I solenni funerali della Duchessa di Genova Madre

I solenni funerali della Duchessa di Genova Madre I solenni funerali della Duchessa di Genova Madre Assistono i Reali d'Italia, la Regina Madre, 1 Duchi di Genova, il Re di Sassonia, Il Principe di Baviera e tutti I Principi di Casa Savoia A Stresa | ' Strass, 19, «re 12. | II mattino 6 sorto fosco e caliginoso dietro i ittònti ed ha illuminato di luci strane la stanila funeraria di Maria Elisabetta. Due suore 'avevano vegliato la salma tutta la notte, poi ■ nella casa sono incominciati gli affannosi pre'parativi. La regina Margherita, il duca TomIma» e il figlio Ferdinando sono desti di buona j'ora. Di ftjorl i primi arrivati fanno ressa Intorno ai cancelli. La città in latto ! 1* piccola cittadina è in. lutto: tutti.4 negozi sono chiusi e portano le scritte: «Lutto .nazionale > e «Lutto cittadino». Il primo 'drappello di carabinieri sospinge coloro che ai avanzano dietro i Ali che sonb .stati tesi tra Un piantóne e l'altro lungo il tratto che percorrerà il corteo. i Alle 8 le campane di Stresa, con la loro grande e mesta voce, annunciano al vicini ed ai lontani che è giunto il momento di rendere l'estremo saluto alla morta Principessa. Il suono, lungo e solenne, si ripercuote sul laigo e nella grando vallata, ed a questo rispondono flebili ed indistinti suoni dai carnipniili lontani. , Da Locamo, giunge e si ferma all'imbarcadero un piroscafo carico di passeggieri; 'gli ■eltri sei che fanno scalo a Stresa e ascendono e discendono nella mattinata il lago, riversano una moltitudine. Ogni paese, oltre alia rappresentanza ufficialo, vuole es'sere presente con tutto il suo popolo alle imponenti esequie che si preparano. L'ani •ma semplice e buona di questa gente, che ea la riconoscenza, non può dimenticare, in quest'ora triste, l'Augusta benefattrice. Così da ogni parte continua l'affluire lento, ma incessante; anche dal lungo viale della sta zlona, i viaggiatori, che temono di non giungere in tempo, si affrettano per la ripida di'scesa. Un drappello di carabinieri a cavallo, schle ratosi su due Ale dalla parte della chiesa, chiude quella tumultuosa siepe umana, in mezzo alla quale compaiono variopinti gli ombrellini e le chiare vesti delle signore. Per queste il sindaco cav. Ottolini ha lasciato libero un tratto del piazzale; quindi altri cor.doni di carabinieri proteggono una possibile irruzione, perchè i fili ed i piantoni, ur•tati e spinti dalla folla minacciano da un momento all'altro di cedere o di piegarsi, j Alle 0 il' maggiore dei carabinieri, cav. Bru'ìnero. ha già disposto tutti i suoi uomini con grande regolarità e precisione. ; Nella villa ducale il movimento e l'andiri.vleni 6ono continui. Dal maestoso atrio del piano terreno furono levati tutti i mobili e lo decorazioni appese alle pareti; solo le grandi 'palme della serra, disposte ai lati, levano sino al soffitto il gigantesco fogliame, formando come una lunga galleria verde che si chiudo nel folto cupo dei pini, dietro il giardino. L'ora tristissima si avvicina : gli. otto fidi barcaiuoli' della principessa Elisabette, si avanzano e salgono lo scalone. Nella camera funebre non ,v'ò più nessuno. Quattro per parte, gli uomini forti e gagliardi sollevano il feretro pesantissimo, se lo pongono sulle spalle e ridlecendono guardinghi marcando il passo sui gradini. Si forma il corteo ' DI fuori intanto si va formando il corteo: un cancello della villa è aperto, e di guardia vi stanno i valletti in calzoni corti, con le mazze. Entrano per primi nel giardino i bimbi dell'Asilo Infantile o le allieve della Scuoia femminile, accompagnate dalle suore; gli 'alunni delle scuole elementari, gli allievi del .Collegio Rosmini accompagnati dal rettoro sacerdote Cerutti o dagli altri insegnanti, gli .alunni della Scuola di disegno. Giungono in.tanto a gruppi le autorità: il prefetto di Novara comm. Zoccoletti, il siudaco di Stresa •cav. Ottolini, il presidente della Deputazione .'provinciale comm. CaJderini, i senatori Cuzzi e Cefaly, il conte Guido Borromeo, ecc. | Alle 9,30 la campana più grossa della chiesa parrocchiale annunzia che il clero si muove. La folla immensa si pigia, si addossa e si urta per vedere più da vicino: venticinque sacerdoti del Vicariato, vestiti dei paramenti ifunebri, con il seguito delle Confraternite, tanno il loro ingresso nella villa ducale da uno dei tre cancelli prospicienti la strada, attraversando il largo viale. In un attimo innanzi alla lunga cancellata il mormorio della ifolla ò cessato completamente: solo la campana continua lugubre e lenta il suo funebre Rintocco. | Da un Iato, pallido, curvo, tutto vestito di nero, compare il figlio di Elisabetta, il Duca Tommaso di Genova. Il clero sale e in due file [attornia il feretro. Nel peristilio dame e cavalieri d'onore, in lutto strettissimo, circondano principe. La regina Margherita è in una 'stanza vicina. Il parroco di Stresa intona il De profundis. Gli altri rispondono in coro, ma a bassa voce; la preghiera dura pochi minuti; poi il celebrante leva l'aspersorio e tracciando un segno di croce sulla bara, la asperge di acqua lustrale. Un chierico si avvia sorreggendo la croce; tutti i sacerdoti ridiscendono •lentamente lo scalone. Il drappello dei carabinieri a cavallo si fa innanzi sino al terzo ! cancello; i bimbi delWAsilo escono per i primi e vi si dispongono subito dietro, poi le Scuole • femminili e maschili, quella di disegno e gli iialunni del collegio Rosmini; seguono ordinatamente le Confraternite e il Clero. ! La salma di Maria Elisabetta, chiusa nel 'grande cofano di mogano, comparo sull'alto Ideila gradinata: tutti i cuori si stringono; una 'commozione violenta sale dall'anima. La scorta d'onore del carabinieri presenta le armi; le bandiere delle rappresentanze si abbassano; il popolo si scopre. La principessa lascia la sua casa per sempre! Il Duca Tommaso, il figlio Ferdinando nelle loro divise di ufficiali di marina, la seguono : dietro di loro vi sono le da,me, i cavalieri d'onere con le divise e le decorazioni: conte Enrico Marenco di Moriondo, conte Riccardi, marchese Guiccioli, conte Gazaselli, conte Balbo di Vinadio, conte D'Oraia, cónte Radicati di Brozolo, e quindi il generale Azzari; i senatori Taverna, Cuzzi e Cefaly; i 'principi Éelgioioso, i conti Oldofredi e Borromeo. Poi le autorità ed il personale della Casa ducale. Il feretro e fiancheggiato da valletti; laltri sei portano a braccia tre magnifiche corone: una di Marguerite, la seconda dei Duchi di Genova, la terza dei nipoti Ferdinando, Fii liberto, Bona, Adalberto, Adelaide, Eugenio. 'La Regina Margherita e la duchessa Isabella, con due dame, lasciano anch'esse la villa e, per una porticina laterale, entrano in chiesa. Intanto il corteo procede regolarmente. Dopo Ildscinrcii comnstdpciG—dcgmrleDPfngozbcepvmPnimbitilmfsmmrvgdPdrgvmstdtzllPnclprdmdttdElClsetirjdocdoecn Il Consiglio Comunale di Stresa vengono i sindaci dei paesi limitrofi, gli enti ed i sodalizi, seguiti da una diecina di bandiere delle Società Pro Stresa, Operaia, Veterani. Militari in congedo. Società Sportiva. Quindi le altre rappresentanze degli enti e sodalizi dei paesi circonvicini; per ultima la popolazione. Tutti i balconi, tutti gli spazi sono stati occupati. La calca è enorme, ma il corteo sfila col massimo ordino per il corso; passa davanti al monumento Umberto 1 ed all'imbarcadero, ed entra nella chiesa, addobbata all'esterno da grandi striscio di velluto nero ^ oro. Sul timpano della facciata spicca la seguente epìgrafe: Dio ottimo misericordioso — Conceda eterna pace all'anima benedetta di S. A. R. la principessa Elisabetta di Sassonia — Duchessa di Genova — Fulgido esemplo di virtù cristiane — Augusta benefattrice del poveri. In chiesa La chiesa è decorata di ricchi drappi neri, di grandi candelabri e alte piante. In mezzo il catafalco si innalza imponente e maestoso tra gli ori e le frangie argentato corno un monumento a tre piani. Il tempio a poco a poco si riempie. Gli scolaretti da un lato, le autorità, le Confraternite, le rappresentanze dall'altro. lgbSveeclsdmAdmAluls Margherita di Savoia si affaccia alla balaustra della tribuno. iT pallidissima ed ha gli occhi rossi di pianto. Accanto a lei Isabolla di Genova siedo tra 'due dame di Corte. Sotto di loro prendono posto il Duca 'di Genova «rt il figlio Ferdinando; in faccia le dame e i cavalieri. Appena il feretro e le rappresentanze sono entrato in chiesa, questa viene chiusa, ed incrimincia suUho la solenne messa funebre. Celebra il paiToeo di Stresa, cav. Giuseppe tassano, ,o la Società Corale, sotto l'abile direzione del maestro Gugllelmetti, eseguisce magistralmente musica del maestri Perosi, Longhetti, Arrigo e dello stesso Guglie!metti. Alle 11 la funzione e finita. Il celebrante don Ca.ssanì rivolge dal pulpito l'estremo, commovente saluto alla salma in nome di Stresa. A questo punto il Duca di Genova dà ordine che il tempio sia aperto, ed 11 pubblico è ammesso a sfilare davanti ai feretro. Allo 11,30 la sfilata è finita ed in attesa della partenza del treno la salma è vegliata da un drappello dì carabinieri. La partenza da Stresa Alle ore 12 i barcaioli hanno trasportato la bara sopra un carro funebre, semplicis- s'imo. Formatosi il corteo questi procedo lentamente tra due fitte ali di popolo per il corso Re Umberto c Duchessa di Genova o per la salita che conduce alia staziono ferroviaria. L'addobbo della stazione e imponente od è stato eseguito, sotto la direzione deU'lng. Deottl, ispettore delle ferrovie, con drappi di velluto, con frangie d'oro e con rami d'alloro e ghirlande di crisantemi e foglie di palma. Il corteo giunge alle 12,15 alla staziono dove si trovane, ad attendere il feretro le dame di corte. Le lampade elettriche velato di crespo sono accese. SubiSo arrivano S. M. la regina Margherita, i principi coi dignitari di corte e salgono in treno, mentre il feretro vieno collocato nel furgone mortuario pure decorato con drappi nari. Il treno speciale, preceduto dalla macchina staffetta, parte allo 12,30 per Torino. La salma di Maria Elisabetta lascia Stresa. la piccola cittadina che tanto amò. Il nero convoglio ansa, sbuffa, si muoye lentamente con un fischio acuto, poi entra nella galleria. Il ritorno in città, nel meriggio pieno di sole ò lento e triste. La regina Margherita e S. A. R. il Dlica dì Genova hanno elargito duemila lire ai poveri della città.