Perchè l'iniziativa austriaca nonostante le diffidenze sollevate avrà uno svolgimento pacifico

Perchè l'iniziativa austriaca nonostante le diffidenze sollevate avrà uno svolgimento pacifico Perchè l'iniziativa austriaca nonostante le diffidenze sollevate avrà uno svolgimento pacifico (Per telefono alla Stampa). Roma, 8, notte. Appena si ebbe notizia dell'improvvisa iniziativa del conte Berchtold negli affari balcanici io feci commenti e previsioni che non erano concordi con quelli rosei dei no- stri colleghi. Pur ammettendo la piena buo- na fede del ministro austriaco e la nobiltà del Qne che egli si proponeva, mi credetti in dovere di lumeggiare la forte diffidenza che quella iniziativa avrebbe suscitato e le grandi difficoltà che si sarebbero incontrate stranea la Germania, la quale ne era stata ! sorpresa punto lietamente. La diffldenia e nello svolgimento di essa. Tutto ciò che da quel giorno fino a ieri è stato scritto e detto in proposito nelle capitali delle grandi e piccole Potenze ha dimostrato che le mie previsioni, apparse allora ad alcuni possi- miste, sono state confermate pienamente anche al di là dei confini in esse segnati. | L'iniziativa ha infatti suscitato una forte diffidenza non soltanto in Russia, in Inghilterra, in Francia, in Turchia, ma flnanco nei paesi balcanici. D'altra parte, è stata confermata largamente la mia affermazio ne che all'iniziativa austriaca era stata e i i i a e - l'avversione delle Potenze della triplice in tesa si spiegano facilmente con il momento in cui l'iniziativa fu presa e con i fini che essa si propone di raggiungere. Fu presa subito dopo il convegno di Pietroburgo, quindi a cagione di esso: poti hoc ergo propter hoc. Il grande chiasso fatto dalla stampa francese per il viaggio di Poincaré a Pietroburgo, la pubblicazione dei problemi da risolvere nel convegno, fra i quali primeggiavano quello orientale in genere e quello balcanico in ispecie, il secco comunicato che uéi colloqui di Poincaré con lo Csar, col presidente del Consiglio a. col ministro degli esterl era stato raggiunto un pieno accordo fra Russia, Francia ed Inghilterra nella questione della guerra italoturca e nella questione balcanica, e il grande segreto mantenuto intorno al contenuto di tale accordo concorsero evidentemente all'improvvisa iniziativa del conte Berchtold. il quale, temendo che la triplice intesa facesse le carte in Oriente, volle che l'Au6tria-Ungheria prendesse il passo su tutti Partendo dalla premessa cne l'Austria è la potenza maggiormente interessata negli affari balcanici, il conte Berchtold con la sua iniziativa ha inteso di prendere il primo posto nei Balcani. Da ciò l'avversione aperta della Russia, che ha sempre conteso all'Austria il primo posto In Oriente, e la forte diffidenza dell'Inghilterra e della Francia, le quali temono che lo svolgimento dell'ini ziativa possa completamente far fallire il programma orientale della triplice intesa concordato e deliberato nel colloqui di Pietroburgo fra Poincaré ed i ministri russi. L'avversione della Turchia è stata spiegata dagli stessi ministri, cominciando dal Gran vizir. Svolgere l'iniziativa per l'attuazione del decentramento politico ed amministrativo nell'impero ottomano equivale naturalmente ad ingerirsi direttamente e fortemente nel governo di Turchia. Sostenere che ciò possa avvenire senza attentare all'indipendenza dell'impero ottomano è molto arduo, perchè l'esercizio dei diritti sovrani è indubbiamente menomato dalla imposizione straniera di adottare questi o quei provvedimenti radicali in questa o quella provincia. Nè si può in verità dar torto a coloro i quali prevedono che l'attuazione di un e a largo decentramento politico ed amininistrao:Uv0 nelle provinole balcaniche affretterebi be u deflnitivo dlstacc0 di esse dairimper0i non essendo esse legate a questo da altro che dalla forza centripeta. La diffidenza e l'avversione della triplice intesa e della Turchia sono dunque molto chiare anche agli occhi dei profani in fatto di diplomazia. Meno chiare e probabilmente anche meno fondate sono le diffidenze degli Stati balcanici. Parrebbe, a prima vista, che gli Stati balcanici dovessero essere contenti più della stessa Austria, perchè andrebbero a loro vantaggio il rallentamento e, conseguentemente, la flne della dominazione turca nei Balcani. Ma come gli individui ed i popoli, cosi anche gli Stati orientali sono sempre sospettosi e diffidenti. La a; 1 e i i Bulgaria, il Montenegro, la Serbia, forse e anche la Grecia, hanno notato che T'Auto stala, tanto l'anno scorso, quanto quest'ana no, ha cercato di favorire, naturalmente o entro certi limiti, l'insurrezione albanese a come hanno notato che la penetrazione deia l'Austria in Albania fatta con grande zelo n e con grandissima tenacia, ha assunto proi porzioni straordinarie. Esse temono perciò a che l'iniziativa del conte Berchtold miri - probabilmente, se non unicamente, a favo- rfre efficacemente il completo trionfo della - causa albanese a danno delle loro singole - aspirazioni nazionali, , | Gli Stati balcanici sono in condizioni tali, a che ognuno di essi è geloso dell'altro, tutti , sono gelosi dell'Albania, per il caso che 0 questa possa essere strappata alla dorninai zione turca e costituita in Stato autonomo - ed indipendente come loro. Del distacco dele l'Albania dall'impero ottomano sarebbero e contenti soltanto nel caso che essi potessero - spartirsela fra loro. L'apparizione di un nuovo Stato balcanico non piace punto ad è alcuno di loro ; perciò tutti quanti preferi-1 scono lo statu quo; perciò tutti quanti tei mono fortemente lo svolgimento dell'iniziaa .tiva austriaca. Non hanno certamente con-1tribuito a calmare le diffidenze ed i timori n degli Stati balcanici il recentissimo viaggio n del conte Berchtold in Romania ed i .suoi colloqui con il Re e con i ministri di quello Stato, che tiene molto a non essere confuso : con «u JJ2fc1an,ciV«o»"»»».' 4 <« - uomlni P°"tlci e Pubblicisti sostengono che essa non fa parte della penisola balca n*ca> segue un indirizzo politico che non - ha nulla di comune con quello seguito dal ^ ,?uJga™f' dalla Gfec'*'( ^ Montenegro - Serbia> como na dimostrato 1 fatto ,che essa e formalmentei alleata della Tura chla e„ha se8rf" e ^1 legami con lAu stria. Con queeti legami si spiega che il so -,l0 Pacse nel quale 1 iniziativa austriaca sia |stata accolta con pieno favore c la Roraa- ni a, ma con gli stessi legami si spiega che il viaggio del conte Berchtold in Romania alla vigilia dello svolgimento dell'iniziativa, . ha rafforzato lo diffidenze ed ingigantito ì timori degli Stati balcanici. Ho detto che la Romania è il solo paese che abbia accolto con pieno favore l'inizia- tiva, perchè questa ha suscitato preoccupa- zioni non lievi anche in Germania. Le pre occupazioni tedesche non riguardano la que stione in se stessa, ma la possibile riper cussione dell'azione austriaca noi Balcani, Come ho dimostrato più volte, la Germania ha grandissimo interesse a stare nei miglio ri rapporti con la Russia e non desidera punto che si moltiplichino i pericoli della tanto temuta conflagrazione europea. Essen- do generale la convinzione che il maggior pericolo per la pace europea è nei Balcani ed essendo notorio che, a cagione dei Bai- cani, si « realmente acuito il dissidio fra Russia ed Austria, si comprende facilmente come e perche la Germania si preoccupi dello svolgimento dell'iniziativa austriaca. Tutto ciò che sninire l'Amtrin « la Riunii. iuho ciò cne spinge iAustria e la Russia in due campi opposti mette in grandissimo .imbarazzo la Germania, che è strettamente legata all'Austria dall'alleanza e dalla rico- , „ .. noscenta per 1 attitudine dei delegata au- striaci alla Conferenza di Algesiraa. Con- temporaneamente e legata alta Russia dal suoi vitalissimi interessi politici, economici e commerciali. La Germania, la quale nel convegno di nnrto RalUro onr-nnU ali* condegno ai porto ttajuco garanti alla Russia die 1 Austria avrebbe scrupolosa-1 mente rispettato lo «statu quo» nei Balco- ni, teme che ìo svolgimento dei)iniziativa del conte Berchtold possa spingere l'Austria a venire meno a tale Impegno « non dissimula la sua preoccupazione ed i suoi malumori. In tali condizioni poco incoraggianti per l'iniziativa del conto Berchtold, è apparso nella « Reichispost » il noto articolo che è stato interpretato come una minaccia, come la minaccia che l'Austria agirà per conto suo nei Balcani se le Potenze non faranno buon viso alle sue proposte. La minaccia ha fatto molta Impressione perchè, dicesi, è questo l'organo particolare del partito clericale austriaco, ossia il giornale preferito dal principe ereditario della Monarchia. Da parte mia ricordo che 41 venerando imperatore,' per dar prova luminosa del suo pieno consenso all'iniziativa del suo ministro, ha conferito al conte Berchtold l'altissima decorazione del Toson d'oro, che si suole conferire 4n ca-sl rarissimi a personaggi molto più nobili del conte Berchtold, a uoimini, per esempio, della stirpe dei Lichtensteip e dei Thurn und Taxis. Ciò è in verità preoccupante perchè non solo esclude, come è avvenuto altre volte e recentemente nel caso Conrand, che l'Imperatore possa opporre un veto all'esecuzione della volontà del principe ereditario, ma dimostra che l'Imperatore è il primo ad appoggiare con -tutta la sua immensa autorità la esplicazione della tanto discussa Iniziativa. R> pure moh crèdo 'che queèti ptfc&a provocare ciò ohe temasi generalmente, e non credo che si debba dare all'articolo della « Reichspoet» l'importanza e la gravità che gli è stata attribuita, perchè fra la minaccia anonima fatta in un giornale, sia pure il giornale proferito dà! principe ereditario, e l'attuazione della minaccia, ci corre un abisso. Entro questa settimana avrà -luogo ,in Buckau il convegno fra di cancelliere dell'Impero tedesco od il ministiro degli esteri della Monarchia austro-ungarica, fra Betmaan Hohvegg e Berchtold. Naturalmente l'argomento principale dei loro colloqui sarà a famosa iniziativa per gli affari balcanici. Non c'è bisogno, di essere troppo ottimisti per prevedere che in quei colloqui i due ministri Uniranno col mettersi d'accordo per dare all'iniziativa uno svolgimento del tutto pacifico. Io non credo affatto che l'Austria agirebbe per proprio conto mei Balcani, se Je Potenze non la seguissero in tutte le sue eventuali proposte. Non lo credo perchè essa è troppo prudente per mettersi contro tutti. Il conte Berchtold non è l'uomo del colpi di testa nè il venerando Imperatore acconsentirebbe mai a che la tonto temuta conflagrazione europea fosse provocata dall'Austria, nè rungheria seguirebbe l'Austria In una via tanto disastrosa. O.

Persone citate: Poincaré, Toson