Il re del cannone

Il re del cannone Il re del cannone (Nostra eorritpondema particolare). Berlino, sgotto. Essen festeggia il primo centenario del suo regno. Poi che l'America non è sola concessionaria di re senza corona: nel Ruhr, il piccolo territorio tedesco nelle cui viscere giaoe il più grande tesoro minerario dell'Impero di Guglielmo II, è nato cent'anni or sono un uomo, il cui nome e diventato dovunque il simbolo di titanica potenza guerresca — Alfredo Krupp. Ed alla quarta generazione del regno di Krupp — la vera corona è portata da una leggiadra figura femminile — oggi il Kaiser stesso ha recato il saluto della Germania imperialista. E il popolo tedesco è festante. Riconosciamolo. Questo popolo dal pugno d'acciaio, che pare abbia fuso il euo braccio nei liquidi forni della sua secolare officina, esalta oggi la bocca rotonda del cannone nel nome e per la grandezza della sua patria. Là celebrazione del centenario di Krucr ■— creatore e creatura — è divenuta una festa nazionale, poiché il tedesco sa che, ad onta del pacifismo del suo imperatore, la foraa della nazione dipende dalla qualità e dalia quantità dei suoi cannoni. Alfredo Krupp è il mago che ha fuso l'acciaio per dare alla patria l'arme di offesa e di difesa. E dire che questo mago, questo futuro re nella sua giovinezza passò le notti insonni, confinato in una piccola stamberga, travagliato dal pensiero d'un minaccioso avvenire, senza un soldo, pieno di debiti, a soli quattordici anni erede d'un grande sogno incompiuto! Nelle lunghe notti invernali si riscaldava le dita intirizzite, col fiato dei suoi polmoni, con lo sguardo ad un rozzo fumajolo spento e ad una macchina inerte, mentre nella stanza a canto dormivano placidamente i suoi fratelli minori, cui egli, ancora giovinetto, doveva provvedere il pane e la carne! Lui, Alfredo Krupp, non mangiava che patate ! Il popolo tedesco l'ha chiamato — re del cannone. — Come tale oggi gli rende onore. Esso ha dimenticato che questo re patì la fame. L'abbiaimo dimenticato anche noi, se in qualche enciclopedia abbiamo letto duo righe dedicate alla storia di quest'uomo dai nervi d'acciaio, inflessibili come le canne degli strumenti bellici ch'egli stesso temprava. Uno scrittore tedesco (Diedrich Baedeker - Alfred Krupp und die Entwìckeluruj der Gvsst/ilfabrik) ne ha pubblicato ora la storia. Rivediamola anche noi, per cinque minuti: o'è sempre qualche cosa da imparare. Nel novembre del 1811 il commerciante Federico Krupp, di Essen, uomo abbastan za facoltoso, « concepiva il piano di fondare una fabbrica per la preparazione dell'acciaio puro inglese ». Pochi mesi dopo, al nord della città, nel territorio di Altenesaen, si elevavano già i compiuti edifici. Il capitale di Federico era tutto investito nell'impresa. Ma i tejnpi non erano favorevoli: l'industria non prosperava. Federico doveva perciò limitare la produzione: lavorava l'acciaio in gran parte per strumenti di concerie, che spacciava sopratutto nei paesi vicini. Alcuni esperimenti da lui tentati fallirono. E le macchine divoravano il capitale, che non rendeva. Furono quindici anni di prove, di scoraggiamenti, di sconfitte. Il capostipite della dinastia Krupp fu un re senza corona, ed il suo reguo, quando egli morì, non contava che quattro disgraziati operai, legati al loro padrone, solo perchè incapaci di trovare un'altra qualsiasi occupazione. Federico morì nel 1826, nella casetta che egli aveva fatto costrurre per il suo mastro fonditore, e che ora divenuta il suo ultimo rifugio. Alfredo, il suo maggior figlio, non aveva allora che quattordici anni. Non ereditò uè capitale, nè credito: quattro soli operai, un cumulo di debiti ed un tesoro di cattive eeperienze. La famiglia non aveva altro mezzo per campare che la fabbrica: e quella si trovava sull'orlo della rovina. Alfredo prese con maravigliosa tenacia il duro mezzo che la sorte gli offriva. E dedicò tutto il suo giovanile entusiasmo all'impresa colossale, lottando giorno per giorno, conquistando il terreno palmo a palmo, in mezzo a privazioni, stenti e fatiche. Passò un quarto di secolo prima ohe il successo fosse assicurato: venticinque anni di lotta per l'esistenza. Egli si è ricordato più tardi di questo terribile periodo. Raccontava: « Durante il gravoso lavoro, che spesso durava la notte, io vissi solo di patate, caffè, burro e pane, senza carne ». E nel 1872, stabilendo che la sua piccola vecchia casa dovesse rimanere intatta finché esisteva la fabbrica, così ne enunciava i motivi : « Noi occupammo questa piccola casa nel 1822 e 1823, dopo che mio padre ebbe sacrificato senza successo un vistoso patrimonio all'in-; venzione della fabbricazione dell'acciaio fuso, e tutta la sua forza e la sua salute. Era la nostra unica abitazione, dove ho vissuto una lunga serie di anni di miseria e di stenti, dove ho passato in soffitta centinaia di notti" in affanno ed ansia febrile, con poca probabilità nell'avvenire,' dove dopo piccoli successi rinacque la prima speranza, e dovej ho vissuto il compimento dei sogni più audaci ». Cominciarono i primi successi quando Alfredo Krupp tentò la fabbricazione delle armi. Nel 1844 egli poteva già mandare ad una esposizione a Berlino due canne d'acciaio fuso che egli stesso aveva lavorato. Nel 1848 si staccò dai fratelli, prima interessati con lui nell'impresa. Egli ha sempre ricordato quell'anno come decisivo per lo sviluppo della sua fabbrica. Responsabile di so stesso, poteva seguire la propria idea, prendere su di se ogni rischio, con la cor-^ tozza di riuscire. Ma gli affari non andavano ancora bene. Nel 1843 il numero degli operai era di 122 ; nel 1843 di 93, e nel 1848 la crisi politica mnpplpcrcsr! influì con grande depressione industriale: il numero degli operai si era ridotto a settantadue. Era così difficile la situazione che Krupp per non licenziare nuovi operai, fece fondere l'ultima argenteria di famiglia rimasta. Ma erano compiuti i primi passi che dovevano multare completamente la situazione. Krupp aveva pensato nel 1847 alla composizione dei cannoni con acciaio fuso. Pensiero audace, poiché da secoli la maggior parte dei cannoni si lavoravano in ferro fuso, i migliori in bronzo. E la sua idea dovette faticosamente combattere contro la opinione predominante. Ma vinse. La situazione gli era favorevole, in quanto che l'introduzione di nuovi cannoni stava dovunque all'ordine del giorno. Si esperimentava con nuovi sistemi, e la corrente tendeyg all'introduzione dei retrocarica, inventati in Svezia e adottati da Krupp. L'eccellenza del suo materiale veniva dovunque riconosciuta, ma la costruzione si presentava ancora incompleta. Quando questa fu migliorata, la sua introduzione in Prussia si abbattè contro i pregiudizi degli uomini dirigenti, che preferivano i cannoni in bronzo. Ed anche i pregiudizi furono combattuti e vinti. Ordinazioni della Francia e dell'Egitto segnarono la vittoria. Nel 1859 il principe reggente di Prussia, più tardi imperatore Guglielmo I si decise a favore dei cannoni Krupp, ordinandone trecento. Gli anni seguenti furono anni di continui trionfi. I quattro operai erano diventati migliaia. Conquistati gli Hohenzollem, Krupp aveva sicuro l'avvenire. E il favore degli Hohenzollern non mancò più. Fu anzi tale da violare, per un Krupp, le intangibili leggi tedesche. Il figlio di Alfredo, il terzo Krupp della dinastia, fu esentato dal servizio militare per ordine sovrano. Il ventenne Federico era volontario di un anno in un reggimento dei dragoni del Baden solo da pochi giorni, quando il suo capitano lo fece chiamare a so-e gli dichiarò che per ordine dèi re di Prussia egli era esentato dal servizio e che doveva recarsi subito da suo padre, ad Essen. Il giovano no fu sorpreso c addolorato. Presentatosi al Kaiser Guglielmo I gli espose le sue lamentanze, e ne ebbe per risposta: i Mi rallegro del vostro entusiasmo militare, ma voi siete esentato dal servizio. Per quali motivi non vi posso dire, poiché siete ancora troppo giovane e non li capireste. E' mio desiderio che voi ritorniate subito da vostro padre e che vi dedichiate alla sua fabbrica. Spero che voi rivolgerete alla fabbrica lo stesso entusiasmo col quale intendevate prestare il vostro servizio militare ». Era il riconoscimento imperiale concesso al re del cannone. Guglielmo II, l'attuale Kaiser, fu ed è legato da intima amicizia con la casa Krupp. Nel 1902 egli press parte ai funerali del terzo Krupp, a cui una spietata campagna socialista aveva affrettato la morte. Il discorso del Kaiser 'fu, cóme sempre, vivacissimo. Bollò i denigratori, di vigliacchi assassini, ma dichiarò di quale altissimo significato fosse la casa Krupp per il bene della patria, e concesse al morto il titolo di — Eterno. Alfredo morì nel 1887 : i suoi quattro operai erano divenuti 24.000. L'unico suo figlio Federico, giovane studioso e capace, in quindici anni di operosità sparse il dominio della sua impresa su tutta la Germania. Acquistò miniere, costruì ferriere, creò officine per la costruzione delle piastre corazzate, e diede alla Germania il grande cantiere di Kiel, da cui oggi scendono nel mare i potenti difensori dell'Impero. La quarta generazione Krupp è ora rappresentata da una donna, Bertha. Sei anni sono essa sposò il consigliere di legazione Gustavo von Bohlen und Halbach, che prese il nome, per concessione dell'imperatore, di Krupp von Bohlen und Halbach. Nel 1903 tutti gli stabilimenti si erano fusi sotto il nome — Società Federico Kruir»-^ — con un capitale in azioni di 180 milioni di marchi. Questi stabilimenti sono: la fabbrica di acciaio fuso in Essen, con piazze per le prove di sparo in Meppen, Essen e Tangerbutte ; una miniera di carbone in Essen e due presso ' Bochum ; numerose cave di ferro in Germania, e compartecipazione a cave di ferro presso Bilbao j fonderie nella regione centrale renana; una rada iti Rotterdam con propri piroscafi per il trasporto di minerali ; una fonderia in Rheinhausen ; un'acciaieria in Westfaiia e il cantiere Germania in Kiel. Alla fine dello scorso anno tutto il perso! naie impiegato nelle officine Krur>n era di 68.613. A fianco dell'acciaieria di Essen sorgono le colonie operaie: Nordhof, Wes- tend, Schcderhof, Croncuberg, Baumhof, Alfredhof e Friedrichshof. Sembrano cittadine tranquille, ampie e regolari, con le strade ombrate da alti tigli, dove i mille e mille operai della grande fabbrica hanno trasportato le loro famiglie, formando come un ideale stato indipendente. E ancora l'Altenhof, la colonia dei vecchi pensionati ed invalidi; quattro case di convalescenza, un ospedale, due lazzaretti per epidemie, un bagno-pubblico, scuole, birrerie, totte-ehc. negozi, una biblioteca, una cassa di glie, negozi, una biblioteca, una cassa risparmio... E' il regno di Krupp. Ed è quasi un'immagine della nuova Ger mania che, armata fino ai denti per terra e per mare, aumenta ogni anno la sua prò-'duzione industriale e manda su tutti i mari1. . .v.'!',. Ile sue navi pronte a battaglia. FELICE ROSINA