Come il preteso Bakounine dalla gloria cadde nel fango

Come il preteso Bakounine dalla gloria cadde nel fango Come il preteso Bakounine dalla gloria cadde nel fango Sassari, 7, mattino. Una pagina di storia ignorata Sullo avventurose gesta dello pseudo Carlo Baltounino, i commenti e le dicerie del giornali sono sempre grandissimi. Si era accennato tra l'altro che il Bakounine avesse sposato la ilglia del deputato repubblicano Canetto. In realtà il Canotto non fu mai deputato; fu soltanto candidato ed ebbe un quarto d'ora di celebrità nel 1878, quando cadde il ministero Calroli-Zanardelll e gli successe Agostino Depretis. La caduta di Cairoli e Zanardelli aveva prodotto in Sardegna enorme malcontento. Il nome di Nicola Ferracciù era molto riverito in tutta la Sardegna, siccome quello di un uomo, che imponeva certo rispetto. Ma la sua adesione ai vari gruppi che avevano rovesciato il Ministero democratico aveva addolorato moltissimi. Depretis offri il portafoglio della marina al Ferraccio che altre volte era stato relatore del bilancio della marina. 11 deputato sardo accettò, ma in tale epoca i ministri e i segretari generali appena nominati-dovevano ri presentarsi agli elettoli. Quindi il collegio del Ferraccio, quello di Maco,'mer, era convocato per il gennaio 1879, per confermare o no la fiducia nel proprio deputato assunto al potere. Anche prima della pubblicazione del decreto convocante gli elettori, ;sorse in non pochi l'idea di combattere la rielezione di Nicola Ferraccio. Si accesero asprlssime polemiche tra i giornali democratici e gli organi ufficiosi. I cairoliani-zanardelliaiii avevano contrapposto al Ferraccio la candidatura di Clemente Corte, generale, poi prefetto, ed uno dei piò battaglieri della Sinistra ed intanto era pure sorta la candidatura dell'avv. Luigi Canetto, il futuro suocero dello pseudo Bakounine. Di modo che contro la rielezione del Ferracciù si avevano duo altre candidature serie. La lotta fu veramente epica. Clemente Corte raccolse alcune centinaia di voti ma non ne raccolse molti il ministro della marina, mentre l'avv. Canetto fu il maggior votato e vi fu anche dispersione di voti. Fu proclamato, quindi, il ballottaggio fra l'o-n. Ferracciù e l'avv. Canetto. ' Un colpo di scena doveva però sconvolgere ■tutti i piani. L'avvocato Canotto, pregato età Depretis e dall'allora ministro delia giustizia, Diego Taiani, si ritirò e fu eletto il suo avversario. Come si vede dunque, l'avv. Canetto fu mai deputato, lo sarebbe stato di certo nel 1879 se egli non avesse voluto salvare il ministrò della marina del gabinetto sorto in seguito alla celebre crisi dell'll dicembre 1878. Lo pseudo Carlo Bakounine, die si faceva passare per duca, era notissimo a Yillanova Monteleone, nel cui territorio era posta la tenuta « Minerva » passata in proprietà del signor De Rosas per la somma di G0O.000 lire. II Vaticano e il Quirinale Il Bakounine nella sua giovinezza ebbe rapporti di affari con la duchessa di Santa Floro imparentata al cardinale Rampolla, allora segretario di Stato in Vaticano. Bakounine, giovane simpatico e distinto, seppe insinuarsi così bene nell'animo della, contessa da ottenere da lei l'amministrazione del patrimonio vistoso dei suoi nipoti minorenni. Il Bakounine pure per mezzo di lei diventò bene ac cello al Vaticano ed al Quirinale. Nel -1001 ottenne dal cardinal?'Rampolla la concessione di battezzare in casa sua il suo ferzo bambino, mentre il Cipro si era rifli Ino di concedere il privilegio. Lo relazioni del Bakounine con la Santa Flora furono in termite bruscamente, pare In seguito alla constatazione della poco coiretta. amministra zio ne tenuta dal Bakounine stesso. Poco' aòjlò' questo, che viaggiava sempre, conobbe a Mi lanci donna Eleonora Stanga, tulrice dei diritti del marito interdetto per infermità mentale. La fortuna della Stanga ascendeva parecchi milioni od anche pila si lasciò adescare dal Bakounine, sicché questi potè sperperare a suo talenlo rilevanti somme per sod disfare la sua passione per i viaggi. Girò cosi tutta l'Europa. Ma anche la signora Stanga finì per aprire gli cechi quando le pretese de! Bakounine si elevarono all'assurdo e lo con ; fiedò. j Tull° questo capitava dopo che il Bakou|»'ne aveva perduto la magnifica tenuta • Mi nervo », mentre la signora erodeva che il Ba kouninc onestamente tentasse di rifare la for1 t;lJ™ perduta. Egli ricevette l'ultimo soccorso !'1' 30 nli,i' ,lr' dalla Slallfia> :i Sassari, con lun vagita cambiarlo, e con tale somma dopo avere peregrinato un altro po' di tempo si reco ;l Montecarlo per tentare l'ultimo colpo, e dmsrstrvgvnsmsllccmdciddtmtqRggagfgdbcsla ÌJ^'g anni "e mezzo. Perdette tutto ed allora immaginò il trucco del suicidio a Nizza, .non sapendo come fare por liberarsi dai creditori che lo minacciavano di querela per truffa. Da, quel giorno la personalità del Bakounine scomparve dando luogo a quella del Wassllief, per quanto moltissimi fossero a cognizione del trucco. Poco dopo il finto suicidio venne a Sassari la signora Maria Canetto per rivendicare alcune ragioni ereditarie. In quella occasione, co! paventi ella, esternò dei dubbi circa il suicidio del marito, poi ripartiva per il continente. Essa fu accolta dalla cognata, signora Marussi-Bakounine, assistente primaria dell'Istituto chimico di Napoli, diretto dal marito Agostino Oiarolo. Anche all'educazione dei tre figliuoli di Carlo Bakounine provvide la Marussi collocandoli in collegi diversi. La Maria abitava con la cognata in una villa a Sorrento ed anche due anni fa scrisse ai parenti in Sardegna dando buono notizie di sè e dei figli. Da allora più nulla si seppe. A Torino il Bakounine fu condannato in contumacia per .truffa e falso a 5 anni di reclusioye. Di tale sentenza il Bakounine appallò dimostrando così che il suicidio a Nizza era stato un trucco. All'udienza della Corte d'Appello, come rappresentante del Bakounine, comparve l'ori. Marconi, che chiese il rinvio della causa promettendo che qualora questo si fosse accordalo avrebbe fatto comparire all'udienza il Bakounine. La Corte respinse l'istanza, ma ridusse la condanna a