere all'Esercito, disonesti, miserabili, pusillanimi! accusandoli di perfidia, e che avevano calpestate tutte le leggi più sacre dell'onore militare e della umanità, e slmili espressioni offensive; b) ripetute slmili ed altre Ingiurie sul con» to del Tasciotti in altro lettere- allo stesso diretto pure ad altri amici del Tasciotti, quali Santoro Francesco e Luigi Alemanni, nelle quali si qualifica il Tasciotti di abbietto cosi da non permettere che fi ferro (del Fianchino) si lordi incrociandolo col suo (lettera portante la data del 25 maggio 1911); j <) nel N. 67 del giorno 7 settembre 1911, del periodico II Pensiero Militare, edito in Roma, pubblicato un lungo esposto intitolato:! « JncomincUr O redde ratlonem nel caso Fianchino » e contenente ingiurie specialmente dirette contro il tenente Vieca Benedetto, del 49? reggimento fanteria, denunziandolo come indegno di appartenere all'Esercito, e come altri, eroe della menzogna, della calunnia, della vigliaccheria, e simili. C) Il Duce - di concorso nel reati di dlffa-' inazione di cui alle lettere A, a, b-, c • e di ingiurie di cui alle lettere B. a • per avere quale gerente del giornale L'Indipendente di Savona pubblicato degli articoli Incriminati (art. 63 Cod. Pen. - e 47 del R. Editto sulla stampa). D) Il Hansi - di concorso nel reato di ingiurie di cui alle lettere A. B, C - per ave-ra quale direttore responsabile del giornale fi: Pensiero Militare, pubblicato l'articolo firmata dal maggiore Fianchino, aggiùngendo anche commenti propri di solidarietà nello stesso giornale. (Art. 63 Cod. Penale, e 47 dèi R. Editto sulla stampa). _ Moltissimi saranno 1 testi, tutti ufficiali, fra cui lo stesso Ministro della Guerra generale Spingardi; l generali Massone e Vandero, eco* Alta, difesa del maggiore cav. G. Fianchino si* deranno gli egregi avvocati on. Muratore m „ e J onfe RaiUnond, di San Remo. Per i auerelanU colonnelli Ta«clottI e Santoro, man ffi^ selvatici e capitani De Anselts e Pialli garanno eH avvocati: on. Rosadi e on. Pao f,1 fl, F,renze: d( Genova. Pietro M* ^ cav ufT cl0 Bo9SO e flgl!o unv di Savona. j