Lo slancio delle nostre truppe nei momenti decisivi della battaglia di Misurata

Lo slancio delle nostre truppe nei momenti decisivi della battaglia di Misurata Lo slancio delle nostre truppe nei momenti decisivi della battaglia di Misurata (Per telegrafo dai nostri inviati speciali) : i r a a o | formata dal 50. o fanteria e dalla batteria* comandata dal colonnello-PetiUti*a^" f «mi e è l a o l - a i r , a a a e - o a 9! (Per telegrafo da uno dei nostri inviati speciali). TRIPOLI, l-i, or,' ;6,5. Su informazioni di uh ufficiale che all'oc cupazione di Misurata ha preso parte incorporato alla colonna di sinistra, posso completare la narrazione schematica inviatavi ieri. Poco posso aggiungervi sulla bellissima operazione compiuta ■ dall'ala destra formata dal 50.o fanteria e dalla batteria snidm(tddPLa-destra doveva assolvere il compilo più difficile: quello di sloggiare il nemico dai.dgruppi di case seminali-tra le dune precedono Misurata e che, avvicinandola, lai .......... , . „ , - [circondano in parte e in parte la nascon-\ . .. . , _ , ìrdonc a chi arriva dal mare. La colonna per] ...... . . . .. imciò fare doveva compiere una marcia fati-;. 'imcosissima, attraverso un terreno impratica-1 bile per impedire al nemico di presentarsi minaccioso su di una posizione dominante dalla quale sarebbe stato facile battere il grosso delle truppe avanzanti su Zuruk e Misurata. E la colonni assolse questo compito in modo brillantissimo. Non è il caso che io ritorni su quanto già vi telegrafai, ma non mi so trattenere dal notare che il capitano Rodriguez, parlando della prova sostenuta dal 50.o fanteria, forse pel fatto che parlava di un'alone alla quale direttamente partecipò, peccò di modestia. La fanteria Petitti e l'artiglieria Zoppi fecero meraviglie. Costrette dalla formazione del terreno a scoprirsi vicinissime al nemico, impedirono perdite gravissime colla violenza dell'attacco. Trincerati a mano a mano entro le case, facile per gli arabi era resistere e occorreva per snidarli il valore della baionetta italiana. E la baionetta si inastò più volte e più volte il grido di » Savoia! » si alzò minaccioso e per ogni grido fu una strage. Oltrepassati a mano a mano e sgominati piccoli aggruppamenti, la giornata del 50.o si completò con la perigliosa marcia, che viho descritto. La corsa alla baionetta Meno completa, e non per mia colpa nè del mio informatore, fu la descrizione trasmessavi dell'azione dell'ala sinistra, che nell'occupazione ebbe a sostenere il cozzo più formidabile contro il nemico. La battaglia culminò a Zuruk, un villaggio che ha le sue case disperse in un buon tratto dell'oasi. Pronunziatosi l'attacco sull'ala destra, e chiamata la riserva degli ascari e degli alpini ad occupare lo spazio Rimasto libero tra le due colonne, tutte la trovarono schierate su un unico r0 a o 0 e| truppe si - .{fronte occupante tre chilometri circa. La - Latteria di artiglieria giunta contemporal • , . , „ a neamente al coniando del capitano Corsi -| „„..,„ ..„ una macola duna -'prese p0"t0 >u piccola auna. a; Dalle trincee nemiche, prolungantisi, per -!poco meno di mille metri sul margine del- *■ . ... „.. , ... .. „ . ., ! l'oasi orientale, già da più di nuora il a fU0CO dì fucileria proseguiva ininterrotto. o;' . T. , . -1 Distesesi le truppe anche da parte no- ^stra, il fuoco si fece violento. L'artiglieria e - ' ' .„ ■ . , la fanteria con brillantissima collaborazione -'scwiarono SMi nemico migliaia di proiet- e ' . 1 o fui A'on riuscirono pero a domarne la re- . \sistema. -\ . -l Alle 8 venne notato che il duello infer- vale non avreobe avuto alcun multato pò!. . \sitivo se una delle due parti non si fosse zuZni opful'ecgte„l'mqFmddcdddrgdsmnledppl'pcLcpmitvc[scagliata sull'altra. I **' ~r»- i*1* reflolare' M* M«gAS metri, per evitare che la maestosa, linea si Il generale Cornerana, che in prima linea seguiva l'azione, ordito l'attacco alla baionetta. Si udì un solo urlo « Savoia! » e tutto il fronte si mosse. Formavano, come vi dissi ieri, l'ala sinistra il 63. o fanteria (comandante Soletti), un battaglione del 40.o (comandante maggiore Morello), il 30.o fanteria, gli alpini e gli ascari. \ Per raggiungere il nemico i nostri soldati dovettero percorrere su un terreno difficile circa un chilometro allo scoperto. Per ottocento metri fu una. corsa in. lunga .disgregasse, si dovette rallentare la corsa. con il ncmic0 non riusci meno i '. . , ,. . . [Il nemico fu respinto, e nelle trincee \ ...... ^ .-, ìrestarono più di trecento cadaveri. La pn- ] , , , ima difficoltà era cosi superata. Segui un ;. 'istante di sosta; poi lartiglieria, che aveva metri, per evitare che la maestosa linea st1 resa anche più disastrosa pel nemico l'a- zione Ideila fanteria, rotte le trincee, cercò!una posizione più avanti per puntare su' Zuruk. 'L'audacia del gen. Fara accelera la vittoria Là. a Zuruk, si preparava per l'ala sinistro un altro glorioso momento. Passati i pochi minuti di sosta, il generale Fara ordinò di iniziare l'avanzata nell'oasi e di poggiare su Zuruk. L'artiglieria si pose a fulminare il villaggio e le casette disperse. Che difficile avanzata! Ogni casetta del-j l'oasi era atta a formare un baluardo da] espugnare; ogni passo rappresentava un contrasto da vincere! Gli arabi del villag- ... . , gio si erano preparati ad una resistenza]. , „ . -. , -tenacissima; e si deve alla prontezza ed al-ì „ . . . , , _ , , l'audacia del generale Fara se la nostra, .. ... 0 I marcia non si arresto per il giorno 8 sotto [quelle mura. Raccoltesi le truppe attorno a Zuruk, Fara, sicuro che la sorpresa avrebbe sgominato il nemico, diede ordine agli ascari di Dedominicis ed al battaglione del 40.o di entrare nel villaggio a passo di corsa e con la baionetta inastala. L'ordine fu eseguito e con successo. L'audacia raggiunse il suo scopo. Abbandonando armi, muptztont, viveri, terrorizzati \ dall'impeto dei nostri, gli arabi non seppe-'; ro fare altro che gettarsi nell'oasi e fug-\ gire, senza scopo, forse senza mela, pur di fuggirei Molti però di css*i non vi riuscirono e restarono sul terreno. Il gesto conquistatore non costò a noi \Iimolte vittime. Il momento più triste fu per noi l'avanzata allo scoperto per abbattere\le trincee nemiche: e fu infatti sul piano, della Sebka che, nella battaglia per l'occu-jpaiio7te di Misurata, si ebbero le maggiori perdite. Dispersi gli arabi da Zuruk. la notizia dei- l'avanzata vittoriosa degli italiani si pro-^pagò rapida per l'oasi, giunse a Misurata c la resistenza scompirve quasi del lutto. La prontezza del generale Fara servì a decidere le sorti della giornata sapientemente predisposta e guidata dal Canterano. Olire Zuruk le truppe tornarono a formarsi su due colonne distinte. Nella litta conquistata Verso le 11 la prima iti esse si trovava \\in vista di Misurata e qui si presentò l'ul-timo grave problema della giornata: si do- veva bombardare o non bombardare la città? I La colonna sosfó in attesa; come all'uscUa - S i a o i o . a a. o - n a dalle trincee, come dal margine dell'oasii come alle porte di Zuruk, anche, qui si aveva di fronte una incognita. Misurata erapreparata e 'Voleva resistere? La, popola* zione come avrebbe accolte le. truppe? ;.r Fucilate si udivano qua. e là, ma senzel scopo; qualche colpo veniva purè di dentro le mura; ma il proposito di uM-dvefa ardi' nata resistenza non lo si sentiva*.: JVafl'irw terno della città doveva in quel tricmento • ' ' -' * .%« regnare il terrore... . o> ^ Gran parte degli'uomini atti a sparute'■un fucile già se ne.iìr(pi&yfuggit^fààndahd<ft'iauànti ie loro mandre, quasi che alle spalleminacciasse un torrente di lava. In città- non erano rimasti che.pochi capi-arabi, désU derosi di arrendersi; mX-incerti sul da farei parecchi commercian\ij' -donne e bamtìini presi da spavento. Vnd'decisiòne ùrgeva vvenne presa: nessuna residenza Venne fattadalla città. Alle 15,30 oli àscar\i,- gli alpini e il 6.o fanteria innalzavano; il-.tricolore^ ò!ove ^er annl aveva sventolato la bandiera u' 'lunata. Il 50.o fanteria entrava IH città allo 16,30 dopo aver compiuto la sua'insidiósa marcia sulle dune, e il 35.o compieva fraU tanto quella prodigiosa opera di difesa che ieri vi ho lungamente descritto. GIGI MICHEL0TTI ; i

Persone citate: Dedominicis, Fara, Morello, Petitti, Rodriguez, Soletti

Luoghi citati: Misurata, Savoia, Tripoli