Le opposte tendenze nella politica interna

Le opposte tendenze nella politica interna Le opposte tendenze nella politica interna provocano una crisi nel Gabinetto turco Verso un gran visirato di Kiamil pascià? ( telosra per telefono alla I l sul comizio di Sofia (Per tele a. da uno dei nostri inviati ipeHaUj) tPormumUo £a R<dwo» di» on. 3 dal 14). Oggi, prima ohe si tenesea. l'Imponente e Impressionante dimostrazione por Invooare la guerra contro la Turchia, mi Bono renato dai ministri bulgari e dal maggiori rappresentanti delle Potenze presso la Corte del re Ferdinando. Ho raccolto una serie di superf?u«. conferme sulla materiato impossibilità ci;e veramente il desiderio della nazione di scendere in campo possa attuarsi. Senonchè, mentre gli uomini politio! bulgari mi tacevano risaltare l'atrooltà della situazione delle popolazioni Irredente e le difficoltà per I Governi di riuscire hi avvenire a frenare le loro aspirazioni, i diplomatici furono concordi nel tradurml, quasi Ironicamente, la massima fondamentale ohe regge la politica dolio « statu.quo »: negare cioè ohe le tendenze dei popoli balcanici contino qualche cosa, e che quanto accade in essi possa comunque dsterminare il principio della imi tornente invocata coalizione contro la Turchìa. Dovrei quindi telegrafarvi che la dimostrazione odierna, per quanto impressionan te, più ohe esprimere una volontà di guerra contro la Turchia, ha formulato la centomillesima protesta contro l'egoismo europeo che mantiene hi vita l'Impero ottomano. Un oratore arguto, nella vasta piazza dello Csar Liberatore, dove si sono riuniti trentamila cittadini acclamanti alla guerra, gridava stasera che quell'egoismo è grandemente aumentato negli ultimi anni, polche mentre, or sotto tre decenni, l'Europa ammoniva almeno la Turohia massacratrice, oggi non e-; prende neppure la briga di fare una timida protesta. Nel pomeriggio mite e primaverile Sofia si è messa le gramaglie. Sembrava avesse preparato un grande funerale ai suoi martiri nazionali, polche da ogni finestra sventolavano lugubri e innumerevoli bandiere nare. Sotto quelle bandiere una fiumana di popolo si dirigeva per adunarsi sulla grande gradinata della vasta chiesa di San Paolo, donde il corteo doveva partire. Il Governo aveva ordinato alia Polizia di Impedire ohe il popoio suonasse le campano di questa chiesa, ohe è di proprietà dello Ciato. Ma un manipolò di.risoluti macedoni ci arrampicò dalla piazza sul primo ietto detta cattedrale, infranse i cristalli'delle vetrate e giunse a conquistare le corde delle campane che squillarono lungamente celebrando i morti ed esaltando I vivi. Allora una fella sterminata di popolo, preceduta dalle bandiere macedoni, invase l'arteria prinqlpalQ di Sofia. Non ho avuto occasione di veder mai la popolatone bulgara cosi eccitata e decisa com'è in questa giornata storica. Tutte la clasel eoolall hanno preso parto al Comizio. Ognl-mfsura d'OrdTn'e era stata saviamente nascosta. Del resto II popolo sapeva ohe il Governo partecipava Intensamente dei suoi sentimenti; LO dimostravano le finestre del Circolo militare gremite di ufficiali, lo dimostrava il generale Vasof stesso, che fu uno' degli oratori più efficaci dell'adunanza solenne. Egli esortò Il popolo a star pronto e a continuare la eua virile preparazione armata, mostrandosi fiducioso che il Governo saprà guidarlo verso i suoi liberi destini. Il generale vaticinò vicino il momento nel quale la Bulgaria potrà agire. Seguirono numerosi altri oratori inneggianti tutti alia guerra contro 11 turco. E' impossibile tradurre in frasi il set vaggio ripetuto urlo di guerra col quale I! popolo acclamava i suoi incitatori. Se è vero ohe l'ostilità manifesta e costante con tro la Turchia forma la parte maggiore della vita di questo popolo, bisogna conve nlre che esso oggi ardisce di manifestarla in guisa tale che riesce inconcepibile come la Turchia possa tollerarla. Finito il «meeting», la. folla si diresse nuovamente per la strada delle Legazioni in fendo alla quale sorge, circondato da un giardino, il palazzo reale. Non uno certa' mente dei ventimila macedoni ohe popolano Sofia mancava al corteo. Impressionante era la vista dei loro vessilli neri, sormontati da una croce e recanti un teschio. Correva la voce che emissari dei Giovani tur- chi o i macedoni stessi avrebbero settato bombe «Ilo scopo di eccitare con un mostruoso delitto il popolo sino al parossismo: nulla viceversa aooadde a rutto si limitò ad alta grida. Passando dinanzi alla Legazione Italiairai ohe naturalmente era chiusa, Il corteo Inneggiò con «del bravi» all'Italia vittoriosa, con un entusiasmo, con vien dirlo, proporzionato alle nostre reiterate dichiarazioni ufficiali In marito al mantenimento dallo «atatu quo» balcanico. Maggiore fu l'entusiasmo dinanzi alla Legazione austriaca: Il popolo sa tri averla alleata nel propositi bulgari sullo smembramento turco. Commovente per spontaneità e intensità di sentimento fu la dimostrazione dinanzi al Circolo militare. La folla intonò il canto nazionale «Scorri Marltza arrossata di san gue» e gli ufficiali facevano coro rtefion dehdo con l'agitar I berretti agli « Evviva nostro speranze gloriossl », che II popolo tributava loro, come se anch'essi fossero reduci da una guerra lontana. La dimostrazione raggiunse II suo apogeo alla cancellata del palazzo reale. La Polizia fece un debole tentativo di Impedire al dòpolo di awiolnarsl alla dimora reale, ma venne travolta dall'onda imponente e Irresistibile della folla, ohe, circondando il palazzo come Io avesse conquistato, rimase lungo tempo, sino a notte, a gridare a Ferdinando, che dovette, suo malgrado, udirò questo parole: t< Guidaci, Re nostro, alle frontiere, alla guerra contro la Turchia! ». ARNALDO CIPOLLA