La Camera turca riprende le sue discussioni

La Camera turca riprende le sue discussioni La Camera turca riprende le sue discussioni sotto ©r telegrafo p>or telor All t jlt>j:e* jsk. ) i l La convenzione navale la questione degli stretti Gli interessi italiani saranno vigilati? Roma, 3, notte. Domani Poincaré inizia il suo viaggio alla volta di Pietroburgo. Ecco il grande fatto intemazionale destinato a commuovere il mondo. Nessun viaggio di ministri o di presidente di repubblica, compresa la francese, e di sovrani potxà mai assurgere all'importanza internazionale di quello che sta per intraprendere il presidente del grande Ministero della grande nazione. Preannunziato da molte settimane come fonerò di glandi avvenimenti diplomatici dai giornalisti francesi, è stato preceduto dà una grande rivelazione diplomatica che fa sussultare la diplomazia europea: dalla notizia della convenzione navale fra la Francia e la Russia. Se l'Italia si fosse lasciata convincere della opportuntà di una conferenza internazionale per la cessazione della guerra, Poincaré avrebbe emulato Bismarck presiedendo il nuovo Congresso di Parigi per gli affari orientali, che avrebbe aggiunto alla storia del diritto internazionale una pagina più bella da quella scritta dal Congresso di Berlino ; ma uno avulso non deficit alter. Venuta meno la conferenza internazionale di Parigi, acquista suprema importanza la conferenza franco-russa di Pietroburgo, nella quale Poincaré tratterà e deciderà questioni più numerose e molto più gravi di quelle che avrebbero potuto essere sottoposte alla conferenza che il rifiuto dell'Italia non ha permesso di convocare. Il fortunato Echo de Paris, al quale Poincaré comunica sempre in precedenza, come faceva giorno per giorno durante l'incidente franco-italiano per il famoso Manouba, le sue istruzioni a-gli- ambasciatori per la soluzione dei più delicati", problemi diplomatici, è già stato messo in grado di pubblicare il testo deLl'ordine del giorno della conferenza di Pietroburgo. E' stato appunto leggendo questo documento della grande rivoluzione introdotta da Poincaré nelle tradizioni della diplomazia che io ho dovuto riconoscere l'eccezionale importanza del grande viaggio ch<? sarà iniziato domani, per il quale è pienamente giustificata la commozione di tutta Europa. I lettori della Stampa mi daranno certamente ragione leggendo alla loro volta che Poincaré nei suoi colloqui con lo Zar e nelle conversazioni col presidente del Consiglio e col ministro degli esteri di Russia tratterà le seguenti questioni: l.o la convenzione militare navale tra Russia e Francia ; . 2.o la ferrovia dell'Anatolia; 3.o le condizioni di applicazione del Consorzio per il prestito alla Cina ; • 4.o la guerra italo-turca; 5.o la situazione nei Balcani ; 6.o l'equilibrio europeo. Quale congresso internazionale ha mai avuto dinanzi a sè tanti e così poderosi prò. blenni? Il congresso di Berlino' non fu 'eliramato ad occuparsi che della sistemazione dell'Impero ottomano sconvolto dalla guerra russo-turca; il congresso di Parigi di affari dipendenti dalla guen-a di Crimea e quello stesso di Vienna non uscì dal campo europeo. Le conferenze di Poincaré abbraccieranno invece, come avete letto, non soltanto gli affari di Oriente ma anche quelli di Estremo Oriente; non soltanto quelli di Europa, tutti delicatissimi, ma anche dell'Asia minore e dell'Asia maggiore. Con un così grandioso programma era indispensabile che sul viaggio di Poinoarè fosse richiamata l'attenzione di tutto il mondo prima con frequenti articoli di giornali ed alla vigilia con le • scoppio della bomba navale franco-russa. Tutto è stato ben preparato, tutto è . uscito' finora a mettere nella meritata luce il grande avvenimento internazionale che sta per essere iniziato. A pai-te ogni altra considerazione, dobbiamo riconoscere che la convenzione navale ha grande importanza non tanto in sè stessa quanto per le eventuali conseguenze che essa può produrre nel campo internazionale. Un ' comunicato della cancelleria imperiale di Berlino, tendente a calmare le preoccupazioni destate in Germania dalla " notizia» della convenzione, diceva che prima di esprimere un giudizio bisognava attendere il comunicato ufficioso del Governo russo, il che equivale a dire : « guardatevi dal « bluff » destinato a gonfiare il viaggio di Poincaré, guardatevi dalla gran cassa parigina e dalle notizie tendenziose della stampa franco-inglese». Il comunicato del Governo russo non è ancora venuto. Intanto l'ambasciatore dello Csar presso il Re d'Italia, dopo aver dichiarato nel modo il più reciso che in proposito non gli avevano scritto assolutamente nulla da Pietroburgo, ha detto: «la mia impressione personale è die si tratta di un atto formale che viene a completare il trattato di alleanza senza apportarvi nessuna modifica». Questa ini pressione è certamente giusta. Esistendo l'alleanza foanco-ruesa da venti anni, la ccancl ' o , e e a o a convenzione navale non può essere che complemento di essa. Finora la Francia e la Russia sono state alleate soltanto in terra; d'ora in poi saranno alleate anche in mare. L'osservazione che la convenzione navale ha valore soltanto in tetntpo di pace perchè in tempo di guerra, le due alleate, anche senza convenzione, dovrebbero combattere con tutte le loro forze, non ha grande fondamento. Come l'alleanza ha valore diplomatico in tempo di gàc'e e valore bellicoln tempo di guerra, così la convenzione navale ha il suo valore bellico, perchè senza di essa la Russia non sarebbe obbligata a partecipare ad eventuali operazioni navali nel mare Baltico e nel mare del Nord. Senza la convenzione, la Triplice intesa, in caso di guerra,' non avrebbe potuto contare die sulla flotta francese ed inglese. Con la convenzione potrà anche contare sulla fiotta russa se, come è molto proba bile, alla convenzione parteciperà anche l'Inghilterra. In ogni caso, senza la convenzione la Russia, nella ricostruzione della sua flotta, avrebbe potuto preoccuparsi soltanto della tutela delle sue coste e dei puoi interessi navali. Con la convenzione dovrà anche preoccuparsi del contributo che essa dovrà portare alln tutela delle coste e degli interessi navali della Francia. Non mi pare che la differenza sia considerevole. Ciò per la convenzione in sè stessa; ma persino i più tenaci ottimisti deldo «statù quo» internazionale debbono ammettere che la cemven /.ione navale franco-irussa possa avere, conseguenze notevoli, fra le quali quella notevolissima di facilitare il passaggio delle navi da guerra russe."per gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. E 'notòrio che il principale obbiettivo della politica russa in Oriente e precisamente l'abolizione del divieto di tale passaggio che equivale ad un permanente stato di inazione della flotta del mar Nero. La Russia, durante la guerra col Giappone, dovette rassegnarsi all'inazione della sua (lotta rinchiusa nel mar Nero, inazione die si ripeterà in tutte le guerre della Russia con Potenze die non siano la Turchia, la Bulgaria e la Rumenia. Eppure, la Russia cura con particolare, amore la flotta del mar Nero, la quale sarà quanto prima rafforzata da poderose « dreaelnoughts ». Chi potrebbe affermare che la Russia costruisce dreadnouyht nel Mar Nero in previsione di una guerra con la Turchia, con la Rumenia, con lu Bulgaria? Chi non pensa che ciò avvenga invece in previsione di una non lontana apertura degli stretti del Bosforo e dei Dardanelli? Allattuazioj di questa vivissima aspirazione della Russia finora si sono tenacemente opposte 1 Inghilterra e la Francia, che hanno monopolizzato il Mediterraneo. Si era opposta l'Austria, la quale vuole impedire che la Russia possa attaccarla anche per via di mare, vuole cioè impedire che la flotta rusj sà'aeì Mar Nero, passando per gli stretti turchi, possa apparire nel Mar Adriatico. La convenzione navale franco russa implica il consenso della Francia all'attuazione delle aspirazioni russe, perchè questo consenso costituisce il corrispettivo della Francia. Se esso non fosse stato dato, la Russia non avrebbe avuto interesse ' ad aumentare i suoi impegni con la Francia. Del resto la convenzione'navale acquista importanza molto maggiore con la cooperazione della flotta del Mar Nero con la flotta francese del Mediterraneo, di quella che avrebbe se fosse limitata all'azione navale della Russia nel Baltico e nel mar del Nord. Questo argomento potrebbe avere la sua efficacia anche di fronte all'Inghilterra. Fino a che le maggiori preoccupazioni e i maggiori interessi navali inglesi sono stati nel Me diterraneo, l'Inghilterra si è opposta recisamente e tenacemente al passaggio della flotta russa per gli stretti turchi: ma ora che le maggiori preoccupazioni inglesi sono nel Mare del Nord, ora che l'Inghilterra ha dovuto spostare la sua base navale indebolendo la sua tradizionale potenza nel Mediterraneo, ora che lo spettro navale germanico travaglia l'ammiragliato, può bene l'Inghilterra — mediatrice la Francia — accordarsi con la Russia nel Mediterraneo, come si accordò con essa in Asia. .Non è quindi esclusa l'eventualità di una triplice intesa navale subordinata alla abolizione del noto divieto. I Dardanelli, che si sono lasciati violentare dalla piccola squadriglia italiana, non potranno più conservare la loro storica immunità. Basta questa ipotesi, tutt'altro che infondata, per riconoscere che la convenzione navale, importante in se stessa, potrà divenire importantissima. In Austria si sono affrettati a mandare un grido di allarme. L'ambasciatore dello Zar presso il Re d'Italia ha detto oggi: « Una cosa posso fermamente dichiarare e cioè che, qualunque essi siano, i termini della nuova convenzione francorussa, ove mai essi trattino gli interessi dell'Italia, questi saranno dal Governo rus- patvllcqsnl so tenuti nella più alta consideratone e i *i trattati con la più calda amicizia e simpatia ». Noi non ne dubitiamo, ma è dovére dell'Italia di seguire con grandissima attenzione la prossima conferenza di Pietroburgo, perchè essa, come risulta dall'ordine del giorno pubblicato, si occuperà di quésti che costituiscono ' vitalissimi interessi 4^ lianiv anzi i più vitali. ?§| C.¬ Vivi elogi tedeschi > per l'opera eivillzzatpiee italiana Inibiti 1X1 Berlino, ?,, mattino. Il corrispondente della Vossische Zeitung al campo delle truppe italiane in. Tripolitanta, in un articolo intitolato «L'operacivilizzatrice italiana», scrive che. l'opera italiana per lo sviluppo della civiltà in Tripolitania merita l'approvazione di tutti. La città di Tripoli non si riconosce più da quando gli italiani ci sono sbarcati. Le vie sonò. jmute pulite e vengono perfino annqfflàJe;"Tigic?ie rappresenta per gli italiani la massima cura. vTè toeczipfindfascca *i Così l'ambasciatore Krupecskl ■, noma, 3, sera. La notìzia di una nuova convenzione navale tra Franda e Russia ha indotto la Tribuna à chiedere più precise spiegazioni è delucidazioni in proposito all'ambasciatore di Russia, Krupenski. — Io,- come ambasciatore,.— ha detto sua eccellenza Krupenski, non so della convenzione assolutamente nulla e nulla posso perciò comunicarle. — Ma — osservò il giornalista — se ufficialmente ella non ha avuto nessun comunicato dal suo Governo, .però ha notizia dei commenti che la stampa europea ha fatto all'annunzio della convenzione. — Naturalmente — ha risposto l'ambasciatore. — Ebbene, quale è la sua impressione? — Ma, la mia • impressione personale è che si tratti di un atto formale, che viene a completare il trattato di alleanza senza portarvi nessuna modificazione. Ciò, lo ri-^ peto, — soggiunse subito l'ambasciatore — però è mia personale, anzi personalissima impressione. Come ambasciatore, io ignoro la convenzione di cui si parla. — Poi sorridendo riprese: — Coù queste parole io non cerco un infingimento - diplomatico per • sottrarmi alle sue domande; dichiaro sinceramente che ignoro fino ad oggi la portata di questa convenzione. La ritengo, come ho detto, un atto formale tra i due Goverii e, credo, di poca importanza ài fini dei giornalisti. Ripeto che lo ignoro ogni cosa: però una cosa posso fermamente dichiarare, e doè che qualunque essi siano i termini della nuova convenzione franco-russa, ove mai essi trattino gli interessi dell'Italia, questi saranno dal Governo russo tenuti nella più alta considerazione e trattati con la più calda amicizia e simpatia. Di questo ella può essere sicuro, così come io sono sicuro nel dichiararlo. La Russia è entusiasta dell'Italia e noi nutriamo per voi la più viva simpatia.

Persone citate: Bismarck, Poincaré