Le scaramuccie nell'oasi di Tripoli

Le scaramuccie nell'oasi di Tripoli Le scaramuccie nell'oasi di Tripoli Piccoli drappelli di arabi respinti e fugati dal nostri fucilieri (Per Meg. da uno del nostri inviali speciali) TRIPOLI 27, ore 16,80. i l i i l cvLss■ gDa qualche giorno il nemico si è permesso fdi dare segno di vita attorno a Trìpoli. Ieri Lnotte, cioè, la notte tra la domenica e II lu-isncdl, una scaramuccia si accendeva nell'oasi, | fra la nostra banda del Sahel e quei famosi dpredoni, che non si sono ancora convinti del- pla inutilità dei loro sforzi. Naturalmente, gli taudaci predoni vennero respinti dalla nutrita fucilerìa della banda indigena, la quale, riti- oravasi all'alba, nel suo accampamento. Si ri- stiene che dopo questa lezione, i predoni pei, lun pezzo non si azzarderanno più di penetra-\Stsre nell'oasi. Ma non fu tale scaramuccia l'episodio più interessante della nottata, durante la quale, altrove, e. precisamente al forti B,' gli arabi fecero apparizione in piena regola e furono anche in piena regola battuti e allontanati. Alle 23,45, dinanzi al fronte ovest del fortino B, un gruppo diventi arabi, armati di tutto punto, si avvicinavano cautamente alle nostre posizioni, cercando in ■ ogni modo di non farsi scorgere; ma le canne, lucenti al buio, del fucili. Il tradirono, e la luna li svelò; una vedetta-ai nostro posto avanzato riuscì a scòrgerli e fermarli con alcune fucilate di allarme, quando erano già arrivati a duecento metri dal forte. La vedetta, appena compiuto cosi brillantemente il suo dovere, rientrò di corsa nel forte, c con una prima scarica II nemico, vistosi ormai scoperto, sprecò nel vuoto ì suoi proiettili sibilanti. Pochi minuti dopo il primo allarme, la -ì.a compagnia dcU'82.0 fanteria, era pronta e correva agli spalti del forte, mettendosi subito in posizione di combattimento, e tosto il rumore della nostra fucileria rompeva il silenzio notturno. I venti nemici, dopo avere ancora scaricate le loro armi, tanto per non darsi vinti sull'istante, finirono per ritirarsi. Mezz'ora più tardi, una cinquantina di arabi si presentavano ad est del fortino, donde, es- endosi accorti d'essere stati notati, si affrettarono a passare ad ovest, in un punto però di- Clsdvezpapgiverso da. quello in cui il primo gruppo era ' .,».„«»»„ u/, «««mmn f«i ner nuanto1 slato respinto. Ma nemmeno- essi, per Quanto rapidi .«ella mossa, ebbero pace. Scorti dalle vedette, furono preseguitati dal fuoco di un'altra compagnia, la terza, comandata dal capitano Pirolla. Lo scambio di fucileria fu qui assai più lungo del precedente, m in compenso si svolse a maggior distanza, l nemici si erano fermati ad ottocento metri, e di là spedivano le loro pallottole. Infine anche la terza compagnia, come la quarta, ebbe il sopravvento, e gli arabi furono costretti a ritirarsi precipitosamente, dirà anzi meglio, a fuggire. Si ignora se abbiano subito perdite, ma è certo che il nostro fuoco non fìt senza effetto. La sera anteced.ente, alle 21,45, qualcosa di simile ma in proporzioni molto minori, era nrrntìnto al fortino C I accaauto ai Tonino u DI questa minuscola, quasi ridicola attivila, nemica attorno a Tripoli non è il caso di preoccuparsi anche se dovesse continuare. Le m«»<ìm< nÀthmìf -nnn hnnnn nitro trtmn che \ TTM ??&E?£ff£^f^My$ Zi di illudere le ignoranti tribù assoldate dal turchi, dando loro a credere che realmente si fa qualcosa. GIOVANNI CORVETTO.

Persone citate: Giovanni Corvetto

Luoghi citati: Sahel, Tripoli