REATI E PENE

REATI E PENE REATI E PENE Per ruccisionlj II Uno, Ponte Sangone, già condannato, .dete- nnt.n nnl fi rinvoml-ii-o ioli- iòtrrH<H,v,o+,-. n nuto dal 5' novembre lOli", lèggittimato il suo arresto il 10 novembrevlMl. imputati: -•"« l.o del delitto p, e-p. dagli articoli 63, , {Corte d'Assise di Torino). i E' ùsolta oggi la reffuisitoria scritta-■della Procura Generale per la^nota tragedia' Uyve mita il 5 novèmbre scorso a'Stupinigi! Eccone le conclusioni: ■ a \ «Visù gli atti processuali e l'ordinanza della Camera di Consiglio presso il Tribunale Civile'e Penale di Torino in data 16 luglio 1912; contro Dasso Giovanni Giuseppe di Giovanni e uì Lardù Posa nato in Moncaiieriil2i agosto , 1873, residente a Nichelino, via Lanzò,-'46, mec- ! carneo; detenuto dal 4-gennaio J.912, legittimato il suo arresto il 21 maggio 1G12; e Dasso Gio vanni'fu Domenico è fu Carolina Poiano, nato a_iorino il 30 luglio 1851, residente a Niche ™;. N- 1, Codice Penale, per avere alle ore 2 antimeridiane circa del 5 novembre ' 1911 a ^ì!111"^,1 W corre,1,ta-tra loro usato violenza c™ armi.alleguardie forestali dell'Orarne Mausano.»g"»'J^SSS1^^^^^^ M^^^SMS^tt^^J^JSS^ ggjloSS^WS &AK*0^J,e ' 'rato due colpi di fucile alla guardia Rosso a causa delle sue funzioni; cagionandole la fratituira completa dall'esso, frontale destro con :f ' mat.ma.w.rpUmlA la frattura «tel. per cui il Rosso rimaneva subito ucciso e Della Valle, veniva ferito alla spalla ed al pugnetto sinistri;' « 2.o del delitto p. e p. dagli articoli 63, 364, 365, 366. N. 5, Cod. penale per avere nelle suindicate circostanze di tempo e di luogo, a fine di uccidere e onde consumare 11 delitto di cui nel suindicato capo di imputazione, spe¬ e i fi r l o i , o a i o l e e o o o a o e è li i a r T! . a a rlo r e, e'. e a o Ili ti a o o a aoo pie a a ufuoruscita di materia cerebrale, la frattura dell'osso zigomatico e nasale della radice ' e la distruzione completa dell'occhio destro, causa unica, diretta, immediata e necessaria della sua morte; c 3.o del delitto previsto e punito.dagli articoli 81, 63, 364, 365, N., 2, 366, N, 5. Codice Penate per avere di correità, tra loro e nelle suindicate circostanze di tempo e di luogo a fine di uccidere e onde consumare il delitto di cui nel primo capò d'imputazione, sparato contro la guardia Della Valle a causa delle sue funzioni, due colpi di fucile che la ferirono alla spalla sinistra e al pugnetto sinistro, cagionandole lesioni guarite per la spalla in giorni dieci, e pel pugnetto in giorni cinquanta con indebolimento permanente del pugnetto stesso e del pollice sinistro, non compiendo in tal guisa tutto ciò che era necessario alla consumazione del delitto per circostanze indipendenti dalla loro volontà; « 4.o del delitto p. e.p. dagli articoli 83, 190, N. 1 u. p„ 191 Codice Penale per avere di correità fra di loro, nelle suindicate circostanze dì tempo e di luogo, usato violenza alla guardia Della Valle percuòtendola coi loro fucili, il Dasso Giovanni per sottrarre all'arresto il Dasso Giovanni .suo padre; « 5.o diel delitto p. e p. dagli articoli 63, 372. N. 1, 373 p. p. e cap. 365, N. 2, 366, N. 5, Codice Penale per avere nelle suindicate circostanze di tempo e di luogo, di correità tra loro, senza il fine di uccidere, ma per consumare il delitto di cui nel capo IV di imputazione, percosso coi loro fucili la guardia Della Valle, a causa delle sue funzioni, cagionandole lesioni al pugnetto sinistro guarite in giorni cinquanta con indebolimento permanente del pugnetto medesimo e del pollice sinistro. ,„ a Ommissls: chiede al sensi dell'articolo 437 del Codice di procedura penale, che la Sezione d'Accusa pronunci l'accusa contro i predelti due imputati Dasso Giovanni di Domenico e Dasso Giovanni Giuseppe di Giovanni, per■ i reati come sopra loro rispettivamente ascritti e ne ordini il rinvio al giudizio della Corte d'Assise di Torino, mandando contro di essi rilasciarsi ordinanza di cattura in conformità di legge Siederanno alla Difesa l'aw. C. F. Roggierl e l'aw. GattlrGoria: Parte Civile: avvocati Damiani, Rastolli e Baravalle. ■ • ■ * Un incidente ira il P. M, e un avvocato al processo Arvedi Spoleto, 26, no tu. Alle ore 10,30 si apre l'udienza antUmerl diana. li primo teste che viene chiamato è il Principi, uno dei due che deve deporre sulle gravi circostanze portate in ditatfàmento dal cav. Fornari. A domanda del presidente e fra l'attenzione generale, il teste fa il seguente racconto : Il racconta del teste Principi — Come si sa, io fui il primo a scoprire il cadavere dell'Arvedi, quando aprii lo sportello, e fui io a dare l'allaraie. Accorse gente, ed io tornai una seconda vòlta vicino-" alla vettura, insieme al cav. Fornari. Fu allora che intesi alle mie 6palle qualcuno che ac cennava all'ipotesi di un suicidio.. Mi voltai, e vidi un individuo, all'apparenza ferroviere, dal volto pallido e con gli occhi strabici. Qualche tempo dopo, passando di nuovo a quella stazione, appresi che quel ferroviere era morto. À questo punto, l'avv. Servanti chiede che il teste venga posto a confronto col Cecca^ roni e col Proietti, per vedere se riconosce l'individuo di cui ha parlato. Il teste, dopo aver guardato l due, dichiara che non -può diro neppure se rassomigliano all'individuo di quella notte. Il testé 'dà poi, a domanda del presidente, altre spiegazioni Un'altra deposizione del cav. FornariV domanda della Difesa, viene chiamato ancora una volta il cav. Fornari, il quale, ascoltatissimo, ripete ancora una volta le circostanze deposte. Questa volta, tuttavia, egli chiarisco un particolare, che dico ricordare meglio. Afferma di aver sentito quella notte le parole accennanti all'ipotesi di un suicidio, e dice di aver vistò, voltandosi, duo individui, e non uno solo. Uno dei due individui era alto, e fu questo che accennò al sui cidio. 11 Fornari conférrda ancora che sui cu scini si trovSvano^.moltissirneorine di. san-, gue, anche prima che 'salissero i facchini, e conferma con maggior fermezza che la siia impressione è sempre ..questa: che il Ceccaroiii sia il'-viaggiatore sconosciuto. — Quegli occhi e quél'volto — egli dice —10 non potrò mai dimenticarli. E' chiamato il giudice Montani, che devedeporre sulla confessione delia Menichella, prima della ritrattazione^ Presidente. — Dica, dunque, se sa come e quando fu che la Menichella si confessò a un sacerdote. Teste. — Seppi che la 'Menichella si . era confessata perchè me lo disse lei stessa. Già prima di confessarsi élla aveva fatto delle ritrattazioni, ina ella-ie«.a. triste e di pessimo umore. Dopo la confessione confermò la ritrattazione, e diceva di- sentirsi più' libera e lieta. ■■ > : L'avv. Girolami chiederla parola per chiarire un fatto personale. Ieri, durante la sua assenza, il P; M. disse che al.l'avv. Girolami11 teste Fornari aveva, detto le suo impressioni sul Ceccaroni, prima che egli ne assumesse la difesa. Questo, dimostra l'avv.. Girolami, è falso. Il teste Ferrari aveva fatto a lui un vaghissimo accenno in propòsito', 'da- vanti a cinque <o sei altri avvocati-, ad eglil'aveva ripetuto a Foligno, a Perugia o.avarie,-• Roma, come può far testimoniare da persone. 11 P. M. lo interrompe. ,.y ;l . Girolami. — Lei, Pubblico Ministèro, .ha parlato per tre giorni e nessuno lo ha interrotto. Lasci ora parlare gli altri. Le parole vivaci ne causano altre piti vi> vaoi, è succede un battibecco generale, incui non si capisce più nulla. L'avv... Morichelli grida con voce stentorea: — Sul banco dell'accusa non si eT sereni, signor presidente! 11 P. M. cerca di rispondere e di ribattereMJE&'fc ^UM0»n^M 2*Sdi deporre la toga. Però, pregato dai suo;^SIS,%;h^ph1?«jS Br3HÌiSS^l99 Shargomenti In difesa del Passagha. .<">• La seduta è tolta aito 12,30. „ «Wpnm Xina La sorte di Simoiìina a i e e e a — e e a a à e e a a {Pretura Vrbhna dt Torino — 28"; LÙéyfafal Il gaio sciame feniminila| tesUmÉbl '"èdf to* pittata, irrompe nell'aula, alla chiStìàStia sonora diOlTufflcjiaile giudiziariio;, da un'ora Ila signora Manila Flssore, lar giudicabile, attende, circondata dalle, sue commesse, la voOÌta del "suo processai;' quando questo si annunziia, lai trepida attesa si scioglie-in un vocio.-confuso, in un incaBzar di persone a&ò stretto. Ingresso, tino a quando i prevenuti noni'barano preso riosto su'1, bainco dell'Accusa,- ed i testimonesono fatti ritirare. . j La signora Maria- Fissero, che ha negozio' e. labomtorio di mode, deve rispondere di un dùpiite. grave reato:, diffamazione e privata viplenza: tenace accùsaitrioe, la signorina Si-"1 mondina Bocca. E nanna costei: / -, .*a£ « Eno alile dipendenze della Flssore;- una se-. ra, prima di-,usaiire dal lal>oiiatorio, pretesa che io mii spogliassi, par vedere sò lo le avevo rubalo una-sterlina;-e'.se-l'avavo nascosto-,-.; nella, .veste; rimasi..-colla sola camiciaL.E ' erano presenti altre lavoranti ed un signoria che'mi osservava dafflo specchio 1 Né rudr'cost'*. sbigottita, che mi. ammalai; il mio-pudore,. mio onoro ne furono offesi. » Il padre d»l Simonina in nome dell'onore edal decorno deùlla figliuola- oltraggiarti, .si costituisce pamtie clilvile. . j L'imputate contesila dfii aver' cwstrttfta"1 dM* spogllarai la ragazza.- . j —? Non le feci toglierle che la sottana r-? e»!,sciama — e la guardai nel corsetto se vi éni la sterlina ' <ìvfr% La-dolente protesta a dichiara di essere itV mesta, nel .negoziò, in sola' oaniiifclila, mortificata e confusa in mezzo alle altre fanciuÉey H spaven/taita par lo addlebito del furto, quasi, in sequestro. • ')■ — Vengano i testimohin !'• E le-gsmtUil iavorairicii giurano r di deporrà h. vero quando, escludono, che bÉb loro collega -si sia • usata violenza. La questione '"striduoe al punito sdrucctolevofte : se la-sotftanai l'univo velario. del pudore della fanollu'fla.sia caduta a terra, per atto di violènza e òSÌ't&ì<>'' nacoia, o se la fanciulla ahbia' offerto'61 ón-'1 taneamenite alla indagine della padrona 1 reconditi ripostìgli dei suoi indumenti e qufrli atti di perquisizione abbia azzardati. ' "v — Se si facesse, qui, un piccolo ■esperimenV-, to, una.prova, signor. Pretore, osserva la difesa, timidamente. "- ' " s';'j»' La parte dWih» vi il oppone, ed 'irpretore.* (i'awocato Caeailegno, che per la prima yo> ta presiede alle'udienze delle Urhané) arg'italmente: ' ! •■••'•■-M- —. Siamo diestoitle, « gli indumenti sono.ri' dotti ali minimi temiinii; è' uno' esperimento"' troppo pericoloso. - - " .-. tu Ma la EKxrte di Simonina volge a maie,'quandlo una teste, l'ultima,. dichiara cernie là: Simonima stassa sparlò della padrona e 'disse v ohe, se nion le pagava il mensile", avrebbe fatto giuatteia di sua marno. ,:. — Dunque — esclama battendo ie mesti/ vit* toriosamente la signora Flssore — io poteva anche sospettare della sparizione deiffia ster*' Una. ■ ^-,'r' Ma il P. M. rimbecca la clamorosa fatar" iniziane dell'imputata, ducendolo: :■ ;.... — Poteva chiamare la guardie, i carabinierli ricorrere alle autorità, ecc. ecc. — E nella., sua requisitoria, per chiedere la condanna dejl-. la Fissone a 150 lire di multa par ingiuria reale, invoca il verso di Dante: * il modo"ancor m'offende. « ' ...j Ma neppure ti verso del poeta divino per-' suade.ill giiùidice, che sia alle prove della ca.fi»' sa, e queste mancando, assolve pienamente la signora Maria Fissore, dlichiarandio. in ogni caso, compensato le Ingiurie. ' ' t' Pretore': jijw. Casaiegno *- P. M. : Alba —iParte CivrleL:,. ayy. .Torniaii — Difesa: awo-' cato C. A. DarnSanl. Un biscazziere che fogge all'atto dell'arresto j ' Roma, 26, notte-' Oltre al -Montecatini Club, esistono- a Mona] tecatini1.altri..Circoli...in cui .si, giuoca. Fra' questi-, tino, sopra il Caffi- Cambrinus: Pare1'' che magna pars di questo fosse tale Enrico. Gentili, uomo sul 40 anni. Ieri, mentre..a Monsummano si discuteva il processo contro 11 Lurati, un vice-brigadiere e una guar-l dia di P. S. si presentavano all'alloggio del' Gentili, in un albergo del centro. Il Gentiliì era nella sua stanza ■ e. fece entrare i due* Dai bagagli già pronti, appariva come il Gentili fosse sul punto di partire. H vice^briga-t diere dichiarò in arresto il Gentili è lo invitò,' a seguirlo in Questura. TI Gentili chiese eli ; ritirarsi per una urgente necessità. Il vic£l brigadiere acconsenta; ma, temendo -che ilrsuo uomo tentasse di sfuggirgli, scese nel vestibolo ad' attenderlo. Dopo avere atteso! lungamente, chiese al personale se-nell'albergo vi fossero altre uscite. Ne ebbe risposta affermativa. Ormai HI Gentili si era po-|' sto in ealvo. Questi, ben pratico del luogo,.1 si era dileguato: passando per una stanza1 che mette, per un corridoio, in un'altra stari-' za, e da questa in un'altra ala dell'edificio, opposta a quella dove si trova il vestibolo, raggiunse la strada! :<y"j Il processo dei marchesi Spinola in Appello _ Roma, 25. sera . Oggi è terminato innanzi alla Corte di'AW pello di 'Bama la discussione per ti ricorso del marchesi Spinola. Alle 14,30 la Corte si ,è r«, tirata nella camera delle deliberazioni, rieh'V trando nell'aula alle 15,30. Il Prpqfdnn-tp ha letta la sentenza, con lai quale, in parziale riparazione della sentenza" del Tribunale, assolveva per non provata reità) ' Francesco Spinola e confermava -invece per. Giacomo.e Antonio Spinola la sentenza del TrU bunale. con la condanna alle spese del giudizi»' per l'appello. . .. . , > } L'arresto dei rapinatori del rÌTenditoré di giornali di Biella Biella, 56, notte. La grave rapina patita l'altra sera dal sì*, gnor Rigola Giuseppe, proprietario defl'edico-: la giornalistica della stazione, ha messo la pubblica sicurezza in grado di scoprire gli' autori non solo della rapina, ma di una se-v rie di furti e di altre operazioni, compiute, da una piccola banda di malfattori; "che' o*i vara-le sue radici nella mala vita cittadina.; •. ; Riassumendo brevemente, la pubhllca sicinl rezza ha tratto in arresto i pregiudicati Fér-i rotto Z'efferino, d'anni 16, e Re Pietro,-di Teo*ì doro, d'anni 22. Fermato ella stazione, que?-. st'ultimo. abilmente interrogato dal delegato Papi, dopo aver narrato una lunga serie dlj operazioni ladresche e del furto di -una bicicletta, aggiunse che nella notte della ra-l pina, egli, con il Ferretto, dopo aver minao-i ciato di morte certo Ogliaro Vittorio, che a.4 vevano trovato nel suo fienile, gli preseìròv la-biciclétta, e-.si portarono :a (LaM-igliano,' ove si diedero a gozzovigliare ed a fare del chiasso, fino a che furono cacciati. Tornai' rono verso il tocco a Biella, e nei pressi della stazione, all'angolo di Via Torino, trovaronpj certo Cagna Secondo Ernesto, giovane pre»r giudicato, il quale dormiva.su una panca, dtp pietra. Interrogato dal due, il Cagna narrò che gli altri, cioè 1 complici, erano fuggiti, dopo aver fatto un bel colpo. Con- ciò inten-1 dova, alludere alla rapina compiuta a danno del Rigola, Avute queste confessioni, 11 "fun-' zionario trasse in arresto due deft creduti au«j tori della rapina. Il quarto complice sarà ar-r restato certamente" queste notte. " ' T La .Polizia mantiene 11 più grande segreto* , „ 'fu J1.oml. dfiSli. autori del grave fatto, non e ìvolcndo intralciare le indagini, che preludo* ino ad imminenti arresti ed alja-scoperta.;dl>.. 1 altri reati. a > ' e J Il conduttore tranviario Belardinelli rimesso iti libertà ki • f Roma, 26, nòtte,-'! Il commissario di'-Campiteli], In seguito ■»* disposizione del. giudice istruttore .incaricato dell'istruzione per il disastro tranviario del Foro Romano, ha fatto 1 accompagnare riè! proprio ufficio da un agente 11 conducente- S Bel^dlneiii che: come è°noto. era fluoruri mesto all'ospedale, piantonato, in istato di' arresl°' e SU comunicò la decisione dl^car icerazione. rimessa dal giudice Istruttore stes- " Ito, e il- Belardinelli se ne è tornato a casa conipletaraento^ero. ,.