Un attacco notturno alle nostre posizioni si Sidi-Abdul-Gelil

Un attacco notturno alle nostre posizioni si Sidi-Abdul-Gelil Un attacco notturno alle nostre posizioni si Sidi-Abdul-Gelil turco-arabi sbaragliati e messi in fuga dalle bombe del dirigibile Duecento nemici tra morti e feriti (Per telegrafo d'urgenza da uno del nostri inviati speciali). b mi della colonna Di CarpencUo, ch'egli itti dl un , da estro di marciarc . „ ' *"10 a Zuara Ver recare aiuto alla guarnilone di quella città, l'esercito che ci fronieggia al di là dell'oasi di Zanzur, reclan!am dai comandanti un modo qualsiasi » TRIPOLI, 6, ore 10,35. Stanotte il nemico volle prendersi forse la rivincita dello scacco subito ieri attorno a Tripoli e tentò un attacco in piena regola contro le nostre posizioni. Fu un tentativo giustificabile. Battuto, non solo, ma tratto allegramente ih inganno dalle truppe mo- per sfogare il proprio indicibile dispetto. „ Cosi vcnne deliberato subito per la notte un atlacco a qualunque costo: e questo avvenlle contro le trincee di Sidi Abdul Gelil a Zanzur. La nostra posizione a Zanzur vi è nota. Noi siamo supcroamente trincerati sull'ai- . .. T„ ■ ,»■, _ ... , . .. tura dl Hbcdl Sldt Abdid Gehl- che è dwe' nula, come Gargaresch, una posizione ine- !spugnabilc. Di frónte, ài occidente, verso il mare, vi ha il marabutto di Sidi Suleiman, {scorreria, notturna. Ma mentre sinora si e- trattato di scorrerie innocue, stanotte mediatamente i fucilieri corsero alle ferito- le ed pezzi. i cannonieri delle batterie ai loro £ fùcUeria turca-. Erano dapprima 700 tio-„• . „.,•„;,.,• „ ,, , . .-■ „ . , mmi' vtslhth °lla luce dci T'/lc"0». P^Trascorsero pochi minuti, durante i quali continuo insistente • ^^^^^man mano andarono aumentando di nuovi contingenti giunti da ovest sino a divenire una falange valutata a duemila armati. Ma ìa baldanza dei turco-arabi durò poco. Il h,cowd?e rpTi de/-40-°fantcria-di- reito dal colonnello Anteluni, sorretto dalle artiglierie da campagna e da montagna, riversò sul nemico una valanga di proiettiu% che lo ridussero, dopo inutile, vivace re- sUstenza, al silenzio. Alle 5 e mezza qualche cjUin0Jiate scuoteva ancora Varia>\„a la. . «... «... . . . postsio7ie di Sidi Suleiman era perfettamen. te sgombra. GIOVANNI CORVETTO. sricil! i i TRIPOLI, G, ore 20,30. Ho potuto sapere dalla bocca di ufficiali, de vi hanno assistito, qualche più preciso\Tparticolare su quanto avvenne stanotte.in-;snan:i alle trincee di Sidi Abdul Gelil. Di-'damo subito che il combattiménto fu as-isai meno grande ed importante di quello ^che facevano credere prima le voci sparse aveva costretto a ritirarsi da Fonduk Maguz, si presentò sulla linea del marabutto di sidi Suleiman all'oasi precisamente di si per Tripoli stamane,' csagarate anche da coloro che si erano impressionati all'udire tante insistenti cannonate. Nella notte adunque, all'ora, ■indicatavi, un gruppo di arabi, probabilmente quello stesso che il giorno 'innanzi-la cavalleria fronte alla noslta ridotta. Gli arabi inaiarono la loro fucileria vivissinta.a.mille metri di distanza, e poi-man mano si avancarono, protetti dall'oscurità, sino a 700 metri. Qualche pattuglia riuscì ad accostar sj; 0>ic/ie ai reticolati, ma dovette ; retrocede- L'allarme dato nella nostra ridotta destò tutte le truppe colà di presidio, cioè reparti del -lO.o e del 37Ìo' fanteria- *- le artiglierie delle batterie 75 A dei capitani Tappi e Pel¬ ; colonnello Anichini ordinò con '1'1'' . , -, , ..• , j- „ massima calma il fuoco combinato di ar iiglieria e dl fanteria, e una pioggia di ferro c di piombo si rovesciò sulle masse ncUniche, che erano andate net frattempo al- lo intutendosi. « <».'«< '«issi, che vennero rag- giunti i duemila uomini, ma questa cifra dere essere esagerala, e nessuno del resto potè precisare il numero degli assalitori, y, , dlii cannotti e dei fucili italiani fu lderevoll perdite. Infatti, dal dirigibile P 2, c/te passò più tardi a sud di Zanzur, il co manannte Valli scorse una carovana di Su««i Beni Aden e su questi cammelli gli parve di veder ca ricali cadaveri e corpi di feriti. pia tardi nella mattina, qualche altra fac;|rtta rC;i;ie sparata dalle oasi contro la „dotta> ma bastarono poche cannonate per ridurre al silenzio anche questi ultimi di- aefficacissimo, tanto che all'alba i nemici erano scomparsi, riportando, pare, consi- sturbaiori. Alle 8 il cannoneggiamento era finito. Quanto ai molivi del tentativo nemico, che, ripeto, è privo affatto d'importanza, posso confermare quelli cui ho accennato nel telegramma precedente. Può darsi anche si tratti di un bluff, volendo i turchi dimostrare che alla nostra azione su Zuara essi sapevano far corrispondere un al tacco qualsiasi. Ad ogni modo l'incidente va considerato come un fallo isolato, che non avrà conseguenze di sorta. Un duello Ira il cielo e la terra Un episodio veramente interessante della battaglia nella mattinala fu quello aero-terrestre tra il dirigibile P.2 ed i gruppi nemici, che già battevano in ritirata, completamente disfatti dalle cannonate. Nelle prime ore del mattino avvenne, come già dissi, una languida ripresa dell'attacco contro la' nostra ridotta, che obbligò le artiglierie ,- da 75 a rientrare in azione, percuotendo le 'oasi fortemente. Si sapeva donde veniva- bile apparve lutto lucente al sole. Il coman dante Valle, che lo pilotava, accompagnato ,^; tenente hrivoncsi, lo diresse subito sul ; supponeva dovessero trovarsi i « rion stentò a trovarlo. Appiattati dietro una specie di trincea sul margine e*tt*»l<ii%nai* tUli'pftii. al & là atei stara butto di Sidi Suleiman, una cinquantina di arabi tiravano con giustezza contro i ridotti, riuscendo a restare perfettamente nascosti. Sino in quel momento essi eranr rimasti immuni anche dagli « shrapnels », ma appena apparve a mille metri su di essi il dirigibile, la situazione cambiò. Una bomba lanciata alla perfezione piombò in mezzo al gruppo facendo in vuoto tragico. Subito 'dopo una seconda bomba ti le pallottole fischiargli intorno, ina „,„-. ,•„,„„„ , .' tu'"u» mas° ^passibile e lanciò ancora, ulta Po l altra, due bombe micidiali. Fu Poc°Più <»»e, presso il pruno forùducc*rendeva anche più terribile l'effetto dellWprima. Il comandante Valle vide gli armati rotolare al suolo, poi giacere immobili nella rigidità della morte. I superstiti fecero qualche passo di corsa, poi corajggiòsamente si arrestarono e, mirato il dirigibileispararono contro di esso a più riprese. L&spettacoloso duello incominciò.., L'audace ! pilota, librandosi sempre in quel punto, *èW strage. E questa volta il gruppo, assottiglió- {to, si disperse definitivamente. ' .Tche si incontra entrando nell'oasi, avvistato tm altro gruppo di armati gli.regalò su !"ft, \rabi ìvisa suolo di feriti e di morti. Allora,nwva$Vz ga e ritirata presso alcune palme. La stcs sa scena accadde altrove attorno all'oasi durfl„je « giro di ^tifatone eseguito dal |.«rl*IWte. All'apparire dell'areonave gli a- accorrevano e sparavano, ma improvamente una bomba li riduceva al si Icnzio. Olire cent» cadàveri nemici sul terreno Fra lutti, sparsi a gruppi, il comandante Valle avvistò un migliaio di nemici, reduci evidentemente dal combattimento notturno. Erano tutti disorientati, sperduti. Il comandante, oltre quella carovana di cani cui ho già accennato, notò pure, sparsi tra l'oasi ed il mare nei pressi del marabutto giallo, numerosi cadaveri, forse cento, effetto senza dubbio delle cannonate della notte e della mattina. Alcuni di questi giacevano presso buche scavate nel ter reno e ricoperte di paglia. Alle otto, assolutamente sgominati, tutti i gruppi si allontanavano rapidamente, alcuni verso Fcrua, altri verso Fonduk ela\ molli, \Tokar. Le bombe lanciate furono.comples;sivamente dodici. Anche il Valle considera'l'attacco di stanotte come un tentativo paz -izesco, che quasi certamente non si ripete o ^rà. più. ta GIOVANNI CORVETTO Ù

Persone citate: Anichini, Gelil, Giovanni Corvetto, Sidi Abdul Gelil, Sidi Suleiman

Luoghi citati: Aden, Tripoli, Zanzur