Ikaria e i suoi antichi privilegi

Ikaria e i suoi antichi privilegi Ikaria e i suoi antichi privilegi (Da uno del nostri inviati speciali nell'Egeo) La : navi § iziosa. E, come tutte le cose deliziose, ha suoi inconvenienti. E' una navigazione di amiglia. Non consultate gli orarii. Non vi fidate delle coincidenze, che non esistono. Umico passeggero di prima classe, voi passeggiate sul ponte, nelle ore della calma meridiana, quando il mare è tutto un barbaglio d'oro e le isole vicine e lontane sfumano tal una polvere d'oro impalpabile. E l'èlica sonnolenta ha, ad_ un tratto, delle velleità umultuose, e vi illudete di filare ad una velocità di torpediniera, o quasi. Ed ecco che la pulsazione si arresta e muore- nella cadmia meridiana. Un'avaria? Il silenzio è rotto da una voce, poi da due. Il capitano ri -passa accanto, si sporge a poppa. Non è nulla. Un «cadcco», stanco della bonaccia, chiede di essere rimorchiato. Dieci minuti soltanto di trattative; una corda è gettata. E si riparte, quasi velocemente. — Troveremo il « Roumèli », domattina à Syra, o l'«Avghi» a Nassos o a Myconos? — Sì, certo... Forse.Poi viene la notte, bianca di luna; ed I .battolilo passa sonnolento presso le isole, oscure come foschi « icebergs ». E qualche anale ammicca, bianco, dai conventi, sulle cime, come una stella. E l'alba, sollecita,, mpallidisce le acque grigie, e sfuma di rosa pàllido, laggiù, l'orizzonte. Qualche lume, sulla costa diruta: Syra. Ma un altro lume, ed una massa 'grigia, filano sulle acque, vi incrociano. E' il battello sul quale volevate, dovevate trasbordare, che esce dal porto... Ahi quei dieci minuti del rimorchio, e l'èlica sonnolenta... Pazienza. Se c'è vento... Questo porto di Syra ha, nell'alba, la SYRA, «gesto. i «ione nell'Egeo è una cosa de- 'tranquilla trasparenza verdastra d'una darsena veneziana. S'apre un caffè, sul molo. Tre padroni di barche scambiano i primi «calimena» della giornata e intingono nel caffè la «colluria» mattinale. E' una specie di ciambella — col buco, questa — sparsa di semi d'anici. Intavoliamo la conversazione, e le trattative. — Per Ikaria? Dopo domani sera, col battello delle isole. Oppure domani per Samos. Da Porto-Vathy, con un buon « caicco », sarete a Ikaria in sei ore, se c'è vento. Ovvero da Carlovassi, dopo aver traversata l'isola a cavallo, andrete a Ikaria in tre ore... se c'è vento. — E di qui? Quanto impiegherebbe il vostro « caicco », appoggiando a Myconos o a Delo? — Delo è vicina; quattro ore. Ikaria è ontana. Dieci ore, forse, «se c'è vento...» Ma il vento non c'è. Il primo brivido dell'alta ha increspato appena le acque verdastre. Le case ài Syra cominciano a sbiancarsi e quel bianco èfgià come un'afa, senza un alito. Intanto arriva l'albergatore: — «Dimosiogràfos? Italòs?» Precisamente. « Dimosiogràfos », giornalista, ed italiano. Non si sbaglia. Una faccia nuòva, a Syra, da quando dura la guerra, ndica, immediatamente, un giornalista italiana Ma non sono oramai più facete nuove. Nemmeno i nomi non sono più nuovi. Sono altrettanto noti ■all'albergatre che ai lettori d'Italia. — Le darò la camera del signor Bevione. Era qui la settimana acorsa. Perchè Syra è il porto verso cui converge n gran parte l'attività telegrafica del giornalismo italiano nell'Egeo. Ed è anche una base strategica, giornalisticamente parlando; si può partire per tutte le direzioni, da Syra, quando ci sono battelM e quando c'è vento... Ma i giornalisti vi sono passati 6empre di corsa. Sono sbarcati da un « caicco », o da un bel battello del « Lloyd », o da un calmo battello greco, si san chiusi in camera, hanno coperto d'inchiostro dei mucchi-di moduli del telegrafo,. hanno esterrefatto gli impiegati dell'ufficio, e son ripartiti' senza parlare, o quasi, dall'isola ospitale. Syra meritava, per dovére di riconoscenza, di essere illustrata. Andiamo alla scoperta di Syra. Tra nn " loukoum „ e l'altro Syra è una città per ridere. Una parete decise, minuscole come giuocattoli, appiccicata al monte : ai due monti, anzi, quello cattolico e quello ortodosso,' dominati èia scuriò dalla relativa chiesa : « a'ghia Anastasia » la Risurrezione per gli ortodossi; san Giorgio per i cattolici. Vedendola dal mare, non si concepisce che esistano a Syra delle strade. Ma vi sono; vi è persino una piazza. Le (< quinte » parallele delle case, sono separate da corsie la cui larghezza vària da dna metri a due metri e cinquanta. Ve D'è pia, una «pteie. di 'ssaÈfi^ *fie rag- giunge la larghezza di quattro metri. Un vero «boulevard». E' la via aristocratica, popolata di negozii, e di negozii di «loukoum », sopratutto. Syra ha la. specialità dei « loukoum ». E' una dolce specialità, amareggiata peraltro dalla circostanza che i migliori «loukoum» di Syra si fabbricano a Smime e ad Alessandria. Fu il tema della conversazione che ebbi appena entrato in città con un fabbricante, già conosciuto da me al Pireo, e che si affrettò ad offrirmi, colle dita, il tradizionale dado di muctllàgine visciva e dolciastra infarinato di zucchero. — Le specialità delle isole si perdono. La « màstica », per esempio, dovrebbe essere di Chio. Ora la fabbricano anche in America. E mi offrì un bicchierino di « uso ». L'« uso» è una specie di mastica; ma è ima cosa differente, che il buongustaio non deve confondere. La «mastica», mescolata all'acqua, non s'intorbida; l'« uso » sì. Fra una spiegazione e l'altra, il mio interlocutore mi versava, e si versava, il quarto bicchierino. Evidentemente, l'«uso» è... un'abitudine. Ikaria, da lontano E Ikaria? Ikaria è lontana sul mare. ' E le notizie sono ancora scarse qui, oggi. Ma le scarse notizie sono commentate con passione nei caffè. Che farà il Governo greco, dopo la rivoluzione dell'isola e l'inalberamento della bandiera greca? Che farà il Governo turco? Che farà il Governo italiano? Il generale Ameglio occuperà l'isola? Qualcuno mi dice: — C'è a Syra un signore che ha abitato a Ikaria. Vuol vederlo? Parla italiano. Ha tradotto la «Divina Commedia».' 'Abita lassù. « Lassù » è un punto quasi perpendicolare sopra le nostre teste, presso la chiesa cattolica di San Giorgio. E c'incamminiamo su pel dedalo tortuoso delle stradine che paiono passaggi coperti di una fortezza. Si suda. Il signore che ha tradotto la « Divina Commedia » è un'ottima e colta persona la quale ha un unico torto : quello d'abitare molto in alto. Ma dalle finestre si sprofonda e si perde all'orizzonte la distesa azzurra dell'Egeo, macchiata dall'azzurro più evanescente delle isole montagnose. Ed il sole entra a fiotti e dora gli scaffali colmi di libri: vecchi «in folio» greci e latini rilegati in pergamena, come se ne vedono ancora negli studii dei notai di provincia.... — Conosco Ikaria a fondo. E questo movimento mi ha stupito, perchè gli abitanti sono alieni da agitazioni e non li presumevo capaci di" una iniziativa così rapida e decisiva. Non bisogna però dimenticare che tutte le isole non occupate dall'Italia vivono in uno stato di effervescenza continua, nella speranza di quell'occupazione che esse concepiscono precipuamente come l'« occasione» della liberazione dal giogo turco... — Ha avuto sentore di una voce secondo la quale l'isola avrebbe voluto liberarsi da sè onde evitare l'occupazione italiana? — Sì, e la trovo assurda. Anzitutto, non mi pare che ciò escluderebbe la possibilità dell'occupazione italiana. Ragioniamo. Effettivamente, la popolazione d'Ikaria, emancipandosi violentemente dalla Turchia, si è messa, per così dire, in... stato di guerra colla Turchia stessa, personificata dalla lillipuziana guarnigione locale. E dal momento che Ikaria ha attenuto il suo scopo, l'Italia, occupando l'isola, non si troverebbe più in conflitto con la Turchia, ma dichiarerebbe — nientemeno I — la guerra all'isola stessa... Questo nel caso in cui Ikaria avesse decisa la propria autonomia, la quale, del resto, avrebbe bisogno di essere prima internazionalmente riconosciuta:.. Che se invece, e come pare, essa ha votato la propria annessione affla Grecia, questa annessione non ha valore se non in quanto sia accettata".. Ella vede, insomma, come sarebbe assurdo e ridicolo agitare tali ponderose questioni per un fatto che rientra fra le eventualità di uno scatto, in un piccolo centro dominato dall'effervescenza e dall'ansia.... — Intanto è stato detto che il sollevamento di Ikaria doveva servire a gettare le basi effettive dello « Stato dell'Egeo », proclamato nel Convegno di Patmos... — Non confondiamo. Al Convegno di Patmos non intervenne alcun rappresentante-'ili-Ikaria. Nè avrebbe potuto intervenirvi/poiché i famosi convenuti a P;itr mos rappresentavano le isole già occupate dall'Italia, e, proclamando l'autonomia, pregavano l'Italia di accordare la sua sanzione a tale mozione. Come vede, si tratta, siuora, di un'autonomia c di uno « Stato dell'Egeo» alquanto platonici... I privilegi L'ospite cortese trotterellò sino agH scaffali, e ne trasse alcuni volumi privami. •« Eccatt, 6*1 resto, i daMmanti sono farle ricostruire la storia giuridica dell'isola sino al momento attuale. Ikaria è, con Calimno, Patmos e Leros, una delle Quattro Isole, che si sono trovate in una condizione affatto speciale. Il loro patriottismo fece perdere alle quattro isole gli antichi privilegi, i quali furono però loro riconfermati più tardi. « Sono vicende storiche ormai note. Nel 1522, la caduta di Rodi determinò quella delle isole dell'Egeo orientale. Ma il primo firmano di Solimano il Magnifico riconobbe l'insanabile loro povertà, converti l'impo^ sta nel canone fisso così detto makton, ed accordò una larga autonomia finanziaria ed amministrativa. -Veda qui i firmani dei Sultani, che confermarono, in procèsso di tempo, questi privilegi: Maometto IV, nel 1644; Osman III, nel 1750; Abdul-Hamid I, nel 1770. « Venne la guerra dell'indipendenza ellenica. Calimno, Patmos e Lero vi parteciparono. I figli d'Ikaria fecero altrettanto. E, poiché tutti i firmani accordavano i privilegi alla condizione dell'assoluta fedeltà, le quattro isole perdettero necessariamente i privilegi stessi. «Nel 1833 si procedette alla delimitazione definitiva del territorio greco. Ikaria, con le numerose altre isole, ne era esclusa. Già in un protocollo della Conferènza tenuta, a Londra il 3 febbràio 1830, fra i plenipotenziari della Francia, della Russia e dell'Inghilterra, l'esclusione erat anntìtt .datti. E' lei può leggère qui le parole^ à§! Senato greco, in un documento del 24 aprile 1830, che rispondeva al protocollo suddetto. Diceva il Senato:. Come potranno gli abitanti di questi sventurati paesi, acconciarsi al pensiero che essi, i prind. difensori della causa dell'indipendenza,: do-, vranno ricadere ih schiavitù, mentre i loro compagni d'arme godranno dell'agognata libertà? «La vecchia Turchia dette però un.esem pio di tolleranza, ignorata dalla Turchia giovane e costituzionale. I privilegi furono ristabiliti, con un firmano di Mahmoud II, dato alla sede della Felicità, il 15 ujemalul-evel 1251 (1835). Lo può leggere qui: O saggissimo Vizir Soukri Pascià, la- tua felicità è perpetuata dal presente rescritto, che tu devi adorare. Sappi che le isole delVArcipelago hanno già sofferto ogrù •sorta di mali, non essendo state sufficientemente protette, e recentemente ancora, a causa dei malfattori e dei pirati... E prosegue, avvertendo il sempre saggissimo e gloriosa nostro Vizir, che le isole godranno ancora il privilegio di sostituire il makton alle imposte, e l'altro geloso privilegio della loro autonomia amministrativa. Nuova conferma nell'hatti-houmagoujh, emanato nel 1856, dal Sultano Abdul-Medjid; ed altra conferma;-,sterilissima questa, data:dal.testo della Costituzione ottomana, proclamata dopo.la rivoluzione, del 23 luglio 1908. Senonchè, poco dopo, il Governo dei Giovani Turchi cancellava,1 con un tratto di penna, quei privilegi, che erano garantiti dalla Costituzione stessa... « Tutto ciò le spiega a sufficienza il fatto che le popolazioni del nord ' dell'Egeo vivano in uno stato di effervescenza, nell'attesa di un'azione liberatrice dell'Italia potente, la quale può fare ciò che esse sole non possono fare... Ciò le spiega anche la possibilità di un coup de tute, diretto,,comunque, a liberarsi da sè, approfittando del momento favorevole in cui la Turchia è tenuta a bada... »; ; — Ed ora crede ella che il Governo elle hico si interesserà alle decisioni ! dell'isola? — Ecco, la questione è spinosa. Non tanto.dal punto di vista di ciò che. farà il Governo ora; ciò che .far.à, • infatti, ò prevedibile: nulla, per non creare complicazioni: Ma dal punto di vista di ciò che può aver fatto. Ne discutevo ieri col nostro amico qui presente... L'amico interloquisce, vivacemente: — Sàs par aitalo. Sàs parakalò... La frase merita due righe di spiegazione. E' Uésordio tradizionale di molte, conversatelo*». È' lo spunto obbligato delle botte: e frispòate di'una discussione.. Spunto cortese. Significa, esattamente': .vi prego. Ma dà.la stura a... quel che vien dopo,, che in una discussione, ed in uria discussione politica in Grecia, diviene qualche volta meno cortese e più pittoresco. Sàs parakalò... ossia: vi prego, state zitto voi, che parlo io. Sàs parakalò: amico mio, vi prego, concedetemi di dirvi che non avete capito un bel niente... ; • . ■ ■ : ;:. • L'amico del mio ospite aveva interloqui¬ tcplszmeltz to. E la discussione si accese, prima pa-j cata, poi accelerata, punteggiata di sds, parakalò innumerevoli, fitti e rabbiosi. Era logico: si trovavano di fronte un' venizelista e un anti-venizelista.. Per. l!uno, Venizelos è l'ancora di salvezza del paese, l'uomo che ha liberato il paese dalle vecchie e perniciose clientele, incamminandolo sulla via del risollevamento; per l'altro... è tutto il contrario, capace di aver organizzato, nelle coulisses governative, il Convegno di Patmos e di aver sobillato le isole, creando la possibilità delle più rovinose complicazioni per il Paese... Conservai la più stretta neutralità. E finalmente la conversazione deviò. Si parlò di Delo non lontano, e di scavi, e d'arte. E d'Ikaria, ancora. L'ospite mi domandò se conoscevo la deliziosa leggenda delle ali d'Ikaro, cadute nell'isola. E' conservata in una canzone popolare, ed è ,11 più bell'omaggio alla scultoria bellezza,delle sue donne: Dio seminò a Ikaria delle ali, perchè ne nascessero degli angeli... Circolarono i.loukoum. .Me li porgeva la figlia dell'ospite, alta e flessuosa come una palma, e bruna, e dalle labbra di melograno. Osservai sottovoce, in italiano, alla mia guida: — Qualche piuma delle ali d'Ikaro deve essere caduta.anche a Syra... . Un sorriso sulle labbra di melograno, e negli occhi arguti, seguito da un: • — Non dite scioccheffle... sàs parakalò... Avevo dimenticato che si capisce l'italiano, nella casa del traduttore di Dante. I. Cessano. caltc Panorama del porto e della, eltta di Syra

Persone citate: Ameglio, Bevione, Mahmoud Ii, Maometto Iv, Osman Iii, Solimano, Sultano Abdul, Turchi